POV
ISABELLA
And when the
sky is falling
don’t
look outside the window.
Step
back and hear I’m calling.
Give
up, don’t take the fastroad.
Un
altro giorno con le cheerleader e i giocatori di football. Ero
stanca… Stanca
di mostrare solo un lato della vera Isabella. Quel giorno
avrò detto sto bene almeno
venticinque volte…
Nessuna delle tante volte era vera.
In
quella scuola, le amicizie che mi ero fatta erano tutte false. Come era
falso l’amore
di Mike. Continuava a baciarmi teneramente, ma io sapevo che era solo
perché io
ero una cheerleader. Faceva parte della mia e della sua reputazione, lo
stare
insieme.
Forse
il vero amore esisteva solo nelle favole che mi raccontava mia madre
quando ero
piccola. Non esiste il principe azzurro… Anche se tutti al
liceo vorrebbero
stare al mio posto, io vorrei essere al posto di tutti gli altri. Alla
Forks
High School, tutti volevano essere ciò che non erano.
Tutti
tranne uno, forse due, compresa me.
Eravamo
in mensa, Mike mi stava appiccicato come una sanguisuga e raccontava
agli altri
giocatori cose del tipo: “Io e la mia
Bella…” io non ero sua proprio per
niente.
La
vera Isabella Swan non era lì. La vera Isabella ascoltava
musica Rock, certe
volte guardava le repliche di film strappalacrime su Fox o altri canali
del
genere…
“Comunque
avete sentito la storia di Cullen?” io mi voltai. A parlare
era stata Jessica. “No,
perché?” domandai io, facendo ricadere sul mio
volto quella stupida maschera da
ragazza perfetta. “Beh… è andato da
Italia’s Got Talent una settimana e mezzo
fa e da quel giorno non viene più a scuola. Dicono che un
giudice gli sta
facendo l’extreme makeover!” disse tra le risate la
capo cheerleader. Isabella
la odiava, come odiava il fatto che tutti la chiamassero Bella e non
Isa.
“E
quando tornerà a scuola?” domandai, tutto sommato
incuriosita. “Non si sa con
certezza… Ma alcuni dicono che tornerà tra un
mese se non di più. Un tizio
della scuola lo ha visto l’altro giorno: non lo aveva quasi
riconosciuto!” “Mah,
secondo me sono tutte balle…” sbuffò
Mike, dato che stavolta l’oggetto delle
attenzioni di tutti non era lui ma uno sfigato. A proposito di
Edward… Non volevo
trattarlo in quel modo, ma la mia reputazione sarebbe precipitata.
Poteva anche
essere un tipo simpatico, ma era troppo timido.
Le
ore dopo passarono lentamente. Edward non c’era, me ne
accorsi perché all’ora
di biologia Jessica si sedette al suo posto vicino a me.
Non
ne potevo più delle sue interminabili cazzate… Ed
era un disco fisso su Mike. Si
vedeva benissimo che pendeva dalle sue labbra. Glielo avrei lasciato
con
piacere.
Uscimmo
dalla classe… C’era una cosa che dovevo fare.
Come
sempre il mio fidanzato narciso mi venne a prendere. “Ti devo
dire una cosa…
Usciamo” Jessica era la nostra ombra. Meglio
così… la notizia si sarebbe
sparsa.
Dovevo
mettere la mia maschera migliore. Mi girai un attimo, feci un sorriso
come per
dire adesso mi levo di dosso tutti questi
pesi...
Notai
che qualcuno, sotto un grosso paio di Rayban Wayfarer, mi sorrideva con
aria
complice… Chi era?
Un
ragazzo che, visto da lontano, pensavo di non conoscere.
Mi
girai di nuovo verso Mike e iniziai la sfuriata da cheerleader.
“Basta! Tra noi
non funzionerà mai! Mi sono stufata di tutte queste
attenzioni… ora muovi quel
culo e sparisci dalla mia vista!” tutto il parcheggio ci
guardò interrogativo. Lui
sembrò turbato. “Tu… che lasci
me?!” “Hai capito bene
fantoccio…” “Ehi ma
quello non è Cullen?” domandò poi. Io e
Jessica ci girammo. “Beh… non sono una
a cui cade l’occhio… ma quello non può
essere il fondoschiena di Edward Cullen…”
osservò Jessica. Era profonda come una pozzanghera mezza
asciutta. Ma su una
cosa aveva ragione… Quel ragazzo, alto magro e con capelli
ramati non poteva
essere Edward. Poi mi accorsi che era lo stesso ragazzo che mi stava
fissando,
prima della sfuriata.
Mike
approfittò del cambio di argomento per svignarsela.
Non
camminai in direzione della mia macchina, bensì dove era
andato anche quel bel
ragazzo… Sono solo curiosa di
sapere chi
è… Stava salendo in macchina. Poi mi
vide, sempre coperto da quei dannati
occhiali da sole, mi riconobbe e sorrise.
Non
stava sorridendo a me… O forse
sì?