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Autore: darkrin    20/08/2010    3 recensioni
1.Un pomeriggio Bellatrix si era presentata alla sua porta, con un ghigno tagliente sulle labbra e una rosa nera tra le lunghe dita della mano.
(Sirius/Bellatrix Bellatrix/Rodolphus)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dogs day are over
     
     
L’aria, che s’infila nelle gole secche, adornate da pesanti bijoux di perle e da inamidati colletti di seta, ha lo stesso sapore dell’amianto.
Il sole, in quel giorno di fine estate, è coperto da una spessa coltre di nubi grigie che riversa un manto d’ombra sull’erba umida del prato.
Druella Black è in piedi davanti all’ampia soglia dell’antico maniero e osserva la folla di parenti e nobili Purosangue, giunti a portare omaggio a sua figlia – al suo sangue – per le future nozze. Druella non vede l’enorme cane nero, oltre il cancello in ferro battuto, sul ciglio della strada sterrata, sormontato dall’ombra verde degli alberi.
      
Quell’estate c’erano stati giorni afosi, giorni pesanti, Sirius Black li aveva patiti come non mai e gli era parso di avere addosso una pelliccia di cui non era in grado di liberarsi.
Un pomeriggio Bellatrix si era presentata alla sua porta, con un ghigno tagliente sulle labbra e una rosa nera tra le lunghe dita della mano.
«Questo è proprio un giorno da cani, cugino. Sono venuta a portarti i miei omaggi,» aveva affermato, facendosi largo tra il braccio di lui e il muro per entrare in casa.
Alla calura estiva si era aggiunta quella dei loro corpi nudi, del loro cercarsi e cacciarsi ed allontanarsi e stanarsi sempre nel luogo più ombroso della stanza; al peso dell’aria si era aggiunto quello del lenzuolo stropicciato e umido e dei capelli neri sulla pelle; al rumore del suo respiro lento si era sommato quello delle risate acute, del fiato spezzato, dei gemiti trangugiati frammisti a umori.
Quando se n’era andata, Bellatrix si era voltata a guardarlo, ritto sulla soglia con indosso solo un paio di pantaloni di foggia babbana, ed aveva piegato le labbra in un ghigno provocatorio.
«Ora ti tocca portarmi i tuoi, di omaggi.»
Sirius l’aveva guardata andarsene, smaterializzarsi nella notte fresca – finalmente era tornata l’ombra sulla città, aveva pensato Sirius, mentre indugiava a letto senza curarsi dell’ordinato rivestirsi della cugina e guardava pigramente la strada dalla finestra aperta, dove una tenda bianca veleggiava cullata dal vento che si era levato lento, sfiorando con il lembo lo stelo della rosa scura, abbandonata sul comodino di legno d’acero – nell’ultima luce del sole, che faceva brillare il nuovo diamante che, incastonato in una fascia d’oro, le adornava l’anulare sinistro.
Sarebbe stato un matrimonio ricco, aveva pensato flemmaticamente, e puro, aveva aggiunto poi con scherno, rientrando in casa e lasciandosi avvolgere dal ricordo del calore di quella giornata finita.
Non era più tempo per cani.
          
Bellatrix alza lo sguardo dallo champagne con cui un elfo le sta riempiendo un nuovo calice. Ed è un gesto distratto il suo, del tutto distaccato e casuale, soprattutto. Non cerca nessuno, lei. Non ha nessun motivo per farlo, non le manca nulla: è bella, giovane, ricca e intelligente, è una vera maga piena di talento e capacità ed è nata in una delle più antiche famiglie di tutta la Gran Bretagna (e del mondo, forse) e sta per sposare un uomo ricco e puro quanto lei e che l’adora e la venera come una dea. Per cui non ha bisogno di null’altro, lei, ma è giovane e casualmente alza l’elegante capo reclinato e lo vede, ne scorge la forma scura, ritta nell’ombra del bosco che costeggia il sentiero che porta al maniero dei Black. Le pare di vedere gli occhi scuri di lui brillare e le labbra piegarsi in una smorfia disgustata, nella penombra.
Bellatrix sorride e pensa che questo può bastarle come omaggio, che avvelenarlo con l’amianto di quel giorno di festa le può essere sufficiente.
Solleva una mano in un gesto vago. Potrebbe essere un saluto ad un amante distante o un tentativo di scacciare qualche mosca molesta.
      
      
       Fine
        
       
A Gaia, in un ritardo preannunciato (spero che Bradley sia stato una buona compagnia nell'attesa e che tu abbia apprezzato il viril pelo sotto l'ascella xD). Con tutto l'affetto possibile. Ora come sempre, ma con abbracci più stritolosi, visto il momento.
Note piccine picciò: 1. Dogs day: sono i giorni caldi/afosi, ma c'è anche un gioco di parole legato alla natura di Sirius e al suo legame con Bellatrix, così tanto per sfatare qualsiasi dubbio residuo.
2. Prima shot di una raccolta a tema/pairing/tutto vario che seguirà i titoli del CD Lungs di Florence + The Machine. <3
   
 
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