Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: LittleEmma    20/08/2010    3 recensioni
Non ho mai creduto che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favola per bambine, fino all'anno scorso... Una sedicenne di nome Sara è stata ingaggiata per girare un film come protagonista al fianco di Taylor Lautner. Il loro primo incontro avviene nella piccola palestra dove Sara si allena costantemente tutti i giorni nel ballo, la cosa che ama di più. Appena i loro occhi si incontrano scatta una scintilla che farà fiorire un amore sincero e appassionato tra i due. Riuscirà il loro amore a resistere alle sorprese che la vita ha in serbo per loro?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
13 - Il rientro
PoV: Taylor
Il resto della vacanza trascorse molto velocemente e, anche se la coreografa si era ripresa, lei e Sara avevano lavorato insieme  per la preparazione del musical settimanale. Avevano scelto di rappresentare il classico dei classici tra i musical: Grease. Ovviamente ci avevano obbligato a fare da protagonisti visto il successo della settimana precedente. Anche quella sera ci divertimmo un sacco a ballare e cantare sul palco e vidi che Sara non se la cavava affatto male con la recitazione, anzi, era molto più brava di tante ragazze con cui avevo lavorato. Come una settimana prima, il teatro esplose in urla e applausi al termine dello spettacolo. Nella parte finale, avevo visto tanti ragazzi osservare Sara con interesse vedendola con i pantaloni e la maglietta di pelle attillatissimi e scarpe con tacco vertiginoso. Avevo povato una grande fitta di gelosia e avrei voluto spaccargli il muso, tuttavia compresi. Come si faceva a non esserne attratti? Sinceramente ero rimasto anche io di stucco quando l'avevo vista entrare in scena, il suo fisico e le sue curve venivano messi in risalto da quell'abbigliamento come non mai. 
Il giorno prima della partenza avevo cominciato a preparare le valigie e intanto pensavo al momento in cui le avevo preparate per la prima volta. Pensavo a lei, a come ci saremmo trovati a lavorare insieme e come sarebbe stata caratterialmente e mi chiedevo se avesse talento oppure no. Ora avevo avuto le mie risposte. Era una ragazza talentuosissima, mite e tranquilla, avremmo lavorato benissimo insieme perchè l'ambiente sarebbe stato sereno e privo di timidezze inutili dato che insieme eravamo una coppia formidabile e già due volte avevamo avuto l'occasione di dimostrarlo.
Sorridevo mentre ripensavo al primo giorno, al rovinoso tuffo in piscina, alla lunga camminata sulla spiaggia, al pranzo insieme, e alle prime volte che avevo trattenuto a stento la voglia di baciarla. Al nostro primo bacio quella sera stessa e al bagno di mazzanotte. Alle sue lacrime e alla mia prima gelosia... Tutto di quella vacanza pareva un sogno, tutto. E invece avevo trovato la mia vita, ciò per cui avrei combattuto e sarei morto pur di proteggerla.
Entrò in camera mia bussando. Le andai incontro stringendola a me con le braccia attorno ai suoi fianchi. Abbassai il volto alla sua altezza e la baciai.
Mi sorrise felice e serena.
Diede uno sguardo verso la mia valigia e fece una strana espressione.
- Ordinata la tua valigia! - Disse ironicamente
La osservai meglio: avevo infilato dentro le cose alla rinfusa in modo mostruosamente disordinato. La roba era praticamente appallottolata e annodata.
- Hai ragione - Dissi
Fece uno sguardo perplesso e poi insieme scoppiammo a ridere.
- Ti do una mano, tanto io ho finito -
- Ok - Le dissi profondamente grato
- All' andata era nello stesso stato? - Mi chiese mentre già cominciava a riordinare
- No, perchè Harry mi aveva dato una mano -
- San't Harry Smith da Los Angeles !!! - Scherzò alzando gli occhi al cielo. Aveva ragione, era un santo Harry!
- Hai ragione da vendere - Le risposi dando voce ai miei pensieri.
Pochi secondi dopo sentimmo bussare e la testa argentata di Harry fece capolino dalla porta. Portava in mano due scatole identiche.
- Ho saputo che qualche giorno fa è stato il tuo compleanno Sara... - Disse appena si richiuse la porta alle spalle
- Sì - Rispose Sara arrossendo leggermente.
- Vi ho portato qualcosa di speciale, auguri - Disse porgendo a Sara una scatola grande quanto un banco di scuola.
- E a te, testa calda... grazie - Disse rivolgendosi a me consegnandomi lo stesso pacco.
- Harry, non avresti dovuto, infondo il compleanno è suo, non mio - Protestai
- No, comunque non avrebbe dovuto.  Taylor lo conosci da una vita, noi due ci siamo incontrati solo una volta-
- Smettetela di protestare e aprite - Disse sorridendo
- Grazie infinite Harry - Disse Sara
- Grazie Sant' Harry Smith da Los Angeles - Lo ringraziai io prendendolo in giro e guardando Sara che sorrideva con aria complice e colpevole
Harry si mise a ridere.
- Hai detto bene Taylor, hai detto bene - Disse con la sua voce profonda e stanca.
Aprimmo la scatola e scoprimmo che vi conteneva un album fotografico nero, rilegato con un bordino bianco. Le pagine di cartone erano separate da veli di papiro sottili che avrebbero protetto le fotografie. Sulla copertina vi era incassata una cornicetta nella quale era stata inserita una delle foto che Harry ci aveva scattato sul balcone della stanza di Sara pochi minuti prima che partissi per raggiungere i miei colleghi. Il bianco della spiaggia e il blu intenso del mare facevano da sfondo, e il balcone fiorito rendeva la foto ancora più bella e romantica. Lei era in braccio a me, teneva le sue braccia attorno al mio collo ed entrambi ridevamo felici.
Guardai verso l'album di sara e notai che nella sua cornice la foto era diversa: in quel momento ci stavamo guardando negli occhi, le sue mani nelle mie, sempre con lo stesso sfondo e nello stesso luogo . La foto ci ritraeva di profilo. Sfogliando  le pagine dell'album notai che vi erano due o tre foto di ogni momento trascorso insieme, probabilmente ci seguiva sempre rimanendo nascosto. Le uniche foto che mancavano erano quelle del primo bacio. Vi erano foto dei musical, del primo giorno in piscina, perfino di quella serata / discoteca. Mentre passavamo quella sera in mezzo agli animatori e in tanti altri momenti.
Il bello era che ogni foto era diversa, le mie e quelle di Sara erano state scattate negli stessi momenti, ma non erano mai identiche.
- Grazie Harry, è davvero il regalo più bello che mi potessi fare - Dissi
Poi il mio sguardo corse verso di lei. Non riusciva a parlare dalla commozione, l lacrime le rigavano il viso ma sul suo volto un ampio sorriso la illuminava. Rise e pianse nello stesso momento abbracciandomi con semplicità. Poi una volta che si fu calmata abbracciò Harry e gli diede un bacio sulla guancia, Harry divenne rosso per un istante. Mi venne in mente la mia famiglia. Già, la mia famiglia. Mia madre aveva detto che mi sarebbero venuti a trovare e invece di loro nemmeno l'ombra. Mi telefonavano raccontandomi di posti incantevoli e paesaggi meravigliosi però non stavano mai a sentire quello che io avevo da dire. Solo mia sorella sapeva che avevo trovato la ragazza e che con lei stavo bene. Solo mia sorella era interessata a me, era lei che si ricordava di chiamarmi di tanto in tanto.
Li odiavo, li odiavo entrambe: sia quell'oca di mia madre che quell'imbecille di mio padre.
Mia sorella Katie era l'unica cosa preziosa che avevo con Sara ed Harry.
Scacciai quei tristi pensieri dalla mente.
Anche quell'ultimo giorno di vacanza passò sereno e veloce.
Saremmo partiti in aereo e avremmo viaggiato insieme.
Mi venne in mente che durante tutta la vacanza non le avevo chiesto il numero di cellulare, così me lo feci dare e lo accompagnai ad una sua fotografia, lo stesso fece lei.
Appena l'aereo decollò comiciammo a parlare di cosa avremmo fatto a casa.
- Dove abiti tu? - le chiesi. Appena seppi l'indirizzo rimasi stupito.
- E' a un centinaio di metri da casa mia - Le dissi felicissimo. Anche lei era su di giri. Abitavamo nello stesso paese, a nemmeno cento metri di ditanza l'uno dall'altro, avremmo lavorato insieme e avevo il permesso esclusivo di andare ad assistere alle sue lezioni di danza.
- Mi fratello ti adora - Mi disse ad un certo punto.
- Quale dei due? Quello che chiami Taylor 2? -
- Sì, parlo di Andrea -
- Ho notato che mi assomiglia davvero moltissimo come fisico, nonostante abbia solo quindici anni è messo bene, sono sicuro che farà strage di ragazze!!! -
- Già, le ragazze gli sbavano dietro come non so che cosa, ma lui continua a ribadire che non gle ne frega niente -
- Allora ha già la ragazza! - Dissi io pensando alla mia adolescenza
- Come sarebbe ha già la ragazza? -
- Diciamo che quando avevo la sua età ero identico a lui: un fisico prestante, mille ragazze ai miei piedi e continuavo a ripetere che le ragazze erano senza cervello. Intanto mi complicavo la vita cercando di flirtare con una a cui stavo antipaticissimo e fatto sta che due settimane dopo era la mia ragazza, la prima per essere preciso -
Rise e scosse la testa
- Ti giuro che ce lo vedo Andrea a fare di tutto per conquistare una ragazza che non gli si fila... - Disse senza smettere di sorridere
- Da quanto tempo dice che le ragazze non gli interessano e continua ad andare in palestra per farsi i muscoli? -
- Da un anno circa - Rispose sicura
- Allora fidati che tra un paio di settimane lo vedrei arrivare a casa che vi presenta il suo primo amore -
- Vedremo - Disse sorridendo speranzosa.
- Mi piacerebbe essere una mosca per assistere a quel giorno speciale -
Rise di nuovo
- Per rivivere la tua dolescenza? -
- Diciamo di sì... -
Dopo qualche attimo di silenzio ricominciammo a parlare.
- Ti ho osservato l'altra sera mentre cullavi il bimbo tra le braccia... -
Sorrise arrossendo .
- Sei stata incredibile, nemmeno la mamma riuciva a calmarlo, sei arrivata tu, perfetta sconosciuta e dopo averti osservata si è addormentato -
- Anche tu sei stato dolcissimo con Molly -
- Era tenerissima quella bimba che non ho resistito...-
- Non pensavo ti piacessero i bimbi... - Mi disse
- Io? Io li adoro starei ore in mezzo a loro. Quando è nata mia sorella ero io a badare a lei mentre i miei genitori erano impegnati nel loro viaggi. -
- Ne parli con disprezzo, per quale motivo? -
- Non te l'ho raccontato? I miei hanno fatto di tutto per farmi diventare famoso e ricco. A loro interessava solamente questo. Mi hanno rovinato l'infanzia senza che me ne rendessi conto, quando mi lamentavo con loro perchè i miei amici andavano al parchetto a giocare e io dovevo rimanere chiuso negli stanzoni di ripresa loro mi ripetevano all'infinito che io ero fortunato e che un giorno sarei diventato ricco e famoso. E mentre mi inculcavano queste stupide idee nella testa, non si sono mai resi conto che ho cominciato ad odiarli, appena avevano finito di portarmi ai provini partivano per uno dei loro lunghissimi viaggi, con i miei soldi, con i soldi che sarebbero spettati a me, e io e Katie rimanevamo a casa con Harry, che ci viziava con caramelle, ci portava a fare i pic-nic in bicicletta, ci portava alla fattoria a vedere gli animali, ci accompagnava dal dottore o in ospedale se c'era la necessità, ci curava se eravamo malati e ci raccontava le favole alla sera, ci accompagnava a fare sport facendo il tifo per noi quando facevamo le partite, andava alle riunioni scolastiche e falsificava la firma dei miei genitori nelle verifiche, oppure rimaneva con noi a guardare la TV . Ci ha insegnato le barzellette e le buone maniere. Ci ha sgridato quando litigavamo o facevamo qualcosa di sbagliato, insomma ci ha fatto da madre e da padre quando i nostri non ci sono mai stati. -
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io dalla mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco perchè odi tanto la tua vita -
Rimasi in silenzio a riflettere sulle nostre parole. E mentre i miei pensieri vorticavano mi addormentai.

PoV: Sara
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io dalla mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco perchè odi tanto la tua vita - Risposi sinceramente mentre pensavo alle parole di Taylor. Mi ero accorta già da tempo che non era in buoni rapporti con i genitori, ma non pensavo che la sua storia fosse così infelice.
Anche lui stava ripensando alle nostre parole e poco dopo si addormentò. Non l'avevo mai visto dormire, sì, in New Moon, ma vederlo dal vivo era una cosa diversa.
Sembrava un bambino, non avrei mai smesso di osservarlo mentre il suo petto si alzava e si abbassava con un ritmo regolare. Un cucciolo, ecco come si poteva definire, un cucciolo. Sarebbe stato il mio cucciolo, per sempre. Gli scattai anche una fotografia che sarebbe rimasta rigorosamente segreta.
Provai anche io a dormire ma quando fui sul punto di farlo l'altoparlante annunciò che stavamo per atterrare.
Guardando il volto di Taylor addormentato non resistetti all'impulso di baciarlo. Aprì gli occhi subito.
Erano ancora parecchio insonnoliti ma appena mi riconobbero si illuminarono. Gli sorrisi dolcemente
- Stiamo atterrando - Gli comunicai
- Ah... - Disse ancora mezzo addormentato.
Poi all'improvviso parve risvegliarsi completamente
- Oh mio Dio! scusa, io devo essermi addormentato. Non volevo farti annoiare... - Disse
- Non ti preoccupare, sarei potuta rimanere ore ad osservarti... sai quando dormi hai un fascino incredibile! - Dissi
Rise, poi mi prese la mano delicatamente e intrecciò le sue dita alle mie osservandone i movimenti, come se la mano che stava compiendo quei gesti non fosse sua.
- Sara, mi sembra incredibile averti accanto. Sei come un angelo caduto dal cielo per me e ancora mi è difficile pensare che sei reale e non un sogno -
Sorrisi, mi stavo commuovendo. Non ero mai stata una ragazza particolarmente sentimentale, quando le mie amiche mi facevano vedere dei film strappalacrime era rarissimo che scoppiassi a piangere come facevano loro, anzi a volte mi annoiavano. Ora era tutto diverso: mille attenzioni tutte per me, una premura particolare e tanto amore. E mi ritrovavo ad essere talmente tanto felice di quello che avevo che mi veniva il groppo in gola e le lacrime cominciavano a solcarmi il viso prima che me ne potessi rendere conto. Riuscii a trattenerle a stento.
- Tu sei tutto quello che avrei sempre voluto e non ho mai potuto avere - Dissi, perchè finalmente mi sentivo realizzata. Pienamente soddisfatta di me stessa e della mia vita.
Scendemmo dall'aereo e ritrovati i bagagli ci dirigemmo verso l'uscita dove poi ci avrebbero aspettato i miei genitori.
Vidi il mio fratellino più piccolo corrermi incontro. Mi abbracciò felice. Ormai mi arrivava alle spalle. Salutai anche Andrea e mia mamma  che come sempre si mostrarono felicissimi di vedermi con Taylor.
- E papà? - Chiesi notando l'assenza di mio padre
- E' andato ad accompagnare all'opedale la nonna che deve fare un controllo e un prelievo - Disse, mia nonna necessitava spesso di controlli.
 Mentre raggiungevamo l'auto dei miei genitori mano nella mano Taylor si bloccò all'improvviso. Vidi l'espressione del suo viso mutare: una rabbia ceca e il rancore presero il posto di serenità e spensieratezza.
- Che succede Amore? - Gli chiesi  ( mi aveva ordinato di chiamarlo così per non essere riconosciuto )
- I miei genitori... - Disse rimanendo immobile come una statua con la mascella serrata e i pugni chiusi. Mi faceva paura, nemmeno quando c'era stato l'assalto dei giornalisti l'avevo visto così teso.
- Rilassati, mi fai paura così - Gli dissi per cercare di calmarlo accarezzandogli la schiena.
- Andiamocene, non li voglio nemmeno sfiorare, per fortuna non mi hanno visto -
Ci defilammo il più infretta possibile e riuscì a non farsi vedere. Passato un quarto d'ora Taylor tornò ad essere quello di sempre: sorridente e solare, scherzoso e allegro. Mia mamma lo invitò a casa nostra per la cena e lui con mio sommo piacere accettò volentieri.
Ero super felice ed eccitata, non vedevo l'ora di arrivare a casa.
In mezz'oretta buona di macchina arrivammo nella via di casa.
Abitavamo in una villetta di mattoncini disposta su due piani. Era una modesta abitazione in confronto al lusso delle sue ville, certo, ma a noi bastava.
Un piccolo giardino circondava la casa e ovunque erano piantati fiori ormai appassiti dal cambio di stagione.
 Per mano lo trascinai per il vialetto di porfido più emozionata che mai.
Appena arrivati davanti alla porta mi voltai verso di lui e sorrisi, anche lui mi guardò e sorrise con me.
Era curioso di vedere dove abitassi lo si leggeva nella sua espressione. Entrammo e il familiare odore di casa mi travolse.
- Bentornati, era ora! - Disse allegramente mia mamma posando le chiavi sulla mensola e togliendosi le scarpe per stare più comoda. La imitai. Mi mancava quel gesto, lo facevo da quando ero una bimba e ormai non ci facevo più caso.
Taylor si guardava in giro con aria curiosa ma anche leggermente affascinata.
- Ad entrare in questa casa ci si sente accolti, complimeni davvero, si respira un clima confortevole e tranquillo - Disse rivolto a mia madre
- Grazie - Rispose mia mamma sempre senza perdere una goccia di entusiasmo.
- Vieni, ti faccio vedere la mia stanza e il piano superiore - Dissi per poter avere un po di privacy prendendolo per mano e trascinandolo su per le scale.
Le porte delle camere erano state chiuse aprii in corrispondenza della mia camera posta proprio di fronte alle scale.
Gli feci segno d'entrare e mi richiusi la porta alle spalle. Spalancai le persiane per fare entrare la luce del pomeriggio.
La mia stanza era lunga e stretta. Per la maggior parte occupata dal letto con la testata color legno, dalla scrivania dello stesso colore e dall'armadio arancione pallido che occupava una parete intera. La bouaserie ricopriva la parete opposta, alla quale erano state appese varie mensole sempre color legno e una piccola credenza dello stesso colore dell'armadio. Le due pareti più piccole ospitavano uno specchio e una porta finestra messe una difronte all'altro. Un arredamento abbastanza semplice e funzionale. Sulla mensola più alta erano posti una serie di peluches, su quella più bassa vi era qualche soprammobile e qualche fotografia di quando ero bambina e sull'altra ancora vi erano messi ordinatamente i miei libri preferiti a partire dal Signore degli Anelli per finire con la saga Twilight o Harry Potter. Rimase per un po' intento ad osservare ogni particolare della mia stanza.
- Lo so, non è quello a cui sei abituato tu... ma a me basta e avanza - Dissi per scusarmi.
- No, è fantastica questa camera... è davvero bellissima. Vi starei rintanato notte e giorno senza uscirne mai! - Sorrisi.
- L'ha fatta mio padre, io ho dato una mano a progettarla e lui l'ha realizzata -
- Sei davvero fortunata. Sembra quasi che abbia qualcosa di speciale questa casa. Mi trasferirei qui a vivere e venderei le ville che ho disseminate per il mondo se potessi... -
- Secondo me sono le persone che abitano la casa a renderla così speciale - Dissi parlando in generale.
- Sì, credo che tu abbia ragione - Convenne.
- Siediti sul letto se vuoi - Dissi
Appena fu seduto mi ci sdraiai anche io appoggiando la testa sulle sue gambe.
Taylor prese a toccarmi i capelli rigirandoseli e arricciandoli attorno al dito, io mi lasciavo coccolare guardando fuori dalla finestra aperta mentre il sole si faceva basso, e rosso.
In cucina intanto mia mamma aveva preparato la tavola per la cena e come di consueto al sabato avremmo mangiato la pizza. Il pasto venne consumato tra risate e chiacchiere. 
Finita la cena  rimanemmo a tavola a chiacchierare di tutto quello che ci capitava per la testa.
A Mezzanotte circa Taylor annunciò che doveva rientrare perchè la famiglia lo aspettava. Sapevo che quando parlava di famiglia si riferiva ad Harry. Mio padre lo accompagnò con la macchina all'entrata della sua via e dopo avermi dato un piccolo bacio a stampo scese dall'auto. Tornai a casa e nemmeno un quarto d'ora dopo già dormivo. Era ta una giornata stancante ma bellissima. Non sapevo come potesse trasformarsi il nostro rapporto ora che le condizioni sarebbero state diverse, speravo solo che non si rovinasse tutto.
Mi svegliai felice con i raggi del sole che penetravano dalle imposte socchiuse. Andai in cucina e fevi colazione con i miei fratelli, poi mi vestii con un paio di leggins bianchi e una maglietta a maniche corte Dimensione Danza nera. Preparai il borsone di danza e mi infilai la mia adorata felpa bianca, perchè nonostante fosse una giornata soleggiata, era particolarmente ventosa. Allacciai velocemente le mie All Star distrutte e uscii di casa. Per andare alla palestra dove Lucia mi allenava dovevo passare davanti all'entrata della via di Taylor. Gli avevo detto che sarei passata perciò svoltai e mi diressi alla ricerca della sua villa. Senza nemmeno guardare tutti i nomi sui campanelli mi diressi a passo deciso verso la villa davanti alla quale era parheggiata la Porche nera. Mi bloccai quando la raggiunsi. Nonostante fosse un quartiere pieno di grandi ville nessuna reggeva il confronto con quella di Taylor. Mi ero immaginata una roba del genere ma non pensavo di trovarmela difronte realmente. Era enorme, doveva essere circa 500 m2 di abitazione con altrettanti metri quadri di giardino. Suonai al campanello.
- Chi è? - Domandò la voce assonnata di Taylor
- Sono Sara - Risposi apparentemente tranquilla
- Entra - Disse entusiasta
Avevo le ginocchia molli. Com'era possibile? Intimidita dal mio stesso ragazzo?
Avanzai sul viale di piastrelle bianche su per una collinetta verso la porta. Camminavo con passo veloce e deciso nonostante le mie gambe non fossero molto stabili.
Appena fui vicina all'ingresso, la porta si aprì. Era a torso nudo e mi sorpresi ad osservarlo come fosse stata la prima volta, come se non ci conoscessimo nemmeno.
- Che hai, non vieni a riempire di baci il tuo amore eterno? - Disse scherzosamente
- No, è che non sono ancora abituata ai tuoi pettorali scolpiti e ai tuoi addominali con effetto 3D - Risi di ma stessa, e anche lui rise di gusto e venne ad abbracciarmi visto che ero ancora imbambolata sulla porta e non mi decidevo ad entrare. A quel punto mi rilassai e gli diedi un piccolo bacio al lato della bocca poi mi trascinò  dentro casa tirandomi per una mano con un sorrisetto malizioso. Appena si fu richiusa la porta di casa mi appoggiò la mano sulla guancia facendola scivolare lentamente sul collo mantenendo il pollice davanti all'orecchio. Poi avvicinò il mio volto al suo e mi baciò con dolcezza.
- E' stato il risveglio più bello della mia vita - Disse
- Sentire di nuovo le tue labbra sulle mie un minuto dopo essere stato svegliato... lo auguro a tutti di provarlo prima o poi. Quasi non ti fossi mai allontanata da me - Aggiunse
Sorrisi.
- Per me questo non è prorio un risveglio dato che mi sono alzata un' ora fa, però credo di avrelo già vissuto il risveglio più bello della mia vita... - Di
ssi pensando alla mattina del suo ritorno. Ora fu lui a sorridere.


Risposta alle recensioni:
Jas_93 : In realtà non c'è molto da rispondere, più che altro ti volevo ringraziare perchè mi sotieni... se no avrei già smesso da unbel pezzo di scrivere questa FF ... Grazie mille!!!

MissFify : Cosa c'entra l'Auchan scusa... Se non hai notato Sara è molto diversa da me, lo so che i nomi die fratelli sono quelli dei miei fratelli ma a nomi, manco di ispirazione.
,
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: LittleEmma