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Autore: ImperialPair    25/08/2010    0 recensioni
Ero una ragazza come tante, non mi definivo bellissima, anzi c’erano persone che lo erano molto più di me. L’unica particolarità che avevo erano gli occhi, le iridi erano azzurre con contorni verdi. Per il resto avevo tratti comuni capelli castani e lunghi fino alla vita e un viso normale.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Death for love

Morte per amore

Prologo

Non avevo idea di cosa fosse l’amore. In vita mia non l’avevo ancora mai provato e un po’ avevo paura di amare. La maggior parte dei miei conoscenti soffriva per questo sentimento, alcuni erano stati lasciati, altri vivevano lontani, altri ancora erano morti.

Oltre all’amore mi spaventava l’idea di una mia probabile morte. Che cosa avrei provato sul punto di morire? Sarebbe stata doloro? Avrei potuto evitarla?

Non credo che avrei potuto provare una paura più forte di questa.

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Morte, morte, io ero nato per causare morte, il mio unico scopo nella vita era far morire persone, di qualsiasi età, non facevo differenza tra buoni, cattivi, killer o manici. Uccidevo tutti quelli che mi capitava di desiderare la morte, solo incrociando i loro sguardi, potevo uccidere chiunque, anche a 100 miglia di distanza, non uccidevo per capriccio o per divertimento, era nella mia natura di Shinigami, dio della morte, avevo il potere di uccidere chiunque, anche la donna più bella del mondo, o la più pura. Tutto questo era per la mia sopravvivenza.

Tutto quello che avevo, non mi soddisfaceva mai, volevo provare una cosa, che pochi Shinigami apprezzavano, il sentimento che gli umani chiamavano amore.

Capitolo uno parte A

Il mio nome è Ilaria Austin, almeno quello era il mio cognome all’anagrafe. Sono stata adottata da una coppia di coniugi Americani che non potevano avere figli.

Mi adottarono quando avevo tre mesi tramite un orfanotrofio italiano. I miei veri genitori dovevano essere italiani ma non avevano lasciato tracce sulla loro esistenza. Fui abbandonata il giorno stesso in cui nacqui.

Ero una ragazza come tante, non mi definivo bellissima, anzi c’erano persone che lo erano molto più di me. L’unica particolarità che avevo erano gli occhi, le iridi erano azzurre con contorni verdi. Per il resto avevo tratti comuni capelli castani e lunghi fino alla vita e un viso normale.

Mio padre adottivo morì in un incidente stradale , la nostra auto fu investita a un camion. Fortunatamente io e mia madre uscimmo illese, ma nostro padre morì sul colpo.

Qualche anno dopo mia madre conobbe un affascinante produttore musicale, di cinque anni più grande di lei, dai bellissimi e lunghi capelli biondi. Si chiamava Taylor Parker. Aveva divorziato dopo aver scoperto che sua moglie prima di conoscerlo si prostituiva. Aveva anche un figlio della mia età, Christopher, ma tutti lo chiamavano Chris. Era il mio migliore amico. Era davvero un bravissimo ragazzo, dolce gentile e protettivo, anche se dall’aspetto non sembrava. Indossava sempre abiti da rockettaro, si tingeva sempre i capelli di colore diverso, dalle svariate tonalità, rossi, viola, fucsia, verdi, blu, alle volte persino multicolor.

Nonostante tutto Chris era un bravo e caro ragazzo, lo conoscevo davvero bene, era il mio più fidato confidente, i miei segreti così come i suoi erano al sicuro.

Non si notava a prima vista ma Chris era gay. Non era effeminato e quindi se non lo si conosceva bene non si poteva sapere. Tutti in famiglia erano a conoscenza del suo orientamento sessuale e lo trattavano sempre come sempre, compresa me.

Chris non era il solo omosessuale che conoscevo, avevo anche una zia Judy che viveva in un’altra città.

Quel giorno io e mia madre adottiva avevamo preso l’aereo di ritorno per New York. Eravamo andate a trovare mia nonna e il nonno. Ogni tanto sapevamo che faceva piacere vederci. Erano davvero buoni e mi trattavano davvero come una loro nipote. Da piccola passavo sempre tanto tempo con loro soprattutto in estate, dove andavamo in vacanza.

Il nonno mi raccontava storie fantastiche sulla sua infanzia e la nonna m’insegnò tutto quello che conosceva, a cucinare, cucire, ricamare e tanto altro.

Mentre ci trovavamo nella piccola casa della nonna, il nonno morì improvvisamente senza una ragione precisa. Anche se aveva novantacinque anni, li portava benissimo e non aveva nessun tipo di malattia.

Restammo un mese a far compagnia alla nonna finché non tornò mia zia Judy, una donna bellissima che io invidiavo molto. Aveva un fisico perfetto sembrava quasi una modella con quei lunghi e ondulati capelli biondi platino e il suo fisico slanciato e snello. Anche se aveva un bell’aspetto, il suo carattere non era dei migliori. Irascibile, scontrosa, si arrabbiava per un nonnulla e ogni volta che le domandavamo della sua compagna, lei ci guardava storto.

C’era una cosa strana nella casa dei nonni, non mi sentivo al sicuro ero a disagio. Avvertivo la presenza di qualcuno che mi osservava ventiquattro ore su ventiquattro e l’aria era impressa di un orribile odore di morto marcio.

«Ilaria» mi chiamò dolcemente mia madre «Svegliati, stiamo per atterrare >

Mi strofinai dolcemente gli occhi per guardare bene il viso di mia madre, dolcissimo con quei capelli rossicci e quelle lentiggini sul viso.

«Siamo già? Arrivate?.»

«Quasi, fra un po’ atterremo»

Quando l’aereo si fermò, tutti passeggeri scesero dal veicolo volante, avviandosi verso l’entrata dell’aeroporto e tutti recuperarono le loro valige.

Il cielo per quanto limpide fosse vi ci avvertiva una forza ostile, un potere oscuro e spaventoso provenire dall’altro. Avevo paura che qualcosa potesse succedere da un momento all’altro, ma a parte sentire occhi che mi osservano insistentemente, non ci furono problemi.

Ad aspettarci all’uscita dell’aeroporto c’erano Taylor e Chris.

«Come state?.» domandò Taylor a mia madre

«Ora bene, è stato un lungo viaggio e siamo un po’ distrutte.» disse posando le valige nel bagagliaio dell’auto decapottabile del suo nuovo marito.

«E tua madre?.»

«Si è ripresa un po’ dopo l’arrivo di mia sorella. Avrei voluto portarla qui ma si è rifiutata dicendomi che desiderava morire nella cosa dove ha vissuto con suo marito >

«Avrei voluto aiutarla.»

«Ora c’è Judy con lei, starà bene.» sorrise dolcemente

Il sorriso di mia madre era bellissimo e faceva scomparire le mie preoccupazioni, quasi non mi resi conto della terribile sensazione che avvertivo nell’aria.

«Ehi Ilaria come va?.» chiese Chris dolcemente

«Bene.» sorrisi per nascondere la mia angoscia «E tu?>

Chris sembrava più sereno dell’ultima volta che l’avevo visto, per mesi e mesi stava un po’ male per la rottura con un ragazzo. L’aveva lasciato per un altro e non aveva retto. Ora di sicuro stava frequentando qualcuno.

«Io? Io sto bene….» sorrise

Salimmo in auto e ci sedemmo nei posti posteriori dell’auto.

«… sai… sto conoscendo una persona.»

«Davvero? Sono felice per te… e che tipo è? Siete innamorati?.»

«mmm… lui non so… ha detto che voleva divertirsi un po’ con me…

«Divertirsi? E a te sta bene?.»

Annuì «Akira mi ha aiutato molto… è riuscito a farmi dimenticare Adam… e incomincio ad innamorarmene sul serio… credo.»

«Se a te sta bene… non posso non appoggiarti… quando lo hai conosciuto?.»

«Nel parco vicino alla stazione… mi offrì una lattina di birra. Stavo girando alla ricerca d’ispirazione e proprio in quell’istante passò Adam col suo nuovo ragazzo. Io stavo ancora male per la rottura con lui e poi Akira mi tirò su il morale >

«Davvero? Ti ha fatto dimenticare Adam?.» chiesi stupita, nemmeno io ero riuscita a far nulla che ero la sua migliore amica. Akira doveva essere davvero un ragazzo speciale. «Toglimi una curiosità ha origini giapponesi?.»

«Si è giapponese, non mi ha voluto dire il motivo per cui è venuto a New York…» guardò il cielo sopra le nostre teste «Però anche se so che mi nasconde delle cose non posso far a meno d’innamorarmene .» tornò a fissarmi con il suo solito sorriso«E tu che mi dici di bello Ilaria? Hai conosciuto qualche ragazzo?.»

Diventai rossa come un peperone, Chris lo sapeva bene che io odiavo parlare di ragazzi se riguardava me.

«No… lo… sai… io… e i ragazzi… no…

«Capisco..»

Appoggiai leggermente la testa sulle spalle di Chris e cullata dal vento che smuoveva i miei capelli sul viso finii per l’addormentarmi immersa nel dolce profumo che sentii addosso al mio migliore amico.

La mattina seguente mi risvegliai sul mio letto con la giacca di pelle di Chris. Era stato lui a portarmi nella mia stanza? Chi altro avrebbe potuto farlo?

Mi guardai intorno era da parecchio che vedevo la mia camera, mi era mancata molto. L’enorme letto ad acqua morbidissimo, la finestra luminosa che si affacciava sulla strada, la mia scrivania con il computer portatile, i raccoglitori dove avevo tutti i miei disegni, e le bozze dei fumetti che avevo intenzione di finire, la libreria con tutti i miei cd dvd, libri e i miei amati manga.

Appena mi resi conto dell’ora tarda, era quasi ora di pranzo. Mi diressi subito in bagno con gli abiti puliti, una maglia e un pantalone presi a caso dall’armadio. Non badavo molto a come mi vestivo o alle varie combinazioni non badavo molto al mio aspetto.

Dovevo essere stanca se avevo dormito per più di dieci ore di fila.

Dopo essermi cambiata scesi in cucina, sentivo l’odore della pasta cucinata dalla mamma. Era brava a cucinare piatti Italiani, forse lo faceva per me perché sapeva che io ero legata al quel Paese.

«Pasta col sugo….» disse Taylor sedendosi al suo posto «mi è mancata la tua cucina, Grace. Da quanto sei partita, Chris ed io abbiamo fatto l’abbonamento alla rosticceria >

«Sono contenta che ti piaccia la mia cucina.» disse sorridendo, «Senza di me sei perso.

«Già.»

Mia madre era più solare e sera, quando papà era morto, era entrata in una brutta depressione. Io ero piccola e non potevo fare nulla per lei. Non avevo ricordi chiari a parte il volto di mia madre con occhi spenti che guardava sempre nel vuoto.

Decisi di non interromperli, era da troppo tempo che non si vedevano e volevo lasciarli un po’ da soli.

Mentre mangiavo sul mio cellulare, arrivò un sms dalla mai migliore amica Jessica. La conoscevo dai tempi delle elementari, siamo andate insieme anche al liceo. Era una bellissima ragazza dai lunghi e riccissimi capelli biondi, gli occhi erano di una bellissima tonalità di verde, tendevano quasi al giallo. Era alta e magra, era solo corporatura e metabolismo non conoscevo nessuno che mangiava quanto lei. La invidiavo molto per questo.

Ilaria,so che sei appena tornata ma ho una cosa importate da dirti puoi venire a casa mia?”

Appena finii di leggerlo, salutai mamma e Taylor e uscii fuori andando al garage a prendere il mio scooter Kira. Eh già ero così stupida da dare il nome di un personaggio di un anime ad un veicolo. Appena me lo regalarono, mi fece pensare al quaderno di Light Yagami, era completamente nero e quindi decisi di dargli quel nome. Per renderlo personale incollai anche la K simbolo del personaggio di Death Note.

Presi il casco e avviai lo scooter. La casa di Jessica distava circa venti minuti dalla mia, prima che mia madre si sposasse con Taylor vivevamo abbastanza vicine.

Mentre viaggiavo l’aria s’impresse di quel terribile odore di morto marcio che avevo sentito per tutti il tempo a casa della nonna, era insopportabile e soffocante. Avevo un brutto presentimento, avvertivo una sensazione strana sensazione. Sentivo come se mi aspettasse il vuoto.

Cercai di non pensare a nulla se non contrarmi sulla strada. Guardavo i passanti attentamente stando attenta a non investire nessun passante. La mia concentrazione non servì a nulla quella sensazione non scomparve.

Mentre passavo con Light vicino alla casa discografica dove lavorare Taylor, intravidi Chris che salutava un alto ragazzo sui venticinque anni circa, dai lunghi capelli neri. Doveva essere il ragazzo di cui mi aveva parlato la giornata precedente.

Era un bel ragazzo ed ero felice per lui, ma così su due piedi Akira non mi convinse troppo sentivo che aveva qualcosa di strano. Forse era solo la mia immaginazione.

Li lasciai stare, e continuai la mia guida calma e sicura.

Circa dieci minuti arrivai al parcheggio che precedeva la casa di Jessica, c’era l’auto del suo ragazzo Paul. Era un aspirante scrittore di venticinque anni, aveva tre anni più della mia amica. Aveva origini Italiane come, infatti, il suo vero nome è Paolo ma tutto lo chiamavo in quel modo. Era altissimo, superava quasi il metro e novanta a parte quello era un tipo comune ne troppo bello ne troppo brutto, ma era simpaticissimo ed era bravissimo a raccontare storielle divertenti. Aveva occhi di un comunissimo castano e no aveva più i capelli.

Immaginai il motivo per cui mi avesse chiamata, Paul aveva chiesto a Jessica di sposarlo e lei voleva mostrarmi il suo anello di fidanzamento. Non avevo idea se la mia ipotesi fosse giusta o meno.

Suonai il campanello, Jessica mi accolse a casa sua con un bellissimo sorriso.

«Ilaria bentornata»

«Grazie… Jessica ti vedo più raggiante è successo qualcosa di bello?.»

«Si Paul… Paul… lui ha firmato un grosso contratto con una casa editrice per il suo romanzo horror… gli hanno dato un favoloso assegno… e… e mi ha regalato questo.» disse facendomi vedere il suo scintillante anello.

Era un anello stupendo, di oro bianco con diamanti incastonati attorno ad una pietra con un colore simile ai suoi occhi.

«È stupendo.» disse estasiata «A quando le nozze?.»

«Non lo so, forse l’anno prossimo.»

«Sono felice per te.»

«Grazie mille.»

Ero davvero felice per Jessica, sposarsi era la cosa che desiderava di più da quando era piccola e voleva che io le disegnassi un abito tutto per lei. Io l’avrei fatto volentieri.

Feci per abbracciarla, ma improvvisamente sentii una strana sensazione, la mia anima sembrava volermi uscire dal corpo. Sentivo un forte dolore al petto, e la testa mi scoppiava, vedevo tutto sfuocato. Stavo forse per morire?

NOTE

Avevo già pubblicato il prologo di questa storia ma l’ho eliminata per correggerla e l’ho unito alla prima parte del primo capitolo.

Ogni capitolo sarà diviso due parti per spiegare tutti i punti di vista dei due protagonisti.

Spero vi piaccia.

Il font per il titolo http://www.dafont.com/celtic-garamond-2nd.font

 

 

   
 
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