Ciao a
tutti! ^^ Questa è la prima fanfic che posto su efp! Prima
che mi decidessi a postarla è passato un po’,
però alla fine eccola qua :3 Per questo altri capitoli sono
già pronti da inserire: può essere che i primi li
metta con un periodo più breve di distanza l’uno
dall’altro, nonostante abbia intenzione di mantenere la
fanfic mensile. Beh, devo dire che rileggendo le parti iniziali..
insomma, mi piace di gran lunga di più lo stile di scrittura
che acquisisco nei prossimi capitoli xD Quindi vi consiglio di leggere
almeno il secondo, prima di mollare x3 Tra gli avvertimenti si
può trovare “OOC”, infatti sebbene
cerchi di imitare il comportamento dei personaggi, ci saranno alcuni
aspetti che non rispecchieranno ciò che J. K. Rowling ha
inserito nei libri.. Per esempio si noterà che il gruppetto
protagonista (non mi riferisco ad Harry Ron ed Hermione) si comporta
totalmente diversamente tra di loro rispetto che con le altre case, o
altri studenti. Che altro dire? Buona lettura! :33 [EDIT: ho editato il
capitolo senza apportare modifiche a ciò che c'è
scritto, ma solo alla struttura visiva per facilitare la
lettura ]
Cacchio.
Cacchio ,cacchio, cacchio. CACCHIO.
Sono in ritardassimo. Come cazzarola ho potuto attardarmi
così tanto in giro per la scuola!?
Ecco cosa capita quando si pensa ai fatti propri.
Mi precipito oltre la porta, spalancandola con più forza di
quanto volessi e tutti mi fissano.
“Arrivare in orario, non è un optional signorina
Feine” Si gira la Mcgrannit ,che fino a poco prima era girata
verso la lavagna, e ora mi fissa severa.
Cerco di darmi un contegno, e non rispondere di andare a quel paese,
poi mi scuso, da brava Serpeverde “Mi scusi non
succederà più.” ma in tono un
po’ scocciato, non posso farci niente.
Sotto lo sguardo dei Tassorosso e dei miei compagni di casa mi siedo,
di fianco a Millicent, nella quarta fila.
La lezione riprende, anche se sento ogni tanto le occhiatine di Blaise
e Theo provenire dalla seconda fila.
Ah, lui non c’è.
La voce della cornacc.. ehm della professoressa mette a dura prova la
mia resistenza al sonno, ma bene o male l’ora finisce.
Scatto in piedi e cerco di catapultarmi fuori dalla porta prima che sia
troppo.. “Aspetta” ..tardi.
Qualcuno mi afferra per il braccio costringendomi a fermar la mia
corsa. Mi giro trovandomi a faccia a faccia con Blaise e i suoi occhi
accusatori..
“Cosa c’è?” mi mostro
irritata; mi fa pure male al braccio ma non glielo dico.
Nonostante questo deve capirlo dalla mia espressione, perché
mi lascia.
“Draco” spiega; Embè?
Alzo una sopracciglia “..beh? cos’ha
fatto?” ;
mi guarda scettico “Che è successo?”
chiede evidentemente sentendo di essere in potere di farlo;
farò finta di niente, molto meglio così.
“Che dovrebbe essere successo?” sono proprio una
bugiarda.
“Dimmelo tu.”
Ma anche no.
Ok, secondo i miei gusti questa conversazione è durata anche
troppo: “Basta. Che ti importa.. Non sono fatti
tuoi” e me ne vado, mentre lui rimane fermo
immobile a guardarmi andarmene … chi se ne fotte.
Vedo con la coda dell’occhio Theo affiancarlo.
Quindi non gli ha detto niente.
Meglio così, che figura del cazzo se si venisse a sapere che
ho abbracciato Draco mentre piangeva.. No non ci posso pensare.. ditemi
che non l’ho fatto davvero!
Non oso immaginare cosa direbbero i grifoni.
Oh merda. Cerco di fermarmi e tornare indietro in tempo, ma la cosa non
mi riesce, e Daphne riesce ad acciuffarmi.
“Ehilà” mi sorride;
già, lei oggi non era con noi, perché si
è presa un giorno di malattia per poter studiare bene per un
test di Divinazione..
Beh, se lo può permettere: non ha mai fatto assenze in
quest’anno.
“Daphne … non incominciare pure tu!” si
lo so che voleva sapere esattamente la stessa cosa di Blaise, anche se
lei riesce a capire che abbiamo “litigato” .. a
differenza dell’altro ; fa la faccia innocente “E
cosa dovrei dirti?!” ;
sbuffo: lei sa essere così.. così..
così!
“Aveva solo voglia di stare da solo … vai a vedere
come sta per favore … sono sicura che accetterà
di parlare solo con te” sèè ciao..
però questo vuol dire che gli ha parlato..?
Hm, spero non glielo abbia detto.
“Ah, io non credo” rispondo facendo una smorfia,
cercando di strigarmi la faccenda prima che diventi troppo pericolosa
per il mio orgoglio.
“Beh, se cambiassi idea “ fa l’occhiolino.
Santo Salazar! “ ..è al lago”
conclude.
Annuisco fingendomi poco interessata e così dicendo continua
per la sua direzione, che è opposta alla mia..
starà tornando in comune.
Mi sveltisco per raggiungere l’aula di difesa contro le arti
oscure: non voglio arrivare ancora in ritardo, tsk, è
seccante.
Fanculo.
Non si è presentato a nessuna lezione.
Proprio non c’è bisogno che faccia la vittima..
anche se è il tipico atteggiamento da Malfoy che assume in
questi casi.
Insomma.. io non gli ho fatto niente.
Anche se.. devo ammettere che è stato davvero, davvero
strano vederlo così.. una fitta mi colpisce il cuore.
Bah, sensi di colpa mancati: come ho detto, io non gli ho fatto proprio
niente.
Sospiro.
Mannaggia, mi toccherà controllare che combina.E ho pure mal
di testa, guarda te che sfiga.
Raggiungo la fine del corridoio illuminato dalle grandi finestre, e mi
avvio verso il cortile.
Boh, Daph ha detto che è al lago.. ma se non ci
sarà tanto meglio.
Hm no.Ok Rin, dillo che lo dici solo perché speri di
posticipare il tutto.
In una decina di minuti sono fuori: c’è parecchia
gente, perché il sole batte a picco e nemmeno una nuvola..
però il tutto è accompagnato da una pesante afa;
per questo molti si rifugiano sulla riva del lago, per godersi la
brezza proveniente da esso.
A passo spedito mi dirigo verso il lago, dove vedo la sagoma bionda
calciare il terreno con rabbia, con le mani nelle tasche dei jeans,
volontariamente isolatasi dalle altre persone sulla riva. Iniziamo bene.
A pochi metri da lui rallento il passo, come se avessi paura che si
accorga di me. Solo quando sono esattamente dietro di lui, a un paio di
metri, mi fermo e lascio cadere la borsa sul terreno ora semisabbioso
per fare notare la mia presenza.
“Che ci fai qui” il suo tono è
freddo; non si volta, continua a guardare le increspature del lago.. ma
non sono convinta che le stia “vedendo”sul serio.
“Non sei venuto a lezione” la mia voce pure
è seria, e lui sa perché.
Qualche ciuffo dei miei capelli mossi mi frusta la faccia, a causa del
venticello.
“Senti, ho solo bisogno di stare solo” e non so
perché mi danno fastidio, queste parole.
Ma non voglio parlare dei cazzi suoi, voglio solo sapere
perché si comporta così, con me, ora.
“Dimmi che ti ho fatto” non è un vivo
consiglio rispondermi, è un ordine, secco. E lui sa anche
questo.
“Lascia stare” cerca di liquidarmi.
Ah, lasciare stare.. e secondo lui non avevo mai considerato questa
ipotesi!? Ovvio, ma voglio capire, e non scappare, quindi non lo deve
fare nemmeno lui.
“No!” sbotto irritata, perché invece a
quanto pare lui si che sta scappando “No, non lo
faccio!” continuo; Mio dio che gli costa dirmi che minchia
gli ho fatto?!
Si gira incazzato, e per la prima volta in oggi, rivedo i suoi occhi, e
la loro visione.. così ghiacciati.. mi suggestiona.
“Stammi bene a sentire: non voglio parlarti, hai capito
cazzo!?” mi sbraita contro.
Oh. Beh fanculo allora, tieniti i tuoi problemi, fatti inghiottire da
loro, non mi interessa; io ci ho provato ad aiutarti.
Silenzio; ci fissiamo negli occhi, i suoi coperti da qualche ciuffo
biondo.
“Allora fallo con Blaise e Theo, sono preoccupati”
con tono gelido, quasi quanto le sue iridi, maschero il fastidio che mi
ha dato la risposta.. no, non fastidio.. quasi ferito, già.
Sotto ancora il suo sguardo, mentre stringe i pugni, mi chino a
riprendere la borsa.
Mi volto, per incamminarmi per la strada di ritorno; è ora
di pranzo, ma mi è passata la fame.
Mi blocco; non ho sentito ancora rumori quindi non
s’è mosso, teoricamente.
Sbuffo ironica piano, poi parlo: “sai … ti pensavo
diverso” sussurro.
Credo mi senta perché si gira dall’altra parte,
si, sento che si sposta di nuovo verso la riva, a causa del rumore di
passi che si allontana.
Lo sento scagliare una pietra in acqua, con un urlo soffocato; a
giudicare dal tonfo che essa provoca contro la superficie del lago,
direi proprio che il suo obiettivo non era lanciarla più
lontano possibile, ma solo usare tutta la sua forza per scaricarsi.
“Che
stai facendo?! Perché cazzo ti comporti così?! Si
può sapere??!” urlo; non ne posso più,
più!
E’ da una decina di giorni ormai che ci tratta tutti
così, come estranei.
E’ arrivato il momento delle spiegazioni Draco.
Siamo in camera sua, Blaise e Theo non torneranno: sono ancora a quella
festa idiota.
Mi guarda con una mano nei capelli, poi distoglie lo sguardo, fa
qualche passo, poi si rigira e mi riguarda; così per due o
tre volte, poi si degna di rispondermi:
“Perché io..io ho paura.. cazzo … HO
PAURA, va bene?!!” iniziano a scendergli le lacrime sulla
faccia, e cade in ginocchio davanti a me, sul pavimento, provocando un
tonfo sordo.. ha la testa bassa e non riesco a vedergli le
lacrime scendere dagli occhi, tuttavia queste formano piccole macchie
scure sulla moquette;
“Non ce la faccio più! Sono umano, sto male porco
Godric! Mi odio, odio la mia famiglia, odio questa situazione! E adesso
odio anche te perché mi hai visto così! Che
merda!” Urla di nuovo “Vaffanculo!!! A tutto e a
tutti!!!” singhiozza, anche se cerca di nasconderlo.
Non si è ancora alzato, e non mi guarda
. Rimane semplicemente fermo.
Ma che.. oddio, che gli è preso? Non è da lui,
non è da Draco, non è da Malfoy, e nemmeno da
serpe.
Ebbene, chi è questa persona che vedo ora, per la prima
volta?
Sento pizzicarmi gli occhi … e un gran bisogno di sentirlo
vicino, di rassicurarlo.
Tutto ciò è completamente irrazionale, lo so.
Ma lo stesso mi avvicino piano eliminando la distanza fra noi.. e lo
abbraccio, mentre iniziano a scendere le lacrime anche a me; io.. si
può sapere perché mi viene da piangere?
Sono una schiappa..!
La sua testa, essendo inginocchiato, arriva all’altezza del
mio stomaco, sotto il seno, e ci rimane appoggiata.
Sento le sue lacrime bagnarmi e lo stringo ancora di più a
me.. cioè, ancora un po’ e lo soffoco.. .
Lui mi afferra quasi disperatamente i fianchi, si aggrappa, stringendo
i pugni sulla mia maglia, e appoggiando, quasi spingendo, la testa
contro di me, per soffocare il pianto.
Adesso sta zitto.
Mi inginocchio anche io: gli prendo la testa, sempre senza che i nostri
sguardi si incrocino e la porto sulle mie ginocchia, mentre io sto con
la schiena contro il muro.
Ci addormentiamo così, col resto del suo corpo in posizione
fetale di fianco a me.
Beh.. ognuno ha un lato nascosto: questo è quello di Malfoy.
Nella mia mente si ripetono freneticamente le immagini del suo pianto,
fino a quando, esausta, i miei occhi si chiudono lasciando spazio al
buio.
Quando la mattina mi sveglio, lui è ancora lì,
come un bambino; fa quasi tenerezza.. mamma mia non pensavo
l’avrei mai detto. Lo copro con una coperta, dopo avergli
messo un cuscino sotto la testa, e me ne vado …
E da quando sono così apprensiva? Oh beh, questa era
un’eccezione.
“Ehi,
che dici, scendiamo?” Daphne interrompe il mio flashback.
E’ già ora di cena. Sono sul letto, forse mi sono
addormentata.
Mi giro verso di lei con la testa “uff, mi do una sistemata e
sono pronta”.
Mi alzo svogliatamente dal letto e mi dirigo in bagno quasi senza
alzare i piedi, ma strisciandoli piuttosto.
Quando arrivo davanti allo specchio e afferro la spazzola sulla piccola
mensola bianca, Daphne compare sullo stipite della porta.
“Ci hai parlato?” oh, no, ti prego.
“Si” rispondo non curante mentre passo le setole
della spazzola tra i capelli castani con i riflessi rosso scuro, mossi.
“..Ebbene?” si decide a richiedere; ok, proviamo a
toglierci il peso “Sai che c’è di nuovo?
Non vuole parlarmi”.
Fa una faccia perplessa, alzando una sopracciglia.
Si, perché lei non sa che è successo esattamente.
Ma è troppo lungo da raccontare..
“Quando ti deciderai a dirmi che è
successo?” , ecco appunto.
Appoggio sul mobiletto la spazzola e mi volto verso di lei: gli occhi
seri dallo sguardo intenso cercano di dissuadermi.. e ci riescono, come
il più delle volte.
Prendo il respiro “Non farne parola con Blaise e Theo
sennò ti crucio. Tantomeno non fartelo scappare davanti a
lui”.
Fa il gesto di chiudersi la bocca a chiave e sorride.
E’ bello avere un’amica come Daphne, sa mantenere i
segreti e ti ascolta, riuscendo a capire perfettamente come ti senti. A
volte anche fin troppo.
“In poche parole … in questi ultimi …
hm saranno tipo una dozzina di giorni, ci ha trattati come dei grifoni
quasi; ci diceva sempre su, era sempre scostante.. Te ne sei accorta
no?”
Annuisce seria, quindi continuo “Ieri sera,
all’ennesima volta che mi ha rotto il cazzo, l’ho
seguito fuori dalla stanza delle necessità, dove voi siete
rimasti invece, per tutta la durata della festa, arrivando alla comune,
e ha iniziato a sclerare urlando di tutto e di
più”.
Fa una faccia abbastanza sconvolta, ma niente in confronto a quella che
fa quando finisco il racconto.
“Pure io ho iniziato ad urlargli contro, e lui ha detto che
non era né uno stronzo né un bastardo, come
dicevo, invece, io. Indi ho chiesto perché si comportava
così allora e lui ha urlato che era perché aveva
paura, che odiava tutto e tutti, era in una situazione di merda
eccetera. Si è messo a piangere ed è caduto sulle
ginocchia. Poi …” Daphne era semplicemente
allibita.
Beh, la capisco, Draco non ha mai fatto così.
“..Poi?”
Sospiro “Poi l’ho abbracciato e mi sono messa a
piangere pure io. Siamo rimasti abbracciati per un po’ e poi
gli ho fatto appoggiare la testa sulle ginocchia e ci siamo
addormentati così. Quando mi sono svegliata lui dormiva
ancora, così l’ho coperto e me ne sono andata.
Fine della 734687361847° puntata di Beautiful, contenta?! Bene,
andiamo.”
E mi precipito verso la porta della camera per evitare di proseguire
sull’argomento.
La mia amica però anche se rimasta un po’
imbambolata , riesce ad afferrarmi prima che ci riesca:
“Che..c-co…c-cioè
…!!!!!” wow che faccia.
“Non ci posso credere … Se è
così spaventato dalla situazione di suo padre coi
mangiamorte e che forse lo verranno a prendere …
perché cazzo non ce lo dice?! Vuole fare la figura del
duro?! Tipico atteggiamento Malfoy!” sbuffa alzando gli occhi
al cielo;
“Esatto, precisamente per quello, ora, se vuoi
scusarmi..” faccio per scansarmi, ma mi blocca di nuovo.
Eccheppalle oh.
“E al lago che ha detto?”torna seria;
“Che vuole stare da solo e che non vuole parlarmi, era pure
incazzato!! Ma dico io … chi lo capisce è
bravo.”
Medita. Quella è la sua tipica faccia quando medita; con le
dita sotto il mento e lo sguardo perso sul pavimento.
“Vorrà capire come mai si è lasciato
andare così tanto, o come comportarsi ora, con te e con noi
altri. Ah e credo che si interroghi anche sul tuo
comportamento.”
Sul…?!
“Sul mio comportamento?!?!? Oddio no! La cosa più
sbagliata che possa fare! Non deve, no!” sono stata proprio
un’idiota ad abbracciarlo!
Minchia son cazzi amari ora.
Chissà cosa può partorire quella testa di cazzo
di Draco!
Arriverà sicuramente a una conclusione sbagliata
… sicuramente, a una conclusione
sbagliata.. povera me.
All’improvviso fa una faccia assai interrogativa e non mi
guarda negli occhi, tipo illuminazione degna di lampadina vicino alla
testa: “hm, ehi, tu …”pensa di nuovo.. e
la cosa non mi piace “tu cosa provi per lui?”alza
lo sguardo.
Tuffo al cuore.
“Non ci ho mai pensato.” Cerco l’ennesima
volta di sfuggire all’argomento sentimenti, e il
perché lo sa benissimo.
“Aspetta. Rispondi solo a questa domanda allora.”
Mi giro lentamente verso di lei, rassegnata, dopo aver tentato
un’ennesima fuga.
“Non è una domanda a cui devi rispondere a me, no,
ma a te stessa, quindi ascoltami bene. Devi capire cosa senti per
Draco, se senti ancora qualcosa per Blaise e se lui sente ancora
qualcosa per te. Mi hai capito bene?”.
Strizzo gli occhi per ricacciare il pensiero indietro.
Dio, lo sapevo che non mi avrebbe fatto bene ascoltarla.
Senza guardarla rispondo fredda “Con Blaise ormai non sono
più in diritto di provare niente. Lui ha scelto
un’altra, se ti ricordi.”
Non sembro neanche avere una personalità, vuota..
“Oddio ancora con quella storia?! Lui ti ha detto che non
è successo niente con la Vane!” sbotta sbuffando e
roteando gli occhi;
ora sta esagerando cazzo “Basta! Smettila!” ringhio;
“Solo perché quell’oca ha starnazzato in
giro che era stata con lui mentre stava con te, non è detto
che sia vero! Devi almeno ascoltarlo!”
Basta, basta “BASTA. Daphne stai zitta. Stai zitta o giuro
che.. che non riesco più a controllarmi! Come cazzo posso
credergli?! Mi ha deluso. Mi ha distrutta e umiliata. Lui per me
è come se fosse morto, uno sconosciuto.”
Apre la bocca per ribattere ma non glielo permetterò.
Esco velocissima dal dormitorio femminile, scendo le scale, e nella
sala comune … intravedo Blaise, Draco e Theo che mi
guardano,un po’ sorpresi, tranne il biondo, che non si
capisce niente di quello che pensa, al solito.
Al trio lancio un’occhiata piena di rabbia ed esco
dando un calcio al quadro “Vaffanculo”,e che poi mi
urla contro “Ehi tu, come ti permetti!?”
Ma questo poco importa.
Non
faccio in tempo a muovere un passo che subito è arrivata
anche Daphne, che praticamente urlando dice
“Aspetta!” riferito a Rin ovviamente.
Poi si accorge che tutti gli studenti in stanza la fissano, e allora
tutta incazzata strepita “Fatevi i cazzi vostri
voi!”.
Tutti, imbarazzatissimi, cercano di fare qualcos’altro che
non sia osservarla.
“Siamo di buon umore!” sarcastico, esordisco mentre
si avvicina a noi tre lentamente.
Mi fulmina con lo sguardo.
“Ehhh, credo proprio che abbiamo un problemino”
come al solito Theo sdrammatizza “Dai su sputa il rospo, che
è successo?” continua.
La bionda si ricompone “ Risparmiate il fiato.” E
con aria da finta altezzosa se ne va verso il ritratto della signora
raggrinzita, che ancora si sta mettendo a posto, e nemmeno si
è richiuso.
“Ci vediamo giù” è
l’ultima cosa che dice, suppongo ci vada per cercare di
calmare.. lei.
Noi tre ci guardiamo, sempre rimanendo in piedi.
Io sto cercando di capire la causa di sta cosa.
Theo lo stesso, data la sua espressione sospettosa che passa da me a
Draco, che invece, no, fa finta di niente.
“Tana per Draco” ghigno.
Quello fa una faccia come se stesse pensando “
’Cazzo dici?!” arrabbiata e colpevole allo stesso
tempo, ovvero è incazzato perché l’ho
scoperto.
Eheh, lo sapevo.
Mentre distoglie lo sguardo, Theo me ne lancia uno eloquente.
Gli afferra la spalla sinistra dicendo “Bene bene bene, dicci
tutto, che hai combinato stavolta?” fa un sorrisetto
divertito;
“Ma lasciatemi stare” l’altro cerca di
scrollarselo di dosso, infastidito, quando io gli afferro
l’altra spalla.
“No carino, adesso ci dici tuuuuuuuuutto per bene”
ghigno anche io;
“Su su, racconta ai tuoi amichetti belli belli che
è successo”di nuovo Theo.
Silenzio.
“Minchia sembrate due grifoni in astinenza di
coccole”; io e Theo scoppiamo a ridere fragorosamente, e gli
lasciamo le spalle.
Eh, è vero purtroppo, ma tanto lo stavamo solo a pigliare
per il culo, come al solito facciamo tra di noi.
“Sul serio però, non può continuare
così, per quanto tempo non vuoi venire a
lezione?!” Nott è tornato serio e torna alla
carica.
Ha ragione da vendere: è da un tot che si comporta
così.. come se fosse lontano.
Riflette per un po’, e noi lo lasciamo fare.
“Se ne avrò voglia stasera, dopo mangiato,
adios” e si dirige a passo sciolto verso il dipinto, uscendo
e sentendosi starnazzare dietro dal quadro: “Ehi Draco,
dì alla tua amichetta che non la faccio entrare se mi tira
un’altra volta un calcio! Capito?!” e lui lo sbatte
chiudendolo alle sue spalle, senza degnarlo di uno sguardo.
Vorrei proprio sapere che è preso a Rin.. lei e Daph non
litigano proprio mai, e quando dico “mai”
è mai; non è successo nemmeno una volta in questi
sette anni.
Alzo le spalle. “Quando fa così vuol dire che poi
si scuce. Aspettiamo e amen. E poi ho una fame da lupi” il
suo stomaco brontola dopo che ho pronunciato la frase;
“idem” ghigna, anche lui alzando le spalle.
E ci dirigiamo verso l’uscita.
Una volta fuori dalla sala comune affianchiamo Draco.
Le solite ragazze e ragazzine.. sorrido e si sciolgono. Mostrando il
mio migliore ghigno, quelle si attaccano l’una
all’altra per sostenersi. Eh eh eh eh.
Chiudo la porta dietro di noi. “Che nervi, iniziano a rompermi i coglioni con il loro atteggiamento” si accende una sigaretta.
L’ha
detto stamattina. Strano, fino il giorno prima amava essere venerato in
questo modo. Si, sto parlando di Draco.
“Dai
lasciamo stare, scusami, non ne parlerò più, va
bene?” … no, non va bene.
Non può pensare che mi passi così.
Però le ho rotto le balle per chissà quanto per
quella storia.
E poi la cosa è stata sentita da tutto il gruppo: io e
Blaise litigavamo solo.. litighiamo solo.
Oppure raramente si passa all’indifferenza.. ma poi sfocia
sempre in un altro litigio.
“Però cazzo … me lo devi promettere,
che non tirerai più fuori sta cosa senza che te lo dica io.
Sennò veramente vado fuori di me.”
Ci guardiamo serie “Come oggi. Ok afferrato il
concetto.” Chiude gli occhi e si siede di fianco a me.
Dopo poco fanno il loro ingresso i magnifici tre. Beh, per
così dire.
E tutti gli occhi delle ragazze in sala si girano verso di loro, come
fossero calamite.
Arrivano vicino me e Daphne. Blaise si siede di fronte a lei, che lo sa
che è meglio se stiamo lontani.
Draco si sta per sedere invece di fronte a Millicent, che è
di fianco a Daph, quando Theo si precipita e si siede esattamente
lì dove si voleva mettere lui “Oh, è
rimasto solo un posto” dice quello alludendo a quello di
fronte a me.
Nott non capisce. proprio. un’emerita. ceppa.
Blaise guarda la scena come se stesse per succedere un cataclisma, e
Draco fulmina con lo sguardo colui che gli ha fottuto il posto: sembra
che stia per urlargli contro, e non batte le palpebre, con le
sopracciglia aggrottate.
Siamo tutti fermi col fiato sospeso, poi il biondino rilassa i muscoli
e scioglie i pugni che prima aveva stretto, lungo i suoi fianchi;
evitandomi di guardare si mette davanti a me.
Daphne e gli altri si scambiano occhiatine tra di loro, e anche verso
noi due.
Me ne sbatto, chissene fotte.
Iniziamo a mangiare il primo, piatto tipicamente del mondo magico, ma
non mi ispira particolarmente.
Malfoy sta ravanando nel piatto senza mangiare, spostando solo il cibo
all’interno del piatto.
Sbuffo e riabbasso la testa nel mio. Mah.
Gli altri stanno discutendo di un gruppo musicale, e sul fatto che
Harry Potter e compagnia bella siano idioti, alludendo al loro ultimo
battibecco.
Insomma non ci cagano, e forse è meglio.
“Che hai da sbuffare?” Alzo lo sguardo e vedo che
mi sta fissando, e come prima, non sbatte ciglio.
I suoi occhi hanno il colore del ghiaccio: mille sfaccettature,
impossibili da catturare con un’occhiata fugace.
Poi mi ricordo che non voleva manco parlarmi, quando io
l’avevo solo aiutato.
“Wow il principe delle serpi si degna di rivolgermi la
parola, mi sento onorata.” Arriccio il naso metaforicamente
parlando.
“Va a farti fottere” sibila.
Certo, e tu pure caro.
Torniamo a mangiare dopo un’altra occhiata irritata da parte
di entrambi.
La scenetta deve essere passata inosservata agli altri, infatti non
sento provenire nessun commento idiota dalle loro bocche. Meglio.
Si passa al secondo, e dopo qualche minuto riapre quella boccaccia.
“Quel Corvonero ti sta fissando da tutto il
tempo”… Eh?
Lui continua a mangiare senza guardarmi, mentre io mi sono fermata con
la forchetta in mano.
Mi giro verso il loro tavolo e lo vedo subito: totalmente girato, al
contrario dei suoi amichetti vicino ai quali è seduto, che
invece lo sono solo con la testa, e gli stanno parlando con un
sorrisetto stampato in faccia.
Appena mi sono girata verso di lui, fa quello che dovrebbe essere un
sorriso smagliante e si alza per venire verso di me.
Io mi rigiro. Ma che cazzo vuole sto qui?! Che si fotta, voglio essere
lasciata in pace.
Dopo poco vedo gli occhi indifferenti di Malfoy, che nel frattempo ha
finito la portata, alzarsi per guardare qualcosa alle mie spalle, come
a dirmi “Arriva”; assume una posa abbastanza
stravaccata e menefreghista, guardando compiaciuto la mia espressione
irritata.
Poi Blaise si gira verso il nuovo arrivato e fa un finto colpo di tosse
per istigarmi a girarmi; Theo e Daphne pure si mettono a guardare
l’individuo dietro di me.
Bene, poteva attirare meno l’attenzione eh.
Ok, facciamo questa cosa.
Mi giro verso di lui, rimanendo seduta.
“Ciao bella.” … Ma siamo matti?!
“Ciao bella”?! Ma crede di parlare con una
puttanella?! Ma guarda questo!
Ecco, quando uno mi si rivolge così, non ha importanza il
suo aspetto, io lo elimino e basta.
… Muovo leggermente il capo per ricambiare il saluto, ma
facendo capire che ha usato un approccio sbagliato.
Malfoy fa un sorrisetto.
No, è un ghigno, sempre più divertito dal mio
comportamento.
In ogni caso sta sempre guardando da un’altra parte,
cioè, fa finta: in realtà sta evidentemente
tenendo d’occhio la conversazione.
Gli altri invece mi fissano spudoratamente; però hanno delle
facce neutre, il che vuol dire che anche loro sono d’accordo
con me.
Il tipo lancia una brevissima occhiata a Draco per capire che cazzo ci
sia di divertente: probabilmente non ha capito una mazza.
“Sono Dawson Richenford, corvonero” ecchecazzo, ma
mi crede idiota?! Ha la divisa da Corvonero santo cielo!
Alzo istintivamente un sopracciglio mentre addento la cannuccia del mio
succo di zucca, per cercare di trattenere il nervoso.
Dopo poco stacco la bocca dalla cannuccia, mezza mordicchiata
perché non capisco perché non parla
più; e mi accorgo subito del motivo: si è messo a
fissarmi le gambe lasciate scoperte dalla gonna della divisa,
accorciata da tutte le ragazze dal secondo anno in su con un
incantesimo.
Oh questa è bella: Draco sembra un po’ scocciato..
ma probabilmente solo perché è impaziente di
vedere la mia reazione.
Ma si diverte così tanto!?
Blaise poi, ha assunto un’espressione incazzata, e
c’è Theo che cercando di non farsi vedere, lo sta
tendendo stretto per un braccio.
Daphne invece ripone le sue speranze nella mia risposta, ma non come
Draco, lei spera che riesca a mandarlo via. E fa bene.
“E quindi? Non sono una puttanella, quindi vai a guardare le
gambe di qualcuna di quelle. E addio.”
Mi rigiro verso il bicchiere e riprendo a mordicchiare la cannuccia
incurante della sua reazione, qualsiasi essa sia.
Rispunta il ghigno di Draco, e stavolta è davvero sadico.
Mentre Blaise non si rilassa; mi fa strano vederlo così,
tipo geloso come quando stavo con lui.
Il tipo rimane stordito.
Forse era convinto che la sua “bellezza immane” gli
avrebbe assicurato la vittoria. E per che premio poi? Io? Ma per
piacere.
“Scusa, hai frainteso che tipo di persona sono”
sembra serio; e qui il biondino di fronte a me quasi scoppia a ridere,
il che mi strappa un sorriso complice che gli rivolgo, totalmente
d’accordo sul fatto che ha sparato una cazzata colossale;
alza un sopracciglio guardandomi a mo’ di sfida e ghignando,
del genere “vediamo come te la cavi”.
Vuoi vedere come me la cavo? D’accordo, non ci metto niente.
“No io non credo” gli rispondo, e accavallo le
gambe, per cercare di dargli un’altra prova.
Il suo sguardo, come volevasi dimostrare, torna a guardarle
inevitabilmente, prima di tornare a guardare me, e lo sforzo nel farlo
è evidente.
I muscoli del collo di Draco si irrigidiscono ma non smette di
ghignare: oh mamma che ha sto qui?! Una crisi di qualcosa?!
Dato che gli occhi del tipo tornano sulle mie gambe per la terza volta,
mi alzo in piedi di scatto per fronteggiarlo “Ascoltami bene.
Ho capito benissimo che tipo sei. A te interessano quelle che aprono le
gambe facilmente. Beh ti do una notizia: io non sono tra quelle.
Addio.”
E me ne vado verso l’uscita della sala, lasciandolo
lì impalato; dato che nemmeno lo voglio, il dolce, posso
andarmene.
Sento Draco scoppiare a ridere, seguito subito da Daphne e Theo, ma non
l’altro elemento, chiamato anche Blaise Zabini.
Vabbè quello è andato per la tangente.
Sono stanca morta: me ne vado a dormire.
Salgo velocemente le scale semideserte per poi ridiscendere verso i
sotterranei abbastanza bui a quest’ora.
Arrivo davanti al quadro e.. “Ah. No. tu adesso rimani
fuo..” il quadro non fa in tempo a finire la frase
né a chiudersi dopo il passaggio di un paio di studenti, che
mi sono riuscita a intrufolare dentro, anche se ho dovuto un
po’ sgusciare. Fuck yeah.
Una volta arrivata nella stanza vuota mia, di Pansy e Daph, mi tolgo la
divisa e mi infilo dei pantaloncini short verde scuro, che mi coprono a
malapena tutto il sedere.
Un regalo di Pansy ovviamente.. mah, adesso sono la prima cosa che ho
trovato in giro, e mi metto questa.
Mi infilo anche una canottiera bianca attillata, e sto per togliermi
anche il reggi quando mi accorgo che la mia bacchetta è
sparita.
Ma cazzo!!! Mi è sicuramente caduta mentre sono entrata nel
quadro.
Merda.
Torno sulle scale e sbircio che non ci sia nessuno, così mi
azzardo a uscire dal quadro, vedendo poi la mia bacchetta nello spiazzo
poco fuori l’entrata appunto.
Mi chino a raccoglierla. Ok, e ora torno di corsa dentro.
Mi giro e mi trovo davanti al naso il quadro chiuso, con la anziana
vecchietta che ridacchia.
Oh perfetto.
“Senti brutta megera, fammi entrare! Se dico la parola
d’ordine tu sei obbligata a farmi entrare!” fanculo
stronzona.
Hanno messo questo quadro per entrata alla comune solo da un anno e
già mi sta sulle scatole.
“Ohohoh questo lo dici tu.” Gongola soddisfatta.
Ma sto cazzo.
All’improvviso vengo sorpresa da un rumore di passi, che si
bloccano alla curva che arriva allo spiazzo davanti al quadro e mi giro
di scatto vedendo una delle poche persone che proprio non avrei voluto
incontrare vestita, sempre che si possa dire, così.
Mi chiamo Erinn Feine*, e sono la strega più sfigata di
Hogwarts.
“Ok
quello è davvero un idiota, ma come si fa?! Ahah, sto
morendo dal ridere! Patetico! Ahah” Theo si sta spanciando, e
pure io; mentre Daphne ha smesso da poco, e sta cercando di ricomporsi.
Sto davvero ridendo come un cretino, qui è meglio che mi
fermi prima che qualcuno mi paragoni a quegli imbecilli nullafacenti
dei tassorosso.
Do un’altra occhiata a quel Dawson, che è tornato
tutto scornato al suo tavolo…
Prima che se ne andasse sono sicuro di aver sentito qualcosa del tipo
“Vedremo se non lo farai.”
Bah, mi sta sul cazzo.
Ed è comunque ovvio che non mollerà la pezza
facilmente. Ma in fondo che mi importa?
“Oh Blaise! We amico mi senti?” Theo cerca di
attirarne l’attenzione.
“Certo, mica sto rincoglionito come quello!” il
tono infastidito;
“Ah bene ti sei ripreso dalla crisi.” Finisce di
sfotterlo Nott.
Daphne lo osserva pensierosa; e poi sputa il suo pensiero in faccia a
Blaise.
“Dovresti parlarle.”
Cala il silenzio.
… Mi sono perso qualcosa? O è sempre la solita
solfa?
“No.” Ed ecco che torna serio come un Cedric appena
morto.
Basta, di ‘sta storia ne ho fin sopra le orecchie.
Mi alzo rumorosamente attirando la loro attenzione. “Andiamo
a farci una canna.”
“Voi andate, io non vengo.”
Ci metto un po’ per connettere.
Blaise. Non. vuole. farsi. una. canna.
… “Ok. ORA BASTA. Blaise rimani a
deprimerti tutto il tempo che vuoi. Quando ti è passata
vieni da me e Theo.” E me ne vado, aggirando il tavolo.
Nott non sa che fare. D’altronde, che cazzo mi è
preso?!
Mi sta facendo aspettare troppo comunque. Mi stoppo.
“Va bene, sapete che vi dico? Me la faccio da
solo.” E ritorno a camminare a passo spedito verso i
dormitori.
L’occorrente dovrebbe essere nel cassetto di Theo.
Affretto il passo. Dio, si sono rammolliti.
Rimbomba il rumore delle mie scarpe sul pavimento, dato che non
c’è nessuno.
Bene, meno probabilità di essere sgamato.
Passo davanti a un’aula, dove c’è una
coppietta che si sta per fare. Sembrerebbero del quarto anno.
Bah, non li conosco, non li posso sputtanare, peccato. Tiro dritto.
Scendo le scale per i sotterranei. Hm e così Blaise
è geloso. Mah.
Aveva detto che gli era passata, forse la reazione è solo
momentanea.
E poi io ho già i cazzi miei a cui pensare.
Già. Ho detto tutto a Rin. E non solo. Ho fatto la figura
del povero idiota.
Spero non l’abbia raccontato in giro. Sono proprio un pezzo
di merda … hm, non credevo lo avrei mai detto.
Eccomi in fondo al corridoio, giro l’angolo e …
Rimango impalata.
Lui mi fissa. Il suo sguardo percorre tutte le mie gambe, a passare per
il sedere, il busto, il seno, il collo, fino a che non arriva
agli occhi.
Ghigna.
“Fanculo.” Gli dico secca con la mia solita finezza
da perfetta serpe.
“Ma guarda guarda, hai cambiato idea su Dawson e stavi
andando a fargli una visitina per caso?” ghigna ancora di
più, avvicinandosi lentamente sfoderando il suo passo
< figo mode on >.
Ma va.
“Tanto non sarebbero cazzi tuoi. E poi direi che a prima
vista è più dotato di te.”
Ecco, e non rompere più.
Ricambio lo sguardo di sfida che mi ha rivolto prima a tavola.
Ghigna, di nuovo. “Vuoi vedere? Poi vediamo se lo credi
ancora.”
E’ arrivato a un paio di passi da me e si è
fermato.
“Ti piacerebbe che dicessi di si, così magari non
ci sarebbe più bisogno che mi passi ai raggi x come stai
facendo ora.” Ghigno anche io.
Fregato.
Si avvicina ancora di più e mi arriva vicinissimo.
“Sentiamo un po’, com’è che te
ne stai impalata davanti al quadro vestita così? Hai detto
che non sei una che apre le gambe facilmente, devo
ricredermi?” dice piano, utilizzando un tono sexy, che fa
rabbrividire.
Dio mio quanto è sadico … e quanto sono belli i
suoi occhi.
Oh ma sono fumata?! Che vado a pensare?!
“No, ho qualche problemino col quadro per il calcio che gli
ho dato prima.” Alzo gli occhi al cielo, mentre la sua
espressione diventa divertita.
“Io invece devo pensare che mi hai seguita?” alzo
una sopracciglia; ora scoppia a ridere, e si allontana un
po’, diciamo quanto basta perché la sua faccia sia
a più di dieci centimetri dalla mia, come prima.
“Questa è bella!”
Evviva se non faccio almeno una figura di merda al giorno non sono
contenta.
“No, non ti ho seguito perché non me ne fotte
niente di dove vai né di chi ti fai, stavo semplicemente
venendo a prendere in camera la roba per fare una canna.”
“Ah, e non offri nemmeno?! Ingrato.” Scuoto la
testa cercando di spostare l’attenzione su quello e non sulla
mia figuretta.
Ridacchia piano, e poi pronuncia la parola d’ordine. Il
quadro si apre e la vecchia mi guarda inferocita.
Draco passa nel pertugio, e io lo seguo, facendo una linguaccia muta al
ritratto della signora rompicojones.
Sto per ritornarmene nel dormitorio, quando parla; o meglio, dice una
sola parola: “Vieni.”
La cosa potrebbe essere fraintesa, ma mi fido del suo tono di voce
neutro al momento, e quindi lo seguo su per le scale dei dormitori
maschili.
Arriviamo alla loro camera.
“Aspetta qui” apre la porta ed entra; mi appoggio
allo stipite.
Sta rumando nel cassetto di Theo.
“Ma dove cazzo lo ha messo?!”; passa al cassetto di
Blaise , e poi, lasciandolo aperto, torna a quello di Theo. Poi si
arrende.
Tira un calcio al comodino in legno scuro dopo averlo fissato per un
po’: “Vaffanculo!”
“Fa lo stesso, credo che andrò a fumarmi una
sigaretta sulla torre di astronomia.”
Rimane in silenzio davanti al comodino mezzo sfasciato, ma niente che
un
“… vuoi venire?” fa cenno affermativo e
sconsolato con la testa sempre dandomi le spalle.
“Vado a vestirmi, aspettami nella comune.” E
così dicendo scendo le scale, attraverso la comune e salgo
quelle dei dormitori femminili.
Una volta in camera mi tolgo la canottiera e mi infilo la camicia
bianca mezzemaniche della divisa con la cravatta verde-argento.
Quanti ricordi quella stanza.
Chissà se su quel letto, il letto di
Blaise, c’è davvero stata la Vane …
Mi sfilo gli short e mi metto la gonna della divisa di nuovo.
E poi è lì che è successa quella cosa
con Draco, ieri ...
Mi metto le mie converse nere. Forse stasera riesco a parlargli.
Si, credo che lo farò.
Afferro il mio pacchetto di sigarette dal comodino di Daphne e scendo
le scale: lui è lì seduto, stravaccato con le
braccia distese sui cuscini sul quale ci si appoggia con la schiena,
sul divano di pelle nera.
Wow messo così ispira pure sesso.
Non è vero che è un brutto ragazzo, anzi,
è un gran figo, ma per me è un .. mah
… boh.. uno del gruppo.. amico? Si.
E comunque ha bisogno, anche se non lo vuole ammettere.
Alza lo sguardo su di me, mi fissa, e io fisso lui.
Dopo tre minuti buoni mi decido a sbloccare la situazione.
“Su, alza il tuo culo regale e muoviti.”
Lui mooooolto lentamente e svogliatamente si alza e si accosta al
quadro, mentre lo raggiungo; il suo comportamento mi scoccia un
po’,
“Nessuno ti obbliga a venire, se ti rompi il cazzo non
farlo.” Metto le cose ben in chiaro, ed esco dal quadro.
Inizio a camminare verso la meta, ma non sento i suoi passi; forse ci
ha ripensato, pensando che avrei colto l’occasione per
parlare di quella cosa.
Beh è proprio così, ma tanto non serve a niente
rimandare un discorso che comunque ci sarà, quindi spero per
lui che ci sia.
Se non viene è solo un codardo.
Oh, eccomi alle scale per la torre.
Sto per salire il primo gradino quando un suono di passi affrettato
proveniente dal corridoio che mi ha portato fin qua rompe il silenzio.
Mi giro immaginando già chi è
l’artefice del rumore.
Draco cammina velocemente verso di me, espressione neutra, come la mia.
Si, avevo ragione.
Si ferma dietro di me e gli lancio uno sguardo pieno di sottintesi, che
ricambia. Ma nessuno dei due cambia espressione né dice
nulla.
Ok, te lo concedo, non sei codardo.
Incomincio a salire le scale, anche se ho la netta sensazione che mi
stia fissando il sedere. Vabbè, Draco è Draco.
Arrivati in cima il buio della notte ci avvolge, ma nonostante questo
ci si riesce a vedere, così ci sediamo per terra, con la
schiena contro il muro, uno di fianco all’altra.
C’è un po’ di brezza, ma non fa freddo
assolutamente.
Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne tiro fuori una,
portandomela alle labbra. Lo sto per rimettere a posto quando lui lo
afferra e ne estrae a sua volta una.
Lo guardo trucemente, ma lui assume la tipica espressione da
menefreghista “Le ho finite.” Si scusa, e me lo
riporge.
Sia io che lui ce la accendiamo con un incantesimo che fa uscire una
fiamma dalle nostre bacchette, per poi iniziare a fumarla.
Dopo una decina di minuti.. chiede una cosa strana, che mi lascia un
attimo di stucco:
“Quand’è che hai iniziato a
fumare?” rompendo il silenzio, atono, guarda fisso davanti a
lui.
Butto fuori il fumo.
Non so perché ma sento il desiderio di confidarmi, non
voglio ma allo stesso tempo si, forse perché spero che
essendo simile a me mi capisca.
O forse mi sto solo illudendo.
Fatto sta che sento il bisogno almeno di provarci, e per quanto la cosa
mi innervosisca e disturbi la mia quiete interiore, che non
è degna di essere chiamata tale, voglio che LUI si confidi
con me. DEVO sapere perché sta male.
Forse sono solo rimasta sconvolta dallo stato in cui l’ho
visto … o forse no.
“La prima volta che ho fumato è stato dopo averlo
fatto la prima volta.” Aggrotto le sopracciglia al pensiero.
“Perché”.
Non ha nemmeno usato un tono interrogativo.
Rifletto se dirgli la risposta o meno, ma se voglio che lui parli devo
farlo anche io, e credo mi stia mettendo proprio alla prova.
“Io non volevo, non mi sentivo pronta” ridacchio
sarcastica, amara, al ricordo “Cazzo, avevo appena compiuto
quindici anni.. e lui un anno in più.” dico piano
persa nei miei pensieri.. è stato davvero orribile.
Lui è fermo immobile.
“Mi aveva praticamente costretta dicendomi che se non lo
avessi fatto mi avrebbe lasciata.. già, era
ubriaco.”
Quest’ultima cosa esce con un tono di rancore, misto al
sarcasmo amaro di prima;
“Mi sono fatta male sia fisicamente che mentalmente e il
giorno dopo ci siamo mollati comunque. Non ho pianto. Mai. Ho tenuto
tutto dentro, volevo si sigillasse per sempre quel tremendo ricordo. E
come un’idiota riprovavo e riprovavo, cercando disperatamente
di sentire qualcosa di diverso dal dolore. Ma ognuno cercava solo di
fare sesso, non l’amore.”
Mi riporto la sigaretta alle labbra, con una mano divenuta un
po’ tremante.
Beh, spero sia soddisfatto ora; pensare a questo è stato
come scucire il ricordo, e sento ancora che un po’ la
cicatrice interiore che mi ha lasciato, fa male.
Mi osserva con la coda dell’occhio.
“E con Blaise?”No, non mi doveva fare questa
domanda.
Ma sono una serpeverde, devo resistere e arriverò al mio
scopo.
Gli dirò solo lo stretto indispensabile, ecco.
“Con lui era fare l’amore.” Rispondo
schietta, con un tono di voce talmente piatto da farmi sentire
inesistente, se non fosse per il dolore che mi pulsa nel petto, che
invece mi fa presente il contrario.
Probabilmente ha capito che sono arrivata al limite, perché
non insiste.
Passano altri 7-8 minuti, passati a contemplare il cielo stellato, ma
ognuno immerso nei propri pensieri.
“Anche io ho iniziato per lo stesso motivo: non volevo
sentire il dolore.”
Oh, finalmente si sta lasciando andare. Si fa attendere
l’amico.
“Il dolore che c’era nella mia famiglia. Mio padre
continuava a dirmi che dovevo diventare come lui.” Ha messo
la sua maschera di ghiaccio, per impedire che trapelino i suoi
sentimenti.
“Mia madre mi difendeva, e spesso litigavano. Capitava anche
che si picchiassero. Così ho iniziato sia a fumare, che a
fare sesso.” Si, ha detto apposta così, dato la
differenza che ho posto poco fa tra i due termini.
“Per dimenticarmi dei miei problemi. Ma ora non ho tredici
anni. Devo affrontare la realtà: mi verranno a
prendere.” Stiamo zitti di nuovo.
Lui ha fatto sesso a quattordici anni. Però.
Beh, io ci sono andata vicino.. ah il bastardo che mi ha rovinato.. se
lo rincontro non so che gli faccio.
“Hai mai fatto l’amore?” mi sorge
spontanea come domanda.
“No.”risponde secco.
Un’altra decina di minuti passati in silenzio.
E così finiamo le sigarette e le facciamo evanescere.
“L’hai raccontato a
qualcuno?” ecco, si passa al nocciolo della
faccenda.
“Daphne lo sa.” Ammetto.
Gli si irrigidiscono i muscoli del collo.
“Non dovevi.” Ha una voce fredda e tagliente.
“Lo so. Ma grazie al tuo comportamento
mi-astengo-dalle-lezioni-perché-si ci ha scoperto.”
Stringe i pugni fino a che le nocche non gli diventano bianche.
“Che ha detto?” chiede serio.
… “Dici sempre che non ti importa il giudizio
della gente. Devo ricredermi?” imito la domanda che mi ha
posto lui davanti al quadro della vecchiaccia.
Continuo a guardare le sagome di alcune nuvole che si distinguono
ancora del buio della sera, e lui fissa ancora davanti a sé.
Sembra una cazzata di domanda, insulsa.
Ma non lo è.
“No.”
Potrebbe dire che gli interessa quello dei suoi amici,di giudizio.
Ma non lo fa, è troppo orgoglioso, vuole far credere che
può cavarsela da solo, che può tutto, ma non
è così.
Silenzio.
“Ha detto che dovresti dirci le tue paure e i tuoi timori,
non puoi tenerti tutto dentro.” Glielo dico lo stesso,
sperando che recepisca il messaggio.
Se continua così, succederà come con me, che ho
dovuto buttare fuori tutto una volta arrivata al limite della
sopportazione.
E ci sono riuscita grazie a Daph.
“L’ho fatto fino ad adesso, posso continuare a
farlo. Non sono un grifone, i miei compagni non dipendono da me. Non
sono un tassorosso, non dipendo dai miei compagni; e non sono un
corvonero, perché non dico qualsiasi cosa mi passi per
mente, sbandierando in giro i cazzi miei.”
Si,si, belle parole, a effetto, ma i serpeverde sono i furbi, e i furbi
non si fanno fottere da soli.
“A Blaise e Theo però dicevi i cazzi tuoi, ora non
lo fai più. Cos’è cambiato? Se continui
a comportarti così, senza mai farti aiutare, crollerai..
come me.”
Sono seria ma lui ridacchia.. ah, no, sarcasticamente.
“Non voglio essere aiutato.” Dice piano ma sicuro
di sè;
“Dimenticavo che sei un Malfoy.”
Torna il silenzio … forse potrei accendermi
un’altra sigaretta … ma vengo interrotta prima di
compiere il gesto.
“Mi hai praticamente ignorato per sette anni, anche se
entrambi facevamo parte del gruppo, a parte scherzare e pigliare per il
culo il gruppo di Potter, non ci siamo mai parlati veramente.
Perché non l’hai fatto anche ieri
sera?”
Bella domanda, non ne ho idea.
Anzi si che ce l’ho: “Non sei molto diverso da me.
E quella sera mi sono vista riflessa, esattamente com’ero
prima che Daphne mi aiutasse.”
Già.. che mi aiutasse..
“Il tuo atteggiamento non è mai
cambiato.” Tipico tono da “non dire
stronzate”.
“Certo, io e te siamo bravi a indossare le nostre maschere.
Ma dentro sono cambiata, ho sanato gran parte delle mie
ferite.” Si volta verso di me, e io faccio lo stesso.
Ci fissiamo negli occhi cercando di leggerci.
“E’ solo quello il motivo per cui sei rimasta?
Perchè hai rivisto te stessa?”
Continuiamo a fissarci, non so quanto passi, poi rispondo
“No.” non so nemmeno io perché ho
risposto così.
Anzi si so anche questo.
“Ti considero un amico Draco. E per inciso io non ti ho mai
ignorato, sei stato tu a farlo.”
Mi alzo decisa ad andarmene, ma quando sto per scomparire dietro la
porta con la scalinata mi chiama, con una voce bassissima
“Rin”.
Mi giro per constatare se ha davvero parlato. Mi sta fissando, serio.
Apre la bocca per dire qualcosa, poi ci ripensa.
Mette in mostra uno dei suoi ghigni più perfetti
“Sai, in effetti l’abbraccio devo dire che non
è stato male” , con aria da strafottente e lo
sguardo dannatamente sexy.
“Vai a farti fottere” e mentre mi chiudo la porta
alle spalle sento un ultimo “Volentieri!”
sarcastico.
Fa sempre così, ogni volta che è in
difficoltà salta fuori con le sue battute idiote e da
maniaco.
Ma se non lo facesse non sarebbe Draco.
Sorrido.
Apro
la porta della stanza, e al suo interno ci sono Blaise e Theo, seduti
ciascuno sul proprio letto, uno di fronte all’altro.
Entrambi girano la testa verso di me mentre entro.
Chiudo la porta e mi avvicino al mio, di letto.
Mi sfilo la cravatta, voltato dalla parte opposta alla loro, per
evitare i loro sguardi.
Di seguito il maglione della divisa, rimanendo in camicia.
“E’ l’una. Dove sei stato?”,
questo è Theo, e a quanto pare non pensa che avrei potuto
essere stato via per una scopata.
Do un’occhiata di sfuggita all’orologio.
Già, è l’una, sono stato
un’altra mezz’ora sulla torre.
Senza girarmi, e continuando a mettere a posto il maglione che mi sono
tolto rispondo.
Cioè, dico qualcosa, ma non centra un cazzo con quello che
mi ha chiesto, e la cosa è voluta.
“Mi rivolgete ancora la parola?”.
Mi sono comportato da vero coglione con loro.
Specie con Blaise, e non se lo meritano affatto.
Dio, sono un bugiardo.. anzi no: io ho detto che non voglio
essere aiutato; ma loro l’hanno fatto, anche se senza che
volessi, ed è così che li ringrazio?
Mi mando a fottermi da solo.. anzi ci ha già pensato Erinn.
Li vedo scambiarsi uno sguardo prudente.
Poi mi risponde Blaise “E’ vero amico ti sei
comportato uno schifo”
...
“… ma non sei stato l’unico. Io pure vi
ho rotto troppo il cazzo, e me ne rendo conto. Sono stato davvero
intrattabile per mesi e mesi. Scusate.”
Non appena termina la frase, un’altra viene pronunciata:
“No aspettate.”
Mi giro verso Theo, con la faccia pensierosa.
“Siamo arrivati a questo punto perché siamo stati
zitti. Blaise per paura di romperci ancora e ad un certo punto ha
deciso di stare zitto e non dirci più nulla chiudendosi in
se stesso. Tu Draco idem, è ovvio che
c’è qualcosa che non va, e non ce lo vuoi dire.
Questo ci sta solo allontanando. E non deve succedere. Quindi, sputate
il rospo. Ora. Blaise, dicci.”
La sua espressione è mutata, posseduta da una sorta di
determinazione che non ho mai visto.
“Ma …” tenta Blaise in imbarazzo;
“No, subito.”
Non sa che dire, certamente avrebbe voluto prima prepararsi: sta
fissando un punto imprecisato del suo letto.
“Su non siamo bambocce che parlano della prima cotta,
ecchecazzo, tira fuori le palle!”
.. Sia io che Blaise fissiamo Theo che è salito in piedi sul
letto , puntando un indice verso il soffitto, seguito dal suo sguardo..
per poi scoppiare a ridere.
Si beh, almeno ci provo.
“ … uff, e va bene. Beh voi lo sapete, Rin ha
creduto alla Vane, quando ha sparato quella cazzata.”
Theo annuisce, tornando seduto, e prendendosi il mento tra il pollice e
l’indice, mentre io continuo a fissarlo da in piedi.
“Il punto è … insomma, ci
siamo..cioè, lei mi ha lasciato per
questa puttanata. Se non fosse stato per quell’idiota di
merda adesso staremmo ancora insieme probabilmente.”
Si lascia cadere all’indietro steso a pancia in su sul letto,
forse ripensando ai momenti passati con lei.
“… Pensavo mi fosse passata, ma oggi, quando quel
Dawson comesichiama la guardava in quel modo … io non ci ho
visto più. Sono geloso. Questo è il punto, la
verità. Se l’avessi veramente scordata non lo
sarei.”
Quasi mi strozzo con la saliva. Ah bene, magnifico!
Ora si che sono nella merda.
“E che intendi fare?” continua imperterrito Nott.
“Ah ovviamente nulla. Devo reprimermi, perché se
avesse voluto, avrebbe avuto già mille occasioni per
chiarire. Evidentemente non vuole saperne proprio. La cosa che
però mi rompe i coglioni più di tutto,
è che l’ho persa come amica.”
... “Sono davvero inutile.” Finisce il discorso;
“Na, si può risolvere almeno
quest’ultima parte. Vedremo come sistemare, ci inventeremo
qualcosa. … Tu invece Dra..”
No, Nott ora deve tacere. All’istante. Ora.
E non lo farà mai, quindi provvedo io.
“Merda!” Mi guardano straniti “Cazzo! Non
ho più la bacchetta!” recito perfettamente,
utilizzando un tono da rompimento di palle, e tastando la cintura sulla
quale essa si sarebbe dovuta trovare, e in effetti
c’è, ma la nascondo dietro la mia schiena.
“Mi sarà cascata prima … santo Salazar
che sfiga! Corro a riprenderla prima che qualcuno me la
fotta.”
E così dicendo mi precipito fuori dalla stanza, fino
giù nella comune, poi, dato che sono pure prefetto, esco dal
quadro.
Rimango fermo un po’ nello spiazzo buio e deserto.
Penso. E non mi fa bene. Porca puttana.
E ora come cazzo faccio a dire a Blaise quello che è
successo?!
Se stava per saltare addosso a quell’idiota là
nella sala grande che l’ha solo guardata, cosa
farà con me che sto combinando sto macello?!
Io.. fanculo, l’ho abbracciata, come un disperato.
Dico, io, Draco Malfoy ho
abbracciato una ragazza, mentre piangevo. Cristo
santo, ho distrutto la mia fama di perfetto stronzo duramente
conquistata in questi anni, in meno di trenta minuti!
Mi passo una mano sul volto e poi tra i capelli.
...
Richiudo la bocca.
Non so davvero che mi sia saltato in mente, stavo per dire una
stronzata colossale.
Sfodero il ghigno più perfetto che mi possa riuscire
“Sai, in effetti l’abbraccio devo dire che non
è stato male” già, mi si era
letteralmente gettata addosso, e ha un fisico davvero niente male.
“Vai a farti fottere” si gira a darmi
un’ultima visione del suo, niente male pure lui,
fondoschiena, prima di sparire dietro la porta.
Ridacchio divertito tornando a guardare davanti a me
“volentieri” ghigno di nuovo certo che mi abbia
sentito.
La porta si chiude con un tonfo sordo.
… Però cazzo, Blaise non può pensare
che nessuno la noti e la guardi.
Tu pure lo fai eh
Draco?
Sta zitta voce interiore di merda.
Insomma, lei è.. hm se dicessi che non ci andrei a letto
direi una cazzata bella e buona, ecco.
“Nessuno
ti obbliga a venire, se ti rompi il cazzo non farlo.” Ed esce
dal quadro.
Rimango immobile.
Non si stava riferendo al fatto di fumare. Proprio come temevo.
Mi siedo di nuovo sul divano di pelle nera premendomi le tempie con le
mani per pensare meglio.
Se ci vado dovrò dare spiegazioni, questo è
ovvio.
Ma non senza che pure lei risponda alle mie domande.
No, ho il diritto di sapere perché si è
comportata così. E voglio saperlo.
Ho passato tutto il tempo al lago a pensarci.
E quale modo migliore per soddisfare la mia curiosità se non
farmelo dire direttamente da lei? Ho deciso ci vado.
E poi, cazzo, mica posso farmi zittire da una ragazza! È
sempre una serpeverde.. ma insomma, non posso!
Scatto in piedi, esco dal ritratto e mi dirigo a passo spedito verso la
torre di astronomia.
Ah, merda, vero, ho finito le sigarette. Poco male, gliene
fotterò una.
Eccola, la vedo, sta per iniziare a salire le scale. Indosso la mia
maschera, metaforicamente parlando.
Mi stoppo dietro di lei, che mi guarda, la testa rivolta verso di me,
lo sguardo indifferente. Lo so che mi stavi aspettando, non
c’è bisogno di fingere.
… Quegli occhi verdi … Sento il suo
respiro freddo inondarmi la faccia un’ultima volta e si
rigira.
Un leggero brivido mi percorre la schiena. Inizia a salire la scalinata
a chiocciola, e pure io
… Eh no però, cazzo, vuole che la stupri?! Mi
sculetta davanti indossando la gonna della divisa mentre sono in
astinenza, porco Godric.
Sbuffo.
Mi lascio cadere sul pavimento, appoggiandomi con la schiena a una
delle numerose colonne dei sotterranei.
Cosa cacchio mi è saltato in mente …
Mi ero giurato che non le avrei più detto niente a riguardo,
che non l’avrei più nemmeno degnata di uno
sguardo, per far si che ciò non succedesse.
E invece guardami, ho ceduto subito.
Ah, sono solo un povero sfigato senza nessuno che lo possa capire.
Ehi no, aspetta un momento, a me non interessa essere capito.
Che idee mi mette in testa quella!?
Appoggio i gomiti sulle ginocchia e mi sostengo la testa con le mani,
le dita infilate tra i capelli.
Chiudo gli occhi e li stringo fino a farmi male.
“Draco, che stai combinando?”. I miei pensieri si
interrompono.
Alzo la testa verso Nott.
Lo guardo negli occhi, serio. “Sei un idiota lo
sai?” mi si rompe la voce, ma non so perché.
Mi guarda strano, alzando una sopracciglia. Poi si siede di fianco a
me. Si accende una sigaretta.
“Vuoi?” allunga con una mano il pacchetto aperto;
capita raramente che offra.
“Già fumato prima.” Stranamente non ho
voglia di un secondo giro di nicotina.
Le rimette a posto.
“Allora,” inizia dopo un minuto di pausa
“vuoi dirmi che succede una volta per tutte?” butta
fuori il fumo.
“Blaise …” non vorrei che mi sputtanasse
mentre sto raccontando tutto.. ed è già
abbastanza umiliante renderlo noto a Nott.
“E’ andato a dormire, ha detto che al massimo
riprendevamo il discorso domani. Non si è insospettito. Io
si. Eccome.”
… “Insomma, con la tua geniale idea di fargli dire
tutto, mi hai messo nella merda fino al collo.” butto la
testa all’indietro, e la freno poco prima di dare una
craniata contro la colonna.
Di colpo si mette a tossire freneticamente, dopo aver quasi ingoiato la
sigaretta.
Gli lancio un’occhiata di traverso aspettando che smetta.
Quando si gira verso di me è totalmente bianco con gli occhi
spalancati, la voce roca e strozzata “No-non dirmi che ci sei
andato a letto!?” urla.
Che?! È l’unica cosa che è riuscito a
pensare?!
“Cosa?! E abbassa la voce, che ci sgamano … hm
però un pensierino ce lo potrei fare …”
mi fissa serio, un po’ incredulo “… se
non si comportasse … così. Mi fa venire i nervi.
Riesce a farmi dire tutto quello che non voglio, e che vuole lei, ma
lasciandomi convinto tutto il tempo che sia quello che voglio
io.”
… Ok, la cosa l’ho detta in modo un po’
confusionato.. ma fanculo, è così!
“Ehm.. scusami mi sono perso. Non capisco, che stai
blaterando?”aggrotta la fronte.
“Aspetta, sto iniziando a parlare come Potter … porca
troia. Ok ora va meglio.” Respiro. E incomincio.
“…”
“…”
“……..” è in
silenzio da un po’ troppo ormai.
“…Nott?”
“…………….”
Ah, perfetto.
“we Theo”
“…………………….”
“Fanculo, dì qualcosa, non startene lì
impalato come Potter dopo che ha visto la prima tipa nuda”
faccio una smorfia.
Finalmente eccolo che riacquista il dono della parola:
“… ti- ti ha abbracciato?” sgrana ancora
di più gli occhi, se possibile.
“Si. Cioè, se non fosse che stavo piangendo come
un bamboccio di due anni,” altra smorfia “credo che
me la sarei fatta sul serio … E non fare quella faccia, lo
avresti fatto anche tu.”
Riflette per qualche secondo “hm, si, forse. Ma …
e poi … le hai davvero detto quelle cose su nella torre?!
Ma … come ti è saltato in
mente?!”
Eh, grazie al cazzo.
“Mah, lasciamo stare … ora, grazie al tuo geniale
piano … come cazzo faccio a dirlo a Blaise, me lo
spieghi?!” sembra avere realizzato solo ora, questo piccolo
particolare, che si era dimenticato con il racconto.
“Porca troia, ma non potevo starmene zitto?!”
sbotta; sbuffo.
Si è fermato a riflettere.
“Ok, senti, domani, tra trasfigurazione e storia della magia
glielo dici.”..hm è proprio necessario vero?
“…” annuisco.
* Il
nome si pronuncia: èrin (e aperta) Fein
Mi
scuso se l’inizio pare un po’ in confusione, ma si
capirà comunque meglio il rapporto tra i membri del
gruppetto Serpeverde più avanti x3 Ho cercato di rendere i
pensieri più vicini a quelli delle serpi possibili, e
infatti si vede che non sono molto fini xD (Ad ogni modo ci tengo a
dire che la fanfic non sarà tutto il
tempo stile commedia amorosa, ma un misto tra
avventura e sentimenti, come nella descrizione della storia; e
ovviamente NON sarà volgare o contro le
regole). Beh, spero di essere riuscita a rendere
l’idea del caratterino della protagonista 8D
Ringrazio tutti quelli che leggeranno la ff! Ovviamente le
recensioni fanno sempre piacere, anche se fossero critiche :D Quindi se
avete qualche minuto di tempo,e vi va, fatemi sapere che ne pensate,
che mi farebbe molto piacere! ;D
Un bacione,
Kally
;3