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Autore: DasIstGelogen    18/08/2010    4 recensioni
Sabina sa che prima o poi succederà, ma cercher. di rendere Federica, sua sorella, la ragazza più felice al mondo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giuro, che se si chiude di nuovo la pagina e perdo tutto cancello definitivamente la storia -.-

 

La mattina mi svegliai in casa di zia. Riconobbi subito i muri gialli della stanza dove dormivo quando mamma non aveva bisogno di me e zia mi permetteva di stare da lei. La mia mente era ancora vuota e sembrava che stessi bene. Da una posizione supina mi voltai sul fianco sinistro. Infilai la mano destra sotto il cuscino fresco e chiusi gli occhi. Sospirai e li aprii di nuovo. Mi fermai a guardare una fotografia sul comodino di fronte a me.

Federica.

Subito i miei occhi si riempirono di lacrime che scesero a bagnare piano il cuscino.

Non fu un pianto disperato, solo fastidioso. Il mio respiro si mozzava. Strinsi forte gli occhi lasciando altre lacrime sul cuscino. Avvertivo la macchia umida arrivarmi fino alla guancia. Mi spostai di poco e continuai a piangere. Non so per quanti minuti o per quante ora. Piansi senza preoccuparmi di quello che era attorno a me. Nulla. Non c'era nulla. Non c'era mia madre che mi svegliava per portare Fede a scuola e non c'era lei. Federica non c'era ad aspettarmi in camera. Non c'era alla fermata dell'autobus ad ascoltare la musica con me. Non era a scuola. Non era in ospedale. Non ci sarebbe neanche stata per i Tokio Hotel.

...i Tokio Hotel.

Il suo sogno. Il mio sogno. Eravamo unite anche da loro.

A volte mi stendevo sul suo letto con lei e mentre le accarezzavo i capelli immaginavo come sarebbe stato bello andare a un concerto insieme. Le dicevo che un giorno ci saremmo andate e saremmo state in prima fila davanti a Tom.

Tom. Era il suo preferito. Una volta presi una foto dei Tokio Hotel e gliela misi davanti.

-Fede, secondo te chi è il più bello fra questi quattro crucchi?- Le sue labbra si stesero in un sorriso e portò la sua mano pesante sul volto di Tom. -Davvero? Anche secondo me. E' figo, no?- Sorrisi e le accarezzai piano i capelli.

 Chiusi gli occhi un'ultima volta. Ancora lacrime. Poi decisi che piangere non sarebbe servito a nulla. Voltai le spalle alla fotografia e portai il lenzuolo fin sopra al viso. Subito mi venne in mente l'immagine del dottore che copre Federica. Prima fino al petto. Poi fino all'attaccatura dei capelli. Rimasi così. Su un fianco. Completamente coperta.

Un rumore di passi e poi delle nocche che, delicatamente, ma facendo rumore, schioccavano sul legno di una porta. Non risposi.

La porta si aprì e dietro c'era zia. Si avvicinò e tolse piano il lenzuolo. Decisi che forse era meglio far finta di dormire. Tenni gli occhi chiusi e rallentai il mio respiro. La sua mano si adagiò sul mio braccio sinistro e mi scosse piano.

Scarica e scossa. Linea lunga.

Basta per favore!

Aprii gli occhi e la guardai.

Mi accarezzò piano la guancia spostandomi i capelli. -Buongiorno, tesoro.-

Le feci spazio nel letto e lei si stese accanto a me. Zia era giovane. Ci portavamo solo sei anni di differenza. Quando mia madre rimase incinta di me aveva solo diciott'anni.

-Come stai?- Mi accarezzò ancora i capelli.

Io non risposi e chiusi gli occhi accoccolandomi delicatamente fra le sue braccia. Feci spallucce, per quel che potevo, e rimasi in silenzio.

-Devo dirti una cosa. Forse non...non ti farà piacere, ma... ma prima o poi verrai a saperlo.- Alzai il viso verso il suo mentre lei faceva una piccola pausa. -Tua madre... non vuole che tu torni a casa. Ha detto che devi andare a prendere le tue cose e quelle di Federica e devi rimanere qui.-

Mi cacciava di casa. Sorrisi. Ero felice. -Cinque minuti e vado.-

Dissi solo questo e poi zia andò in cucina. -Ti preparo la colazione, vieni.-

 

Mi lasciò la sua auto e andai a casa per prendere le mie cose e quelle di mia sorella. Mi sarebbe bastato un borsone. Cercai quello di mio padre nella mia camera che era anche magazzino. Lo trovai dietro ad una scatola. Era un po' impolverato. Lo tenni per i manici di stoffa nera e cominciai a dare delle piccole pacche per levare la polvere. C'era una scritta sopra: 'Sabina 1991'. Era l'anno della mia nascita. Mamma non mi aveva mai detto perchè papà aveva scritto quello sul borsone. Lo tenni ancora per i manici e andai in camera di Federica prendendo tutte le sue cose. Le infilai velocemente nel borsone e poi andai in camera mia. Presi anche i miei vestiti e ogni cosa che mi apparteneva. Poi uscii dalla mia stanza, ma rimasi pochi secondi sull'uscio della porta. Mi voltai a guardare quel piccolo magazzino con un materasso buttato a terra. Chiusi la porta e tornai in camera di Federica. Mi stesi per pochi minuti sul suo letto annusando il suo profumo. Dovevo imprimerlo bene in mente perchè non l'avrei mai più avvertito. Presi il suo cuscino e lo tenni sotto il braccio. Poi scesi in macchina e tornai da zia.

Fuori al cancello della villa c'erano due lunghe Mercedes nere. Erano lucide e pulite. Passai noncurante fra di esse ed entrai in casa.

-Sabi, sei tu?-

-Sì, zia. Ho preso le mie cose e quelle di Federica.- Nel pronunciare il nome la mia voce si affievolì di poco.

-Sabi, vieni qui per favore. Sono in sala.-

Posai il borsone a terra e, tenendo ancora il cuscino di mia sorella sotto il braccio, andai in sala.

Quattro divani biposto. Tre erano occupati.

Sul primo c'era mia zia e una donna dai capelli biondi e le fattezze nordiche. Seduti sugli altri due c'erano loro.

I Tokio Hotel.

Strinsi il cuscino di Federica e subito una lacrima trovò la sua strada lungo il mio viso.

Bill si alzò e, senza dire nulla, si avvicinò e mi abbracciò.

I am by your side just for a little while.

 

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Spero che mai nessuno debba affrontare una storia come questa nella vita reale.

DasIstGelogen

  
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