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Autore: EclipseOfHeart    24/08/2010    1 recensioni
Camminava lentamente nella neve, calibrando ogni passo per evitare di cadere o di scivolare sui tratti di strada ghiacciata. La testa era coperta da un cappellino bianco e il viso per metà dalla sciarpa azzurrina che le cingeva il collo. Gli occhi azzurri – quasi ghiaccio a causa di tutto quel bianco – guizzavano sulla strada per evitare eventuali ostacoli.Stava andando alla fontana.La voleva vedere ghiacciata e ricoperta dalla neve.
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nevicava

 

Nevicava.

 

 

Nevicava.

Oh, lei amava la neve. C’era un qualcosa di magico in quell’acqua ghiacciata che cadeva dal cielo nuvoloso. Magico e maledettamente triste.

Le emozioni suscitate sono soggettive, ma a lei non faceva che incutere tristezza. La sentiva, la palpava in ogni fiocco che cadeva.

Ogni fiocco che appena toccava terra moriva, cessava la sua danza angelica.

Le cose belle muoiono presto, come le farfalle. Faticano tutta l’esistenza quando sono bruchi e poi per riuscire a diventare farfalle, ma poi, una volta che posso librarsi nel cielo, incatenando ogni essere vivente con i colori delle loro ali, muoiono presto.

 

e come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose…

 

Ecco, sì, come diceva quella vecchia e bellissima canzone italiana.

Camminava lentamente nella neve, calibrando ogni passo per evitare di cadere o di scivolare sui tratti di strada ghiacciata. La testa era coperta da un cappellino bianco e il viso per metà dalla sciarpa azzurrina che le cingeva il collo. Gli occhi azzurri – quasi ghiaccio a causa di tutto quel bianco – guizzavano sulla strada per evitare eventuali ostacoli.

Stava andando alla fontana.

La voleva vedere ghiacciata e ricoperta dalla neve.

Non ci mise molto ad arrivarci, non era distante dalla sua casa. Quella casa così sola.

Arrivò davanti alla fontana, ovviamente spenta. Sembrava riflettere il bianco delle neve sul bianco della scultura. Arrivata lì aveva smesso di cadere la neve.

Era una banalissima fontana, non aveva nessun decoro particolare. Un unico spruzzo che usciva verso l’alto, bianca, senza neanche qualche disegno a decorarla.

Si sedette sul bordo e stette in silenzio ad osservarla.

Poco dopo sentì dei passi dietro di lei, non si girò per vedere chi era. Lo sapeva già.

- Nevica a Marzo. E’ raro. – le disse la persona che si stava avvicinando a lei.

Lei si girò e notò che portava un ombrello, per proteggersi dalla neve. Lei non ci aveva pensato.

- Non senti freddo? – insisté.

- No. Vai a casa, tornerò. Torno sempre. – rispose lei con quella sua voce così carica di gelo.

Lui, però, non si mosse.

- Posso aspettarti. -

- Non sei stufo? E’ tutta la vita che mi aspetti. –

Lui non le rispose. Osservandola le venivano in mente sempre le bambole di porcellana e non per la loro serafica bellezza – non solo – ma anche per al vacuità dei loro sguardi.

Osservala per bene una bambola di porcellana. E’ bellissima, ma i suoi occhi dipinti sono gelidi.

- Vai a casa, Matt. Ti ho detto che tornerò. -

- Vorrei che arrivasse la primavera, un giorno. Aspetto il primo fiore dopo tanto gelo. – le disse lui mentre cambiava direzione, per tornare indietro.

- Non so se arriverà. –

- Io aspetterò. –

Se ne andò, lei si girò e fu sul punto di seguirlo, di gridargli di aspettarla ma non lo fece.

Poi cominciò a nevicare.

 

 

Fine.

Non ho niente da dire su questa storia, spero vi piaccia.

Anzi, non lo so. Non so cosa vorrei che vi procurasse. Il verso è della canzone "Marinella" di Fabrizio De Andrè <3.

 

 

Marty De Nobili.

   
 
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