Dolcissimo
Lacrime silenziose
e pallida speranza
Bruciore d ingiustizia
sul nostro verde stelo
Gioco di
fiamma e misteriosa danza
Paure e attese
folli, un immenso plumbeo cielo.
- Dio santissimo Hermione, sei la mia
condanna lo sai? -
La ragazza sorrise tristemente mentre le guance le si coloravano di rosso. Le lacrime che aveva pianto
avevano ormai fermato il loro corso, ma le ciglia dei suoi occhi color nocciola
ne erano costellate come foglie ricolme di rugiada.
- Non andare, Draco…- sussurrò con lo sguardo fisso sulle
proprie mani.
Il giovane le posò due dita sotto il mento e sollevò il
suo sguardo sui suoi occhi. – Non ho scelta, e tu lo
sai. – disse fermamente.
- Ce l’hai invece! Silente non esiterebbe ad accoglierti, tutti noi non esiteremmo! –
esclamò Hermione abbracciando stretta il petto di Draco con tutta l’intenzione
di non lasciare la presa.
Le mani del ragazzo le accarezzarono impacciatamene la
schiena. Non era certo abituato a certe manifestazioni d’affetto.
- Anche San Potter e Lenticchia?
Ne sei sicura? – chiese con tono leggermente scherzoso per quanto la situazione
lo permettesse.
Hermione sollevò il viso per portarlo su quello di Draco
con sguardo di rimprovero.
- Questo non ha alcuna rilevanza! Hai un bivio davanti:
giusto o sbagliato! Sta a te scegliere, ma non permetterò che tu lo faccia senza considerare le varie possibilità! -
Draco si morse lievemente il labbro superiore
distogliendo lo sguardo da quello della ragazza. Non riusciva a sopportare quando lo fissava così.
- Non esiste solo il bianco e il nero Hermione…ci sono
anche centinaia di sfumature e le mie sono tutte tendenti verso lo scuro…-
- Ma PERCHE‘! – esclamò Hermione
battendo un pugno sul petto di Draco.
Il ragazzo sciolse cautamente l’abbraccio, allontanando
Hermione da sé. Si portò la mano destra a braccio sinistro e iniziò a
srotolarne la manica, rivelando a poco a poco un esteso tatuaggio nero e
articolato fino a formare un grosso teschio dalla cui bocca fuoriusciva un
serpente, come una lingua assassina.
Hermione singhiozzò.
Dalle labbra di Draco fuoriuscì un sospiro. – Nemmeno tu
ne sopporti la vista, e sei una delle poche persone che mi apprezza per
qualcosa. Pensi davvero che gli altri mi crederebbero dopo questo? Mi
consegnerebbero agli auror, e finirei ad Azkaban prima di poterti dire un’ultima
volta quanto ti amo. – disse tristemente accarezzando con delicatezza la
guancia di Hermione.
Il volto del ragazzo aveva assunto un colorito rosato:
non riusciva mai ad esprimere i propri sentimenti con chiarezza, e una
dichiarazione simile, anche se implicita, riusciva a farlo arrossire come un
bambino. La cosa buffa era che quello stesso bambino era divenuto da un anno
mangiamorte.
“Per l’onore della mia famiglia e per la gloria del grande Lord Voldemort,
io divento mangiamorte e sottometto la mia vita al suo volere”
Un anno prima aveva
pronunciato quelle parole innanzi al signore oscuro, sotto gli occhi
compiaciuti di suo padre. E da quel giorno la sua vita
era…cambiata.
O forse lui era cambiato, non gli era
chiaro.
Il mondo gli era apparso
diverso, le sue certezze erano crollate e le sue speranze erano state
devastate.
Una cosa era assistere alla guerra e schierarsi da una o
dall’altra parte, un’altra era parteciparvi e subirne
gli effetti sulla propria pelle.
Dieci giorni dopo aver ricevuto il marchio aveva dovuto
uccidere un auror.
Due mesi dopo era stato costretto a scagliare un
incantesimo cruciatus contro la professoressa McGranitt.
Cinque mesi dopo aveva partecipato ad una festa di
mangiamorte e il buon vino rosso e la musica da sala erano stati
accompagnati dalle grida degli auror che sotto di loro venivano torturati.
Poi Hermione aveva incrociato il suo cammino.
Era stata prese prigioniera da suo padre durante
l’invasione di Hogwarts e lui era stato incaricato di
curare le sue ferite.
Non ne riportava di particolarmente profonde, i
mangiamorte non l’avevano più toccata dopo il suo arrivo al maniero Malfoy, ma quei sedici minuti necessari a medicare i suoi
graffi avevano sconvolto Draco più di ogni parola del padre. Più ancora delle
parole dell’oscuro.
Era scoppiato in lacrime in quella cella. Di fronte ad Hermione. E la ragazza non l’aveva deriso, non l’aveva
insultato o vezzeggiato, no.
Aveva continuato a parlagli così come avrebbe fatto con qualsiasi
altra persona, con naturalezza sebbene la sua voce conservasse un minimo di
opacità.
- Non essere STUPIDO! -
La voce di Hermione distolse Draco dai propri pensieri.
- Io racconterò loro quello che tu hai fatto per me. Di
come mi hai liberata e mi hai aiutata a tornare a
casa, e nessuno più oserà pronunciare una parola di disprezzo verso di te! -
Draco sospirò. – Hermione, te l’ho già detto, non voglio
che tu dica loro quello che è successo allora, e
tantomeno voglio che sappiano quello che…c’è tra noi adesso. –
Hermione strinse fermamente i pugni guardando il ragazzo
con occhi pieni di lacrime. – Si può sapere perchè ti ostini
a nasconderti Draco? Perchè non ti lasci alle spalle il passato? Potremmo
essere solo io e te d’ora in poi e invece tu preferisci
rispondere a tutte le sue chiamate, comportarti come uno schiavo, fingere di
volere una vita che odi. Sono stanca di vedere le tue espressioni sofferenti quando lui ti vuole e il marchio che hai sul
braccio brucia, sono stanca di dover fingere di odiarti quando Harry e Ron mi
parlano di te, sono stanca di temere che oggi o domani potresti morire a causa
di un signore che non ti rispetta! –
Un dolore famigliare trafisse il petto di Draco a quelle
parole. Prendendo un respiro profondo il ragazzo rispose, gli occhi fissi sul
pavimento.
- Io ho paura. – disse con voce potente.
Hermione lo guardò tremante, e il ragazzo continuò:
– Ho paura, va bene? Ho paura che se qualcuno sapesse di noi
tu correresti rischi inutili, che se passassi dalla vostra parte Voldemort mi
cercherebbe e ucciderebbe te con me. Ho una fottuta paura che invece di
lasciare un inferno ne troverò un altro ancor più buio
e doloroso! HO PAURA HERMIONE! Visto che sai tutto di tutti dovresti
riuscire a capirlo! -
La ragazza era rimasta in piedi, di fronte a lui, le
lacrime che fino a quel momento aveva trattenuto che
scorrevano pigre sulle guance, silenziose.
- Scusami. – Draco si avvicinò ad
Hermione e la strinse in un abbraccio caldo mentre ancora lei era scossa dai
tremori. – Ti prego, scusami. – ripeté accarezzandole
i capelli con una mano.
- Draco…-
- Shh…non dire niente. Mi dispiace, non
avevo il diritto di parlarti così. – le disse in un sussurrò
il biondo. Hermione alzò il viso dal petto del giovane e lo guardò mordendosi
le labbra, gli occhi ancora bagnati.
- Non andare. – ripeté con voce più fievole di un
respiro.
- Hermione, ti prego…-
- Resta con me... –
- Ti prego Hermione, non piangere. –
- Per favore Draco…-
- Non posso. –
- Ti scongiuro…-
Un dolore sordo attanagliò l’avambraccio di Draco. Il
marchio nero bruciava sotto la sua pelle… il signore oscuro
lo stava chiamando di nuovo.
Il ragazzo represse un’espressione sofferente.
Hermione sciolse lentamente l’abbraccio, gli occhi ancora
colmi di lacrime e arrossati.
- Promettimi che tornerai. – disse soltanto, il capo
chino.
Draco annuì. – Te lo prometto. –
- Promettimi… promettimi che non…che
non…-
Il biondo le posò una mano sulla guancia, accarezzandola.
– Non ucciderò nessuno, Hermione.- disse con voce opaca.
La ragazza si sottrasse al contatto della mano di Draco. –
Vai allora. Lui ti aspetta. – proferì dura.
Draco la guardò ancora, cercando un briciolo d’amore nei
suoi occhi…ma troppe lacrime li ricoprivano per
riuscire a comprendere l’entità di quello scintillio.
Chiuse gli occhi abbassando il capo e sospirò
pesantemente.
A passi lenti e misurati si diresse verso la porta, il
mantello nero che oscillava dietro di lui.
Posò la mano sulla maniglia e nell’esitazione si voltò un’ultima
volta verso la ragazza, immobile alle sue spalle.
Un altro sospiro e la porta si aprì.
- Draco aspetta! -
Hermione corse tra le braccia del ragazzo, le lacrime
ancora ribelli sulle sue guance.
- Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…
– disse stringendone la vita.
Draco sorrise baciandole la fronte. – Anche
io – sussurrò timido.
Hermione si alzò in punta di piedi e coinvolse il ragazzo in un ultimo
profondo bacio disperato, feroce eppure dolcissimo.
Si separarono ansanti e Draco si portò le dita della
ragazza alle labbra.
- Sei la mia condanna. – sussurrò. – La mia dolce,
preziosissima condanna -
- E tu sei la mia. – rispose Hermione
guardandolo con occhi supplichevoli ma colmi di un sentimento potente, diverso,
totalmente estraneo al mondo della ragione.
Com’è che si chiamava? Ah, sì… amore.
Occhi di cristallo e labbra di velluto
Parole di vetro e un sogno mai sognato
Sospiri di miele e un angelo caduto
Fragile il mio cuore e il nostro amore delicato.
The end
***
Salve a
tutti, spero che abbiate gradito questa piccolissima one
shot…
Dolceamara.