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Autore: Malitia    19/08/2010    1 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del tag b se non in casi particolari, come per segnalare vittore (primo posto) in concorsi.
Rinoa81, assistente amministratrice.

La vita di Marguerite cambia quando, indotta dalla sorella, accetta all'età di 15 anni di diventare la moglie di un uomo maturo e senza scrupoli. Trasformata in una creatura rancorosa e furente, si trasferisce a Parigi tre anni dopo aver contratto il suo sfortunato matrimonio, e qui incontra per la prima volta l'amore. Ma potrà sfuggire dalle grinfie del marito?
Dall'ultimo capitolo:
Marguerite socchiuse gli occhi, confidando che il buio non rivelasse quell’attimo di debolezza. - Dei, santi, angeli, Madonne, papati…cosa ci danno? Ore di preghiere, false speranza, fiducie mal riposte. Bianco e nero, male e bene, inferno e paradiso, dov’è la giustizia? Un dio che permette le guerre, che chiude gli occhi davanti ad omicidi, truci dazioni, sangue, stupri! Un diavolo tentatore che diffonde i male, che si bea del dolore, che agisce impunito. L’unico modo per sopravvivere è cedere all’odio, corrompersi e dimenticare la coscienza, ma al prezzo della propria anima. Chi, in questo mondo, si mantiene ancora puro? Chi merita il paradiso? Bambine vendute a ricchi mercenari senza scrupoli, società ipocrite, sporche e sanguinarie! Bugia, non v’è altro che bugia in questo e quell’altro mondo, niente in cui credere, niente per cui valga la pena lottare. Il lercio contamina il puro, la notte eclissa il sole. Nè bene, né male, una sola unica creatura. Né inferno, né paradiso, soltanto questa terra meschina, e null’altra certezza se non quella della morte-. Marguerite continuò a tendere gli occhi chiusi, il battito incessante del proprio cuore che le assordava i timpani. Sentì che Lemaire si stava avvicinando e li riaprì controvoglia. Era a pochi centimetri da lei, evidentemente scosso. La sua fredda impassibilità si era sgretolata. - Niente per cui valga la pena di lottare, Madame? E l’amore?-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fede.

Adrien la osservò scomparire senza avere il coraggio di respirare. Si lasciò cadere lungo la colonna del portico e nascose il viso tra le mani.
Non poteva crede di averlo fatto.
Non si capacitava d’aver baciato Marguerite Rimbaud e non era disposto ad affermare che ella lo aveva ricambiato, nonostante fosse palese.
Rimase a lungo immobile, sentendo il tempo frusciargli indifferente nelle orecchie, fin quando non sobbalzò al tocco di una mano leggera.
- Come stai, fratello caro?-.
Celine lo guardava preoccupata, con la bocca fissata in un’insolita seria espressione.
Adrien non si era accorto d’avere il viso bagnato di lacrime. Prese la mano della sorella e la baciò delicatamente.
- Credo d’avere il cuore a pezzi, Celine -.
La ragazza si sedette accanto a lui, incurante del delicato vestito bianco e del pericolo che potesse sporcarsi. Adrien aveva gli occhi stravolti ed enormi, l’aria tesa e i capelli stranamente scombinati.
- Ebbene, Adrien? Cosa successe?- gli chiese apprensivamente.
- Dov’è lei?-.
- E’ andata via con il marito qualche minuto fa accusando un violento mal di testa. Non sembrava stravolta, né particolarmente frettolosa. Ma quella donna sa fingere molto bene e sono pronta a mettere la mano sul fuoco che non era un mal di testa ciò che l’ha fatta fuggire -.
Adrien la guardò e strinse le mani di lei tra le sue.
- L’ho baciata, Celine-. Alzò le spalle.- Ho baciato quella donna nonostante fosse sposata, e lei ha perfino risposto. Mi ha stretto a sé, ha passato la mano tra i miei capelli, è stata così sinceramente passionale che ho creduto per un istante che fosse solo mia-.
Celine era sconvolta dalla meraviglia e dalla gioia.
- Dunque ella ti ama?-.
Adrien rise, rise amaramente, e rivolse lo sguardo alla luna, la stessa luna a cui poco prima aveva giurato che avrebbe trovato un’altra donna.
- Non lo so Celine, non lo so proprio. Mi ha dato uno schiaffo e mi ha pregato di non importunarla più-.
Mademoiselle Lemaire era, se possibile ancora più esterrefatta.
- E tu? Cosa hai intenzione di fare?-.
- Nemmeno questo so, sorellina. L’unica certezza che ho è che amo quella donna e farò di tutto per averla-. Tornò a guardarla , un triste sorriso era disegnato sul suo volto.- Ma non ho ancora capito se tutto questo è giusto o sbagliato-.

Marguerite trascinò via dal ballo Hugo, sebbene fosse presto e non avessero ancora cenato, attribuendo ad un orribile mal di testa la causa di quella partenza improvvisa.
Rimbaud la seguì grugnendo, profondamente contrariato, ma era talmente stupido e intontito dal vino che non si era accorto del turbamento della moglie.
Nel frattempo Marguerite, salita sulla carrozza e messe a tacere le lamentele di Hugo, ebbe finalmente il tempo per pensare, per quanto le fosse penosa questa facoltà.
Il primo pensiero che le venne in mente fu rivolto al bacio di Adrien Lemaire sotto al portico, e la fece arrossire tanto che fu grata all’alcool per aver inebetito a quel modo l’intelletto del marito. Marguerite sentiva ancora la pressione delle labbra calde di Adrien sulle sue, e lo scoppio di emozioni che le aveva causato. Erano sensazioni nuove, sconosciute -dato che i baci di Hugo erano più che altro repellenti-, e si sentì come una ragazzina al suo primo bacio. Ne avrebbe conservato il ricordo per sempre, si sarebbe portata quella dolcezza nella tomba, ma Marguerite era abbastanza disincantata dal mondo da capire immediatamente che l’esistenza di Hugo rendeva quella di Lemaire irreale. Quell’uomo non esisteva –non poteva esistere- nella sua vita. Che lo volesse o meno, era legata indissolubilmente ad un altro uomo –per quanto ripugnante fosse- e l’unica soluzione era quella di liberarsi subito di Adrien, troncare le sue speranze distruggere il suo amore, rendersi odiosa affinché gli fosse più facile odiarla. Ciò le provocò quasi una crisi di pianto, al pensiero di non poter godere, come le altre persone, della felicità. E il peso di quello sciagurato matrimonio, di quell’infausta unione, le crollò addosso come un macigno, togliendole il respiro.
Per quanto fosse cambiata in quei tre anni Marguerite Rimbaud, per quanto male le avessero fatto il marito e la sorella, per quanta crudeltà si fosse insita nel suo animo, rimaneva sempre una ragazza le cui radici affondavano nell’onestà e nella santità dell’unione coniugale.
Mise così a tacere il suo cuore, una volta per tutte, e decise risolutamente di respingere le attenzioni che Monsieur Lemaire le porgeva tanto calorosamente.






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Angolo autrice:

@Giulia87: Grazie mille, spero mi perdonerete per il ritardo del capitolo ma volevo aspettare qualche commento in più ^^

@Miky: grazie mikyyyyyy *________* grazie per la tua costante presenza, per i complimenti, per gli incoraggiamenti… purtroppo hai toccato un tasto dolente, la carenza dei commenti è una cosa che mi abbatte non poco e mi porta a pensare che debba fare proprio schifo =_=

@SenzaFiato: Sono sempre felicissima di avere nuove lettrici, grazie anche a te *__*

@cussolettapink: ti preg invece, commenta, ora faccio un appello universale ç_ç


VI PREGO DI COMMENTARE, HO BISOGNO DI SUPPORTO MORALEEEE!!! ç____ç


(mi sembra un appello del tipo “fate la carità ad una povera autrice senza commenti, fate la carità, chiedo solo qualche parola, fate una buona azione”. Avete presente quella scena di Mary Poppins in cui lei scuote la palla di vetro e canta la storia della vecchietta davanti la cattedrale che vende il mangime per i piccioni e chiede l’elemosina? http://www.youtube.com/watch?v=s8xoycSYPdg Ecco, mi sento esattamente così XD

Tra l’altro io odio i piccioni .)



Volevo segnalarvi anche il mio nuovo blog, creato per le recensioni, i libri e le mie storie ^^ Spero che mi seguirete:

http://dustypagesinwonderland.blogspot.com/

  
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