Ginny scansò dal suo viso l’ennesimo tocco di neve che gli era caduto sulla
guancia. Era dicembre e faceva molto freddo. Molti allievi se ne stavano dentro
al castello davanti al camino o a fare i compiti nella loro sala comune. Molti
altri, invece, stavano fuori… il tempo era freddo ma comunque in cielo splendeva
un tiepido sole pomeridiano. Se ne stava sotto un albero a pensare, non sapeva a
cosa, ma pensava: la sua mente era rilassata. D’un tratto gli passò davanti
Harry: era vicino a Ron, probabilmente si recavano da Hagrid. Fece una pallina
di neve distrattamente e la tirò poco più avanti. Aveva finito i compiti…
mancava ancora molto alla cena… aveva almeno due ore libere. Molti pensieri le
affollavano la mente. Quanto era bella Hogwarts, che bello essere streghe, che
bello Malfoy… un momento, con Malfoy era finita da parecchio tempo. Non poteva
pensare ancora che era bello. Ma lo era. D’un tratto quella giornata così
perfetta diventò cupa e triste, come molte giornate di dicembre.
Quel mattino si svegliò molto presto. La sera prima era andata a dormire
talmente presto che alle sette e mezza del mattino successivo non fu un problema
alzarsi. La sala grande era poco affollata. Si sentiva molto giù. Ripensò al
motivo per il quale era così triste. Chiuse un attimo gli occhi: si ricordò del
giorno prima. Era diventata triste dopo aver pensato a Malfoy. Ma perché? Perché
una persona per la quale non provava nulla, la rendeva triste. Lei l’aveva
lasciato. Ne era certa non lo amava più.
La porta della sala grande si aprì per l’ennesima volta, come di consueto, ogni
mattina. Inizialmente non riconobbe chi aveva varcato la soglia. Poi mise a
fuoco. Erano Malfoy Tiger e Goyle. Erano accompagnati da una ragazza, con la
quale Malfoy si lanciava occhiatine molto innamorate. Sentiva una strana
sensazione nel ventre. Era gelosia. Ne era sicura, pur senza capire il motivo di
quella alquanto strana sensazione. Si alzò senza nemmeno finire il suo toast e
si recò nel suo dormitorio per prendere i libri. Mentre saliva le scale si
imbatté in una miriade di innamoratini che camminavano mano nella mano. Si sentì
scoppiare. Corse nel suo dormitorio cercando di levarsi dalla mente tutti quei
pensieri che per l’ennesima volta le avrebbero guastato il natale ad Hogwarts.
Nell’ aula di incantesimi c’era molta tensione. Vitious avrebbe interrogato
alcune persone sulla lezione precedente. “Ginny Weasley”. La piccola e minuta
vocina di Vitious interruppe i suoi pensieri. “cosa, che?” chiese Ginny, ancora
non del tutto mentalmente presente. “signorina weasley, si da il caso che lei è
interrogata. Avanti , mi esegua lo schiantesimo” Ginny tornò completamente nell’
aula di incantesimi: “mi scusi professore, non sono preparata.” “signorina
Weasley” ribbattè in tono polemico il professore, “credo che se lei non comincia
a prendere ripetizioni, l’anno lo finirà molto male” “scusi professore” e si
sedette. Una lacrima le rigò il viso. Non era per la brutta figura con il
professore. Era perché credeva che la sua vita non avesse un senso, che fosse
solo la monotonia di studia e dormi, studia e dormi. Prese dal suo zaino una
merendina marinara di Fred e George. Era la prima volta che le usava. Aveva un
colore verdognolo. Si augurò che tutto funzionasse per il meglio e soprattutto
che la merendina non era quella che procurava…. Un boato echeggio per tutta la
classe seguito da urla di disgusto e conati di vomito. Aveva preso la merendina
che avrebbe meno desiderato. Aveva appena vomitato. Davanti a tutti. “signorina
Weasley, vada in bagno a finire la sua scarica di vomito e poi si rechi
immediatamente in infermeria.” Ginny non se lo fece ripetere due volte. Si
catapultò fuori dall’ aula e guardò l’altro pezzo della merendina marinara. Era
conveniente mangiarlo? Tirò fuori l’orario del giorno dopo: pozioni, pozioni,
incantesimi, incantesimi, erbologia, storia della magia, storia della magia. Era
meglio vomitare tutto il giorno. Si recò in infermeria, percossa ogni tanto da
conati di vomito. In infermeria trovò madama chips intenta a curare un ragazzo.
Non fece in tempo a vedere chi fosse che un'altra vomitata seguì le due
precedenti. Madama chips si alzò e corse verso Ginny: “oh, signorina Weasley!
Venga, si metta sul letto, tra poco sarò da lei” madama chips fece per tornare
dal primo paziente, ma si girò e le porse una ciotolina: “ecco, nel caso dovesse
arrivare un altro conato, vomiti qui dentro, non vorrei che mi sporcasse
l’infermeria.” Si mise in uno dei letti più in fondo. Si abbandonò completamente
sul cuscino. Madama chips si avvicinò a lei. Probabilmente aveva finito con il
ragazzo: “che cos’ hai weasley” “non mi sento molto bene” ribatté Ginny. “credo
proprio che tu ti sia beccata una bella influenza. Mi dispiace ma per queste
cose siamo come i babbani. Non ci sono rimedi magici. Solo tanto riposo. A dopo
Weasley a dopo Malfoy” Malfoy???il ragazzo che stava curando prima era Malfoy? A
quella parola si alzò di scatto, come del resto fece anche Malfoy.
Dopo alcuni minuti passati a fissarsi, Malfoy decise di alzarsi e si sedette sul
letto di Ginny. Avvicinò una mano ai suoi capelli, quella non fasciata. L’altro
braccio era fasciato. Ginny schivò la sua carezza. Chiese molto fredda: “che
cosa hai fatto?” “cosa? Ah, si, piccolo incidente con il quidditch” riprovò a
farle una carezza: “NO!” rispose Ginny, questa volta alterata. “ma che ti
prende?” chiese malfoy, “un mese fa avresti fatto di tutto per ricevere una
carezza da me!”
“un mese fa non è ora!” gli urlò Ginny. Questa volta anche malfoy sembrò un po’
indispettito: “insomma si può sapere che ti prende?” “il fatto che te la fai con
quella puttanella del quarto anno non ti dice nulla?” “ah si, brian, è carina ma
non mi piace.” “no eh?! E quelle occhiatine innamorate durante la colazione me
le sono sognate?” Draco scoppiò a ridere e disse, con l’aria molto figa:” ma che
non lo sai che io delle donne non mi innamoro? Io ci scopo e basta” a quelle
parole Ginny gli lanciò uno schiaffo che difficilmente non gli avrebbe lasciato
un alone rosso. “santo celo, ma sei matta? Ma che ti prende. La febbre ti ha
dato al cervello?”esclamò Draco “voglio solo che tu mi lasci in pace e non
consideri le donne come oggetti per divertirsi una notte in cui ci si vuole
sentire grandi. E ora lasciami in pace. E non ho la febbre.!” E così facendo si
infilò sotto il letto. Tuttavia Draco non si mosse. Ginny aspetto qualche minuto
ma poi gli disse, sempre molto scontrosa: “allora, hai messo le radici qui?”
Draco rispose, questa volta più calmo: “perché mi hai lasciato?” a quella
domanda così inaspettata, Ginny chiese, solo per avere la conferma che aveva
udito bene: “eh?” Draco alzò il tono della voce: “ti ho chiesto perché mi hai
lasciato” Ginny distolse lo sguardo da lui e, a voce molto bassa disse: “ perché
mi ero stufata di stare con te” draco scattò in piedi e divenne rosso di rabbia:
”ah, allora poi sono io quello che tratta le donne come oggetti, il tuo amore è
sincero, invece. Tanto site tutti così voi grifondoro. Fate i buonini, ma poi si
vete come siete santi. Mi domando perché non ti metti con San Potter. Anche lui
è un santo. Starete perfetti insieme. Vaffanculo Weasley.” E tornò nel suo
letto. Ginny blaterò qualcosa di incompresibile, ma che stimolo la curiosità di
Draco che le disse:”cosa hai detto?” Ginny alzò leggermente il tono di voce, che
rimase comunque molto imbarazzato. “solo ora me ne rendo conto, Draco. Pensavo
che non ti amassi più ma mi sbagliavo. Io ti amo ancora, ma non mi sento
all’altezza di te. Insomma tu sei bello, sei ricco, sei popolare e poi vai bene
a scuola, insomma, sei il ragazzo di tutti i sogni. Io chi sono invece: sono una
ragazza che vive in una baracca brutta e roscia, sempre disattenta, vado male a
scuola, insomma siamo incompatibili!” Draco si era avvicinato sempre di più:
“pensi davvero che io sia il ragazzo perfetto? Forse si è vero ma non credere
che sia una cosa bella. Io non so mai se mi amano perché sono bello, popolare e
ricco. Nessuno mi accetta per come sono realmente dentro. Ma tu sei diversa, tu
mi ami per come sono veramente, cosa che le altre non fanno!” “non lo fanno
perché hai un brutto carattere, Draco. Fattelo dire, sei scontroso e pieno di
pregiudizi e..” Draco la interruppe. “.. e proprio per questo ti amo. Tu sei ciò
che manca in me, in me non c’è il lato del ragazzo genuino e semplice,
innamorato e non corrisposto, insomma tu completi quello che sono io e io
completo te. Tu hai tante qualità, come l’essere generosa, protettiva, dolce,
semplice, mentre ti manca la grinta e sei molto timida. Pensaci. I tuoi pregi
sono i miei difetti e i tuoi difetti sono i miei pregi. Noi siamo fatti l’uno
per l’altra.” Si guardarono negli occhi per qualche attimo, poi Draco propose:
“perché non scappiamo da qui? Perché non andiamo a baciarci sotto la neve?”
“Ginny, il cui viso era rigato dalle lacrime, fece un enorme sorriso, prese il
suo cappotto e cominciò a correre:”un attimo solo” disse. Tornò indietro. Aprì
la sua borsa dei libri e prese l’altro pezzo della sua merendina marinara. La
mangiò sorrise a Draco e disse: “oggì è il nostro giorno ‘magico’. Non voglio
che venga rovinato da una finta malattia. Si presero per mano e corsero fino
sotto lo’albero, per sentirsi finalmente, delle persone complete.