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Autore: nimue89    22/08/2010    5 recensioni
Tutti, o quasi, siamo a conoscenza del fraterno e saldo rapporto che legava James Jhonatan Potter a Sirius Orion Black ... Come avrebbe reagito Sirius, trovando la porta di casa Potter squarciata e una sagoma a terra, immobile? Come avrebbe reagito alle onoranze funebri del proprio migliore amico?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A        Di solito non sono così cupa! Anzi, per niente! Mah, si vede che è un periodo un po’ così e … questa ideuzza mi ronzava in testa da un paio di giorni.

Mi ha sempre incuriosito la notte della morte di Lily e James, soprattutto (e per fortuna :-P) perché la Rowling non ha mai specificato come sono andate le cose e cos’ è successo subito dopo!

[Terrorizzata dall’ impotenza e dall’ orrore di perdere una persona a me cara … non so come farei senza i miei migliori amici!!!]

Spero vi piaccia e che vi commuova … come è stato per me scriverla!

 

 

 

 

Erano nella stanza di Sirius al secondo piano di Grimmauld Place,il silenzio della notte li circondava come un abbraccio.

Sdraiati sul grande letto a baldacchino nel bel mezzo della stanza stavano parlando del più e del meno, confortati dal calore reciproco e dalle loro dita che poco prima si erano mosse impercettibilmente e strette tra loro.

Intrecciate saldamente, come unico appiglio, per salvarli da quel baratro di ricordi e tristezza che si era aperto sotto di loro parlando del loro passato ad Hogwarts e di Harry che vi si trovava.

“Spero che mocciosus non gli renda la vita troppo difficile … o gliene farò pentire!”sussurrò il moro aspirando una boccata di fumo dalla sigaretta che teneva tra le dita della mano libera.

“Non ti sembra di essere diventato troppo grande per provare tutto questo rancore!??” chiese Remus, già rassegnato in partenza.

“Eih!Non sono io che ho cominciato e che me la prendo con i figli dei miei vecchi nemici!!”puntualizzò irritato il moro pensando a Piton.

“Mmhh… e questo non centra assolutamente nulla con il fatto che al sesto anno hai quasi cercato di ucciderlo!?”

“Uff Remy… ancora con questa storia? È stato solo un piccolo e assolutamente accidentale sbaglio!”cercò di sdrammatizzare Sirius, che ancora dopo tutti quegli anni non poteva far a meno di provare un viscerale senso di vergogna per quello che aveva fatto… soprattutto a Remus.

“Piccolo e accidentale … come no!”

“In ogni caso non dovrebbe prendersela con Harry!!”rispose convintissimo iper protettivo nei confronti del figlioccio.

“Ne tu , ne James hai tempi della scuola siete stati molto corretti con lui … anzi proprio per niente!Ha passato degli anni d’ inferno …” ammise il biondo, accoccolandosi sul suo petto

“Un vigliacco!Ecco cos’ è … non viene certo a prendersela con me … si rifà su poveri ragazzi indifesi sottomessi al suo potere da insegnante!” rispose il bel moro facendo scomparire la sigaretta con un fulmineo colpo di bacchetta.

“James gliel’ avrebbe fatta rimangiare quell’ aria da grand’ uomo, soprattutto nei confronti di Harry!” ridacchiò Sirius, accarezzando la schiena del biondo e affondando il mento tra i suoi soffici capelli per tenerlo stretto a se.

“Per non parlare di come avrebbe reagito Lily!”aggiunse Remus incapace di reprimere un sorriso al ricordo di come l’ amica si infiammava facilmente, quando le si toccavano Harry e James.

“Già!” convenne Sirius gelido.

Come al solito, quando le loro chiacchierate inevitabilmente li riportavano a Lily e James, Sirius agghiacciava … letteralmente.

A nulla era servito che Remus quell’anno gli ripetesse in continuazione che non era colpa sua.

Chiuso nel suo bozzolo di gelo e tormento, Sirius ritornava  a quella notte …

… quando aveva trovato la porta della loro casa a Godrichs Hollows squarciata.

Quando notando una sagoma scura immobile sul pavimento era crollato in ginocchio, le gambe tremanti incapace di sostenerlo oltre, accanto al corpo senza vita del suo migliore amico.

Riviveva ogni singolo istante di quando lo aveva girato sulla schiena, sperando fino all’ ultimo di sentirlo respirare, di poterlo salvare.

“Jamie … Jamie, no!Ti prego … ti prego svegliati …”

I begli occhi chiari, che per una vita si erano rivolti a lui, assieme a mille sorrisi quando gli confidava scherzando:

“Sei un grande Sir, come farei senza di te?”

Fissi, privi di quella scintilla malandrina e di ogni rimasuglio di vita.

E io?

James!Ci hai mai seriamente pensato?

Come farò dora in poi, senza di te?

 Era rimasto così, con il corpo di James tra le braccia,cercando disperatamente di rendersi conto che quello non era uno dei suoi soliti scherzi.

Non l’avrebbe mai più visto ridere, non avrebbe mia più bevuto una burro birra con lui in una asfissiante sera d’agosto davanti ad uno stupidissimo programma televisivo babbano, non lo avrebbe mai più abbracciato, saldo e caloroso quando qualsiasi stronzata nella sua fottutissima vita avrebbe minacciato di sommergerlo, non lo avrebbe mai più visto giocare con quel cazzutissimo boccino sperando di strappare ad Harry quei sorrisi mozzafiato, non lo avrebbe mai visto guardare Lily, come se ancora dopo quegli anni, fosse la cosa più bella che avesse mai visto.

Lacerato!

Il suo cuore era stato straziato dalla morte di Jamie e soprattutto dalla consapevolezza che lui, il suo migliore amico aveva avuto un ruolo di tremenda importanza in tutto questo.

Quando i soccorsi del S Mungo erano arrivati sul posto, avevano avuto qualche problema ad allontanare quel ragazzo distrutto dal corpo di una delle vittime.

Solo un pianto disperato di un neonato, in braccio ad un medico, riuscì per un attimo a distrarre Sirius incredulo che lo strappò letteralmente dalle braccia del medimago, per stringerlo forte al suo petto.

Il flash dei capelli rossi di Lily, che ricadevano dalla lettiga e dal lenzuolo bianco che la copriva interamente compreso il viso, lo costrinse ad indietreggiare, come se fosse stato colpito e ad appoggiarsi di peso all’ ambulanza per non cadere.

Dovette respirare a fondo e concentrarsi sul viso rosso e congestionato di Harry, che non riusciva a smettere di piangere, per non impazzire.

Un infermiera cercò di farsi consegnare il bimbo per accertarsi che stesse bene, notando una brutta cicatrice a forma di saetta sulla fronte del piccolo sopravvissuto.

Si oppose con fermezza, aggrappandosi disperatamente alla vita che animava Harry, così simile a lui … così simile a James, ma con gli occhi meravigliosi di Lily!

In un primo momento non riuscì a distinguere una sagoma scura  a causa delle lacrime che gli offuscavano la vista, ne riuscì a cogliere quello che l’ uomo davanti a lui gli stava dicendo …

 … “Sirius permetti ai medi maghi di controllare che Harry non sia ferito, te ne prego!Remus dovrebbe essere qui a momenti!”gli sussurrò dolcemente Albus Silente.

Il ragazzo permise al vecchio preside di prendere in braccio Harry.

Scorse con gli occhi ancora umidi, la miriade di soccorritori, che ora entravano e uscivano dalla casa di James come tante laboriose api.

Il suo sguardo scivolò fino alla cisterna dei pompieri magici, intercettando una figura famigliare che avanzava solitaria nella via, facendosi sempre più vicino.

Era lui!

Remus!

Una rabbia mai provata, lo riscosse e a lunghi passi si avvicinò al compagno.

“Cos’è successo Sirius? Dove sono Lily e James?” chiese terrorizzato il biondo annaspando nel fiatone.

Non gli rispose si limitò a colpirlo forte.

Remus barcollò, mentre lo zigomo colpito pulsava dolorosamente.

Voltò il viso nuovamente verso di lui, notando che il moro stava caricando un altro pugno.

Gli bloccò il polso prima di essere colpito nuovamente,afferrò anche l’altro e li incrociò tenendoseli saldamente stretti al proprio petto.

Sirius cercando di liberarsi gli urlava contro:

“DOVE SEI STATO? … DOVE CAZZO ERI QUANDO JAMES E LILY AVEVANO BISOGNO DI TE? … DOVE SEI STATO???”

Remus avvicinandosi al suo volto il più possibile per guardarlo negli occhi sussurrò:

“In missione per conto dell’ Ordine Sirius, COME TE!”

Fu come ricevere un colpo in pieno petto.

Era vero!Neanche lui era presente quando James e Lily avevano avuto bisogno!!

Come aveva potuto?

Come aveva potuto abbandonarli??

 

La rabbia scemò lentamente dal suo corpo, lasciandolo vuoto, a crollare troppo velocemente verso terra; solo le salde braccia di Remus gli impedirono di cadere rovinosamente sull’ asfalto della strada.

Non riusciva a cogliere più nulla in modo limpido e chiaro, perfino Remus che lo teneva abbracciato sembrava offuscato.

Solo una cosa era certa nella sua testa:

Era colpa sua!

Era colpa sua se Jamie  e Lily erano morti!!!

Sua e di quel fottutissimo Incanto Fidelius, che aveva squarciato il gruppo dei malandrini, saldo da dodici anni,in una sola notte!

Quella sua stupidissima idea di nominare Peter Minus, custode segreto!

Nessuno sano di mente lo avrebbe proposto!

Nessuno sano di mente lo avrebbe permesso!

Peter, piccolo, insignificante e viscido omuncolo, gli aveva traditi!

Aveva tradito i Malandrini, la sua famiglia.

Sirius non riusciva a crederci … poteva solo annaspare nel dolore, cercando di rimanere a galla, aggrappato a Remus!

 

 

Il giorno dopo si tennero i funerali.

Molti Auror del Ministero erano presenti,colleghi di James.

L’intero Ordine della Fenice.

Parecchi insegnanti e compagni di Hogwarts, si stringevano intorno alle famiglie disperate.

La cerimonia fu breve e commuovente.

Lily e James sarebbero stati deposti insieme, come fossero abbracciati!

Le belle e intarsiate bare magiche vennero posizionate per l’ultimo saluto.

I fiori,lanciati da amici e parenti caddero come pioggia su di loro.

Quando il ministro, pronunciò le ultime parole la madre di Lily si avvicinò lentamente, fece scivolare tra le dita quella terra fredda che avrebbe ricoperto per sempre la sua bambina.

Sorretta dal marito e da Petunia, si allontanò quel tanto per permettere agli altri di fare lo stesso.

Anche i parenti di James la imitarono.

Dopo pochi secondi un urlo li fermò!

“NO!”

Non si accorgevano che era tutto così sbagliato?

Come potevano farlo?

Non si rendevano conto di quello che voleva dire?

Un bel ragazzo moro, con meravigliosi e disperati occhi grigi, si lasciò cadere nella fossa accanto alla bara di legno pregiato.

Incurante che la terra bagnata sporcasse il suo completo,si mise tra James e i parenti per impedire che continuassero.

“No! … No … voi … non … potete … voi …” ripeteva il ragazzo allontanando con le mani e la manica della giacca la terra da sopra la bara.

Con un gesto meccanico della bacchetta riuscì ad aprire la cassa sigillata.

Accompagnato, dall’ urlo e singhiozzi dei parenti, aprì il coperchio, ricominciando a respirare solo quando vide James sdraiato nel velluto bianco.

Come potevano rassegnarsi così a non vederlo più?

Come potevano coprire la sua bara con della terra?

Come potevano permettere a quel coperchio di legno chiaro, sporcato di terra, di nascondere per sempre il volto di Jamie?

Si appoggiò stremato al bordo del feretro, i lunghi capelli scuri gli coprivano il bel viso in lacrime.

Non poteva lasciarlo andare!

Come avrebbe fatto ad andare avanti?

Incurante del borbottio del Ministro e dei suoi colleghi che ritenevano il suo comportamento inaccettabile, sfiorò con dita tremanti il profilo del viso sereno di quello che ormai era diventato un fratello.

Stringendo forte quelle mani intrecciate.

Sentendo dei rumori vicino a se, si voltò furioso, pronto ad affrontare chiunque avrebbe cercato di allontanarlo da li.

Notando il suo sguardo veemente, un paio di Auror che si erano avvicinati, indietreggiarono di colpo.

No!

Non poteva lasciarlo andare!

Non sarebbe riuscito a sopravvivere!

Sarebbe morto con lui!

Per chi altro valeva la pena vivere?

Come una risposta ai suoi pensieri, si trovò a fianco Remus, silenzioso e pacato come al solito.

Non intendeva allontanarlo da James, solo stargli a fianco e stringerlo.

“Sir … ascoltami … dobbiamo lasciarli andare, n …”

“No!”

“Sirius!Guardami!”Remus dolcemente ma fermo, prese il viso dell’ altro tra le mani, carezzandogli lievemente gli zigomi con i pollici, sperando di calmarlo un po’.

“No!Rem … Io .. N- non ce la faccio … Non … non posso lasciarlo andare!”singhiozzò inconsolabile il moro.

Nel frattempo Albus Silente, aveva calmato il Ministro, gli Auror e quasi tutti i partecipanti alla funzione.

Nel più completo silenzio, spezzato da qualche singhiozzo, il preside raggiunse i due ragazzi, incurante come il primo di sporcarsi la lunga tunica scura.

Non parlò, si avvicinò solo a Sirius ancora singhiozzante e aggrappato al biondo.

“Sir … c’è Harry! Dobbiamo pensare a lui adesso!Non possiamo lasciarlo solo di nuovo!”parlò pacato il licantropo.

Fu come aver preso la scossa!

Aveva lasciato solo James, quando più aveva avuto bisogno, non avrebbe commesso lo stesso sbaglio!

Non avrebbe lasciato Harry da solo!!

Remus lo abbracciava forte, con un braccio attorno alle sue spalle, per tenerselo contro al proprio petto e le dita intrecchiate a quei fini capelli scuri per cercare di soffocare i singhiozzi di Sirius sul proprio collo.

Il moro stringeva nei pugni la giacca del biondo sulla schiena, aggrappato convulsamente ad uno dei due, unici, motivi per cui viveva ancora.

Gli sembrava di non poter più smettere di piangere, agghiacciato dall’ impotenza più assoluta.

Lentamente Silente si avvicinò ancora, poggiandogli una mano sulla spalla, per chiedergli il tacito consenso di continuare la funzione.

Sirius scostò il viso dal caldo e protettivo collo dell’altro per guardarlo negli occhi ancora una volta, prima di voltarsi verso il preside ed annuire debolmente.

A quel gesto i presenti,sospirarono di sollievo aspettando che il licantropo e il preside scortassero quel ragazzo, completamente pazzo, lontano da li.

Si allontanarono di un poco, per permettere al moro di riprendersi.

Per il resto della funzione Sirius rimase abbracciato a Remus, di schiena, rifiutandosi di guardare il suo migliore amico inghiottito dalla terra.

Un paio di volte,fu tentato di girarsi per un attimo, ma il biondo che lo teneva strettamente abbracciato non glielo permise, carezzargli dolcemente una tempia con le labbra.

Incominciò a calmarsi e respirare meglio quando ormai gran parte dei presenti se n’ erano già andati; mentre il biondo,gli carezzava in ampi e lenti gesti la schiena per tranquillizzarlo.

“Ci sono Emily e Jhonatan!” gli sussurrò piano il biondo ad un orecchio.

Voltandosi e incontrando lo sguardo dei coniugi Potter, i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Aveva vissuto con loro per più di un anno, erano diventati una seconda famiglia per lui.

Come poteva guardarli negli occhi, consapevole di essere in parte responsabile della morte del loro unico figlio?

Come poteva guardarli negli occhi dopo quello che aveva appena combinato?

Emily gli si buttò tra le braccia, mentre lui costernato chiedeva ininterrottamente di scusarlo, per quello a cui avevano appena assistito; i coniugi Potter non vollero nemmeno sentirlo, limitandosi a stringerlo forte e a consolarlo.

Mentre, nonostante gli abbracci, rimaneva legato a Remus tramite le loro dita intrecciate strettamente!

 

Una delicatissima carezza al viso, lo riscosse dai suoi pensieri e lo riportò in quella stanza.

Dita intrecciate!

Proprio come in quel momento!

Remus lo guardava preoccupato, probabilmente ricordando esattamente quello che aveva ricordato lui.

“Torna qui, con me!”sussurrò il biondo piano, ma abbastanza da permettere all’ udito fino di Felpato di cogliere quella supplica.

Guardando Remus, non poté impedire ad un lieve sorriso di salirgli alle labbra.

“ Per dodici anni, ad Azkaban …” sussurrò il moro rabbrividendo al ricordo di quella prigione “ mi sono dimenticato dei veri motivi per cui sono sopravvissuto a tutto questo!Pensavo che fosse la vendetta a permettermi di arrancare           giorno dopo giorno in quell’ inferno … ,ma … ora dopo la morte di quel bastardo … mi sono reso conto che ho dimenticato due motivi fondamentali … per tutti questi anni sono stati lì, in fondo, dimenticati!!”

Remus si era alzato dal suo petto, appoggiandosi ad un gomito, per guardarlo attentamente negli occhi, aspettando pazientemente che finisse di parlare.

“Tu ed Harry!Siete le due uniche ragioni per cui non sono impazzito!Le mie due, uniche, ragioni di vita!”concluse il moro osservando gli occhi dorati dell’altro che si facevano sempre più lucidi.

Rimasero così abbracciati,aspettando il ritorno di Harry, per poter iniziare a ricostruire, finalmente, la propria vita!

Dopo tutto il dolore, la paura e quello che avevano affrontato, era il minimo che potevano desiderare!

  
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