Prologo.
Uno
dei pochi momenti belli quando non c’è nulla di eccitante da fare, è l’arrivo
della sera. Il sole è appena calato e la notte è appena iniziata, lasciandoti
tutti il tempo per trovare qualcosa di veramente divertente da fare.
Eric
sospirò pesantemente ed appoggiò la testa al finestrino del tram. Ma quanto ci
metteva Pam con quell’umano? Non era neanche
attraente, la preferiva quanto giocava con le umane carine, almeno lui poteva
eccitarsi a guardare, ma con gli uomini… Sbuffò ancora, avrebbe dovuto negarle
quel piacere e portarsela dietro, d'altronde avevano un importante faccenda da sbrigare.
Ed eccolo il problema: la faccenda da sbrigare. Doveva incontrarsi con
un’antipatica vampira vecchia più di lui, che se la tirava e si dava tante di
quelle arie da fargli venire il voltastomaco.
In
quel momento l’affascinante vampiro Eric Northman giurò a se stesso che se Pam non l’avesse raggiunto in tempo, lasciandolo andare
all’appuntamento da solo, l’avrebbe appesa a testa in giù ad un albero,
lasciandola bruciare al sole.
Sai che non lo farai… canticchiò una
vocina dentro di lui. Per quando Pam fosse pigra,
irritante e superba, era la sua serva più devota e fedele, oltre che un’amica
fidata. Come al solito gli avrebbe perdonato anche l’ennesimo capriccio. Donne!
Ma come gli era venuto in mente di trasformare una donna? Non era meglio
sperimentare l’emozione di essere un creatore con un ragazzino inesperto o con
un’ochetta qualunque? Ma Pam aveva avuto la fortuna
di incontrarlo e di essere scelta, Pam era davvero
importante per lui. Lo era sempre stata.
Proprio
quando stava per rimettersi a sospirare dalla noia, il tram frenò
bruscamente costringendolo ad accorgersi
di due occhi scuri che lo fissavano. In una delle file di sedili rivolte
all’indietro, sedeva una ragazza che non arrivava sicuramente ai vent’anni.
Dire che era bella sarebbe stato a dir poco riduttivo, e lui di bellezze ne
aveva viste parecchie. Era semplice, abbronzata, minuta e avvolta in un
cappotto bianco morbido. I suoi capelli erano un manto di seta nera che le
accarezzava le esili spalle, le labbra sottili e corrucciate come quelle di una
bambina. Ma la cosa sorprendente era l’intensità con cui lo stava fissando, con
quegli occhi scuri e profondi come un abisso. Sembrava offesa e stupita al
tempo stesso, forse era in trance e non si era accorta di dove guardavano i
suoi occhi. Lo sapeva quella ragazzina che stava fissando un vampiro?
Poco dopo, quasi gli avesse letto nel pensiero, sussultò e si voltò a
guardare fuori dal finestrino come se nulla fosse successo.
L’occhi attendo di Eric colse immediatamente il rossore che le imporporò
le guance, ed ovviamente, quell’eccesso di sangue, stuzzicò piacevolmente la
sua sete. Il vampiro sorrise malignamente mentre distoglieva lo sguardo dalla
giovane mal capitata.
-Hai sete?- Gli chiese la vocina nella
sua testa.
Sì, diamine, l’agitazione per l’incontro con
quella vecchia strega mi aveva chiuso lo stomaco!
-E la ragazzina ti piace?-
Eric sorrise tra se e se.
-Ed è tutta sola…-
Che gentiluomo sarei se non le facessi
compagnia?…
Proprio
in quel momento il tram si fermò e la ragazza scese alla fermata. Eric si alzò
e la seguì nel buio di un vicolo.
Purtroppo Eric non riuscì a cibarsi subito della preda appena trovata,
poiché questa entrò in un locale e, dallevoci che
sentì provenire dall’esterno, capì che la ragazza era una cameriera.
Sospirando
pensò bene di girare sui tacchi e andarsene in cerca di un’altra preda, ma la
vocina tornò a farsi sentire.
Da quando ti sei rammollito così? Dov’è
finito il cacciatore?
Denti
bianchi e perfetti scintillarono pericolosamente nel buio. Il vampiro entrò a
passo sicuro nel locale, avrebbe aspettato che la ragazzina finisse di lavorare
e poi… Mentre la sete aumentava, vide la ragazza ferma al banco voltarsi verso
di lui. Quando lo vide sorrise in un modo talmente radioso che Eric pensò che
fosse lei ad illuminare la stanza.
Era
davvero molto bella la sua preda, con il viso grazioso e delicato, la pelle
dorata e gli occhi incantevoli. Erano due perle nere attorniate da lunghe
ciglia nere. Ora che ci faceva caso i suoi capelli non erano neri, ma di una
sfumatura molto scura di castano. Il corpo era esile ma con delicate curve al
posto giusto. Vestiva con un caldo maglioncino bianco e una gonna lunga fino al
ginocchio a pieghe nera.
Quando la ragazza distolse imbarazzata lo sguardo, con ancora quel
sorriso magnifico intrappolato fra le labbra sottili, Eric si avviò ad un
tavolo e, mentre di sedeva, si tastò con la punta della lingua i canini
pulsanti.
Stava morendo di sete.
La
ragazza si avvinò ad un tavolo per prendere l’orinazione di una coppia di
clienti. Evidentemente li conosceva, perché mentre scriveva sul suo taccuino,
regalava sorrisi raggianti. A volte sembrava imbarazzata, incavava la testa
nelle spalle e arrossiva. La donna seduta le accarezzò i capelli liscissimi
facendole un complimento e la ragazzina sorrise come una bambina, mentre i suoi
occhi si chiudevano appena permettendo alle lunghe ciglia di sfiorarle gli
zigomi delicati.
Eric dovette serrare le mani attorno al tavolo, la voglia di morderla
diventava impossibile da controllare, i canini gli si erano già allungati in
bocca e aveva dovuto ritrarli a forza. Era un sensazione odiosa. Ma l’attesa sapeva
anche essere estremamente eccitante.
Oh piccola vedrai, sarò delicato con te…
pensò con un sorriso sinistro, mentre osservava quel corpo magro ed invitante
aggirarsi fra i tavoli.
-Cosa
le porto, signor Eric Northman?- chiese improvvisamente una voce cristallina,
acuta come il tintinnio di campanellini, ma piacevole come una ninnananna.
Eric si voltò di scatto, si era distratto un attimo e non si era accorto
che la sua preda si era avvicinata al suo tavolo. A dire il vero si ci era
tranquillamente appoggiata e adesso era proprio davanti a lui. Il suo odore
dolce di cannella e fragoline di bosco lo mandò in estasi per qualche istante,
me non riuscì a dimenticare ciò che aveva sentito.
-Cosa ha detto?- le chiese inarcando le sopracciglia e fissandola con
serietà.
-Cosa le porto?- rispose lei facendo spallucce e guardandolo come se
fosse un impedito.
-Non quello, il resto-
La
ragazza spalancò gli occhi e parve scusarsi con un gesto della mano per non
aver capito subito, poi lo guardò intensamente e, piegando da un lato la testa,
gli sorrise in quel suo modo raggiante, guardandolo dritto negli occhi. –Eric Northman-
Eric
rimase ammaliato da quelle labbra sottili che si erano mosse per citare il suo
nome. Dovette deglutire e serrare le labbra per tenere a bada i canini ormai
dolenti dal desiderio di conficcarsi in quella pelle abbronzata. Poteva già
cogliere la vena pulsante del collo.
-Ci
conosciamo?- riuscì a dire con voce rauca per la sete.
-Certo
che no!- canticchiò la giovane, facendo spallucce e guardando altrove
-E
allora come conosce il mio nome?- le chiese ammaliante, guardandola negli occhi
e mostrandole il sorriso più seducente che conosceva. Ne aveva stese di
fanciulle indifese con quel sorriso! Senza parlare di quanti cuori spezzava
ogni volta che faceva ondeggiare i suoi bellissimi capelli biondi, un po’
troppo lunghi per un uomo, ma dannatamente sexy.
-Se
glielo dicessi, non mi crederebbe…-
-Mettimi alla prova-
La
ragazza sopirò e lo guardò intensamente, senza la benché minima traccia di
paura, era seria e bellissima, i suoi occhi neri era un vero incanto. –L’ho
sognata-
Eric sorrise passandosi la lingua sui canini, sensuale ed arrogante. –Ed
è stato bello questo suo sogno, signorina?-
La
ragazza lo guardò in silenzio per qualche altro secondo, poi sorrise
arricciando le labbra e con un sospirò torno a guardare il suo taccuino pronta
a scrivere. –Allora, cosa le porto?-
-È
un vero peccato che lei non sia sul menù, signorina…- Rispose Eric, sfrontato,
squadrandola da capo a piede con evidente bramosia.
La
ragazza mise via il quadernetto e lo guardò poggiandosi una mano sul fianco
mentre con l’altra si ravviava i lunghi capelli scuri. Gli fece gli occhi dolci
e si finse serie. –Ma io sono una brava ragazza, signor Northman…-
I
due si sorrisero.
Povera piccola, deliziosa, ingenua. Credeva che volesse approfittare di
lei come fanno gli umani, non immaginava che lui volesse letteralmente cibarsi
di lei.
-Mi
scusi un attimo- gli disse, avviandosi verso l’uomo che l’aveva chiamata,
probabilmente il suo capo.
-Aspetto
te per l’ordinazione, non voglio nessun’altra- L’avvertì voltandosi per
guardarla.
Anche la giovane si voltò e gli sorrise deliziosamente, arrossendo.
-Non ti piacerà la ragazzina, spero!- disse una voce di donna.
Eric sbuffò profondamente e si voltò con estrema lentezza. –Ti sei
divertita con il tuo umano, Pam?-
-Oh
sì, era delizioso!- rispose la donna bionda comodamente seduta al tavolo, di
fronte a lui.
Eric non sorrise per nulla, al contrario si fece serio guardandola negli
occhi. –E ti rendi conto di essere in ritardo?-
Pam alzò le sopracciglia con stupore. –Ritardo? Ma se ti
stai divertendo, sei nel pieno di una caccia vecchio stile proprio come
piacciono e te!-
Eric non cambiò sguardo. –Ti rendi conto che un giorno o l’altro potrei
fartela pagare per questa tua insolenza?-
-Si
certo, come no!- fece la donna annoiata.
Eric
sorrise divertito mostrando i denti affilati, poi si voltò in cerca della sua
preda.
-Dico
sul serio.- lo richiamò Pam –Di solito ti piacciono
le donne mature, quelle belle formose non più giovanissime. Lei è troppo
semplice per te!-
Eric si voltò con un sorrisino arrogante e la testa leggermente curvata.
In silenzio.
Pam sospirò, spolverò distrattamente il suo vestito blu
notte costosissimo e alzò gli occhi verso la ragazza. –Per essere bella è
bella, comunque-
Il
sorriso glorioso di Eric si ampliò.
-Come sarebbe a dire? Non puoi dirmi di tornare a casa prima oggi, solo
perché quel vecchio bifolco ce l’ha con me!- disse una voce femminile che Eric
conosceva.
-Mi
dispiace, ho le mani legate- disse un uomo all’improvviso, senza sapere che
l’udito finissimo di due vampiri stava intercettando la sua conversazione.
-Quel vecchio vale più di me?-
-Quel vecchio è un ricco cliente fisso. Non te la prendere, sei sempre
la mia dipendente preferita, che ti costa andare a casa un po’ prima oggi?-
-Mi
costa, invece!- sbottò lei, voltandosi e dirigendosi a grandi passi verso
l’uscita.
Eric la guardò intensamente mentre si rimetteva il cappotto bianco e
usciva dal locale.
-Se
non ti sbrighi ci rimetti la cena…- Lo avvisò Pam,
con la solita vocina altezzosa.
Il
vampiro le mostrò i canini già pronti a colpire, e con eleganza si alzò per
seguire la sua preda. Adesso non aveva scampo.
Quando uscì seguì il delizioso odore della ragazza fino al retro buio e
freddo, da lì si vedeva la strada principale, ma era lontana. In quello spiazzo
vuoto non c’era nessuno, e la sua preda camminava velocemente stretta nel suo
cappotto e a testa bassa.
Proprio quando il vampiro stava per avanzare, qualcuno corse verso di
lei sbucando fuori dal buio.
-Sei
qui, lurida schifosa!- era un ragazzo alto e muscoloso che spintonò
violentemente la ragazza, che per miracolo non cadde a terra.
-Michael! Cosa ti è preso?- strillò lei.
-Mi
vergogno di avere una sorella come te. Sei un mostro!-
Eric vide la ragazza serrare le labbra e trattenere le lacrime. –Non è
vero… sei crudele- gemette.
-Vedi sempre tutto in anticipo, ma quelle che vedi sono solo disgrazie!-
-Non è colpa mia, ho detto che la mamma se ne sarebbe andata di casa, lo
stupido sei stato tu a non credermi!-
-Ma
hai detto a papà ciò che avevi visto, lui si è arrabbiato con la mamma ed è
stato per questo che lei se ne è andata! È stata tutta colpa tua!-
I
singhiozzii della giovane aumentarono, si coprì il volto con le mani.
-Strega!-
-Ed
è stata colpa mia anche quanto Kate ti ha lasciato?- chiese con improvvisa
autorevolezza.
Michael l’afferrò dalle spalle e la strattonò con violenza. –Sì,
maledetta. Le dicevi cose che non avresti mai dovuto sapere!-
-La
tua è solo invidia!-
Il
ragazzo la lasciò bruscamente andare come se si fosse scottato. –Cosa?-
-Hai sentito benissimo: sei invidioso! Non hai mai accettato il fatto
che papà si vantasse con i suoi colleghi di avere una figlia speciale, mentre
di te non poteva fare altro che dire che sei soltanto un fallito!-
-Ora basta, strega!- urlò il ragazzo, dandole un potente spintone.
Il
corpo fragile ed esile della giovane barcollò facendola scivolare su di una
pozzanghera. Fatalità volle che urtò con la schiena contro una vecchia recinzione
arrugginita. Dal sangue che colava lungo la schiena di sua sorella, Michael
capì che era stata trafitta da un’asta di ferro, che ora era sporca di sangue.
La
ragazza barcollò verso di lui, poi cadde a terra fino a distendersi
completamente al suolo con il volto verso il cielo buio e privo di stelle.
-Cazzo!- sussurrò Michael, si passò un mano fra i capelli e terrorizzato corse via.
Inutile dire che il ragazzo non poté andare lontano, poiché una sagoma
nera si abbatté su di lui spezzandogli di netto l’osso del collo. Eric fece una
smorfia, il sangue di quel lurido individuo non meritava di essere bevuto. Il
vampiro tornò sui suoi passi e, inginocchiandosi, rimase a guardare il viso di
quella ragazza dal sorriso dolce capace di scaldare perfino il suo cuore
immobile. Quella ragazza che lo aveva guardato negli occhi senza timore, che
aveva saputo rispondergli a tono, che era arrossita per lui, che lo aveva
ammaliato e poi sorpreso, era la stessa che adesso giaceva al suolo in una
pozza di sangue. Il cappotto bianco era macchiato di rosso e un rivolo le imbrattava
le labbra sottili e seducenti, colando lungo la guancia delicata. Gli occhi
incantevoli erano chiusi e il volto piegato da un lato.
Eric le passò una mano dietro la nuca sollevandola, poi le mise l’altra
mano dietro la schiena per sorreggerla.
-Mi
senti?- sussurrò.
Le
palpebre della ragazza tremarono appena prima di aprirsi. Quelle iridi di
cioccolato si fissarono in quelle ghiacciate del vampiro.
-Io
posso salvarti. Posso darti la vita eterna- Spiegò lui, la voce suadente.
La
ragazza non parlò ma non smise di ricambiare il suo sguardo.
-In
cambio, però, tu mi apparterrai. Sarò il tuo unico signore, mi sarai per sempre
fedele e devota. Per sempre mia-
Le
palpebre della giovane si chiusero e si riaprirono come un battito di ciglia ed
Eric capì che si trattava della sua risposta. Sorrise assetato e soddisfatto
mentre i suoi canini si allungavano. Si chinò su di lei mentre questa chiudeva
gli occhi e si abbandonava completamente a lui.
Non temere mia piccola veggente, sarà solo
un lungo sogno e, quando ti sveglierai, sarà tutto diverso.
Pensò,
mentre si chinava su di lei affondando con insolita delicatezza le zanne nella
gola tenera.
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Grazie a chi ha letto, spero vi piaccia. Agli amanti della vera storia dico di non preoccuparsi perché ci saranno capitoli con ciò che è accaduto nelle puntate.
Grazie ancora, spero vogliate recensire.