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Autore: samek    23/08/2010    5 recensioni
Ovviamente, in quanto Purosangue e figlio di un’erborista, anche tu hai una certa conoscenza della fiorigrafia, ma non ti rendesti conto che si trattava di un codice segreto finché…
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: James Potter, Regulus Black, Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Harry Potter;

Fandom: Harry Potter;

Paring: Regulus/Sirius;

Rating: Pg;

Warning: Incest, Flash-fic, Fluff, Pre-Slash;

Beta: Narcissa63;

Summary: Ovviamente, in quanto Purosangue e figlio di un’erborista, anche tu hai una certa conoscenza della fiorigrafia, ma non ti rendesti conto che si trattava di un codice segreto finché…

Note: Non chiedetemi perché abbia scritto una Blackcest POV James, perché non ne ho idea O_O forse avevo bisogno dei suoi pregi: del suo spirito di osservazione: il suo amore per la trasgressione ed il suo affetto incondizionato per Sirius. O forse, semplicemente, James è il mio personaggio prezzemolo XD

 

DISCLAIMER: Solita storia, non mi appartengono, bla-bla-bla, non ci guadagno niente, bla-bla-bla.

 

 

Codice Segreto

 

E’ dal secondo anno che Sirius si siede sempre allo stesso posto, nell’aula di Pozioni. Pensavi fosse solo un capriccio, perché da lì può sonnecchiare impunemente o sabotare i filtri di Mocciosus quando ne ha voglia, ma poi ti sei accorto che ogni tanto su quel banco appare un fiore.

La prima volta ricordi che si trattava di un garofano rosa e lui lo aveva  accolto con un sorriso storto, che ti era parso per una metà rassegnato e per l’altra intenerito. In seguito ne apparvero altri, sempre diversi, così tanti che non li ricordi tutti: gladiolo, artemisia, dalia, cardo di Scozia…

Ovviamente, in quanto Purosangue e figlio di un’erborista, anche tu hai una certa conoscenza della fiorigrafia*, ma non ti rendesti conto che si trattava di un codice segreto, finché a fare la sua comparsa non fu un fiore di elleboro e Felpato scoppiò a ridere tanto fragorosamente da venire ripreso da Lumacorno.

«Pazzia?» gli domandasti perplesso, interpretando il significato di quel presente.

E Sirius annuì divertito, posando il volto su di una mano ed osservando i petali con un sorriso pigro. «Mi ha appena dato del coglione» spiegò, prima di soffocare un nuovo scroscio di risa.

Era curioso il fatto che il fiore non fosse mai lo stesso, ti chiedevi se la persona che glieli lasciava saccheggiasse le Serre per trovarli, ma poi ti accorgesti che il tuo migliore amico conosceva un incantesimo per materializzare i fiori – era dittamo quello che chiuse in un origami e spedì dall’altro lato della Sala Grande? – e con quello ricambiava ogni messaggio. Riflettendoci, ti rendesti conto che probabilmente lo conosceva sin da prima di entrare a Hogwarts, e sicuramente valeva anche per il destinatario del dono.

Eri convinto fossero i regali di un’ammiratrice, ma cominciasti a sospettare la vera identità del mittente solo all’inizio del vostro sesto anno, alla prima lezione di Pozioni dopo l’estate in cui Sirius si era trasferito a casa tua. Quando arrivaste, sul banco c’era una bocca di leone e lo sguardo di Felpato s’incupì, mentre la stritolava nel palmo sino a farsi sbiancare le nocche. Quello stesso giorno comprendesti che non sarebbero comparsi altri fiori.

In seguito, il tuo amico cominciò a saltare da un letto all’altro, seducendo ogni bipede degno di nota dell’intera scuola, con ancora più impegno di quanto facesse in precedenza. Eccesso di testosterone, diceva Remus. Bisogno d’amore, pensavi tu, perché hai sempre saputo che Sirius era costantemente alla ricerca d’affetto – di darne, quanto di riceverne – e quello era solo un modo per trovare la persona giusta per lui.

Non ti sarebbe sembrato strano se avesse deciso di cambiare banco, ma Sirius continuò a sedersi a quello con una sorta d’ostinata fedeltà. Chissà quante balle si raccontava per giustificare quell’abitudine… ma infine la sua costanza fu ricompensata.

E’ un fiore di viburno quello che, dopo un anno intero, si è presentato sul ripiano del suo solito tavolo. Felpato si è congelato non appena l’ha visto, salvo poi raccoglierlo frettolosamente ed esclamare: «Coprimi tu con Lumacorno!», prima di precipitarsi fuori dalla classe.

Non hai potuto fare a meno di seguirlo, e ti rendi conto di essere un vero idiota quando lo vedi raggiungere la classe del sesto anno Serpeverde – che ha sempre avuto lezione un’ora prima di voi, sin dal vostro secondo anno – ed afferrare il polso di suo fratello.

Come hai fatto a non capirlo prima? Ti chiedi distrattamente, mentre vedi gli occhi di Regulus Black sgranarsi e Sirius trasfigurare il viburno in un tulipano giallo.

C’è qualcosa di dolorosamente familiare nel sorriso storto che si dipinge sulle labbra sottili del più piccolo, quando accetta quel fiore.

 

FINE.

 

*La fiorigrafia non è altro che il linguaggio dei fiori. In ordine, quelli che trovate nel testo vogliono dire:

 

Garofano rosa – presenza.

Gladiolo – rispetto.

Artemisia – felicità, salute.

Dalia – riconoscenza.

Cardo di scozia – rivalsa.

Elleboro – pazzia.

Dittamo – amore dormiente.

Bocca di leone – indifferenza.

Viburno – muoio se mi trascuri.

Tulipano giallo – amore impossibile.

 

 

 

 

 

   
 
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