SOGNO
Harry
si
infilò a letto tardi quella sera.
Uno
strano formicolio lo attraversava e non lo lasciava tranquillo.
A letto
gli sembrava di vedere gli oggetti muoversi e borbottare alle sue
spalle.
Era
agitato, e sapeva anche il perché.
L’indomani
si sarebbe sposato, avrebbe creato la sua famiglia e avrebbe fatto di
Ginny la
signora Potter.
Adorava
ripetere quel nome, Ginny Potter.
Farlo lo
faceva sentire completo e realizzato, come se tutta la sua vita fosse
stata
destinata a quello.
Buffo,
pensò.
Tutti
l’avevano sempre considerato il prescelto, colui che avrebbe
dovuto uccidere
Voldemort e quando l’aveva fatto ci credeva anche lui ma
adesso, a tre anni di
distanza gli sembrava che la storia di Voldemort fosse stata solo un
passaggio
della sua vita, un ostacolo che, superato, l’aveva condotto
al suo vero scopo. Sposare Ginny.
A quel
pensiero qualcosa si rivoltò nel suo stomaco, come un leone
domato che fa le
fusa.
Lasciò
che la sua mente vagasse fino al giorno in cui le aveva chiesto di
sposarla.
“Ciao” Ginny si avvicinò ad Harry
e lo baciò sulle labbra velocemente. Quel semplice tocco
calmò Harry che
sorridendole a sua volta la prese per mano. Insieme si
Smaterializzarono nel
luogo che aveva scelto Harry per il loro picnic.
Avevano mangiato e bevuto a
sufficienza quando Harry prese coraggio e si inginocchiò di
fronte alla rossa.
Senza bisogno di parole, senza
fargli pronunciare il discorso che si era preparato con cura, che aveva
fatto
più volte correggere ad Hermione, Ginny capì.
Sorrise, e si lanciò su di lui,
felice.
Nessuno dei due parlò. I due
ragazzi rotolarono insieme sull’erba e si amarono come non
avevano mai fatto.
Distesi sull’erba, con la brezza
estiva che scivolava sui loro corpi nessuno dei due avrebbe chiesto di
meglio.
Rimasero zitti per un po’ prima che Harry rompesse il
silenzio.
“Mi ameresti comunque, se non
avessi la cicatrice e non fossi il prescelto?”
Ginny avrebbe voluto arrabbiarsi
per l’assurdità della domanda ma lo sguardo di
Harry le disse che il moro era
davvero preoccupato della sua risposta.
“Ti amerei, certo. Anche se non
avessi la cicatrice, anche se tu non fossi il prescelto, anche se non
fossi
così sexy. Siamo
anime gemelle, complete
insieme. In un'altra vita, ti avrei trovato o non avrei vissuto
veramente. Ti appartengo
e tu appartieni a me.”
E senza dire altro Ginny gli
strinse la mano.
Writer’s
Corner:
Eccomi
qui. Questa storia è come avrete notato un alternative
universe.
Ovviamente
non questo capitolo, no.
Questa
può essere considerata la premessa a tutta la storia che poi
prenderà vita.
Un sogno
che mostrerà ad Harry che se una cosa deve accadere accade,
non importano le
circostanze in cui ci si trova.
Spero che
continuerete a leggere.