"Il
mio Billie Joe è stitco",
the saga.
Third
Chapter: Everything's possible.
Riassunto delle puntate
precedenti: Dio ha creato tutto: i Puffi, la forfora, gli umani e con loro
(sfortunatamente) anche Berlusconi. Caino e Abele non riuscivano a convivere
tra loro ed ebbero qualche contrattempo. In seguito tra ere glaciali, ere vulcaniche,
guerre mondiali ecc. una band Californiana riesce ad emergere e a conquistare
il mondo con la sua musica. La suddetta band adesso ha acquisito gusti,
comportamenti e forme di fisicità tipiche della mente malata di una ragazzina;
cosa che ha loro permesso di sconfiggere la bestia Justin Bieber
e i Frocio Hotel. Ecco la nuova puntata:
Billinda
scorse qualcosa di strano in lontananza e se ne allarmò. Immediatamente iniziò
a lanciare missili a raffica contro la minaccia incombente, bestemmiando come
un incazzatissimo beduino del deserto. Lanciò di tutto,
anche la collezione di rolex di Mike e quella di
vibratori di tutti i colori e misure di zia Franca, ma nulla. Quel cazzo di
nemico restava sempre lì. Billinda si gettò in terra
contorcendosi come in preda a qualche crisi mistica, facendo scendere tutti i
santi dal paradiso compreso San Lancia Ancora (protettore dei giochi da
tavolo), San Siro (protettore degli hooligan) e San Caszo
(protettore della pelle sensibile). Zia Franca lo aiutò ad alzarsi, facendosi
aiutare da un esorcista che aveva chiamato da poco, e lo gettò su una sedia
sperando che si calmasse: - Billinda, ma che cazzo ti
prende! -
- QUEL CAZZO DI COSO! E' un nemico inarrestabile, ci ucciderà tutti! -
- Ma che cosa? -
- Quel coso bianco
laggiù! -
- Ma Billinda… quella è una nuvola -
- Ah -
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- Mike, dove ci porti?
-, chiese Billinda, ripresasi dalla lotta contro le
nuvole. - Andiamo… boh, fammi controllare. Ah, ci
deve essere una montagna nei… -, il treno si schiantò
con un poderoso SBADABAM! - Ecco, siamo arrivati -.
Erano arrivati chissà
dove, su una grande montagna dispersa. Non poterono fare altro che camminare
I walk a lonely road, the
only one that I have ever known
Don't know where it goes,
but it's home to me and I…
- Billinda
e che cazzo, ogni volta che camminiamo la devi cantare?! E basta! -, sbottò zia
Franca. - A me piace -, commentò Mike, - Mi ricorda i treni…
-.
- Fermi dove siete,
GIDDI'! -. I tre si girarono pronunciando un forte GASP! (perché fa molto
onomatopea, e anche molto figo) e videro i loro nuovi
nemici: quattro ragazzi, uno più brutto dell'altro, gli si pararono davanti con
solenne autorità, come se fossero chissà chi o come se avessero semplicemente
un manico di scopa infilato tutto in culo. Erano i famigerati Finley. - Li conosco! Sono dei plagiatori
di merda! -, esclamò Mike. Billinda allora si strappò
i capelli, si bucò le poppe ed iniziò a gonfiare i muscoli come un culturista Norvegese.
I capelli gli crescevano biondi e verso l'alto e divenne alto e figo. - Non sono Billie, e adesso
neppure Billinda. Sono il Super Sayan
Idiot di millesimo livello, e vi farò il culo! -.
Così gli saltò addosso e li polverizzò. Zia Franca fece spallucce: - Tutto qui?
E' già finito l'episodio? -
- Mi sa di sì, zia. Li
ho sconfitti -
- E adesso? -
I walk a lonely road, the
only one that I have ever known
Don't know where it goes,
but it's home to me and I walk alone
-
BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! STA' ZITTO! -
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I nostri eroi
arrivarono così nei pressi di una comune cittadina Napoletana, dove vennero
accolti da dei tamarri che provano a parlare in madrelingua con scarsissimi risultati
e accenti improbabili, e vecchiette che li guardavano in modo storto. Rimasero
a dormire in un agriturismo "Da peppin 'o tipett"; ma il
giorno dopo, con grande sconcerto, si accorsero che Mike era sparito! L'unica
cosa che aveva lasciato era un biglietto che diceva ai suoi amici di andare
alla stazione dei treni, cosa che fecero. Lì trovarono un gran casino: in poche
parole Mike aveva portato via tutti i treni lasciando un misero biglietto anche
lì: "Non ce la facevo a vederli così sporchi e maltrattati, ora li curo
io. Li curerò con tanto amore, promesso. Firmato, Mike Dirnt".
- Billie,
dobbiamo riprenderci Mike! -
- Sì, ma non ora -
- E perché? -
- Perché adesso la
scrittrice deve preparare la valigia (sai, domani parte) e non ha tempo di fare
una cosa troppo lunga! -
- Allora che facciamo?
-
- Aspettiamo -
- Okay -
Fine.
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In effetti è vero ragazzi, domani parto e non potrò fare i
link sulla mia pagina e neppure aggiornare la storia. Ma non preoccupatevi:
torno a casa in treno *-* Che bello! Poi metto le foto del trenino che mi ha
portato a casuccia mia, ma adesso è arrivato il
momento dei ringraziamenti.
Voglio ringraziare… occhei, non c'è tempo, ciao!