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Autore: Dolceamara    17/10/2005    14 recensioni
Lacrime silenziose e pallida speranza
Bruciore d ingiustizia sul nostro verde stelo
Gioco di fiamma e misteriosa danza
Paure e attese folli, un immenso plumbeo cielo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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C’è un sorriso d’amore,

Dolcissimo

 

Lacrime silenziose e pallida speranza

Bruciore d ingiustizia sul nostro verde stelo

Gioco di fiamma e misteriosa danza

Paure e attese folli, un immenso plumbeo cielo.

 

- Dio santissimo Hermione, sei la mia condanna lo sai? -

La ragazza sorrise tristemente mentre le guance le si coloravano di rosso. Le lacrime che aveva pianto avevano ormai fermato il loro corso, ma le ciglia dei suoi occhi color nocciola ne erano costellate come foglie ricolme di rugiada.

- Non andare, Draco…-  sussurrò con lo sguardo fisso sulle proprie mani.

Il giovane le posò due dita sotto il mento e sollevò il suo sguardo sui suoi occhi. – Non ho scelta, e tu lo sai. – disse fermamente.

- Ce l’hai invece! Silente non esiterebbe ad accoglierti, tutti noi non esiteremmo! – esclamò Hermione abbracciando stretta il petto di Draco con tutta l’intenzione di non lasciare la presa.

Le mani del ragazzo le accarezzarono impacciatamene la schiena. Non era certo abituato a certe manifestazioni d’affetto.

- Anche San Potter e Lenticchia? Ne sei sicura? – chiese con tono leggermente scherzoso per quanto la situazione lo permettesse.

Hermione sollevò il viso per portarlo su quello di Draco con sguardo di rimprovero.

- Questo non ha alcuna rilevanza! Hai un bivio davanti: giusto o sbagliato! Sta a te scegliere, ma non permetterò che tu lo faccia senza considerare le varie possibilità! -

Draco si morse lievemente il labbro superiore distogliendo lo sguardo da quello della ragazza. Non riusciva a sopportare quando lo fissava così.

- Non esiste solo il bianco e il nero Hermione…ci sono anche centinaia di sfumature e le mie sono tutte tendenti verso lo scuro…-

- Ma PERCHE‘! – esclamò Hermione battendo un pugno sul petto di Draco.

Il ragazzo sciolse cautamente l’abbraccio, allontanando Hermione da sé. Si portò la mano destra a braccio sinistro e iniziò a srotolarne la manica, rivelando a poco a poco un esteso tatuaggio nero e articolato fino a formare un grosso teschio dalla cui bocca fuoriusciva un serpente, come una lingua assassina.

Hermione singhiozzò.

Dalle labbra di Draco fuoriuscì un sospiro. – Nemmeno tu ne sopporti la vista, e sei una delle poche persone che mi apprezza per qualcosa. Pensi davvero che gli altri mi crederebbero dopo questo? Mi consegnerebbero agli auror, e finirei ad Azkaban prima di poterti dire un’ultima volta quanto ti amo. – disse tristemente accarezzando con delicatezza la guancia di Hermione.

Il volto del ragazzo aveva assunto un colorito rosato: non riusciva mai ad esprimere i propri sentimenti con chiarezza, e una dichiarazione simile, anche se implicita, riusciva a farlo arrossire come un bambino. La cosa buffa era che quello stesso bambino era divenuto da un anno mangiamorte.

 

“Per l’onore della mia famiglia e per la gloria del grande Lord Voldemort, io divento mangiamorte e sottometto la mia vita al suo volere”

 

Un anno prima aveva pronunciato quelle parole innanzi al signore oscuro, sotto gli occhi compiaciuti di suo padre. E da quel giorno la sua vita era…cambiata.

O forse lui era cambiato, non gli era chiaro.

Il mondo gli era apparso diverso, le sue certezze erano crollate e le sue speranze erano state devastate.

Una cosa era assistere alla guerra e schierarsi da una o dall’altra parte, un’altra era parteciparvi e subirne gli effetti sulla propria pelle.

Dieci giorni dopo aver ricevuto il marchio aveva dovuto uccidere un auror.

Due mesi dopo era stato costretto a scagliare un incantesimo cruciatus contro la professoressa McGranitt.

Cinque mesi dopo aveva partecipato ad una festa di mangiamorte e il buon vino rosso  e la musica da sala erano stati accompagnati dalle grida degli auror che sotto di loro venivano torturati.

Poi Hermione aveva incrociato il suo cammino.

Era stata prese prigioniera da suo padre durante l’invasione di Hogwarts e lui era stato incaricato di curare le sue ferite.

Non ne riportava di particolarmente profonde, i mangiamorte non l’avevano più toccata dopo il suo arrivo al maniero Malfoy, ma quei sedici minuti necessari a medicare i suoi graffi avevano sconvolto Draco più di ogni parola del padre. Più ancora delle parole dell’oscuro.

Era scoppiato in lacrime in quella cella. Di fronte ad Hermione. E la ragazza non l’aveva deriso, non l’aveva insultato o vezzeggiato, no.  Aveva continuato a parlagli così come avrebbe fatto con qualsiasi altra persona, con naturalezza sebbene la sua voce conservasse un minimo di opacità.

 

- Non essere STUPIDO! -

La voce di Hermione distolse Draco dai propri pensieri.

- Io racconterò loro quello che tu hai fatto per me. Di come mi hai liberata e mi hai aiutata a tornare a casa, e nessuno più oserà pronunciare una parola di disprezzo verso di te! -

Draco sospirò. – Hermione, te l’ho già detto, non voglio che tu dica loro quello che è successo allora, e tantomeno voglio che sappiano quello che…c’è tra noi adesso. –

Hermione strinse fermamente i pugni guardando il ragazzo con occhi pieni di lacrime. – Si può sapere perchè ti ostini a nasconderti Draco? Perchè non ti lasci alle spalle il passato? Potremmo essere solo io e te d’ora in poi e invece tu preferisci rispondere a tutte le sue chiamate, comportarti come uno schiavo, fingere di volere una vita che odi. Sono stanca di vedere le tue espressioni sofferenti quando lui ti vuole e il marchio che hai sul braccio brucia, sono stanca di dover fingere di odiarti quando Harry e Ron mi parlano di te, sono stanca di temere che oggi o domani potresti morire a causa di un signore che non ti rispetta! –

Un dolore famigliare trafisse il petto di Draco a quelle parole. Prendendo un respiro profondo il ragazzo rispose, gli occhi fissi sul pavimento.

- Io ho paura. – disse con voce potente.

Hermione lo guardò tremante, e il ragazzo continuò:

 Ho paura, va bene? Ho paura che se qualcuno sapesse di noi tu correresti rischi inutili, che se passassi dalla vostra parte Voldemort mi cercherebbe e ucciderebbe te con me. Ho una fottuta paura che invece di lasciare un inferno ne troverò un altro ancor più buio e doloroso! HO PAURA HERMIONE! Visto che sai tutto di tutti dovresti riuscire a capirlo! -

La ragazza era rimasta in piedi, di fronte a lui, le lacrime che fino a quel momento aveva trattenuto che scorrevano pigre sulle guance, silenziose.  

- Scusami. – Draco si avvicinò ad Hermione e la strinse in un abbraccio caldo mentre ancora lei era scossa dai tremori. – Ti prego, scusami. – ripeté accarezzandole i capelli con una mano.

- Draco…-

- Shh…non dire niente. Mi dispiace, non avevo il diritto di parlarti così. – le disse in un sussurrò il biondo. Hermione alzò il viso dal petto del giovane e lo guardò mordendosi le labbra, gli occhi ancora bagnati.

- Non andare. – ripeté con voce più fievole di un respiro.

- Hermione, ti prego…-

- Resta con me... –

- Ti prego Hermione, non piangere. –

- Per favore Draco…-

- Non posso. –

- Ti scongiuro…-

Un dolore sordo attanagliò l’avambraccio di Draco. Il marchio nero bruciava sotto la sua pelle… il signore oscuro lo stava chiamando di nuovo.

Il ragazzo represse un’espressione sofferente.

Hermione sciolse lentamente l’abbraccio, gli occhi ancora colmi di lacrime e arrossati.

- Promettimi che tornerai. – disse soltanto, il capo chino.

Draco annuì. – Te lo prometto. –

- Promettimi… promettimi che non…che non…-

Il biondo le posò una mano sulla guancia, accarezzandola.

– Non ucciderò nessuno, Hermione.-  disse con voce opaca.

La ragazza si sottrasse al contatto della mano di Draco. – Vai allora. Lui ti aspetta. – proferì dura.

Draco la guardò ancora, cercando un briciolo d’amore nei suoi occhi…ma troppe lacrime li ricoprivano per riuscire a comprendere l’entità di quello scintillio.

Chiuse gli occhi abbassando il capo e sospirò pesantemente.

A passi lenti e misurati si diresse verso la porta, il mantello nero che oscillava dietro di lui.

Posò la mano sulla maniglia e nell’esitazione si voltò un’ultima volta verso la ragazza, immobile alle sue spalle.

Un altro sospiro e la porta si aprì.

- Draco aspetta! -

Hermione corse tra le braccia del ragazzo, le lacrime ancora ribelli sulle sue guance.

- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo… – disse stringendone la vita.

Draco sorrise baciandole la fronte. – Anche io – sussurrò timido.

Hermione si alzò in punta di piedi  e coinvolse il ragazzo in un ultimo profondo  bacio disperato, feroce eppure dolcissimo.

Si separarono ansanti e Draco si portò le dita della ragazza alle labbra.

- Sei la mia condanna. – sussurrò. – La mia dolce, preziosissima condanna -

- E tu sei la mia. – rispose Hermione guardandolo con occhi supplichevoli ma colmi di un sentimento potente, diverso, totalmente estraneo al mondo della ragione.

Com’è che si chiamava? Ah, sì… amore.

 

 

Occhi di cristallo e labbra di velluto

Parole di vetro e un sogno mai sognato

Sospiri di miele e un angelo caduto

Fragile il mio cuore e il nostro amore delicato.  

 

The end

 

 

***

 

Salve a tutti, spero che abbiate gradito questa piccolissima one shot

Dolceamara.

 

 

 

 

       

  
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