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Autore: Manu_Hikari    16/10/2005    5 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER FIFTEEN

 

 

 

 

 

DOMENICA SERA.

 

 

 

Mie sorrise con amarezza al suo riflesso nello specchio. Avrebbe dovuto essere allegra, stava per andare ad una festa, dopotutto. Eppure quel senso d’ansia non l’aveva abbandonata per tutto il giorno, non sapeva perché, ma quella serata si preannunciava non priva di colpi di scena. Sentiva che sarebbe successo qualcosa, lo sapeva.

Si guardò, inclinando leggermente il capo; ad un’ analisi superficiale, anche attenta, niente di storto. Aveva indossato un carinissimo abito azzurro dal modello coreano, scelto da Patty per il suo spacco vertiginoso; i liscissimi capelli scuri erano stati raccolti in due trecce che, invece di darle un tocco più soft, come voleva, avevano reso la sua figura ancora più provocante. Aveva messo i tacchi e si era leggermente truccata. Si sentiva decisamente come quando usciva dalle mani di uno stailyst; leggermente a disagio. Solo che, per sua sfortuna, non c’era un set su cui sfogarsi ad attenderla.
Mentre si metteva il gloss sulle labbra si sorprese a mordicchiarsele, come aveva fatto giorni prima quando era uscita con Ed e di nuovo, ossessivamente, quel maledetto pensiero si fece largo tra la sua mente, come un bull dozer avido di terra da scavare.  

Quelle mani, quelle grandi, calde mani avevano percorso il suo corpo, lasciando scie di fuoco che riaffioravano ora sulla sua pelle increspata da mille brividi. Le mani di Benji…le sentiva ancora lì e Mie ricordava esattamente, mentre li sfiorava, i punti esatti dove si erano posate, roventi, bramose, disperate. E di nuovo affiorò quel sapore, particolare, speziato, come di zenzero, si posò sulle sue labbra, ricordandole il tocco di quelle calde di Benji. ora poteva ammetterlo, si, perché non lasciarsi andare e distruggere, per qualche istante tutte le proprie inibizioni, perché non ammettere i propri desideri? Lei aveva continuato a desiderare, dal momento in cui Benji era uscito da quella porta, che tornasse indietro, se ne fregasse di quello che lei gli urlava contro e la baciasse ancora, che la facesse sentire viva, come non si sentiva ormai da tre anni…era una gioia intima e completa che solo stare con Benji poteva darle e lei non poteva avere. E non doveva desiderarla. Asciugò con un gesto veloce una lacrima birichina che le rigò una guancia, attenta a non sbavare il mascara; fu tutto inutile, quelle ritornarono.

 

 

Benji si guardò allo specchio, visibilmente perplesso. Sembrava quello che Dyana avrebbe definito un gran pezzo di figo, ma non era del tutto convinto dei suoi capelli. li teneva così spesso sotto un berretto che non era più abituato ad acconciarli. Ci passò le mani dentro più e più volte, ma con scarsi risultati, sembravano ignorarlo completamente.

“Prova con il berretto.” Disse una remota vocina nella sua testa. No. Pensò lui, non si addiceva ad una festa. “Prova.” Sentì ancora.

Prima che potesse rendersene conto la sua mano era corsa al cappellino gettato, poco prima, sul letto; lo indossò e fece qualche passo indietro per osservare l’insieme. Niente male, davvero niente male. Perché no, si disse e decise di lasciarlo lì dov’era. Anche se già si figurava  la faccia contrariata di Dyana, la sua accompagnatrice alla festa. Si sedette sul letto, mancavano ancora dieci minuti all’arrivo della ragazza.

Quella sera non si preannunciava affatto tranquilla, Dyana aveva insistito un po’ troppo che il ragazzo la invitasse, Benji era sicuro che avesse qualcosa in mente.e sapeva anche che, se voleva, sapeva essere molto persuasiva.

Ma ben presto le sue preoccupazioni si concentrarono su ben altro; il pensiero di quella sera gli portava ansia per ben altro motivo. Avrebbe parlato con Mie ad ogni costo, non avrebbe accettato nessun rifiuto, dovevano chiarire e avrebbero chiarito quella sera. L’avrebbe costretta fosse stato necessario, al diavolo le conseguenze. Nel peggiore dei casi sapeva che rischiava di non vederla mai più, e magari anche di prenderle da qualche fan imbufalito, ma meglio i rimorsi che i rimpianti; non voleva rischiare nemmeno di guardare indietro, in un futuro, e soffrire di non aver fatto nulla per non perderla.

Avevano perso già troppo di quelle carezze e di quei baci mai dati, di quelle parole non dette, di quei sentimenti non provati, uccisi sul nascere. Sapeva benissimo che in quel modo, giocando tutte le sue carte, rischiava di non provarli mai più, ma il rimorso di non aver tentato sarebbe stato un fantasma troppo duro da sopportare, in futuro.

Si stese completamente, allargando le braccia a croce, poi, lentamente, si portò le mani all’altezza del volto, fissandole intensamente; il suo cuore batteva ancora tanto forte da fargli male al solo pensiero che, qualche giorno prima, anche se per pochissimi istanti, l’aveva sentita di nuovo sua. Sentiva ancora il sangue andargli a fuoco, nelle vene. Ma riassaporò, oltre al sapore dolce e zuccherino delle sue labbra, il doloroso attimo in cui le labbra di Mie lo avevano rifiutato, lasciandolo senza respiro. Il cuore gli aveva fatto davvero male, come se una lancia l’avesse colpito.

Guardò l’orologio e si accorse, con uno sguardo orripilato, che le nove  e trenta erano passate da alcuni minuti; Dyana lo attendeva. Si alzò velocemente e si fiondò lungo le scale e i corridoi dell’albergo. Diretto verso la hall, non si accorse di aver sfiorato, al secondo piano, Ed che aveva un’aria alquanto nervosa.

 

Patty uscì dalla sua stanza e spiò il ballatoio del secondo piano, mentre si richiudeva la porta alle spalle; di Olly nemmeno l’ombra; erano le nove e trentacinque, quel benedetto ragazzo le avrebbe fatto venire un colpo, prima o poi, tutto quel nervosismo la uccideva. Accidenti a lui, perché diamine doveva portare così tanto ritardo? Anche per chiederle di mettersi insieme ci aveva messo sei anni! E ancora non si era deciso a baciarla! Persino Ed era arrivato, lo vedeva, davanti alla porta di Mie, poco più in là, bussare intimidito e nervoso. E lui, invece, lui, probabilmente, era il ragazzo più in ritardo in tutto l’ hotel, ben quindici minuti!

Passeggiando avanti e indietro sul ballatoio, finì col fermarsi davanti allo specchio; darsi un’ultima occhiatina, non avrebbe certo migliorato le cose, ma di sicuro non avrebbe fatto male. Non era bella come Mie, certo, ma con quella gonna nera e la maglia azzurra scollata, stava proprio bene, sembrava più grande e i tacchi alti la slanciavano. Si, andava tutto bene, sarebbe andato tutto bene quella sera, se lo sentiva. Poi non vide più nulla, sentiva solo due grandi mani premere sugli occhi e un intenso brivido correrle lungo la schiena. Rise divertita da quel gioco e sollevò le mani per sfiorare quelle del ragazzo alle sue spalle. «Olly! » disse dolcemente prima di voltarsi.

«Ti prego,  » Disse questi prima che la ragazza proferisse parola «perdonami, ci ho messo un po’ più del dovuto a prepararmi…lo sai, no? Sono un po’ narcisista! »

«Solo un po’? » ironizzò Patty ridendo « Su, forza, andiamo… gli altri sono già tutti di sotto… »  L’imbarazzo e il nervosismo erano solo un ricordo.

 

Mie entrò nella sala delle feste; era una stanza ampia e spaziosa di forma quadrata, circondata per due lati da un’ampia terrazzina alla quale si accedeva tramite grandi porte vetrate. La stanza era avvolta da una lieve musica e dalla semi oscurità, tagliata da grandi fasci di luce colorata, talmente luminosi che dovette strizzare gli occhi, perché irritati. In fondo, contro una parete, un lungo tavolo imbandito con un ricco buffet. Ma il suo stomaco ebbe una strana reazione, come se venisse strizzato quando, dall’altro lato della sala, scorse la figura di Benji, accanto al quale c’era Dyana. Indossava una maglietta azzurra su un paio di attillatissimi jeans che gli fasciavano i muscoli sodi. In testa il fidatissimo berretto. Era quello il segno che lo distingueva dagli altri, quello che le avrebbe permesso di distinguerlo da qualsiasi distanza. Non fu la bellezza estrema di quella sera a lasciarla lì, sull’entrata a fissarlo, ma la tremenda voglia di baciarlo ancora e di sentire il calore del suo abbraccio, ma nel contempo sapeva di dover sopire quei desideri tanto intensi  da provocarle un intenso dolore all’altezza della gola e farle pizzicare gli occhi. Prima che nuove lacrime le rigassero il volto, sciogliendole l’eye liner e il mascara, voltò lo sguardo e si allontanò, insieme a Ed, verso Mark, che li attendeva accanto al buffet.

 

 

Benji strinse il pungo della mano destra e si morse il labbro inferiore quando, alzando lo sguardo per l’ennesima volta verso l’entrata, vide finalmente Mie fare la sua entrata. Il cuore gli si fermò. Era bellissima quella sera, addirittura più bella che tutti gli altri giorni con quel look misto fra orientale e sexy. Trovò molto carine le trecce che le incorniciavano il viso. quel visino chiaro e dalle guance rosee che sembrava tanto triste quella sera, come se Mie fosse sul punto di piangere.

E provò un immenso desiderio di baciarla e cancellare quella tristezza dai suoi occhi scuri, la tristezza, si disse Benji, non le si addiceva. Gli ritornarono alla memoria i suoi sorrisi, illuminati da una luce magica, capace di irradiare tutt’intorno gioia e serenità; la sua risata argentina, che contagiava sempre tutti in poco tempo; e tutta la dolcezza in ogni suo sguardo, in ogni suo gesto, il serico candore della sua pelle, il sapore zuccherino delle sue labbra rosee. E non avrebbe voluto altro, solo riassaporarle ancora e sentirle sue davvero, senza veder svanire all’improvviso quella sensazione…

 

 

«Guardali… » Fece Patty a denti stretti dando un colpetto a Olly che le stringeva la mano. Quando ebbe l’attenzione del ragazzo gli indicò prima Mie, poi Benji. « Si stanno mangiando con gli occhi.  »

«Si amano, Patty, ormai è palese… ma tu conosci Mie forse anche meglio di me…l’aver visto il ruolo centrale che Benji ha assunto qui in Germania nella sua squadra, non aiuta di certo le cose. Ha avuto la prova che senza di lei Benji è arrivato qui, ha realizzato il suo sogno. »

«Non ci sono prove che Marshall avesse ragione; avrebbe potuto farcela anche restando insieme a Mie. » Ribatté cocciuta la ragazza.

«è vero. » Ammise Olly. « Ma Mie è irremovibile; pensa che sarebbe segno di immaturità non fare ciò che Marshall le disse allora. Ritornare con Benji significherebbe aver sofferto per nulla, in questi anni. Tuttavia… »

«Tuttavia? »

«…nel bene o nel male …Stasera si risolverà tutto, definitivamente. »

Patty si volse sorpresa in direzione del suo ragazzo «Come lo sai? »

Olly sorrise furbo, il volto tremendamente vicino a quello di Patty. « Me lo sento. Fidati di me…  » Non vi furono repliche. Un dolce bacio aveva unito le loro labbra.

 

 

 

 

 

 …To be continued

 

 

 

Come state raga! Finalmente ecco il nuovo cap! Lo so, vi sto facendo penare, ma c’è il 95% delle possibilità che il prossimo sia l’ultimo chap! Purtroppo sono impegnatissima con la scuola e non trovo mai un po’ di tempo! vi prometto che mi impegnerò moltissimo per postare la più presto. Intanto grazie a quelli che hanno commentato lo scorso capitolo e mi raccomando, continuate a farlo! ora vi lascio, Alla  prossima!

 

P.S: Sono super felicissima che EFP sia tornato, quando è scomparso per quei problemi stavo per rimanerci secca! Erika, se puoi sentirmi, sappi che ci tengo moltissimo al tuo sito, è bellissimo, da la possibilità a me, come a tanti altri, di esprimere i propri pensieri, grazie davvero!

  
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