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Autore: Joey Melian    19/08/2010    2 recensioni
Prendete una canzone: Shattered dei Trading Yesterday.
Aggiungete un foglio bianco di Word.
Ora aggiungete un altro ingrediente, uno un pò strano: un ragazzo con due enormi occhi blu.
Mischiate il tutto con una ragazzina italiana che si ritrova su un aereo, alle cinque di mattina, diretta a Los Angeles senza aver capito bene perchè.
Avrete una strana storia, nata nell'ascoltare una canzone in uno dei noiosi giorni estivi. Spero vi piaccia!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Boyd, Dominic Monaghan, Elijah Wood, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love without, love gone wrong;

 lifeless words carry on.
But I know, all I know's that the end's beginning.

 

Blu.

Tanto, tantissimo blu.

Eppure Ginevra odiava tutto quel blu.

Specialmente quando gli occhi di qualcuno avevano quel maledetto colore. Se avesse potuto avrebbe fatto in modo che gli occhi blu sparissero dalla faccia della terra; loro e tutta la finta innocenza che mostravano.

Li odiava, Ginevra. Così come odiava che un semplice colore d’occhi potesse generare un simile dolore nel suo cuore. Le sembrò come se improvvisamente si fosse aperto uno squarcio in una diga e tutta l’acqua racchiusa stesse uscendo. Trattenne una risata amara, Ginevra, pensando che in una scena del Signore degli Anelli succedeva la medesima cosa.

Improvvisamente le sembrò che il pavimento si sarebbe potuto aprire per risucchiarla all’Inferno. Ripensandoci, le sarebbe quasi piaciuto. Tutto purché quel maledetto blu sparisse dalla sua vista.

Tutto.

“La signorina di Roma può venire con noi, se le va”, aveva detto. E aveva sorriso.

Ginevra lo aveva riconosciuto, ovviamente.

Quando aveva quindici anni ed era una bambina idiota che viveva nel suo mondo di fate e pony rosa andava dicendo in giro che quello che ora aveva davanti agli occhi era suo marito. Senza contare la camera tappezzata di suoi poster e le volte che si era vista, rivista e stravista Tempesta di Ghiaccio.

Lo venerava, ecco tutto.

E amava gli occhi blu che in quel preciso istante sentiva di odiare con tutta sé stessa.

Avrebbe voluto urlargli di smetterla di guardarla come un cucciolo, di chiudere quei maledetti, maledettissimi occhi e di andarsene a quel paese; gli avrebbe lanciato contro tutto ciò che si trovava intorno a lei, senza pensare se costasse molto o poco, se fosse suo o meno. Non lo voleva vedere.

Lui sorrise un po’ imbarazzato nel vedere diversi colori scambiarsi fra loro sul viso di quella strana ragazzina coi capelli rossi e quel sorriso la portò di nuovo indietro nel tempo. Voleva piangere, Ginevra. Piangere, urlare, strapparsi il cuore dal petto per impedirgli di farle così male.

Eppure rimaneva immobile, pallida come un lenzuolo appena uscito dalla lavanderia. Si guardarono per qualche momento, ma ovviamente Elijah Wood non aveva idea dei pensieri omicidi che passavano per la sua testa.

“Credo che Jack non si muoverà mai da qui a meno che non ti muova anche tu”, disse l’attore con un sorriso. “Quindi, sempre se ti va, potresti venire con noi a fare un giro per Los Angeles”.

Il sorriso si allargò.

Così come il baratro in cui Ginevra sembrava essere improvvisamente piombata.

“Non credo che sia il caso”, disse con voce stranamente nasale. Abbassò nuovamente gli occhi sullo zaino che si era scordata di star riempiendo. Cosa ci faceva lì? Perché il Principale non l’aveva lasciata in pace, chiusa nel suo dolore?

“Ti prego!”, esclamò Jack. Gli occhi gli brillavano come non mai e il suo sorriso sembrava coprirgli l’intera faccia. “Così puoi raccontarmi di Roma e di tutte le cose meravigliose che ci sono!”.

Sentì Elijah Wood ridere.

Non voleva sentirlo ridere.

Voleva nascondersi sotto il cuscino.

Alzò faticosamente lo sguardo, puntandolo imperterrita sulle labbra dell’attore. L’avrebbe creduta una pazza furiosa, ma almeno si sarebbe risparmiata un’altra ondata di dolore. “Ho tutta questa roba da lasciare in albergo”, disse semplicemente, indicando lo zaino.

Elijah Wood sorrise come un bambino. “Puoi lasciarla qui”, disse. I suoi occhi si erano spalancati talmente tanto che anche se Ginevra gli avesse fissato i piedi avrebbe sentito tutto quel blu inondarla.

Provò un desiderio incondizionato di strillare come una psicopatica, lanciandogli contro lo zaino che teneva in mano e fuggire più lontano che poteva. Ma, semplicemente, non ci riuscì. Come se non fosse più sé stessa, come se si osservasse da un’altra parte, come se ormai il suo cervello si fosse staccato definitivamente dal resto del corpo, udì la propria voce mormorare: “Okay”.

Psicopatica, sociopatica, depressa. E ora pure imbecille.

Straordinario.

 

Elijah Wood avrebbe desiderato veramente rimanersene seduto a bersi il suo lungo caffè, ma Johanne aveva dovuto scombinargli i piani.

Di nuovo.

“Parlaci tu, te ne prego”, aveva detto la donna lasciandosi cadere al suo fianco. Poi lo aveva guardato con uno sguardo alla sai-cosa-gli-fa-Billy-se-lo-acchiappa, che non ammetteva repliche; e in fondo era vero. Le fisse di Jack Boyd e i successivi bisticci con suo padre erano ormai famosi.

Probabilmente erano troppo uguali per poter andare d’accordo.

“E sia”, disse Elijah bevendo un’ultima sorsata di caffè che gli ustionò la lingua. Quel bambino ascoltava più lui e Dominic che suo padre e sua madre, esattamente come Billy prima di lui. E se fosse capitato a qualcun altro probabilmente la cosa lo avrebbe fatto ridere; ma ora lo infastidiva.

Era indomabile, quel maledetto angelo di bambino.

Così aprì la porta, lo sguardo immediatamente attirato da una chioma rossa che sembrava fare a pugni col resto della sala. In futuro non avrebbe mai capito perché aveva detto quelle parole. Probabilmente era solo il destino che giocava con lui, come se fosse una marionetta con cui si sarebbe potuto fare grasse risate. O forse perché il viso di quella strana ragazzina aveva cambiato colore dal rosso, al giallo, al verde, come un semaforo. Forse perché Jack ci teneva sinceramente.

No, non avrebbe mai saputo dirlo.

“La signorina di Roma può venire con noi, se le va”, disse.

E gli sembrò la cosa più giusta del mondo.

 

 

 

 

Capitolo flash questo D:

Spero vi piaccia! E’uscito proprio di getto xD

  
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