Adrien la
osservò scomparire senza
avere il coraggio di respirare. Si lasciò cadere lungo la
colonna
del portico e nascose il viso tra le mani.
Non poteva crede di
averlo fatto.
Non si capacitava d’aver baciato Marguerite
Rimbaud e non era disposto ad affermare che ella lo aveva ricambiato,
nonostante fosse palese.
Rimase a lungo immobile, sentendo il
tempo frusciargli indifferente nelle orecchie, fin quando non
sobbalzò al tocco di una mano leggera.
- Come stai, fratello
caro?-.
Celine lo guardava preoccupata, con la bocca fissata in
un’insolita seria espressione.
Adrien non si era accorto
d’avere il viso bagnato di lacrime. Prese la mano della
sorella e
la baciò delicatamente.
- Credo d’avere il cuore a pezzi,
Celine -.
La ragazza si sedette accanto a lui, incurante del
delicato vestito bianco e del pericolo che potesse sporcarsi. Adrien
aveva gli occhi stravolti ed enormi, l’aria tesa e i capelli
stranamente scombinati.
- Ebbene, Adrien? Cosa successe?- gli
chiese apprensivamente.
- Dov’è lei?-.
- E’ andata via
con il marito qualche minuto fa accusando un violento mal di testa.
Non sembrava stravolta, né particolarmente frettolosa. Ma
quella
donna sa fingere molto bene e sono pronta a mettere la mano sul fuoco
che non era un mal di testa ciò che l’ha fatta
fuggire -.
Adrien
la guardò e strinse le mani di lei tra le sue.
- L’ho baciata,
Celine-. Alzò le spalle.- Ho baciato quella donna nonostante
fosse
sposata, e lei ha perfino risposto. Mi ha stretto a sé, ha
passato
la mano tra i miei capelli, è stata così
sinceramente passionale
che ho creduto per un istante che fosse solo mia-.
Celine era
sconvolta dalla meraviglia e dalla gioia.
- Dunque ella ti ama?-.
Adrien rise, rise amaramente, e rivolse lo sguardo alla luna, la
stessa luna a cui poco prima aveva giurato che avrebbe trovato
un’altra donna.
- Non lo so Celine, non lo so proprio. Mi ha
dato uno schiaffo e mi ha pregato di non importunarla più-.
Mademoiselle Lemaire era, se possibile ancora più
esterrefatta.
- E tu? Cosa hai intenzione di fare?-.
- Nemmeno questo so,
sorellina. L’unica certezza che ho è che amo
quella donna e farò
di tutto per averla-. Tornò a guardarla , un triste sorriso
era
disegnato sul suo volto.- Ma non ho ancora capito se tutto questo
è
giusto o sbagliato-.
Marguerite trascinò via dal ballo Hugo,
sebbene fosse presto e non avessero ancora cenato, attribuendo ad un
orribile mal di testa la causa di quella partenza improvvisa.
Rimbaud la seguì grugnendo, profondamente contrariato, ma
era
talmente stupido e intontito dal vino che non si era accorto del
turbamento della moglie.
Nel frattempo Marguerite, salita sulla
carrozza e messe a tacere le lamentele di Hugo, ebbe finalmente il
tempo per pensare, per quanto le fosse penosa questa
facoltà.
Il
primo pensiero che le venne in mente fu rivolto al bacio di Adrien
Lemaire sotto al portico, e la fece arrossire tanto che fu grata
all’alcool per aver inebetito a quel modo
l’intelletto del
marito. Marguerite sentiva ancora la pressione delle labbra calde di
Adrien sulle sue, e lo scoppio di emozioni che le aveva causato.
Erano sensazioni nuove, sconosciute -dato che i baci di Hugo erano
più che altro repellenti-, e si sentì come una
ragazzina al suo
primo bacio. Ne avrebbe conservato il ricordo per sempre, si sarebbe
portata quella dolcezza nella tomba, ma Marguerite era abbastanza
disincantata dal mondo da capire immediatamente che
l’esistenza di
Hugo rendeva quella di Lemaire irreale. Quell’uomo non
esisteva
–non poteva esistere- nella sua vita. Che
lo volesse o meno,
era legata indissolubilmente ad un altro uomo –per quanto
ripugnante fosse- e l’unica soluzione era quella di liberarsi
subito di Adrien, troncare le sue speranze distruggere il suo amore,
rendersi odiosa affinché gli fosse più facile
odiarla. Ciò le
provocò quasi una crisi di pianto, al pensiero di non poter
godere,
come le altre persone, della felicità. E il peso di quello
sciagurato matrimonio, di quell’infausta unione, le
crollò addosso
come un macigno, togliendole il respiro.
Per quanto fosse
cambiata in quei tre anni Marguerite Rimbaud, per quanto male le
avessero fatto il marito e la sorella, per quanta crudeltà
si fosse
insita nel suo animo, rimaneva sempre una ragazza le cui radici
affondavano nell’onestà e nella santità
dell’unione coniugale.
Mise così a tacere il suo cuore, una volta per tutte, e
decise
risolutamente di respingere le attenzioni che Monsieur Lemaire le
porgeva tanto calorosamente.
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Angolo autrice:
@Giulia87: Grazie mille, spero mi perdonerete per il ritardo del capitolo ma volevo aspettare qualche commento in più ^^
@Miky: grazie mikyyyyyy *________* grazie per la tua costante presenza, per i complimenti, per gli incoraggiamenti… purtroppo hai toccato un tasto dolente, la carenza dei commenti è una cosa che mi abbatte non poco e mi porta a pensare che debba fare proprio schifo =_=
@SenzaFiato: Sono sempre felicissima di avere nuove lettrici, grazie anche a te *__*
@cussolettapink: ti preg invece, commenta, ora faccio un appello universale ç_ç
VI PREGO DI COMMENTARE, HO BISOGNO DI SUPPORTO MORALEEEE!!! ç____ç
(mi sembra un appello del tipo “fate la carità ad una povera autrice senza commenti, fate la carità, chiedo solo qualche parola, fate una buona azione”. Avete presente quella scena di Mary Poppins in cui lei scuote la palla di vetro e canta la storia della vecchietta davanti la cattedrale che vende il mangime per i piccioni e chiede l’elemosina? http://www.youtube.com/watch?v=s8xoycSYPdg Ecco, mi sento esattamente così XD
Tra l’altro io odio i piccioni .)
Volevo segnalarvi anche il mio nuovo blog, creato per le recensioni, i libri e le mie storie ^^ Spero che mi seguirete: