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Autore: Shine Mizuki    25/08/2010    0 recensioni
Estate: sole, mare, divertimento, amori… peccato sia finita e bisogni tornare a scuola, quel luogo che per alcuni è fonte di saggezza, per altri un edificio dove recludere poveri ed ingenui (???) adolescenti, dove adulti impazziti cercano di impartire insegnamenti a destra e manca.
Un ragazzo dai capelli rosso fuoco e gli occhi di smeraldo sbuffava ogni due secondi, mentre un altro accanto a lui, capelli argentei dai riflessi azzurrini, gli occhi acquamarina, aveva un’espressione neutra, le mani in tasca.
All’ennesimo sbuffo del rosso, l’argenteo alzò un sopracciglio
«Finirai quando varcherai il cancello?»
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Why Yes!~ Cap.5

Noticine (idiote) d’introduzione:
Saaalve *partono badili, forconi e torce verso Ale-chan* Anch’io vi voglio bene! *gocciolante di sangue, un’accetta nella testa* Scusate il ritardo mostruooossooo! Chiedo venia! Abbiate pietà! Ma orsù, per farmi perdonare vi dico che il capitolo è lungo eterno *altre badilate*, ma è comodamente suddiviso in parti con tanto di link che vi permette di andare alla parte desiderata U_U (c’ho messo trent’anni per trovare il codice giusto, ma alla fine ce l’ho fatta) Ah, come sono avanti XD!
…Ok, mi faccio schifo da sola! Cioè, c’ho messo più di un anno a finire ‘sto capitolo! Oddeo! Il problema è che avevo iniziato a scriverlo subito, ma poi mi è arrivato un blocco enorme nella seconda parte O_O vi giuro che certe volte mentre provavo a scrivere mi mettevo le mani nei capelli XD Completamente disperata! Ma, ohibò, l’estate è tornata e con essa l’ispirazione :P O meglio, questa c’è sempre stata! Il problema è che come già spiegato nelle note dell’altra volta, la mia vena di scrittrice si fa viva a notte tarda, quindi pensate a me che povera disgraziata mi devo alzare alle 6:10 per andare a scuola ù.ù! Chiedo comunque scusa per le parti che sono schifose =.=’’ avrei potuto rifarle, ma non ne avevo voglia. Duh :D. Però alcune mentre le rileggevo le ho messe un po’ a posto…per alcune mi chiedo se non le abbia incasinate XD
Vabbuò, buona lettura!...Ma una cosa a cui tengo particolarmente: le risposte ai vostri preziosissimi commenti! Ovviamente adowo anche chi mi ha messo tra i preferiti o i seguiti *W* Non vi cito uno per uno perché sono quasi le due di notte e non c’ho voglia, però sappiate che mi fa tanto piacere che l’abbiate aggiunta çwç! ♥ ♥ ♥
Oo_dolcebimba_oO: lieta che ti abbia fatta ridere XD Naminè non sopporta Kairi, riesce a starle vicina solo a forza di valium :D Effettivamente Roxas e Shine insieme sono carini, ma purtroppo il cuore del biondino è destinato a qualcun altro ♥ Grazie dei complimenti °////°
Simple Girl: anch’io adoro Namine! E subito dopo aver scritto quell capitolo ho subito deciso di farle compiere una buona azione (nel prossimo capitolo però :P), anche perché Naminè cattiva proprio non riesco a figurarla, è troppo carina *.* (Kairi invece ci riesco benissimo…il personaggio più inutile in tutta la saga di Kingdom Hearts °_° perfino più di Olette XD ma lei l’adoro XP)! Wah, grazie *_*! Pensa che io ho delle amiche parlano così a macchinetta XD Fortuna che parlano di robe che m’interessano (anche se a volte mi viene da scappare XD)
nana_girl: tesshora! Visto? Alla fine sono riuscita a sfornalo questo benedetto capitolo che ci continuavamo a leggere sempre con un pezzetto in più da un anno XD E, tra parantesi, alla fine ho deciso che zio Sephy…non sarà l’amante U_U Eeeh, questa è stata una grave decisione (se se =_=), ma fondamentale per non incasinarmi oltre la storia :P! Ehm…lo studio…bhè, suvvia, visto che è lì perché non prenderne ispirazione? Dopo tutto, mi appartiene (circa >.>")! E le caramelle…Sora ce lo vedo troppo con le caramelle mou XD (che sono state per settimane sul mobile del salone XD)! Davvero? Ti dà i brividi quella canzoncina? Non dovevi dirmelo *W*

Questa volta buona lettura per davvero ♥
Legenda: *=un’ora; *˜*= tempo molto lungo indeterminato; “testo”= pensiero




Capitolo 5 – Arriva tutto all’improvviso

[…]
«Sai, l’altro giorno ho sentito che questo venerdì il tempo peggiorerà all’improvviso e che i costanti e atroci 30 gradi di questi giorni scenderanno all’improvviso a 10!»
«Oddio!»
«Come fanno a esserne così sicuri?» mi chiese gelida come sempre Fuu
«Il padre di un mio amico lavora a una stazione meteorologica dove hanno delle più precise apparecchiature!»
Ci guardammo tutte negli occhi, nelle nostre menti lo stesso piano andava formandosi e ghigni malefici si dipinsero sui volti di tutte noi.
«Bene!» richiamò l’attenzione Kairi «Cominciamo a fare una cosa ordinata e impeccabile!»

Prima parte
Venerdì. Il giorno più bello della settimana. Con questo pensiero in testa, mi convinsi ad alzarmi e andare a preparare la colazione per me e i miei fratelli, come ormai facevo da alcuni giorni, data la richiamata improvvisa di tutti i domestici, tata Brijì e nonno Giò da parte di papà (intanto la mia mente elaborava VENDETTA). Ovviamente dovevo anche preparare i pranzi, mentre per la cena avevo cominciato a insegnare loro almeno le basi della cucina, altrimenti li avrei lasciati digiuni. Mentre stavo versando il latte nelle tazze, pensai che sarebbe stato meglio se avessero cominciato a farsi anche il bento¹ , fare tre colazioni e tre pranzi ogni mattina era leggermente stancante, per di più dovevo alzarmi alle 6, un’ora prima rispetto al solito!
Finito anche l’ultimo pranzo, guardai l’orologio: le 6.59 e 57 secondi.
«Tre, due, uno»
DRIIIIIN! Ti ti ti ti! MUUUUU (oh! Questa è la mia ndShine) –e altri affini-
«AAAAAH! Le mucche robot ci attaccano!»
SBAM!
«Cazz…abubole! Il mio sedere!»
«RIKU! DA QUANDO TI AUTO CENSURI?»
«ZITTO VISIONARIO DI MUCCHE ROBOT!»
Salii di corsa le scale.
«BASTA TUTTI E DUE!»
«Good morning my little princess!»
«Ben svegliato Axel!»
«Lo dicevo che il grembiule bianco coi particolari rosa ti donava!»
«Grazie onii-chan! Ora…»
Quei due non accennavano né a muoversi né a spegnere le sveglie che stavano facendo un casino infernale (ebbene sì! Avevano bisogno di più di una sveglia per uscire dal mondo dei sogni!)!
«ALZATE QUELLE CHIAPPE, SPEGNETE LE SVEGLIE, ANDATE A LAVARVI E FARE COLAZIONE!»
«Sissignora!» mi risposero in coro, correndo ad adempiere i loro compiti.
Sorridendo soddisfatta, entrai prima in camera di Axel (che poteva fare il figo e il damerino profumato quanto voleva fuori, ma la camera sembrava reduce di un’invasione di camionisti ubriachi), ma rinunciai quando vidi prima un calzino, poi un paio di boxers sotto il lenzuolo, decisi quindi di passare alla camera di Riku. Ecco, se una camera avesse dovuto rappresentare l’ordine e la perfezione sarebbe stata la sua…forse era troppo perfetta ۵! Ebbi così paura di rovinare quella perfezione che rinunciai a rifare il letto! In conclusione, in un modo o in un altro le camere dei miei fratelli mi facevano paura!
*˜*
Alla pausa pranzo Kairi mi aveva chiesto di farmi trovare davanti alla fontana, così eccomi davanti a quella meravigliosa e articolata costruzione in marmo che scintillava al sole. Era alta più o meno un metro fino al bordo, poi c’era il centro: alla base della struttura riprodotte la flora e la fauna marina; da lì degli specie di veli e delle onde si attorcigliavano a cerchio con dei risvolti verso l’esterno, dove scendeva l’acqua. Dall’anello formato dai veli e dalle onde uscivano delle bellissime sirene dai capelli morbidi e fluenti, con gli occhi socchiusi, le braccia protese in avanti, leggermente piegate, verso dei probabili osservatori, e le bocche in quello che poteva essere l’atto di cantare. Dall’ultimo piccolo cerchio formato dalle sirene veniva giù l’acqua come piccole cascatelle e al centro di queste degli zampilli. Tra il bordo e la statua al centro c’era circa un metro…Ricordo di averci visto tuffarsi dentro alcuni studenti l’estate precedente…e il preside che se la rideva di gusto mentre quei ragazzi si divertivano in quella specie di gioiello.
Quella fontana mi aveva sempre affascinata: quando andavo all’asilo arrivavo a sgattaiolare fin qui pur di poterla ammirare.
Mentre ero imbambolata a guardarla, mi accorsi di un cambiamento di luce: guardai il cielo e vidi dei nuvoloni neri minacciosi di pioggia. Dov’era finita Kairi? Cominciava anche a tirare vento non proprio caldo e leggero.
«Shine!»
«Oh! Kairi!» finalmente!
«Scuuusa, se ti ho fatto aspettare, ma vedi, ho dovuto aspettare delle amiche
Non mi piacque come disse amiche e neanche come queste ultime mi si avvicinarono, circondandomi e costringendomi ad appoggiarmi alla fontana. Alcune le conoscevo di vista, mentre altre mi erano completamente nuove. Una di loro, Rinoa (l’avevo riconosciuta), si fece più vicina.
«Certo che fa proprio caldo non trovi? Ci vorrebbe proprio un bel bagno
Non ebbi neanche il tempo di realizzare che cosa stesse succedendo, che la mora mi spinse all’improvviso e violentemente, facendomi ribaltare nella fontana. Mentre riemergevo spaventata le sentii dire “Ti consiglio di trovare in fretta un ombrello”, seguito da alcune risate maligne. Avevo un’orribile sensazione di vestiti appiccicati addosso, alzai nuovamente gli occhi al cielo e una goccia mi cadde sulla punta del naso, poi ne arrivarono altre e in meno di cinque minuti si scatenò un vero proprio temporale, mentre io chinai la testa e, ancora nell’acqua fredda della fontana e sotto la pioggia scrosciante, cominciai a piangere, ben sapendo che non ci fosse nessuno che potesse sentirmi o vedermi.
*˜*
Ero rimasta nella fontana a piangere per circa mezz’ora e a quel punto sentivo freddo perfino ai capelli, le gambe erano doloranti per la posizione in cui ero rimasta tutto il tempo.
Ero riuscita a trascinarmi a casa con la sola forza di volontà, per il resto mi sentivo svuotata, continuavo a oscillare pericolosamente e a tremare.
Non sapevo se Riku o Axel fossero già tornati, ma speravo di no, perché non volevo che mi vedessero in quello stato. Ad ogni modo, decisi di andare a farmi un bagno caldo, almeno quello…Ma non avevo fatto i conti con le scale. Appena alzai il piede, il moto oscillatorio che avevo da quando ero uscita dalla fontana mi fece sbilanciare e cadere. Non avevo la forza per rialzarmi e riuscivo a stento a vedere qualcosa, più che altro vedevo doppio e tutto sfuocato. Mi portai un polso alla fronte: sulla pelle del polso mi sentivo come bruciare, mentre su quella della fronte era come se mi avessero appoggiato sopra del ghiaccio.
Non so bene dopo quanto chiusi completamente gli occhi e persi conoscenza.
«Se non l’avessi visto con i miei occhi non c’avrei mai creduto! Ti sei veramente atteggiato in quel modo con Shine!»
«Fammi un favore: crepa!»
«Come vuoi tu, Socchan
«Vai a quel paese Roxas!»
«Come vuoi…comunque, sai perché il nostro angelo aveva la testa tra le nuvole oggi?»
«Uhm…»
°Flashback Flashback Flashback°
Era lì, davanti all’armadietto che parlava con una certa Yuna di una certa festa e di una certa Paine…avevo come l’impressione che avrei dovuto informarmi un bel po’ sul giro di amici che si era fatta Shine, perché almeno metà scuola la salutava ogni volta che la vedeva!
Deglutii e mi avvicinai.
«Ehilà principessa!»
Doh! Cloud! Bastardo! Vai via! Vai via! Le era spuntato da dietro le spalle come se niente fosse! Alla vista di quell’essere mi ero velocemente nascosto dietro la fila di armadietti, continuando però a spiare la mia bella e l’orco cattivo (OMG XD ndAcchan).
«Oh! Cloud! C-ciao!»
Povero angelo che non si accorgeva che davanti aveva un demonio! Non fare quel sorriso! E’ un maniaco pervertito! Ti salterà addosso! Poverina era anche imbarazzata perché l’aveva chiamata principessa! Intanto l’altra ragazza aveva spalancato gli occhi e aveva cominciato a scansionarsi quel diavolo di mio fratello dalla punta della ciocca più alta, a quelle delle scarpe! E lui se ne era accorto eccome e sembrava pure compiaciuto! Guardò per qualche istante ancora quella tipa, per poi riconcentrarsi sulla dolce brunetta davanti a lui.
«Shine, ti andrebbe di uscire con me domani?»
A quel punto sono stati gli occhi di Shine a spalancarsi all’inverosimile, rischiando di uscire dal bulbo oculare. Dischiudeva leggermente le labbra, come a voler dire qualcosa, ma non usciva niente! Insomma, circa lo stesso effetto che l’aveva presa lunedì.
«Non c’è bisogno di rispondere subito! Puoi sempre dirmelo alla pausa pranzo, o chiamarmi nel pomeriggio…o anche a mezzanotte se ti decidi a quell’ora! Bhè, io ora devo andare!»
Finalmente Cloud decise di sloggiare! Adesso era il mio turno e…
«CLOUD!»
Oh, no!
«C-Chiamami oggi pomeriggio»
«Allora ci sentiamo più tardi per metterci d’accordo!»
«Sì!»
°Fine Flashback Flashback Flashback°
Roxas era sbiancato, gli occhi a momenti che si mettevano a fare budji jumping, la bocca più aperta di un forno (°Д°). Faceva paura. Gli sventolai davanti una mano.
«Roxas, fratellino? Sei vivo o hai oltrepassato il fiume dell’aldilà?»
«COM’E’ POTUTO ACCADEREEEE?!» esplose all’improvviso facendomi fare un salto di un metro all’indietro, seguito da capovolta, giro della morte e…no, ok, sto esagerando!
«D-Dai! In fondo si era capito che si piacevano, no?»
«Buuuuh! *Sigh sob* Non è giusto! *Sob* Nelle mani di un maniaco pervertito come quello!»
«Eeeeh, ti capisco…» dicendo questo gli misi una mano sulla spalla.
«A quest’ora si saranno già messi d’accordo, ma…noi siamo masochisti…»
«Roxy, Roxy! E’ bello avere un gemello che ti fa da supporto morale e condivide le tue idee!»
«C’è da dire che a volte ci sono dei contro, ma hai ragione, non è male!»
Ridacchiammo un po’, poi ci alzammo dal letto (ormai il mio letto era diventato il posto delle chiacchere a quanto pareva) e ci dirigemmo alla ricerca di Cloud, non molto lunga a dir la verità, dato che lo trovammo subito in camera sua e di Leon.
Aveva un occhio puntato sul cellulare e l’altro alla sua figura riflessa nello specchio davanti a lui (do__wn >8D, ah-aaaah nd*bastardo*Roxas) mentre provava innumerevoli vestiti, cinture, accessori e chi più ne ha, più ne metta!
Sembrava piuttosto teso e agitato…All’ennesimo cambio di vestiti (tra l’altro noi non eravamo ancora stati notati), lanciò tutto ciò che aveva in mano per terra e si buttò sul letto a pancia in su, poi con un braccio si coprì gli occhi e con la mano dello stesso strinse il cellulare. A questo punto decidemmo di farci avanti.
«Va bene essere agitati, ma non stai mica uscendo con la regina di Inghilterra!»
Cloud girò un po’ la testa nella nostra direzione, ci osservò per un attimo, uno sguardo apatico, poi si rimise nella posizione in cui era prima. Io e Rox ci guardammo preoccupati, che cavolo stava succedendo?
Ci andammo a sedere vicini a lui, che non fece una piega, stemmo ancora un po’ zitti, poi il mio gemello decise di rompere il silenzio.
«Ehi, che succede?»
Nessuna risposta.
«Partendo dal presupposto che abbia detto di sì, altrimenti non stavi davanti allo specchio a provarti tutti quegli abiti…»
«Non ha detto di sì»
«Ha detto di no?!» chiesi sbalordito e balzando in ginocchio per vederlo bene in faccia (prima gli davo la schiena). Anche Roxas si girò, ma senza dare scena (ehm…). Ad ogni modo, d’accordo che non mi andasse a genio che quei due uscissero insieme, ma a quel punto mi sembrava strano se Shine avesse rifiutato, ma Cloud scosse la testa.
«Non ha detto niente…»
«In che senso?» chiedemmo in coro.
«E’ da quando sono tornato a casa che provo a telefonarle, ma non risponde…»
«E’ strano…è da questa mattina che non aspettava altro…» commentò Roxas. Io annuì per dare conferma, poi proposi:
«Bhè, intanto proviamo a chiamarla a casa, no? Io il numero ce l’ho ancora!»
Nostro fratello maggiore parve riprendersi un po’.
«Mh, buona idea!...Ma voi due non mi volevate morto?»
«Sì, ma sia te che Shine sembravate così felici all’idea di questo appuntamento, soprattutto tu…» disse con tono vago Roxas. Cloud arrossì un pochino, spostando lo sguardo altrove.
«Poi, cavolo! Sei nostro fratello! Ti vogliamo bene!»
«Già» mi fece eco Roxas.
«Mi volete bene? Brrr!» fece con una faccia schifata
«Ma senti questo!»
Gli saltammo addosso, assalendolo con una terribile scarica di solletico, bloccandogli mani e piedi.
«OK! OK! MI ARRENDO!» urlò tra una risata e l’altra (uno dei modi per far ridere forte nostro fratello è il solletico U_U!)
Ci fermammo e lo guardammo trionfanti. Forse erano passati solo cinque minuti, ma eravamo tutti e tre ansimanti e un po’ sudati, io e Roxas per la foga messa nel solletico e per aver bloccato Cloud (lo ammetto, è più forte di noi ۵), lui perché era stato la vittima della nostra vendetta e doveva riprendere fiato. Ci guardammo per qualche secondo, poi scoppiammo a ridere. Cloud si fermò per primo.
«Comunque, grazie e…ma sì, vi voglio bene anch’io!»
Gli risposi con un sorriso a trentadue denti, poi presi il telefono (telefono in camera!) e composi il numero di casa di Shine.
< Pronto? > la madre! La sua voce era dolce, proprio come me la ricordavo.
«Salve signora, sono Sora! Non so se si-»
< SOCCHAN! Quanto tempo! Ricordo che ti dissi tante volte che puoi chiamarmi zia Alicia e darmi del tu! Comunque, come stai caro?»
«Tutto bene, grazie! E l-- tu?»
< A meraviglia! Ma dimmi, com’è la città dove vivi ora? >
«Era molto bella, ma sono, anzi, siamo tornati!»
< Davvero? Non sai quanto sono felice! E sono sicura che Shine lo sarà ancora di più! >
«Veramente andiamo tutti nella stessa scuola, io e Roxas siamo in classe con lei…non gliel’ha detto?»
< Oh! Non lo sai? Shine non abita più qui! Aspetta, ti dò il nuovo numero >
«Come non abita più lì?!» sbottò all’improvviso Roxas
< Oh! Roku-chan! Mi hai sentita! Scommetto che sono in vivavoce, vero Socchan? >
«Hai indovinato zia!»
< C’è allora ancora qualcuno da salutare? >
«Salve signora Alicia!»
< Oh! Clocchan (si! La madre di Shine e Riku adora attaccare “chan” ai nomi ndAcchan)! Mh, forse per te è meglio Cloud-kun! Che bello sentire di nuovo anche te! >
«Anche per me è un piacere!...Ehm, signora, non è che potrebbe darci il numero?»
< Certo! >
Roxas trascrisse il numero, poi zia Alicia lo ripeté e Roxas annuì. Stavo per salutarla, quando mi venne un dubbio:
«Zia Alicia, come hai fatto a riconoscere Roxas e Cloud?»
< Oh, bhè, è stato semplice: Roxas ha la voce molto simile alla tua, mentre per Cloud mi sono ricordata che non sono mai riuscita a fargli entrare in testa che può darmi del tu! Leon invece non se l’è fatto ripetere due volte! >
«Eh, eh! Ho un fratello cocciuto! Vabbè, ciao ciao zia!»
< Ciao ragazzi! E ricordate a Shine che dovrebbe telefonare ai suoi genitori ogni tanto, per favore! >
«Lo faremo senz’altro! Bye!»
Chiusi la conversazione e passai il telefono a Cloud che compose velocemente il nuovo numero. Mentre aspettava che Shine rispondesse, ci guardò.
«Non crederete che metta il vivavoce, vero?»
Gli rispondemmo con uno sguardo che stava a significare “se non fosse per noi, a quest’ora staresti ancora a piangerti addosso” e non ammetteva repliche. Sbuffò e mise la modalità vivavoce.
< Pronto? >
Una voce maschile…qualcosa non quadrava
< Pronto? > ripeté la voce, sembrava avere fretta
«Ehm, sono Cloud, un amico di Shine, vorrei parlare con lei…»
Cloud ci guardò in cerca di spiegazioni, ma l’unica risposta che ricevette fu una scrollata di spalle.
< Scusa, ma in questo momento- AXEL! Cosa stai facendo?! Posa subito quella bottiglia! Ti ho detto di bagnarle la fronte, non di farle la doccia! La vuoi uccidere?! >
Sentimmo una specie d’insulto e il nostro interlocutore sospirò.
< Ora Shine non può decisamente rispondere, se vuoi puoi lasciarle un messaggio >
«Le è successo qualcosa?!»
< Sinceramente non lo so…quando sono tornato a casa l’ho trovato distesa sul pavimento, bagnata dalla testa ai piedi e con la febbre alta >
Nostro fratello si rabbuiò, mentre io sentivo la preoccupazione salirmi dentro e Roxas sembrava provare lo stesso.
«Capisco, dille solo che ho chiamato…ma tanto per curiosità e per sapere con chi sto parlando, chi sei?»
< “Ma chi sei tu piuttosto! Mai sentito di un ‘amico che si chiama Cloud’ da Shine!” Riku, il fratello maggiore di Shine >
Tutti e tre sospirammo di sollievo.
< Il tuo nome invece l’ho già sentito, non mi suona nuovo… >
< Non è il nome del fratello del ragazzo di Aeris? >
< Già >
«Mio fratello si chiama Leon e ha una ragazza di nome Aeris»
< Non penso ce ne siano tanti in giro…ad ogni modo, non è solo quello… >
< E’ il nome di uno entrato in terzo quest’anno >
«Se è il terzo anno dell’Istituto Yuki, sono io»
< Ah, già! E’ vero…ma non è solo questo… >
< Riku, che palle! >
< Scusa se sto cercando di ricordare e non ho la memoria fotografica di qualcuno! >
< …Era il nome di uno dei ragazzini con cui giocava Shine quando abitavamo con quei bastar—eeeh, i nostri caaaari genitori! >
< Ah, giusto! E aveva tre fratelli…mmh…Leon, Sora e Roxas! >
«Siamo proprio noi!»
< Wow! Siete tanto amici e non vi abbiamo mai incontrati! >
< Già…aspetta un attimo! Axel, tu non dovevi chiamare il dottore? >
< Ups, è vero! Corro! >
Riku sospirò di nuovo. All’improvviso vidi un sorriso comparire sul volto di Cloud.
«Senti, non è che potrei-»
Io e Roxas sferrammo un pugno per braccio al nostro caro fratello capendo la fine della sua frase.
«Ahi! Ehm, volevo dire, potremmo venire a trovarla?»
< Va bene, perché no? Credo sarebbe felice nel vedervi…una volta svegliata…“e poi io posso approfittarne per fare ‘quattro chiacchere’ con voi” >
< O potrebbe tirarti una padella in testa perché è spettinata e tutte quelle cose da ragazze >
< Chi e perché dovrebbe tirare una padella in testa a Riku? >
< «SHINE!» > esclamammo tutti e cinque in coro
< Ciao a tutti! >
< Ehi attenta! Axel, riaccompagnala a letto prima che diventi uno zerbino >
< Con chi stai parlando onii-chan? >
< Cloud >
< Ma dai! Da quando vi conoscete? >
< Da dieci minuti circa >
< Oh! Comunque penso che Cloud abbia messo il vivavoce perché prima ho sentito anche Socchan e Roku-chan molto chiaramente! >
«Ci ha scoperti subito!» dissi ridacchiando
< …Ad ogni modo > riprese Riku, con un sottofondo di scocciatura nella voce.
< Potete venire anche adesso se volete >
< Li hai invitati?! >
< Veramente si sono autoinvitati >
«Ehm ۵»
< Che bello! Non vedo l’ora di vedervi! >
< Ok my princess! Il tempo per le chiamate è scaduto ed è tempo di tornare al vostro regno! La carrozza è già pronta! >
< Arrivo mio mulo da soma (“Ehi!” ndAxel)! A dopo ragazzi! >
< Bhè, vi saluto ora, prima di ritrovarmi con una malata e un infortunato >
«Ok, a dopo!» Cloud chiuse la telefonata, poggiò il telefono e ci guardò. Tempo un secondo ed eravamo schizzati ognuno al proprio armadio. Altri cinque ed eravamo davanti all’uscita.
«Come sto? L’ho chiesto prima io! Non è vero! Oh, ma va a quel paese! Ah, Leon è fuori con Aeris! Lo sapevo già! Crepa!» uno dei nostri tipici coretti di quando ci ritrovavamo insieme davanti alla porta, risolti da nostra madre che armata di pentola e mestolo ci urlava “Non urlate, rompete poco le balle e andate a fare quello che dovete fare!”! Che donna di classe!
Dopo aver combattuto per chi dovesse uscire prima dalla porta (e anche qui nostra madre, con taaanta finezza, risolveva prendendoci a calci nel sedere –quattro figli dovevano essere fonte di grande stress U_U), ci dirigemmo verso la nuova casa di Shine (ovviamente noi intelligentoni non avevamo chiesto il nuovo indirizzo, ma ci è arrivato in soccorso l’elenco telefonico! Sia lodato l’elenco telefonico –e nostra madre che ci aveva rammentato della sua esistenza!-). Cloud indossava una maglia smanicata a collo alto, nera e con la zip, un po’ aperta, pantaloni neri, anfibi neri (c’ha la fissa del nero) e un orecchino d’argento a forma di testa di lupo all’orecchio sinistro. Io una canotta blu, dei bermuda neri, delle scarpe da ginnastica nere e gialle e una catenella d’argento con un pendente a forma di corona. Roxas una maglia nera simile a quella di Cloud, una giacchetta a maniche corte bianca, pantaloni neri e grigio chiaro, le scarpe anche lui da ginnastica nere, con i lacci rossi, un polsino a quadretti neri e bianchi e due anelli di spugna, uno nero e uno bianco (lui invece ha la fissa del nero e del bianco).
Una volta arrivati a destinazione rimanemmo a bocca aperta per cinque minuti buoni: era la casa più grande che avessi mai visto! Che poi, “casa”…villa, quartiere caso mai…deglutii e andai ad aprire il cancelletto bianco (a quanto pare veniva lasciato aperto!), molto elaborato tra fiori e altri motivi curvi. Ora ci dividevano dall’ingresso circa dieci metri di vialetto.
Io, Roxas e Cloud continuavamo a guardarci intorno, stupiti per qualunque cosa vedessimo.
«E’ una piscina quella?!» indicò Roxas strabuzzando gli occhi.
«E lì ci sono spiaggia e mare!» dissi cominciando a sbavare.
Riprendendo contegno, ci costringemmo a distogliere gli occhi da tutto quel paradiso e andammo a suonare il campanello.
«Ciao ragazzi!»
«Aeris?»
«Si?» ci sorrideva innocente, come se fosse normale che andasse ad aprire lei a casa di qualcun altro.
«No, niente! Scusa! Abbiamo sbagliato casa!» le disse Roxas facendo per andarsene.
«Ma no! Dai, entrate che vi racconto!»
«Ah, siete arrivati finalmente!» anche Leon era davvero troppo! I nostri cervelli non erano pronti! Ma qualcosa, o meglio qualcuno, interrupe i miei pensieri.
«Allora, vi piace la mia nuova casa?» Shine, allegra come sempre, ci venne incontro: indossava quello che probabilmente era un pigiama, composto da canotta lunga (le arrivava alle cosce), bianca e viola, stampe di colorati fiori monocromatici sul lato sinistro, e pantaloncini bianchi. Ai piedi un paio di infradito bianche (fissata col bianco anche lei eh?), i capelli raccolti in una coda alta.
«Primo, svegliatevi dalla catalessi, secondo, rispondete alla domanda» ci sussurrò Leon, scrollandoci un po’. Per fortuna c’era lui, altrimenti le nostre menti avrebbero vagabondato in quegli occhi dorati per sempre (questi tre sono davvero andati XD ndAcchan).
«Bhè…ehm…come dire…» non sapevo davvero come descrivere quel posto! Era enorme e tra l’altro non l’avevo neanche visto tutto…ma quanto era grande?
«E’ decisamente enorme!» dissi ancora con gli occhi che schizzavano da un punto all’altro.
«Colpa di quei due megalomani dei miei fratelli! L’hanno progettata loro, sapete? Io ho pensato a più o meno tutto l’arredamento ♥» se fosse stata in un manga gli occhi le sarebbero diventati a cuoricini! Effettivamente, quando eravamo piccoli, aveva una certa ossessione per l’arredamento della casa delle bambole «e a contenere quei due nei progetti! Se no a quest’ora avevamo un quartiere al posto di una casa ۵». A quel punto ero tentato di dirle che doveva averli fermati troppo tardi e che quel posto aveva già le sembianze di un quartiere, ma mi trattenni.
Shine ci fece accomodare nel salone, poco dopo arrivarono un porcospino rosso e un ragazzo dai capelli argentei che portò con sé delle tazze con dell’acqua calda, bustine di thè, biscotti (e pasticcini!) e zucchero. Ero un servizio arancione, con grandi pois colorati e due linee bianche che passavano sopra e sotto. Sicuramente la scelta era stata di una certa brunetta.
I due ragazzi si accomodarono su due poltrone, o meglio uno ci si buttò sopra, mentre l’altro fu talmente delicato e aggraziato che la soffice imbottitura si spostò appena sotto il suo peso; mentre intingevano le loro bustine di thè (e Shine era già al quarto cucchiaino di zucchero, dopo aver rimosso la bustina alla vaniglia, stata a mollo per tre minuti cronometrati!), si presentarono. E fu così che conoscemmo Riku e Axel (tradotto per Cloud: quelli che lo avrebbero fatto a pezzi, bruciato e i resti buttati nella fogna se avesse fatto del male/soffrire a Shine).
«Comunque, dato che non abbiamo sbagliato casa, che ci fate voi qui?» chiese Roxas, rivolgendosi a Leon e Aeris.
«Uh uh! Semplice! Ho telefonato poco fa per sapere se questa sera si sarebbe fatta una delle nostre solite “riunioni” e tra una cosa e l’altra è venuto fuori che Shine stava male e mi sono affrettata a venire! E ho trascinato Leon con me, uh uh»
«La nostra Aeris e la croce rossina del gruppo!» esclamò Axel
«Eh già! E tu lo sai bene, vero Axel?» disse Shine con tono vago.
«Carissima, tu non dovresti startene a lettuccio a riposare? Sai, così guarisci prima…»
«Ti assicuro che io sono riposatissima»
«Cos’è successo?» chiese a bruciapelo il mio gemello.
«Diciamo che Axel non va d’accordo con le siringhe» disse sogghignando Riku, spuntato all’improvviso alle spalle di Axel, facendolo sobbalzare. Quando si era mosso? Intanto il ragazzo preso di mira stava gradualmente diventando del colore dei suoi capelli.
«Ok, ma cosa è successo?» quando Roxas vuole sapere qualcosa, quella cosa diventa di massima priorità (per lui!).
Ridacchiando Aeris cominciò a raccontare di quando, circa un anno prima, avesse ricevuto una strana telefonata da parte di Riku che con un diavolo per capello (e lui ne ha davvero tanti!) la pregava di venire in fretta a casa sua perché avevano bisogno di rinforzi da quelle parti; intanto dall’altra parte della cornetta aveva sentito Shine gridare qualcosa come “T’ho trovato! Non scappareee!”.
In cosa consisteva l’aiuto richiesto? Trovare Axel, nascostosi da qualche parte all’interno della villa, per poi fargli un’iniezione. Il punto è che per fargliela Shine dovette bloccargli le braccia, mentre Riku le gambe; l’uso della siringa spettava ad Aeris.
Nessuno riuscì a trattenersi e tutti scoppiammo a ridere, a eccezione di Axel che a mio parere stava provando a darci fuoco con lo sguardo.
Per non so quale motivo, mi ritrovai a osservare Riku: quando tutti erano esplosi in fragorose risate (perfino Cloud! Cioè, Cloud), lui si era limitato a ridere sotto i baffi, una risata calda, profonda, ma in qualche modo nascosta. Ora scrutava me, Roxas e Cloud come se fossimo potuti essere dei potenziali criminali (o molto più probabilmente, potenziali maniaci sessuali), mentre io stavo cominciando ad ammirarlo come si fa con un quadro, o meglio, una scultura stupenda: pelle diafana che sembrava fatta di raggi di luna, capelli argentei che riflettevano la luce, scintillando, muscoli ben sviluppati, ma armoniosi, e due acquamarine profonde, indagatrici e imperscrutabili, che ti rapivano e incatenavano. Un essere perfetto, un angelo, o forse, con quello sguardo freddo e giudicante, era più preciso dire
«Un meraviglioso shinigami²»
Shinigami…Death Note…NOOOO! ELLEEEEE! (Sora non si smentisce mai XD ndAcchan)


Seconda Parte

Era passato un mese dal giorno in cui Shine era stata buttata nella fontana, la ragazza aveva avuto un appuntamento con Cloud, i due erano stati pedinati da un manipolo di quattro scapestrati vestiti con lunghi cappotti dal bavero alto e occhiali da sole (potete immaginarvi chi) e più tardi, nel freddo di metà novembre, quello stesso manipolo più i due piccioncini (che poi tanto piccioncini non erano, visto che una settimana dopo l’appuntamento, tutti imbarazzati si erano reciprocamente detti che si preferivano come amici -.-") stavano camminando verso la scuola.
«Fa freddooo» urlò Sora d’improvviso, spaccando i timpani di Axel.
«Questo è perché ti ostini a mettere i bermuda a metà novembre» gli rispose neutro il gemello.
«Oh, scusa tanto se non porto la canottiera da agosto come qualcuno»
«Non c’è niente di male se uno si mette la canottiera da agosto»
Borbottò Roxas, mentre le sue guance si arrossavano un po’, facendo emettere altri risolini a Shine, che aveva cominciato da quando Sora aveva attaccato a parlare (ragazza dalla risata facile ndAcchan). Gli altri guardavano allegri la scena, soprattutto Axel che da un po’ di tempo aveva cominciato a stuzzicare il biondino, facendo così commentare la brunetta con un “Qui yaoi gatta ci cova”.

Aimai san senchi sorya puni tte koto kai? Choh! Rappingu ga seifuku...daa furi tte kotanai pu. [Lucky ☆ Star - Motteke! Sailor fuku]

«Oh! E’ il mio! Moshi mosh? (più o meno “Pronto?/ Chi è?” in Giappo ndAcchan)» rispose allegra al cellulare la ragazza, il cui viso s’illuminò non appena sentì la voce all’altro capo dell’apparecchio, voce che apparteneva all’unica persona che riusciva a mettere Riku in ombra agli occhi di Shine, la quale sorrideva sempre di più.
«Oi Riku, mi sa che è lui…» disse con tono vago Axel.
«E’ lui!» gli rispose con voce lugubre l’albino, assottigliando gli occhi.
Quando Sora provò a chiedere spiegazioni ricevette in risposta un ruggito poco rassicurante da parte dell’argenteo.
Finalmente Shine finì la conversazione e andò trotterellando di fronte a Riku, continuando però a camminare (all’indietro!).
«Riku! Riku! Non sai che grosse novità ci sono!» disse la ragazza tutta euforica.
«Ah! Perché c’è n'è anche più di una?» disse seccato il fratello, ma Shine non ne tenne conto.
«Aniki³ viene ad insegnare nella nostra scuola!»
«…“NOOOOOOO” ah-ah»
«E a quanto pare verrà a stare da noi!» ormai gli scintillii degli occhi della ragazza stavano accecando gli altri.
«Che bello…Altro da aggiungere?»
«No, no! Ah, a proposito! Arriva e inizia già da oggi!»
Un fulmine a ciel sereno cadde su un Riku più che scioccato, mentre gli altri ridevano dei suoi continui mutamenti espressivi. Se solo avessero saputo il motivo per cui Riku aveva queste reazioni, probabilmente avrebbero riso ancora più forte e l’albino lo sapeva, per cui si premurò che i tre che non sapevano chi fosse “aniki” non facessero domande.
Finalmente i sei arrivarono a scuola e al suono della campanella si divisero per andare nelle loro rispettive classi.
Durante l’attesa del professore di storia, nella classe I B c’era chi copiava da un compagno i compiti non fatti, chi chiacchierava allegramente o chi se la dormiva alla grande con tanto di bava o bolla dal naso.
Passò poco che l’aprirsi della porta scorrevole attirò l’attenzione degli alunni: entrò un giovane sulla ventina, dai lunghi capelli argentei e gli occhi acquamarina, i cinguettii delle ragazze al suo passaggio.
«ANIKI!» urlò Shine saltando sul posto facendo quasi morire prematuramente i due gemelli vicini a lei. La ragazza cominciò a sbracciarsi per salutare il fratello come se fosse stata a un concerto rock pieno di gente. L’argenteo rise sotto i baffi, la saluto con un piccolo cenno della testa e si diresse alla cattedra. Si schiarì la voce e iniziò a presentarsi:
«Salve a tutti, il mio nome è Sephiroth Hikari e sono un professore di storia! Per quelli che non l’avessero capito, sono il fratello maggiore di Shine…e Riku -se non sapete chi è quest’ultimo fa lo stesso. Non pensiate che per questo saranno favoriti in alcun modo, anzi! (risatina diabolica) Ad ogni modo, a quanto pare il vostro professore oggi è assente, perciò oggi lo sostituirò io!».
Le ragazze lanciarono urletti felici e si radunarono attorno al nuovo professore cominciando a tempestarlo di domande e fargli moine (impedendogli tra l’altro di far lezione per la gioia della classe!). I ragazzi in classe rabbrividirono.
«Certo che le ragazze fanno proprio paura! E anche tuo fratello non scherza!» commentò spaventato Sora.
«Già!...Senza offesa!» disse Roxas a Shine.
«Ah, non ti preoccupare! Sono abituata a questo genere di scene quando c’è aniki…piuttosto, ho come l’impressione che da oggi a casa ci sarà molto più divertimento! Uh uh!».
La saturità del colore dei capelli di Axel era uguale alla sua impreparazione in quel momento: la sera prima l’aveva passata con Demyx a far baldoria sulla spiaggia e i libri di chimica che avrebbe dovuto studiare erano quasi finiti a essere combustibile per il fuoco che avevano acceso per riscaldarsi; fortuna che Riku passava da quelle parti per controllare che quei due non si ammazzassero in qualche modo (perché sapeva che erano capaci di farlo senza la supervisione di un “adulto”) ed era riuscito a salvare i libri in extremis(tra l’altro erano anche i suoi libri di chimica)! Comunque, tornando alla questione Axel, libri e scuola, potete quindi immaginare quale fosse la sua (im)preparazione per l’interrogazione a cui era stato sottoposto da Vexen.
«Dunque signorino, ci vuole spiegare cosa succede quando due atomi tantolosochenonhastudiato si scontrano?»
«Un incidente?»
«Due»
«Addirittura due?!»
«Ha ragione! Data la sua ignoranza sarebbe più appropriato un uno!»
«…NOOOOO! LA PREGOOO PROOOOF! Mi dia almeno il quattroooo!» Axel si buttò ai piedi del prof cominciando a strattonargli i pantaloni.
«Mi lasci andare! Insomma! Giovani d’oggi-»
«coff coff- non rispettano!» finì in coro l’intera classe che ormai sapeva la frase a memoria.
«Come o-s-a-t-e prendervi gioco di me?! Io sono un grande scienziato! Il vostro professore! E voi dovreste portarmi rispetto!» dicendo l’ultima parola Vexen sputacchiò in giro, facendo prendere un colpo ai poveri studenti intorno a lui, spaventati dalla possibilità di prendersi qualcuna delle 350 e passa malattie del professore.
Fuori dalla porta si sentirono all’improvviso una canzone sui metallari e due voci maschili più stonate di un avvoltoio che prova a cantare l’Alleluja di Händel. Vexen si precipitò (per modo di dire…), alla porta, facendola scorrere velocemente.
«Chi è che fa tutto questo casino?!»
«Ohi, Vexy, vecchia mummia! Come te la passi?»
«Xaldin! Xigbar! Come vi permette di andarvene in giro così? Due professori! VICEPRESIDE XEMNAS –coff coff- non avrei dovuto urlare…»
«Toh! Se n’è andato! Xigbar, andiamo a berci due belle bottiglie! Su, su che sembra di stare in un manicomio qui!»
«SIIIII! SAKEEEEE’!»
Riku si portò una mano davanti agli occhi e sospirò.
«300 dottori e 15 pazienti…»

La campanella del pranzo suonò e la solita orda di studenti uscì dalle classi con l’eleganza di un pachiderma, dividendosi a un certo punto tra chi andava alla mensa e chi andava in giardino. Riku, Axel, Sora, Roxas, Cloud e Shine formavano il solito gruppetto (Leon se ne stava con la sua Aeris a mangiare il pranzo preparato da lei chissà dove) in mezzo a una piccola radura di ciliegi posta su una collinetta all’interno dell’enorme giardino dell’Accademia.
All’improvviso i loro poveri benti furono travolti da una palla da calcio. Un ragazzo dai capelli neri (alla “culo di papera” :D ndAcchan), la seguì poco dopo, cominciando già a fare diversi inchini di scuse.
«Scusatemi! Scusatemi! Scusatemi! Vi prego di scusarmi!» lo sventurato sembrava più rivolto a Riku, che non aveva mosso un muscolo dopo l’incidente e che ora aveva una strana espressione (la palla aveva colpito per primo il suo bento, rimbalzandogli anche in faccia, tra l’altro). Il ragazzo che aveva lanciato la palla lo notò e fece un passo indietro senza smettere però di scusarsi e inchinarsi. Cloud, che nel contempo, in un impeto, di generosità (o forse di pietà visto che era stato l’unico a non essere colpito dal pallone) aveva aiutato un po’ tutti a pulirsi e mettere in ordine, alzò finalmente la testa su quello che sarebbe stato la prossima vittima di Riku molto probabilmente.
«Zack
«Mh?...!!!...Cloud!»
Il biondo scattò in piedi per andare a salutare il moro(e addio impeto di generosità).
«Però sei cresciuto!...Ma sei sempre più basso di me >8D» disse il ragazzo dopo aver dato una veloce occhiata all’amico.
«Grazie tante, eh? Non ci vediamo da quasi di 10 anni e la prima cosa che fai è sfottermi? Gran bel migliore amico che sei, Zack!»
Il moro rise e scompigliò i capelli all’amico. A quel punto intervenne Axel con uno dei suoi sagaci commenti.
«Com’è che siete in questa scuola da tre anni ed è solo ora che vi incontrate solo ora?»
«Idiota, ti ricordo che Cloud e famiglia sono entrati a scuola solo quest’anno! Quindi se ne deduce che il quantitativo di tempo esatto è tre mesi»
«Dettagli, Riku, dettagli! Tre anni, tre mesi, sono uguali no? Il tre c’è comunque!...E che paroloni che usi poi! “Q-u-a-n-t-i-t-a-t-i-v-o”»
L’argenteo guardò Axel con un’espressione compassionevole, scuotendo piano la testa.
«…ad ogni modo, è comunque un bel po’ di tempo»
Silenzio tra il gruppo, che fissava i due amici ritrovati e questi che si guardavano imbarazzati non sapendo che rispondere. La risata improvvisa di Shine, provocata dai continui mutamenti di espressioni dei suoi amici, spezzò la tensione che si era venuta a creare e presto a lei si unirono anche gli altri, benché non fossero ben certi del perché.
Zack invitò Cloud e gli altri (per parcondicio) a unirsi all’improvvisata partita, ma solo il biondo accettò, il resto dell’allegra combriccola si limitò a guardare e commentare.
Sora e Roxas notarono dopo poco uno strano bagliore negli occhi di Shine che tra l’altro stava facendo anche uno strano sorrisetto che mise loro i brividi. Quando i due gemelli provarono a chiedere spiegazioni ai loro sempai, questi avevano spalancato gli occhi terrorizzati, sussultando, e si erano messi a fissare la partita senza dire niente. Intanto Shine continuava a terrorizzare quei quattro poveracci. Ogni tanto la si poteva sentire mormorare qualcosa, seguito da delle inquietanti risatine sommesse. Agli occhi dei ragazzi, sembrava posseduta.
La ragazza restò così per quasi tutto il resto della giornata, con Riku e Axel che non proferivano parola (neanche Demyx, che era stato invitato il pomeriggio nella villa-quartiere) ed evitavano di guardare la loro sorellina in modo al quanto plateale, rischiando di schiantarsi più volte contro i pali della luce, cassonetti della spazzatura, alberi, signore che portavano a spasso dei topi rognosi spacciati per cani di piccola taglia e affini. Il panico dilagava nella nostra allegra combriccola…

*˜*

I primi fiocchi candidi cominciarono a scendere lievi, ricoprendo la città con un morbido manto bianco, attutendo i rumori e regalando una magica atmosfera.
La porta della camera di Shine si aprì lentamente senza fare rumore e una figura alta si avvicinò al suo letto, abbassandosi una volta arrivata. Il giovane guardò con affetto la ragazza che dormiva tranquilla nel suo letto, sorridente, ignara della sorpresa che l’aspettava al suo risveglio. Il giovane schiuse la bocca per dire qualcosa, avvicinandosi ancora di più al volto della brunetta…
DRIIIIIN! Ti ti ti ti! MUUUUU! Good Morning, good morning! Good morning yes yes yes! Salve a tutti! Sono le 7 e un buon giorno caloroso a probabilmente tutti quelli che ci seguono!
Il giovane saltò su se stesso e per poco non gli mancò un battito per lo spavento. Shine mosse lentamente una mano verso la sveglia, abbattendosi sull’interruttore. Altrettanto lentamente si mise a sedere e si stiracchiò più volte. Purtroppo il caos non era ancora finito dato che Axel e Riku evidentemente non si erano ancora decisi a spegnere le loro sveglie e la radio si trovasse in soggiorno (mistico luogo da cui si riusciva a mandare un suono in tutta la casa…misteriosissimo luogo a parere dei suoi abitanti).
Con la mente ancora metà nel mondo dei sogni, la brunetta si girò per cercare a tentoni coi piedi le ciabatte e nel mentre stropicciandosi un po’ gli occhi. Durante la ricerca sentì di andare a sbattere contro qualcosa e decretò così che era il caso di svegliarsi del tutto e vedere che cosa ostacolava quella maledettissima ricerca delle ciabatte che già di suo non era facile.
«…Aniki!»
Il fratello restò a guardarla stupito per un attimo e poi scoppiò a ridere davanti a una Shine piuttosto confusa e preoccupata per la salute mentale del giovane uomo davanti a lei.
«Tutto bene, onii-san?»
«Si, si, scusa la reazione!» disse asciugandosi una lacrima e alzandosi ancora ridacchiando.
«Volevo farti una sorpresa svegliandoti, ma non avevo previsto tutta questa baraonda!»
«Ah! E’ che ho cominciato a preparare i benti la sera prima e ho insegnato a Axel e Riku a prepararsi il minimo indispensabile per fare colazione e…AAAH! Si sta facendo tardiiii! Aniki, posso chiederti un favore?»
Mentre parlava Shine aveva cominciato a infilarsi le ciabatte (sì, era riuscita a trovarle poi) e si era letteralmente buttata nell’armadio una volta aperto, per poi riuscirne con la biancheria per la giornata. Poi aveva cominciato a scattare per la stanza raccattando un po’ di cose qua e la e infine la divisa.
Nel frattempo, Sephiroth dal canto suo sembrava stesse facendo una strana danza nello scansare la sorella.
«Dimmi pure»
«Potresti andare a svegliare quei due? Riku mi sa che lo troverai addormentato sui libri, mentre Axel se la starà dormendo ancora alla grande perché avrà sicuramente fatto tardi con Demyx mentre cercavano di studiare!...Ma cosa sono io? Loro madre?!»
L’argenteo si perse il resto del discorso perché Shine, mentre parlava, si era diretta meccanicamente verso il bagno, senza neanche accorgersi che non aveva ancora finito di parlare, segno che probabilmente sveglia del tutto ancora non era.
Ridacchiando ancora una volta, Sephiroth si diresse alle stanze dei quei, da lui ribattezzati tanto tempo prima, casi umani e li trovò proprio come la sorellina gli aveva detto. Il giovane scosse la testa e svegliò poco gentilmente Axel e Riku, scuotendoli energeticamente e invitandoli a spegnere le sveglie. Le reazioni dei due ragazzi: Axel, mentre gli mugugnava che se quelle dannate sveglie gli davano tanto fastidio poteva anche spegnersele da solo, rotolò su un fianco cadendo dal letto e sbattendo malamente il sedere, insultando poi quel “cavolo di pavimento” e gli “stupidi cuscini” che sparivano sempre da sotto il letto (in realtà Shine glieli sistemava la sera prima perché sapeva che Axel spesso cadeva dal letto la mattina, ma Riku, ogni volta che li vedeva e dopo essersi accertato che il rosso dormisse, glieli lanciava tutti in giro per la casa divertendosi come un matto. Non la camera, la casa. E sì, si divertiva male, ma non vogliatene! Dovete anche tenere conto che se Axel dormiva profondamente voleva dire che erano come minimo le tre di notte e Riku era reduce di non si sa quante ore di studio).
Riku, venendo svegliato di soprassalto, prima gli rispose con “Shine, non lo vedi in che stato sono? Dovresti saperlo che in giornate come queste puoi lasciarmi dormire un po’ di più!”, per poi, una volta resosi conto di chi l’aveva svegliato, sbarrare gli occhi additando il fratello. Un attimo dopo sentì Axel imprecare contro il solito “cavolo di pavimento” e gli ritornò in mente la sera prima, quando per sfogare lo stress accumulato per il troppo studio, si era messo a lanciare per casa i cuscini di Axel. Ah ah, che divertimento!
«Ehi! Caso umano numero uno, guarda che se non stacchi quel flaccidume che ti ritrovi per sedere dalla sedia, poi non hai tempo per metterti tutte le tue cremine e profumini vari per far vedere alle fan quanto una buona dose di trucco e creme possa fare miracoli!»
Sephiroth sorridette. Non un sorriso normale, o come quello fatto pochi minuti prima a Shine, ma uno dei suoi sorrisi bastardi e sadici che mostrava a tutti quelli che gli andava di torturare e ora che aveva lì a portata di mano le sue vittime preferite, non aveva certo voglia di contenersi.
«Io e il mio flaccidume stiamo sicuramente messi molto meglio di te, i tuoi steroidi e la tua plastica facciale, aniki
«Senti un po’, prototipo della Barbie»
«WUAAAAAAAAAAAAH!»
L’urlo di Shine interruppe il battibecco da comari dei due fratelli, facendoli correre dalla sorella, seguiti poco dopo da Axel. La ragazza era in cucina davanti alla finestra, con in mano un craffen alla crema (colazione leggera, ne? ndSephiroth). Guardava fuori dalla finestra, o meglio, stava con la faccia spiaccicata sulla finestra, mezza arrampicata sul lavello.
«Shine…che cavolo stai facendo?!» le urlò il rosso.
La brunetta si girò di scatto verso il suo interlocutore, gli occhioni che le brillavano, la bocca a forma di “0”, stringendo leggermente il craffen da cui fuori uscì un po’ di crema densa. La ragazza strizzò gli occhi sorridendo e poi indicò fuori.
«C’è la NEVEEEEEEEEE!»
Diversa casa, stessa situazione.
«Si, Sora, l’ho notato anch’io quando mi sono alzato, ho aperto la finestra e una valanga mi è caduta in testa!» gli disse spazientito il gemello.
Il brunetto saltellò per la casa come un bambino, mentre si vestiva e finiva il toast mezzo mangiucchiato. Sora, pensò Roxas, non era in grado di stare fermo o fare una cosa alla volta! Insomma, era tutta gente abbastanza calma e con un quoziente intellettivo buono in quella casa…possibile che suo fratello fosse un tale concentrato di esuberanza che alla mattina si lasciava dietro una scia di briciole stile Pollicino? Spesso si era chiesto se il fatto che fossero due gocce d’acqua fosse solo una sfortunata coincidenza e in realtà il brunetto fosse stato adottato.
Seguendo le tracce lasciate dalla bestiolina, arrivò nella loro camera, Sora che buttava all’aria qualunque cosa si trovasse sul suo letto, alla ricerca forsennata di qualcosa. A Roxas non restò che raccattare i vestiti e oggetti vari sparsi su quella specie di campo di battaglia e mettere a posto alla bell’e meglio, altrimenti chi se la sentiva loro madre! Oh, ma si sarebbe fatto ripagare quel “favore”, oh se se lo sarebbe fatto ripagare!
Finalmente il gemello smise di lanciare in mezzo alla stanza (e addosso a me! ndRoku) qualunque oggetto di consistenza diversa dai gas gli capitasse sotto mano durante la sua ricerca, stringendo tra le mani il suo motivo. Il cellulare…stava cercando il cellulare…la gente normale lo tiene sul comodino il cellulare, oppure vicino al cuscino. Invece Sora lo teneva sepolto sotto una marea di cose buttate sul suo letto, che poi…che cazzo ci faceva tutta quella roba sul suo letto?!
Il brunetto compose un numero velocemente e aspettò fremente che dall’altra parte qualcuno rispondesse, mordicchiandosi il labbro inferiore. Quando finalmente sentì il fatidico suono di qualcuno che ha accettato la chiamata, gli occhi gli s’ illuminarono all’inverosimile, spalancando contemporaneamente la bocca.
«L’hai vista? L’HAI VISTA?!»
Tutto quel casino per dire a…a…vattelapesca se anche lei/lui avesse visto la neve! Chi è il cretino che non avrebbe visto tutta quella roba bianca ricoprire l’intera città!? Roxas da piccolo adorava la neve, usciva ancor prima di Sora dalla porta di casa per andare fuori a giocarci! Ma poi, crescendo, aveva cominciato a odiarla. Per essere più precisi, odiava suo fratello che si trasformava in un marmocchio di 5 anni appena la vedeva e si metteva a competere con i bambini del vicinato a “chi fa il pupazzo di neve più grande”, costringendo i suoi fratelli a partecipare (si, anche Squall e Cloud) e, nel peggiore dei casi, anche i loro genitori, a forza di “adorabili” bronci, ruffianerie e affini. E odiava ancora di più i bambini per strada che si lanciavano le palle di neve beccando talvolta gli ignari passanti (tra cui lui stesso!), usando qualunque tipo di neve, da quella che ti entra tutta dal colletto della giacca e si scioglie subito, a quella che se ti becca sei morto, dura com’è! E poi, da quella piena di pezzettini di foglie e moscerini morti, a quella dove il cagnolino della vicina ha deciso di svuotare sopra la sua dolce vescica! E non gli puoi neanche dire niente a quei piccoli demoni, altrimenti arriva la solita vecchietta rompi balle che attacca con il suo discorso “Eccoli, i ragazzi d’oggi! Sempre a prendersela con i più piccoli! A seminare il terrore su quelle dolci creature!”. Dolci creature te e tre quarti della palazzina, vecchietta del cavolo!
Finalmente Sora era pronto e i due gemelli poterono finalmente uscire di casa (Squall e Cloud se l’erano svignata molto prima). Anche perché, dovevano ritrovarsi con Axel (non più Shine, ne :D? ndAcchan) e compagnia per proseguire verso scuola insieme.
Arrivati, notarono che c’era solo Riku. Sora gli andò incontro saltellando felice come un bambino in mezzo alla neve, salutandolo. Riku scosse la testa divertito, facendo ondeggiare i capelli, che ora si fondevano con il paesaggio. Poi fece un cenno con la testa verso, per salutarlo, e questo ricambiò, per poi avvicinarsi.
«Gli altri?» chiese il biondo. Intanto notò che Sora era sparito.
«Bhè, ecco…»
«SIAMO QUI!»
Due palle di neve arrivarono in testa a Roxas che imprecò, tastando la sua capigliatura per cercare di capire se fosse ancora intera. Appena si fu accertato che non fosse ceduta, un’altra palla di neve lo colpì. Questa volta era stato Sora.
«Ma io vi ammazzo!» e così dicendo cominciò a bombardare Axel, Shine e Sora a forza di palle di neve!
Nel mentre, Riku li guardava con aria afflitta, senza rendersi conto però che Roxas si era abbassato per schivare un palla che, di conseguenza, gli andò a finire dritta in faccia. In quel momento tutti si fermarono, chi nell’atto di preparare la prossima “bomba”, chi pronto a lanciarne. L’albino si tolse lentamente la neve dal viso. Brutto segno.
«Uno…» Shine.
Riku guardava in basso, la frangetta gli nascondeva gli occhi. Stava fermo, immobile. Bruttissimo segno.
«Due…» Roxas.
Alzò lo sguardò, truce. Chiunque fosse stato, erano tutti colpevoli e non avrebbe risparmiato nessuno.
«Tre…» Sora.
Fece un passo, poi un altro, senza smettere di guardarli.
«Si salvi chi può!» gridò Axel. In un attimo, tutti si erano messi a correre al massimo delle loro capacità, con uno scatto degno di un centometrista, perché lo sapevano: Riku non era veloce, di più.

Erano in prossimità del cancello della scuola, una volta superato sarebbero stati salvi: ci avrebbero pensato le miriadi di fangirls a fermare l'albino, o almeno, rallentarlo.
Correvano, correvano, senza prestare attenzione a dove mettevano i piedi, guardando costantemente con disperazione la loro meta, che era così vicina, eppure non riuscivano a raggiungerla! Così distratta, Shine finì per scivolare su una lastra di ghiaccio, ben nascosta dalla neve. In un attimo, si ritrovò per aria e già si stava preparando psicologicamente (e fisicamente) all’impatto del suo dolce di dietro che sentì di essere finita tra le braccia di qualcuno. Alzò lo sguardo e affondò in due cieli notturni.




Alla fine del capitolo (noticine ancora più idiote!):
1. il pranzo al sacco giapponese (click!) Torna a leggere
2. dio della morte (mi ispirava di più metterlo in giapponese XD) Torna a leggere
3. forma rispettosa e onorifica di “fratello maggiore” Torna a leggere
4. si, lo so che originariamente Zack sarebbe più grande di Cloud, ma in questa fic sono vecchi (XD) uguali. Ah, prima che mi scordi! Zack ha l’aspetto che ha all’inizio di Crisis Core Torna a leggere
5. non mi pare di averlo già scritto, comunque un compagno più grande a scuola o sul lavoro; più di preciso (almeno per la scuola, per il lavoro non ho capito bene °°’’), si riferisce a compagni di grado maggiore Torna a leggere

E ce la fa a finire il capitolo! Non ci credo! E voi non ci crederete che il pezzo che mi ha dato più filo da torcere è stato l’arrivo di Zack…non sapevo più come muoverli °A°! Fortuna che poi è arrivata l’illuminazione :D! Comunque…Oddeo, comincio subito a scusarmi per quella stupidata dove Shine sembra posseduta, ma non ho resistito XD volete sapere cosa mormora la nostra cawa ragazza?...

…dai, ve lo dico, perché io sono BUONA °W°!...Lei mormora…y…a…o..i…YAOI! *W° (<- strano bagliore negli occhi)
Oh! Roku-chan °W*! Anche tu da queste parti? Come? Vuoi lasciare un messaggio ai lettori? Si dimmi cawo °w*…Roxas vuole farvi sapere che l’autrice è completamente impazzita e vi chiede con disperazione di cercare uno psicologo! Ma uno bravo! Riku si è aggiunto e ha detto, sue testuali parole, eventualmente, anzi possibilmente, anche un esorcista!
Sono BUONA, ma malata di mente, che volete farci *W°? O meglio, che potete farci *W*?! Kufufufu…uh…uh…mwuahahah *viene sedata non proprio gentilmente e amorevolmente dai personaggi della fiction*
Gna gna gna (*la pazzia ancora dilaga*), il riferimento a Death Note: se l’avete letto potete condividere il dolore di Sora e di tutti i lettori di questo capolavoro ù.ù, se così non fosse…leggetelo °_°
Comunque, per chi non l’avesse notato (probabilmente tutti XD), sul mio profilo, ho creato una specie di mini blog dove posso comunicarvi a che punto sono o come sono messa, come ho fatto durante questo capitolo! Mentre creerò i capitoli, vi aggiornerò attraverso lì, anche per le cazzssate, sì. Duh :D. Ad ogni modo, sono finalmente arrivata al pezzo che volevo! Quello che ho più voglia di scrivere *_* Aaaah, finalmente! A dir la verità, quello che ci sarà nel prossimo capitolo doveva andare in questo, mai poi sarebbe risultato un po’ troppo lungo e non voglio mandare il cervello in pappa a nessuno :P! E a dir la verità il titolo di questo capitolo doveva riferirsi anche a un avvenimento abbastanza…bhè…non che sia importantissimo, ma più o meno >.>" Vabbè, vuol dire che mi divertirò a scrivere il prossimo capitolo XD! E grazie della pazienza per aver aspettato ‘sto capitolo, soprattutto tu, o mia cara beta nana_girl! Ringraziatela che mi ha fatto notare un sacco di errori di distrazione e aiutata a mettere a posto dei pezzi in cui avevo fatto impazzire la grammatica XD…sono quasi sicura che non abbiate colto niente di tutto ciò perché vi state scervellando a cercare di capire chi è questa persona che ha salvato il culo a Shine (in senso letterale U_U) :D Vi posso solo dire che io personalmente adoro questo personaggio e il compare che gli/le (vi svio XD) manderò dietro *.* Uhm, però così è poco!...Sono personaggi di un Final Fantasy che è in cantiere dal 2006...e non si sa quasi niente di loro...quello/a con gli occhi d'oro ramato (c'ho perso dieci dottrie a capire che razza di colore c'avesse XD), all'ombra diventano neri bluastri e quando attacca rossi blu notte (dopo un'attenta analisi di ogni secondo di filmato in cui si vedessero gli occhi di questo personaggio sono giunta alla conclusione/soluzione che sono blu notte ù.ù... Ma chissà che qualcuno non possa pensare giusto °w°…anzi, facciamo così, provate a buttarvi e dirmi secondo voi chi è, tanto non ci perdete nulla, no? A chi vince…farò (cercherò di fare) un disegno che ritrae la sua scena preferita di Why Yes!


Al prossimo capitolo ›› ancorasenzatitolo XD, ma vorrei dargli il nome di una canzone, così, perché me gusta scrivere sulle note di una canzone (e ascoltarla quindi random finchè o finisco il capitolo o mi suicido prima XD
{That’s all, folks! ~}

  
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