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Autore: Isidar Mithrim    18/08/2010    10 recensioni
Manca poco ad Halloween. A quel terribile Halloween. Silente è a casa Potter, e James gli mostra qualcosa che l'anziano mago non può non riconoscere, anche se sono passati decadi da quando ha smesso di cercare la straordinaria triade di oggetti magici...
{Quinta classificata al contest "Mercante in fiera", indetto da jadina}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Albus Percival Wulfric Brian Silente'
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{La storia si è classificata quinta al contest ‘Il mercante in fiera’ indetto da jadina sul forum.
La mia carta era il Cactus, che conteneva questi tre prompt:
spine, verità, ‘davanti al fuoco della verità,
le obiezioni non sono che mantici’}


Il Dono più prezioso


Lo vidi, e la tentazione di toccarlo si impadronì di me senza che potessi fare nulla per evitarlo.
Posseduto.
Dal desiderio di far scorrere tra le mie dita quella stoffa dal colore impossibile da definire, ma dai riflessi chiaramente argentei.
“Posso?”
Il mio tono doveva essere impregnato di cupidigia, perché James mi rivolse uno strano sguardo, insieme incerto e perplesso.
Me lo porse con delicatezza e io non potei evitare di chiudere gli occhi, mentre facevo scorrere tra le mie mani quell’oggetto così incredibilmente fluido al tatto, seppur dotato di consistenza propria.
Non resistetti alla tentazione di passarmelo attorno alle spalle, fino a coprire il mio capo.
Non vedere il mio corpo, pur percependolo chiaramente perché ancora scosso dall’emozione, fu semplicemente inebriante.
Oh, era davvero uno dei tre oggetti che in gioventù avevo ricercato con tanto accanimento.
Lily commentò qualcosa, ma nemmeno la sentii.
“Me lo presteresti?” chiesi, rivolgendomi a James.
“Da quando in qua hai bisogno di un mantello per diventare invisibile?” indagò lui, fra il divertito e lo scettico, e io mi domandai come facesse a essere banalmente divertito davanti a un simile concentrato di magia.
Mentii.
“Oh, trovo che sia un oggetto magico estremamente raffinato, James. Vorrei studiarlo, se per te non è un problema.”
La mia voce fu più dura di quanto avrei voluto, ma lui accettò, ed era questo ciò che contava.
Rafforzai la presa attorno alla mia Bacchetta.
Non mi ero neanche reso conto di averla afferrata.
Per quanti anni quel cimelio dall’inestimabile valore era stato custodito vicino a me, senza che io lo sapessi… ma finalmente un altro Dono della Morte era entrato in mio possesso.
So che non avrei dovuto goderne, che non avrei dovuto portarlo via da lì, ma dominare la Morte
Nemmeno riuscivo a immaginare cosa potesse implicare il possesso di un simile potere.
Così, portai via quel mantello. Portai via il Mantello.
E pensai a quanto fosse ingenuo il giovane seduto davanti a me… erroneamente convinto del fatto che presto glielo avrei restituito.

*

Non potei evitare che una lacrima sgorgasse dai miei occhi color del cielo.
Ricordai quanto disgusto avevo avvertito, accusando Severus Piton di aver venduto Lily e James a Voldemort.
Non fu nulla in confronto al disgusto che provai allora verso me stesso.
Cercai di frenare i miei pensieri, circoscrivendoli, racchiudendoli in piccole fiale.
Tentai di rinnegarli con osservazioni che osai definire razionali, ma davanti al fuoco della verità, le obiezioni non sono che mantici.
Più lottavo per poterla mascherare, più la verità, lampante ed innegabile, mi trafiggeva la mente.
Strinsi nelle mie mani lo stelo del fiore rosso che Lily, il giglio bianco, mi aveva mandato con i suoi ringraziamenti sinceri e lasciai che le spine mi trafiggessero il palmo.
Godetti nel vedere il sangue che fuoriuscire dalle piccole ferite, ma neanche il dolore poté scacciare via il pensiero che il mio cuore continuava ad istigare… Forse, se avessero avuto quel Mantello, la Morte non sarebbe stata capace di trovarli.

*

Fanne buon uso.
Fanne buon uso, a differenza mia.
Avrei potuto aggiungerlo, ma non ne ebbi il coraggio.
Mi bastava nutrire la certezza di aver imparato la lezione.

*

Ora, colpito da una maledizione mortale per aver indossato un anello, comprendo che la lezione non l’avevo affatto imparata.
Almeno, questa volta sarò responsabile solo della mia morte.

{“E la mia anima, Silente?”}

Forse, non solo della mia.


***********


Non so se siano o meno necessarie note, ma ‘Fanne buon uso’ è l’invito che Silente fa ad Harry quando al suo primo Natale a Hogwarts gli invia il Mantello del padre, mentre la frase dentro la parentesi graffa è di Severus Piton, da cui Silente ottiene il favore di essere ucciso. Il ‘Dono più prezioso’ sarebbe la Pietra.
Grazie a tutti per la lettura!

   
 
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