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Autore: Kaimy_11    25/08/2010    4 recensioni
[Dal prologo] Il vampiro tornò sui suoi passi e, inginocchiandosi, rimase a guardare il viso di quella ragazza dal sorriso dolce capace di scaldare perfino il suo cuore immobile. Quella ragazza che lo aveva guardato negli occhi senza timore, che aveva saputo rispondergli a tono, che era arrossita per lui, che lo aveva ammaliato e poi sorpreso, era la stessa che adesso giaceva al suolo in una pozza di sangue. -Mi senti?- sussurrò. Le palpebre della ragazza tremarono appena prima di aprirsi. Quelle iridi di cioccolato si fissarono in quelle ghiacciate del vampiro. -Io posso salvarti. Posso darti la vita eterna- Spiegò lui, la voce suadente. -In cambio, però, tu mi apparterrai. Sarò il tuo unico signore, mi sarai per sempre fedele e devota. Per sempre mia.- Le palpebre della giovane si chiusero e si riaprirono come un battito di ciglia, ed Eric capì che si trattava della sua risposta. Sorrise assetato e soddisfatto mentre i suoi canini si allungavano. Si chinò su di lei mentre questa chiudeva gli occhi e si abbandonava completamente a lui. “Non temere mia piccola veggente, sarà solo un lungo sogno e, quando ti sveglierai, sarà tutto diverso.” [Eric, Pam e una nuova vampira vegetariana! Piccole scene di vita quotidiana che seguono il reale corso della storia e gli incontri con Sookie e Bill, visti da un punto di vista diverso]
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Uno dei pochi momenti belli quando non c’è nulla di eccitante da fare, è l’arrivo della sera

Prologo.

 

 

 

 

   Uno dei pochi momenti belli quando non c’è nulla di eccitante da fare, è l’arrivo della sera. Il sole è appena calato e la notte è appena iniziata, lasciandoti tutti il tempo per trovare qualcosa di veramente divertente da fare.

    Eric sospirò pesantemente ed appoggiò la testa al finestrino del tram. Ma quanto ci metteva Pam con quell’umano? Non era neanche attraente, la preferiva quanto giocava con le umane carine, almeno lui poteva eccitarsi a guardare, ma con gli uomini… Sbuffò ancora, avrebbe dovuto negarle quel piacere e portarsela dietro, d'altronde avevano un importante faccenda da sbrigare. Ed eccolo il problema: la faccenda da sbrigare. Doveva incontrarsi con un’antipatica vampira vecchia più di lui, che se la tirava e si dava tante di quelle arie da fargli venire il voltastomaco.

    In quel momento l’affascinante vampiro Eric Northman giurò a se stesso che se Pam non l’avesse raggiunto in tempo, lasciandolo andare all’appuntamento da solo, l’avrebbe appesa a testa in giù ad un albero, lasciandola bruciare al sole.

    Sai che non lo farai… canticchiò una vocina dentro di lui. Per quando Pam fosse pigra, irritante e superba, era la sua serva più devota e fedele, oltre che un’amica fidata. Come al solito gli avrebbe perdonato anche l’ennesimo capriccio. Donne! Ma come gli era venuto in mente di trasformare una donna? Non era meglio sperimentare l’emozione di essere un creatore con un ragazzino inesperto o con un’ochetta qualunque? Ma Pam aveva avuto la fortuna di incontrarlo e di essere scelta, Pam era davvero importante per lui. Lo era sempre stata.

    Proprio quando stava per rimettersi a sospirare dalla noia, il tram frenò bruscamente  costringendolo ad accorgersi di due occhi scuri che lo fissavano. In una delle file di sedili rivolte all’indietro, sedeva una ragazza che non arrivava sicuramente ai vent’anni. Dire che era bella sarebbe stato a dir poco riduttivo, e lui di bellezze ne aveva viste parecchie. Era semplice, abbronzata, minuta e avvolta in un cappotto bianco morbido. I suoi capelli erano un manto di seta nera che le accarezzava le esili spalle, le labbra sottili e corrucciate come quelle di una bambina. Ma la cosa sorprendente era l’intensità con cui lo stava fissando, con quegli occhi scuri e profondi come un abisso. Sembrava offesa e stupita al tempo stesso, forse era in trance e non si era accorta di dove guardavano i suoi occhi. Lo sapeva quella ragazzina che stava fissando un vampiro?

   Poco dopo, quasi gli avesse letto nel pensiero, sussultò e si voltò a guardare fuori dal finestrino come se nulla fosse successo.

   L’occhi attendo di Eric colse immediatamente il rossore che le imporporò le guance, ed ovviamente, quell’eccesso di sangue, stuzzicò piacevolmente la sua sete. Il vampiro sorrise malignamente mentre distoglieva lo sguardo dalla giovane mal capitata.

   -Hai sete?- Gli chiese la vocina nella sua testa.

  Sì, diamine, l’agitazione per l’incontro con quella vecchia strega mi aveva chiuso lo stomaco!

   -E la ragazzina ti piace?-

   Eric sorrise tra se e se.

   -Ed è tutta sola…-

   Che gentiluomo sarei se non le facessi compagnia?…

   Proprio in quel momento il tram si fermò e la ragazza scese alla fermata. Eric si alzò e la seguì nel buio di un vicolo.

 

   Purtroppo Eric non riuscì a cibarsi subito della preda appena trovata, poiché questa entrò in un locale e, dallevoci che sentì provenire dall’esterno, capì che la ragazza era una cameriera.

   Sospirando pensò bene di girare sui tacchi e andarsene in cerca di un’altra preda, ma la vocina tornò a farsi sentire.

   Da quando ti sei rammollito così? Dov’è finito il cacciatore?

   Denti bianchi e perfetti scintillarono pericolosamente nel buio. Il vampiro entrò a passo sicuro nel locale, avrebbe aspettato che la ragazzina finisse di lavorare e poi… Mentre la sete aumentava, vide la ragazza ferma al banco voltarsi verso di lui. Quando lo vide sorrise in un modo talmente radioso che Eric pensò che fosse lei ad illuminare la stanza.

   Era davvero molto bella la sua preda, con il viso grazioso e delicato, la pelle dorata e gli occhi incantevoli. Erano due perle nere attorniate da lunghe ciglia nere. Ora che ci faceva caso i suoi capelli non erano neri, ma di una sfumatura molto scura di castano. Il corpo era esile ma con delicate curve al posto giusto. Vestiva con un caldo maglioncino bianco e una gonna lunga fino al ginocchio a pieghe nera.

   Quando la ragazza distolse imbarazzata lo sguardo, con ancora quel sorriso magnifico intrappolato fra le labbra sottili, Eric si avviò ad un tavolo e, mentre di sedeva, si tastò con la punta della lingua i canini pulsanti.

   Stava morendo di sete.

   La ragazza si avvinò ad un tavolo per prendere l’orinazione di una coppia di clienti. Evidentemente li conosceva, perché mentre scriveva sul suo taccuino, regalava sorrisi raggianti. A volte sembrava imbarazzata, incavava la testa nelle spalle e arrossiva. La donna seduta le accarezzò i capelli liscissimi facendole un complimento e la ragazzina sorrise come una bambina, mentre i suoi occhi si chiudevano appena permettendo alle lunghe ciglia di sfiorarle gli zigomi delicati.

     Eric dovette serrare le mani attorno al tavolo, la voglia di morderla diventava impossibile da controllare, i canini gli si erano già allungati in bocca e aveva dovuto ritrarli a forza. Era un sensazione odiosa. Ma l’attesa sapeva anche essere estremamente eccitante.

   Oh piccola vedrai, sarò delicato con te… pensò con un sorriso sinistro, mentre osservava quel corpo magro ed invitante aggirarsi fra i tavoli.

   -Cosa le porto, signor Eric Northman?- chiese improvvisamente una voce cristallina, acuta come il tintinnio di campanellini, ma piacevole come una ninnananna.

   Eric si voltò di scatto, si era distratto un attimo e non si era accorto che la sua preda si era avvicinata al suo tavolo. A dire il vero si ci era tranquillamente appoggiata e adesso era proprio davanti a lui. Il suo odore dolce di cannella e fragoline di bosco lo mandò in estasi per qualche istante, me non riuscì a dimenticare ciò che aveva sentito.

    -Cosa ha detto?- le chiese inarcando le sopracciglia e fissandola con serietà.

    -Cosa le porto?- rispose lei facendo spallucce e guardandolo come se fosse un impedito.

    -Non quello, il resto-

    La ragazza spalancò gli occhi e parve scusarsi con un gesto della mano per non aver capito subito, poi lo guardò intensamente e, piegando da un lato la testa, gli sorrise in quel suo modo raggiante, guardandolo dritto negli occhi. –Eric Northman- 

   Eric rimase ammaliato da quelle labbra sottili che si erano mosse per citare il suo nome. Dovette deglutire e serrare le labbra per tenere a bada i canini ormai dolenti dal desiderio di conficcarsi in quella pelle abbronzata. Poteva già cogliere la vena pulsante del collo.

   -Ci conosciamo?- riuscì a dire con voce rauca per la sete.

   -Certo che no!- canticchiò la giovane, facendo spallucce e guardando altrove

   -E allora come conosce il mio nome?- le chiese ammaliante, guardandola negli occhi e mostrandole il sorriso più seducente che conosceva. Ne aveva stese di fanciulle indifese con quel sorriso! Senza parlare di quanti cuori spezzava ogni volta che faceva ondeggiare i suoi bellissimi capelli biondi, un po’ troppo lunghi per un uomo, ma dannatamente sexy.

   -Se glielo dicessi, non mi crederebbe…-

   -Mettimi alla prova- 

   La ragazza sopirò e lo guardò intensamente, senza la benché minima traccia di paura, era seria e bellissima, i suoi occhi neri era un vero incanto. –L’ho sognata-

    Eric sorrise passandosi la lingua sui canini, sensuale ed arrogante. –Ed è stato bello questo suo sogno, signorina?-

    La ragazza lo guardò in silenzio per qualche altro secondo, poi sorrise arricciando le labbra e con un sospirò torno a guardare il suo taccuino pronta a scrivere. –Allora, cosa le porto?-

   -È un vero peccato che lei non sia sul menù, signorina…- Rispose Eric, sfrontato, squadrandola da capo a piede con evidente bramosia.

   La ragazza mise via il quadernetto e lo guardò poggiandosi una mano sul fianco mentre con l’altra si ravviava i lunghi capelli scuri. Gli fece gli occhi dolci e si finse serie. –Ma io sono una brava ragazza, signor Northman…-

   I due si sorrisero.

   Povera piccola, deliziosa, ingenua. Credeva che volesse approfittare di lei come fanno gli umani, non immaginava che lui volesse letteralmente cibarsi di lei.

   -Mi scusi un attimo- gli disse, avviandosi verso l’uomo che l’aveva chiamata, probabilmente il suo capo.

   -Aspetto te per l’ordinazione, non voglio nessun’altra- L’avvertì voltandosi per guardarla.

   Anche la giovane si voltò e gli sorrise deliziosamente, arrossendo.

   -Non ti piacerà la ragazzina, spero!- disse una voce di donna.

   Eric sbuffò profondamente e si voltò con estrema lentezza. –Ti sei divertita con il tuo umano, Pam?-

   -Oh sì, era delizioso!- rispose la donna bionda comodamente seduta al tavolo, di fronte a lui.

   Eric non sorrise per nulla, al contrario si fece serio guardandola negli occhi. –E ti rendi conto di essere in ritardo?-

    Pam alzò le sopracciglia con stupore. –Ritardo? Ma se ti stai divertendo, sei nel pieno di una caccia vecchio stile proprio come piacciono e te!-

   Eric non cambiò sguardo. –Ti rendi conto che un giorno o l’altro potrei fartela pagare per questa tua insolenza?-

   -Si certo, come no!- fece la donna annoiata.

   Eric sorrise divertito mostrando i denti affilati, poi si voltò in cerca della sua preda.

   -Dico sul serio.- lo richiamò Pam –Di solito ti piacciono le donne mature, quelle belle formose non più giovanissime. Lei è troppo semplice per te!-

   Eric si voltò con un sorrisino arrogante e la testa leggermente curvata. In silenzio.

   Pam sospirò, spolverò distrattamente il suo vestito blu notte costosissimo e alzò gli occhi verso la ragazza. –Per essere bella è bella, comunque-

   Il sorriso glorioso di Eric si ampliò.

   -Come sarebbe a dire? Non puoi dirmi di tornare a casa prima oggi, solo perché quel vecchio bifolco ce l’ha con me!- disse una voce femminile che Eric conosceva.

   -Mi dispiace, ho le mani legate- disse un uomo all’improvviso, senza sapere che l’udito finissimo di due vampiri stava intercettando la sua conversazione.

    -Quel vecchio vale più di me?-

    -Quel vecchio è un ricco cliente fisso. Non te la prendere, sei sempre la mia dipendente preferita, che ti costa andare a casa un po’ prima oggi?-

   -Mi costa, invece!- sbottò lei, voltandosi e dirigendosi a grandi passi verso l’uscita.

   Eric la guardò intensamente mentre si rimetteva il cappotto bianco e usciva dal locale.

   -Se non ti sbrighi ci rimetti la cena…- Lo avvisò Pam, con la solita vocina altezzosa.

   Il vampiro le mostrò i canini già pronti a colpire, e con eleganza si alzò per seguire la sua preda. Adesso non aveva scampo.

   Quando uscì seguì il delizioso odore della ragazza fino al retro buio e freddo, da lì si vedeva la strada principale, ma era lontana. In quello spiazzo vuoto non c’era nessuno, e la sua preda camminava velocemente stretta nel suo cappotto e a testa bassa.

   Proprio quando il vampiro stava per avanzare, qualcuno corse verso di lei sbucando fuori dal buio.

   -Sei qui, lurida schifosa!- era un ragazzo alto e muscoloso che spintonò violentemente la ragazza, che per miracolo non cadde a terra.

   -Michael! Cosa ti è preso?- strillò lei.

   -Mi vergogno di avere una sorella come te. Sei un mostro!-

   Eric vide la ragazza serrare le labbra e trattenere le lacrime. –Non è vero… sei crudele- gemette.

   -Vedi sempre tutto in anticipo, ma quelle che vedi sono solo disgrazie!-

   -Non è colpa mia, ho detto che la mamma se ne sarebbe andata di casa, lo stupido sei stato tu a non credermi!-

   -Ma hai detto a papà ciò che avevi visto, lui si è arrabbiato con la mamma ed è stato per questo che lei se ne è andata! È stata tutta colpa tua!-

   I singhiozzii della giovane aumentarono, si coprì il volto con le mani.

   -Strega!-

   -Ed è stata colpa mia anche quanto Kate ti ha lasciato?- chiese con improvvisa autorevolezza.

   Michael l’afferrò dalle spalle e la strattonò con violenza. –Sì, maledetta. Le dicevi cose che non avresti mai dovuto sapere!-

   -La tua è solo invidia!-

   Il ragazzo la lasciò bruscamente andare come se si fosse scottato. –Cosa?-

   -Hai sentito benissimo: sei invidioso! Non hai mai accettato il fatto che papà si vantasse con i suoi colleghi di avere una figlia speciale, mentre di te non poteva fare altro che dire che sei soltanto un fallito!-

   -Ora basta, strega!- urlò il ragazzo, dandole un potente spintone.

   Il corpo fragile ed esile della giovane barcollò facendola scivolare su di una pozzanghera. Fatalità volle che urtò con la schiena contro una vecchia recinzione arrugginita. Dal sangue che colava lungo la schiena di sua sorella, Michael capì che era stata trafitta da un’asta di ferro, che ora era sporca di sangue.

   La ragazza barcollò verso di lui, poi cadde a terra fino a distendersi completamente al suolo con il volto verso il cielo buio e privo di stelle.

   -Cazzo!- sussurrò Michael, si passò un mano fra  i capelli e terrorizzato corse via.

   Inutile dire che il ragazzo non poté andare lontano, poiché una sagoma nera si abbatté su di lui spezzandogli di netto l’osso del collo. Eric fece una smorfia, il sangue di quel lurido individuo non meritava di essere bevuto. Il vampiro tornò sui suoi passi e, inginocchiandosi, rimase a guardare il viso di quella ragazza dal sorriso dolce capace di scaldare perfino il suo cuore immobile. Quella ragazza che lo aveva guardato negli occhi senza timore, che aveva saputo rispondergli a tono, che era arrossita per lui, che lo aveva ammaliato e poi sorpreso, era la stessa che adesso giaceva al suolo in una pozza di sangue. Il cappotto bianco era macchiato di rosso e un rivolo le imbrattava le labbra sottili e seducenti, colando lungo la guancia delicata. Gli occhi incantevoli erano chiusi e il volto piegato da un lato.

   Eric le passò una mano dietro la nuca sollevandola, poi le mise l’altra mano dietro la schiena per sorreggerla.

   -Mi senti?- sussurrò.

   Le palpebre della ragazza tremarono appena prima di aprirsi. Quelle iridi di cioccolato si fissarono in quelle ghiacciate del vampiro.

   -Io posso salvarti. Posso darti la vita eterna- Spiegò lui, la voce suadente.

   La ragazza non parlò ma non smise di ricambiare il suo sguardo.

   -In cambio, però, tu mi apparterrai. Sarò il tuo unico signore, mi sarai per sempre fedele e devota. Per sempre mia-

   Le palpebre della giovane si chiusero e si riaprirono come un battito di ciglia ed Eric capì che si trattava della sua risposta. Sorrise assetato e soddisfatto mentre i suoi canini si allungavano. Si chinò su di lei mentre questa chiudeva gli occhi e si abbandonava completamente a lui.

   Non temere mia piccola veggente, sarà solo un lungo sogno e, quando ti sveglierai, sarà tutto diverso.

   Pensò, mentre si chinava su di lei affondando con insolita delicatezza le zanne nella gola tenera.

 

 

 

 

***********

 

 

 

Grazie a chi ha letto, spero vi piaccia. Agli amanti della vera storia dico di non preoccuparsi perché ci saranno capitoli con ciò che è accaduto nelle puntate.

Grazie ancora, spero vogliate recensire.

   
 
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