Crossover
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Autore: Orfeo della Lira 2    21/08/2010    3 recensioni
Un colpo di stato. Un principe in fuga. Un'Organizzazione misteriosa. Una guerra all'orizzonte. L'oscurità più buia. Nel buio, la speranza. Saprà Eldolas rispondere alla minaccia dell'oscurità?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Recensioni

@Anonimo9987645: Grazie mille * Inchino * L’identità del principe viene svelata in questo capitolo, come si vedrà in seguito, sì, decisamente questo capitolo risponde ad un po’ dei tuoi interrogativi. E non so dove sia il tuo cibo, mi dispiace. Il tipo-che-ha-protetto-il-principe puccioso? Oh, me stesso!
@Sarhita: Grazie mille, ho dato il meglio di me in quella scena.
 @Cipotta91: Eh eh eh… Ci ho pensato molto a come strutturare il prologo, sono contento ti sia piaciuto. Grazie della recensione, molte cose saranno chiarite in questo capitolo, ed altre ancora in quelli venturi.
@Nyxenhaal89: Sì, è morto, purtroppo. Per i dialoghi, ho pensato: “Una città sotto assedio, posso preoccuparmi troppo dei dialoghi ecc. ecc.?” Se ci fai caso, non ho neanche descritto la città, in quanto se stai scappando non guardi molto i dettagli.

Capitolo 1: Ricercato

Marth si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno spaesato, ancora intontito, finché il suo sguardo si posò sul fuoco che aveva acceso la sera prima. Dalla caduta di Altea, la capitale, era fuggito per il bosco per quattro giorni, cibandosi di ciò che trovava. Si stropicciò gli occhi, e guardò il cielo. L’alba era giunta, ed era tempo di rimettersi in marcia. Mancavano ancora sei giorni di viaggio per raggiungere il confine, e doveva muoversi il più cautamente possibile. Probabilmente, anzi, sicuramente le truppe dell’esercito del re di Gra, Jiol, lo stavano cercando. Si rimise in marcia, alla volta di Kadehin, la città più vicina. Avrebbe fatto rifornimenti lì, per poi affrontare un viaggio di cinque lunghi giorni nel deserto. Si mise una piccola corazza blu, che copriva le spalle e la gabbia toracica, sopra la maglia celeste, chiusa fino ai trequarti, stirò il mantello, poco più chiaro dell’armatura, e ricamato con il simbolo della famiglia reale. Si allacciò meglio gli stivali, dentro cui fece terminare i pantaloni bianchi. I suoi occhi azzurri si posarono sulla strada che doveva fare, mentre il vento scompigliava la sua chioma azzurra. Portò istintivamente la mano all’elsa di Falchion, la sua spada, appena sentì un rumore, ma constatò che era solo un animale selvatico. Spense il fuoco e si rimise in marcia, seguendo il fiume che poco dopo dovrebbe avuto abbandonare, in direzione del deserto.

Raggiunse la città nel pomeriggio. Kadehin era l’ultimo avamposto prima del deserto, oltre ad essere un’importante centro per i commerci con l’estero, e la città dei maghi. Nonostante questo, era una città ordinaria: nessun edificio costruito in diamante, né tantomeno viverne o pegaso. E, nonostante la sua posizione commerciale, Kadehin era un insulto all’urbanistica, con mole case pericolanti e le strade maleodoranti. L’unico edificio ben conservato era l’Accademia dei Maghi, il fiore all’occhiello di Kadehin. Ma, a parte il degrado, Kadehin era una città molto viva. Si mise il mantello che aveva rubato poco prima ad un passante e si infilò nella fiumana di gente diretta all’interno della città. Ebbe un po’ di paura quando passò vicino le guardie della città, ma queste non lo riconobbero, ed entrò a Kadehin senza problemi. Si discostò dalla carovana e si diresse verso una locanda. Dopo tre giorni di selvaggina cotta male, variare sarebbe stato un piacere.

Entrò nel locale. Un bancone, dove l’oste dall’aria pigra lustrava un bicchiere, e dei tavoli, dove pochi avventori consumavano il loro pasto. L’oste emise un grugnito come saluto, mentre il fuggiasco prese posto ed attese un inserviente. Dopo qualche minuto, l’oste si avvicinò, pose un piatto sul tavolo e, seccato, gli disse:
“Piatto unico.”
Marth guardò il piatto. Coniglio.
Mentre consumava il pasto, le voci di altri due avventori giunse alle sue orecchie.
“Hai sentito? La capitale è caduta.”
“Bisognerebbe essere sordi per non averlo sentito, tutta la città ne parla.”
“A quanto ammontava la taglia sul principe?”
“Quattro milioni.”
“Alla faccia! Quasi quasi mi metto a cercarlo.”
“Ogni occasione è buona per non lavorare, eh?”
“Già! Ahahahahah!”
Quattro milioni. La sua vita era stata quantificata in denaro. Si alzò, dirigendosi verso l’oste e pagò il conto. Appena aprì la porta, si rituffò nella bolgia di quella città. Chiese indicazioni ad un passante per arrivare al mercato e si affrettò ad arrivare. Non si accorse, però, di essere osservato.

Avanzò arrancando tra la folla, mentre il suo misterioso pedinatore non lo mollava di vista. Quando entrambi furono all’altezza di un viottolo laterale, il pedinatore trascinò il principe nel vicolo, tappandogli la bocca.
“Ascoltami bene.”Disse.”Non gridare: attireresti l’attenzione, e tu non vuoi che questo accada. Sono solo un messaggero. Dirigiti oltre il confine, e aspetta che si calmino un po’ le acque. Fra due mesi dirigiti alla Torre di Valni, a nord  di Renais. Ti aspetta una persona. Addio, principe.”
Lo sconosciuto, avvolto in un mantello bianco, si allontanò nella folla. Marth riprese fiato, poi iniziò a camminare verso il mercato.

Il principe si sentiva a disagio. Abituato alla vita a palazzo, non era mai entrato in contatto con il suo popolo, se non quando questo chiedeva udienza. Si guardò attorno: era un posto davvero pittoresco. Sentì il calore della gente comune, che rapportò alla freddezza con cui i nobili trattavano i sudditi. Sospirò pensando agli altri stati, molto più sviluppati di Akaneia, a causa dell’ostinazione delle famiglie regie di quest’ultimo a voler rimanere attaccati alle tradizioni. Rimanendo attaccati alle tradizioni, Altea era caduta. Contrattò il prezzo delle vivande con un commerciante particolarmente ostinato, ma alla fine riuscì a comprare ciò di cui aveva bisogno ad un prezzo abbastanza buono. Infine, si diresse verso il margine del deserto.

Nel palazzo regio di Altea, l’usurpatore stava discutendo con un uomo.
“Dannazione, vi ho già dato il compenso pattuito: tremila uomini, e mi è stato difficile insabbiare il tutto!”
L’uomo si avvicinò. Era avvolto in una tunica completamente nera, con cerniere in argento, incappucciato in modo che nessuno potesse vedere il volto. Camminò ancora un po’ per la sala, con le mani dietro la schiena.
“Questo”disse, mentre con le dita scorreva i libri della biblioteca”È stato possibile nell’arco di cinque anni. E in modo graduale, ogni vostro soldato è stato sostituito con una delle nostre… milizie speciali. Avrai certamente notato che i nostri combattenti risultano più forti dei vostri.”
“Ma è anche vero”intervenne Jiol”Che sono delle bestie allo sbando, e mi costa non poca fatica controllarli ed insabbiare le loro vittime.”
“Ogni medaglia ha due facce. Senza la loro forza, non avresti potuto conquistare la capitale. Il gioco vale la candela, e te ne sei reso conto quattro notti fa.”
“Non conti l’equipaggiamento avanzato delle mie truppe?”
“Nonostante questo fattore, questa città è una vera e propria fortezza impenetrabile. Sarebbe stata una disfatta. In meno di un’ora, del tuo esercito sarebbe rimasta solo polvere.”
Il tiranno si sedette.
“Dammi una buona ragione per far sparire altri cento uomini.”
“Altri cento dei nostri ‘mostriciattoli’ su un piatto d’argento.”
L’usurpatore ponderò la richiesta. Dopo un istante di riflessione, rispose:
“E va bene, avrai gli altri cento.”
L’uomo incappucciato ghignò. Gli uomini erano davvero stupidi, pensò. Bastava far leva sulle loro manie di gloria, e diventavano dei burattini.
“Tuttavia, c’è una condizione.”
“Sentiamo.”
“Voglio che Marth muoia.”
“Sono già sulle sue tracce.”
L’uomo sparì in un varco oscuro.
Il tiranno congiunse le mani, mentre bussarono alla porta.
“Signore”iniziò un soldato, facendo un inchino”mi ha chiamato?”
“Sì. Prepara l’esercito, Zelgius. Entro tre mesi voglio un’armata che faccia tremare di paura persino l’Impero di Graze.”
“Sarà fatto, mio signore. Ma, se posso permettermi, come faremo con quelle… Milizie?”
“Ti obbediranno. Me l’hanno assicurato.”
Zelgius si inchinò, ed uscì, chiudendo la porta alle spalle.

“Guarda un po’ chi abbiamo qui, addirittura il ricercatissimo principe!”
Marth imprecò sotto voce. Quella era decisamente una giornata da dimenticare. Dopo aver fatto compere, si era diretto verso il confine. Ma quando Khadein era sparita dal suo sguardo, erano spuntati i predoni.
“Di bene in meglio, a quanto pare.”
Il principe squadrò il capo dei predoni. Era vestito con abiti raffinati, che stonavano con il loro ‘lavoro’.
“Ditemi”esordì il bandito”Cosa ci fa sua altezza il principe, ricercato in tutto il regno e con una taglia di quattro milioni sulla testa, in giro da solo in mezzo al deserto? Non teme le brutte compagnie?”
“Sa”rispose Marth”È da maleducati parlare ad un'altra persona senza presentarsi. A quanto pare i suoi abiti sono ingannatori, e lei non è un galantuomo.”
“Ma dove ho la testa, perdonatemi. Il mio nome è Balthier, capo di questa banda , lei è la mia vice Fran”indicò una donna alta, scura di carnagione, con dei lunghi capelli che parevano d’argento, ed un paio di orecchie simili a quelle delle lepri”Una Viera, lei è Penelo” La ragazza in questione, che dimostrava appena diciotto anni, salutò con la mano, un po’ ingenuamente, mentre con l’altra si scrollava di dosso la sabbia che si accumulava sul suo pagliaccetto”Loro sono Vaan e Reks” I due evidentemente erano fratelli: si somigliavano molto, l’unica cosa che realmente li distingueva, oltre al vestiario, era l’acconciatura. Infatti, Vaan aveva i capelli più corti di Reks. Per il resto erano identici: stesso colore di capelli, biondo grano, stessi occhi, stessi lineamenti del viso.  e l’ultima è Ashe.” La ragazza si limitò ad alzare la testa. Era avvolta in una specie di mantello, e come quasi tutti i componenti della Strahl, era bionda, con gli occhi azzurri.
“Va molto meglio, ora. Mi ha chiesto dove sono diretto. Ebbene, la mia destinazione è il confine, dove le truppe dell’usurpatore non hanno potere.”
“E cosa le fa credere, altezza, che noi ci lasciamo scappare quattro milioni così? Non ho nulla contro di lei, sia chiaro, ma quattro milioni sono una bella cifra.”
“Questi” Allungò il sacchetto contenente i soldi verso il predone, che lo prese avido tra le dita.
Osservò il contenuto, dopodiché scosse la testa e si rivolse al principe.
“Temo che questa cifra sia nettamente inferiore a quanto offerto dal nuovo sovrano.”
“Quello non è altro che un acconto. Riceverete il doppio della mia taglia se mi scortate fino al confine.”
Balthier e gli altri assunsero un’espressione stupita.
“Andata?”
“Otto milioni…”balbettò, ma subito dopo riassunse la sua calma.”Facciamo dieci, maestà, potremmo essere intercettati da truppe regie per la via.”
“Dodici”aggiunse“Se mi accompagnate fino alla capitale. Andata?”
Balthier strinse la mano che il principe gli aveva teso.”Abbiamo un accordo.”
Iniziò ad impartire ordini, mentre l’equipaggio della piccola nave del deserto, il mezzo di locomozione usato nel deserto, iniziava a salirci sopra.
“Le presento la Strahl.”Disse fiero Balthier, battendo una mano sulla prua.”Salga ed ammiri il panorama.”

In un luogo non precisato, il misterioso uomo comparso nella capitale, avvolto nella sua tunica nera, era apparso su un trono, sospeso a diversi metri dal suolo. Oltre al suo, altri dodici troni erano presenti, tutti completamente bianchi. Ogni trono terminava con uno strano simbolo, simile ad un cuore rovesciato che terminava con tre punte, due orizzontali e una verticale. Su tredici troni, tre risultavano vacanti, mentre gli altri erano occupati da persone vestite come lui. Poco dopo il suo arrivo, altri due suoi compagni si materializzarono contemporaneamente. Colui che sedeva sul trono più alto parlò.
“Numero III, come è andata la missione?”
“ Egregiamente. Avremo quegli altri cento uomini. Tuttavia, ha chiesto un favore. ”
“E sarebbe?”
“Dobbiamo far sparire il principe. E per sparire intendo uccidere.”
“Non c’era bisogno di precisare. Come procede la ricerca del XIII, numero X?”
“Purtroppo nessuna novità.”disse quello, giocherellando con delle carte. Il retro di queste era fomato da uno sfondo blu chiaro, da cui faceva capolino sulla destra lo stesso simbolo che era presente in quel luogo, seppur tagliato a metà“Sembra sparito nel nulla. Tuttavia, se mi è permesso, perché ci serve? Non è ancora un Custode.”
“Numero X, ciò non ti deve interessare. Il compito di monitorare i Custodi, numero VII? ”
“Ancora non hanno manifestato i loro poteri, Superiore. Ancora non è giunto il momento”rispose apaticamente“Mentre dei precedenti tre si sono perse le tracce. Sospettiamo che uno sia morto.”
“Molto bene, tutto secondo i piani. Numeri IX e XI, la vostra missione è quella di uccidere Marth, il principe di Altea.”
“COSA?”sbottò inviperita la numero XI“Dovrei lavorare in coppia con questo idiota?”
“Ehi! Potrei anche offendermi!”replicò il diretto interessato.
In risposta, la numero XI lanciò verso il compagno un kunai, che aveva la forma dello stesso simbolo presente sul pavimento, che si conficcò sul trono poco lontano dal suo volto.
“Non me ne frega niente se ti potresti offendere”sibilò la XI “Non puoi nemmeno farlo davvero.”
“Basta così”Li riprese il numero I“Così ho deciso e così è. La riunione è terminata.”
Sbuffando la numero XI si smaterializzò, seguita a ruota dal IX, ed in breve da tutti gli altri.

“Allora principe, si diverte?”
Marth non rispose. Si voltò a fissare Khadein, che non si vedeva ormai più. Stava lasciando Altea, la sua terra. Tuttavia, pensò a ciò che gli aveva detto quell’uomo in bianco. Qualcuno lo aspettava, ma era il caso di fidarsi? Poteva essere una trappola di Jiol, ma non era nel suo stile. Acuendo la memoria, gli sembrò che quel simbolo, una specie di Alfa rovesciata, gli fosse familiare. Tuttavia non riusciva a ricordare dove l’avesse visto. I suoi pensieri furono bruscamente interrotti quando qualcosa colpì la barca, facendolo barcollare fino all’albero maestro.
“Cosa diavolo?”
“Molgera!”urlò Reks, dalla vedetta.
Marth si voltò verso il deserto. Acuendo la vista, scorse qualcosa che si muoveva appena sotto la sabbia, prima che un gigantesco verme saltasse fuori dalla sabbia, planando oltre la Strahl.
“Dannazione”imprecò Balthier“Fran! Reggi il timone! Penelo, Asche, Vaan, agli arpioni! Reks, dimmi subito dove si trova!”
“Ore sette, approssimativamente a 500 meri da noi!”
“Penelo, punta poco sopra la sabbia!”
“Roger!”
Il gigantesco verme saltò fuori dalla sabbia.
“Ora! Mira alla lingua!”
L’arpione saettò contro il gigantesco mostro, trapassandogli la lingua.
“Ci trascina!”strillò Penelo.
“Vaan, aiuta Penelo a tirarlo qui, Asche, sparane un altro!”
Un secondo arpione trapassò la lingua di Molgera, che strideva di dolore. Si trattava di un gigantesco verme, dal corpo piatto, ed una bocca che si apriva a tenaglia, da cui usciva una lunga lingua. Ciò che gli dava un’aspetto di imponenza, oltre alle sue dimensioni, erano le scaglie da cui era formata la sua coda.
“Tiriamo!”
“Balthier, arrivano altri vermi!”
“Ve ne dovete occupare tu ed il principe, se ci trascina in quel vortice siamo spacciati.”
“Andiamo, principe!”urlò Reks,“Mira alla testa, un colpo secco. Se gli dai il tempo di attaccarti, beh, ci rivedremo all’altro mondo.”
Reks attaccava con precisi colpi di spada, mentre Marth cercava di colpirli come meglio poteva come poteva.
“Un colpo alla testa? Questi qui si muovono troppo!”
Reks ridacchiò, staccando la testa ad un altro verme.
“Ti manca l’allenamento, principe.”
“Allenamento? Avete già combattuto questi mostri?”
“Oh, questo sarà il trentesimo.”
“Ne avete fatti fuori altri ventinove?”
“Questo pare un osso duro, però. Ehi Balthier! Qui abbiamo finito!”
“Ora tieni qui, allora, è tempo di far fuori questo vermone.”
Mentre Reks prendeva il posto del comandante, Balthier, sfoderato un fucile a canne mozze, prese la mira sul mostro.
“Lo vede quello, principe? Bastano due, al massimo tre proiettili in quelle specie di branchie”Prese la mira, e premette il grilletto. Il colpo andò a segno, mentre Molgera strideva dal dolore.“Tuttavia, basta sbagliarne uno e si è spacciati”Anche il secondo colpo lo colpì nelle ‘branchie’.“Diventano molto più pericolosi, quando sono in fin di vita.” Balthier premette il grilletto un ultima volta, ma dalle canne non partì nessun colpo. Si frugò nelle tasche per cercare altri proiettili, ma non li trovò, ne li trovò nella sacca dove portava le munizioni del suo fucile.
“Chi doveva comprare le munizioni?”
“Io…”mormorò Vaan.
“E perché diavolo non l’hai fatto?”
“Me ne sono… Dimenticato.”
“Razza di idiota!”sbraitò Balthier, mentre il verme gigante inizio a tirare con maggior forza.
“Dimmi Balthier”esordì Marth.“Quel coso ha altri punti deboli?”
“Sì”rispose il predone“Ma è virtualmente impossibile colpirlo, è una sottilissima linea che unisce la coda e l’addome.”
“Molto bene.”
“Perché me l’ha chiesto? Ormai è troppo-”
Marth scattò in avanti, dandosi lo slancio puntando i piedi contro il parapetto dell’imbarcazione.
“È una follia!”gridò Penelo.
Il principe ‘volò’ verso il verme, che tentava di dirigere la bocca verso di lui.
“Mollate la presa!”
“Cosa?!”
“Mollate, ora!”
Nel momento in cui Balthier e gli altri lasciarono la presa, per inerzia la testa del gigantesco verme fu proiettata all’indietro, mentre Marth vibrò un fendente mortale con la sua Falchion, che staccò di netto l’addome del mostro, il quale, contorcendosi un’ultima volta, cadde a terra, morto, mentre il principe atterrava con una capriola dall’altra parte del vortice, ora calmatosi.
“Ce la siamo vista brutta.”Commentò Vaan.
“E questo a causa tua!”tuonò Balthier. Il suo volto era una maschera di rabbia.
“Chiedo scusa.”mormorò il ragazzo, dispiaciuto.
Balthier era lì per inveirgli qualcosa contro, tuttavia lasciò perdere e sbuffò, scompigliando i capelli al ragazzo, che alzò gli occhi verso di lui, ringraziandolo tacitamente.
 “Allora, andiamo?” chiese il principe, appena salito sulla nave.
“Certamente! La via per Renais è ancora lunga, e già abbiamo perso troppo tempo.”
“Ehi”esclamò Marth.“La dogana è da quella parte.”
“E secondo lei, uno dei criminali più ricercati di tutto li mondo, può passare indisturbato alla dogana? Forza Fran, rotta nord-est!”
“Roger!”

Poco più in là, due figure incappucciate li stavano spiando.
“Ho caldo!”Si lamentò il numero IX.
“Fatti una doccia fredda, allora.”Ringhiò la numero XI. “Così posso fulminarti meglio.”
“Uffa, mi annoio. Quando li attacchiamo?”
 “C’è troppa gente. Deve essere da solo, l’Organizzazione deve restare segreta. Soprattutto, dobbiamo allontanarlo da quel Balthier.”
  
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