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Autore: ka_chan87    17/10/2005    4 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!! È da un po’ che non ci si sente e non so esprimere la mia immensa gioia per il fatto che egoio sia sopravvissuto! Mi sono davvero spaventata qualche giorno fa quando ho letto che il sito era incorso in un grave errore…non toccavo il computer da un pezzo – ovviamente la scuola non mi permette nemmeno di respirare…! – ed ero così contenta di aver trovato cinque minuti per venirmi a leggere – nonché per pubblicare – delle ff che vedo quell’orribile messaggio…! Già quasi due anni fa sono “morti” sia inuyasha no uchi che fanfiction.it e mi sarebbe dispiaciuto davvero tantissimo se fosse crollato anche questo magnifico sito…purtroppo non ho fatto nemmeno in tempo a fare un qualsiasi tipo di donazione perché è tornato funzionante in quattro e quatrotto…la nostra webmister è davvero una santa nonché una grande!
Ma ora veniamo a noi…innanzitutto, andando nel mio account per vedere sia il numero di recensioni che il numero di lettori, ho piacevolmente notato che c’è chi sta andando a rileggere The Change…non me lo sarei mai aspettata! Quindi ci tengo a ringraziare tutti coloro che l’hanno riletta…come ho già detto, cercherò di terminarla il prima possibile!
Ora veniamo, invece, a chi ha commentato lo scorso capitolo…ringrazio tantissimo cri-chan, la new entry Mao-chan91, Mech che mi lascia sempre dei commenti troppo lusinghieri ^^ e, infine, Inucchan il quale ringrazio in special modo perché è la prima volta che ricevo il commento da parte di un ragazzo e, soprattutto, da qualcuno che sa scrivere così bene! E non dire che è la mia ad essere una vera ff perché le tue non sono da meno, anzi…!
Bè, direi che è tutto, ringrazio, ovviamente anche quelli che hanno letto e vi lascio alla lettura del sesto capitolo!

6° CAPITOLO “ DESTINAZIONE ELDORAS”.

Quella mattina Sango si era alzata molto presto. Tra qualche ora avrebbe dovuto affrontare un lungo viaggio, verso una terra sconosciuta e non sapeva cosa l’avrebbe aspettata di lì in poi.
Si alzò dal letto, abbandonando il confortevole calore delle pesanti coperte che l’aveva accompagnata nel corso di quella notte senza sogni e si diresse verso il grande specchio appeso alla parete, sedendosi sulla morbida poltroncina che vi era di fronte.
Aveva un aspetto orribile. Due scure occhiaie erano testimoni del fatto che non aveva dormito un granché.
Rabbrividì alla pungente aria del mattino e si infilò la pesante vestaglia di velluto color pesco appesa lì vicino.
Sbadigliò. Non aveva un granché da fare quella mattina visto che, proprio perché non riusciva a dormire, aveva preparato tutto il necessario per il viaggio la sera precedente. Inoltre era stata anche dal fratello, dal quale aveva passato circa tre ore. Kohaku non aveva affatto preso bene la notizia della sua imminente partenza e lei si era trovata a dover tranquillizzare un ragazzino di undici anni in una piena crisi della serie ‘facciamo i capricci ’ . Ma, fortunatamente, era riuscita a farlo ragionare, non tranquillizzandolo del tutto ma, almeno, a farlo zittire.
Però adesso c’era un altro problema: il padre sapeva della sua partenza, suo fratello pure ma… Seiishiro… lui non era stato avvertito.
Perché le veniva in mente il senpai? Cosa gliene poteva importare a lui se lei partiva o meno?
Sospirò a quel pensiero. Non aveva senso rimanere lì a farsi domande inutili.
Cominciò a pettinare sbadatamente i lunghi capelli e poi si vestì. Sarebbe andata in palestra a fare qualche esercizio.
Indossò dei pantaloni di un pesante tessuto color mattone scuro, infilati in alti stivali di pelle marrone scuro, con sopra un maglioncino in morbida lana chiara.
Uscì dalla stanza chiudendosi lentamente la porta alle spalle per poi incamminarsi con calma verso la palestra.
In giro per la Residenza c’erano solamente i vari servitori mentre suo padre e Kohaku, si disse, dormivano ancora. In effetti erano appena le sette… il padre forse si sarebbe svegliato tra poco, ma il fratello avrebbe dormito ancora per molto.
Le venne alla mente il nobile Miroku con quel suo strano viso, dalle espressioni così volubili. Arrossì pensando alle reazioni che aveva avuto la sera scorsa, quando le si era avvicinato per riattizzare il fuoco. Chissà se lui si era accorto di quella sua più che imbarazzante reazione…. Scosse la testa. Era meglio non pensarci.
Imboccò il lungo corridoio coperto che portava alla palestra guardando, al di là delle porte finestre, il pallido sole che lentamente stava sorgendo, conferendo quelle tiepide tonalità di colore al cielo poco prima oscuro.
Avvicinandosi alla palestra, sentì provenire da essa alcuni rumori finché, affacciandosi all’entrata, vide Seiishiro che già faceva il suo allenamento mattutino.
Con la fronte imperlata da alcune gocce di sudore, si stava esercitando con la spada, il viso contratto in un’espressione concentrata.
Sango avanzò di qualche passo, guardandolo ma senza chiamarlo. Era così bello vederlo allenarsi con quell’espressione concentrata….
Ma l’uomo, sentendosi osservato, si girò e la vide. Si bloccò immediatamente, guardandola. Si osservarono per alcuni momenti senza muoversi. Poi lui sorrise e le si avvicinò.
“Buongiorno! Mattiniera come sempre, eh?”.
“Già…” rispose lei semplicemente, apparendo quasi fredda. Ma lui non se ne accorse
“Scusa se mi sono messo ad allenarmi qui… ma la palestra della caserma è in ristrutturazione e oggi è chiusa… spero non sia un problema” cercò di scusarsi lui, imbarazzato per essere entrato in casa d’altri senza permesso... bè, non proprio, visto che Fersen gli aveva dato il permesso di andare lì tutte le volte che voleva e a qualsiasi ora.
“No, no… non ti preoccupare…” gli disse lei flebilmente, senza guardarlo negli occhi. Lui la guardò interrogativo non spiegandosi quel comportamento quasi… fiacco.
“Sango… c’è qualcosa che non va?” le chiese preoccupato
“… Oggi… devo partire” rispose lei, ancora più triste di prima. Perché glielo aveva detto? Cosa gliene sarebbe importato? Si aspettava una risposta del tipo: ‘Bene, allora buon viaggio!’, ma i suoi pensieri vennero totalmente smentiti dalla reazione di lui
“Che significa che devi partire?! Quando, perché?!” le chiese con foga, prendendola per le spalle. Lei, inizialmente, rimase spaesata. Allora… gliene importava? Gli dispiaceva se lei se ne andava?
“Dopo pranzo partirò per la Terra Centrale insieme al figlio del Governatore, Miroku di Eldoras…” lo informò lei, tenendo lo sguardo basso. Non riusciva proprio a guardarlo negli occhi all’idea di non sapere quando poi lo avrebbe rivisto.
Sentì la presa di lui farsi più forte mentre la sua voce diventava greve e incerta
“Come… come mai una decisione così improvvisa? E perché devi proprio andartene? È stato quel Miroku ad obbligarti?!” le chiese, quasi urlando
“No…! È stata una mia scelta!”
“M- ma… perché?”
“Mi è stata data l’opportunità di far parte del Consiglio delle Tre Terre… non potevo rifiutare… Seiishiro” gli disse, riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi, quegli occhi che in quel momento erano completamente increduli.
“Ho finalmente la possibilità di vendicare la morte di mia madre, ma, cosa più importante, di poter rappresentare e difendere il mio Paese…. Mi capisci, non è vero? Proprio tu, insieme a mio padre, mi hai insegnato quando sia importante raccogliere tutte le possibilità che ci vengono offerte di poter fare qualcosa per la nostra terra, per il nostro popolo. Per me è venuto quel tempo, è arrivata la mia occasione…”.
Lui la guardò intensamente, come mai aveva fatto, stupendosi di quanto la notizia della sua partenza lo avesse profondamente turbato.
Non disse niente, lei aveva ragione e la strinse tra le sue braccia come aveva fatto alcune sere prima. Solo che adesso non la voleva consolare, voleva solo trasmetterle tutto l’affetto che provava per lei.
Sango arrossì vistosamente sentendosi stringere tra le sue braccia, ma non si ritrasse anzi, a sua volta, lo circondò a sua volta. Chiuse gli occhi, inspirando a fondo il suo odore, volendo imprimersi quella sensazione nella mente. Se la sarebbe portata nel cuore fino al giorno del loro prossimo incontro.
Stettero così per alcuni momenti finché, a malincuore, si staccarono, ognuno ancora con addosso il calore dell’altro. Si guardarono negli occhi e sorrisero. Lui aveva capito e Sango non poteva fare altro che essergli grata.
“Ora devo andare… - le disse improvvisamente lui – Verrò più tardi, alla tua partenza…”
“Sì…” disse lei con la tristezza nel cuore
“Credimi, resterei con te tutta la mattina, se potessi…. Ma, anche oggi, ho una giornata piena… non sai quanto mi dispiace…” le disse lui, sinceramente rammaricato e triste. Sango non l’aveva mai visto così… ci teneva a lei, ora lo sapeva. Sorrise mentre le gote le si imporporavano leggermente.
“Ti credo, non ti preoccupare. Prima di tutto il dovere… ci vedremo più tardi…” gli disse sorridendo lievemente.
Lui annuì e le si avvicinò, accarezzandole una guancia
“A più tardi…” si girò di scatto e si diresse velocemente verso l’uscita. Se fosse rimasto ancora lì non sapeva se sarebbe riuscito a lasciarla andare così facilmente.
Sango rimase alcuni minuti ferma, nella stesa posizione. Quell’ansia che l’aveva pervasa la sera prima stava di nuovo cominciando ad emergere e non voleva.
Legò i capelli in una coda alta e cominciò ad allenarsi con foga sperando di riuscire a scaricarsi.

Ore dopo, in una lussuosa e ben arredata stanza per gli ospiti, ronfava ancora Miroku. Erano già quasi le undici e lui non si era nemmeno alzato per cominciare a prepararsi per il viaggio.
La sera precedente, prima di coricarsi, era stato con Varandir, alla fine, per quasi due ore; poi aveva deciso di farsi un bel bagno prima di andare a dormire ed anche lì ci aveva messo più di un’ora…. Quindi, essendo un grande amante del dormire ed essendosi appisolato decisamente tardi, si ritrovava ancora lì a dormirsela della grossa. Inoltre il suo sonno era accompagnato da bellissimi e, allo stesso tempo, quasi sconci sogni che di certo non voleva abbandonare.
Purtroppo però venne bruscamente destato dalla voce ruggente di Varandir che, già da un bel po’, stava cercando – inutilmente – di chiamarlo
- MIROKUUUUUU!!!!!! – tuonò e rimbombò il ruggito del Drago nella testa del giovane che, per lo spavento, si schiantò contro il pavimento ricoperto da un morbido tappeto.
“Ma che diavolo?!? Varandir, sei forse impazzita?! - sbraitò lui – Mi hai fatto venire un infarto!!!” disse mentre si rialzava ora completamente sveglio.
- Razza di cretino, sai che ore sono?!? Era da un pezzo che ti chiamavo!!! -
“Accidenti, anche se non sei qui riesci sempre a dannarmi l’anima!” sbottò innervosito lui, senza pensare a quello che aveva detto…grosso errore.
- Dannarti l’anima?!? Se non ti avessi svegliato avresti potuto continuare a dormire fino a domani!!! Ti rendi conto della pessima figura che avresti fatto?!? Non solo tu, ma anche tuo padre ci avrebbe rimesso! Dobbiamo partire fra poco e tu ancora te la dormivi! Sei un cretino!!! -
“Uff… scusa… ma ieri sera ho fatto tardi e mi sono addormentato…. Scusami…” disse il ragazzo, sinceramente pentito. Varandir aveva ragione e per fortuna lo aveva svegliato altrimenti avrebbe dovuto affrontare una situazione davvero molto imbarazzante.
- Non fa niente…. Adesso però preparati e non metterci un secolo! -
“Agli ordini!” rispose lui, ritrovando la sua solita allegria. Si diresse immediatamente verso il grandissimo bagno che si trovava all’interno della camera – più che una stanza per gli ospiti sembrava un piccolo appartamento – e si diede una sciacquata veloce per poi rivestirsi. Per fortuna si era portato dietro da Eldoras dei vestiti di ricambio visto che quelli del giorno prima si erano tutti inumiditi. Indossò la tipica divisa dei Cavalieri: pantaloni neri di cuoio infilati in stivali dello stesso materiale e dello stesso colore, con sopra una pesante camicia bianca ed un gilè di pelle scamosciata nero con ricamato sulla desta il simbolo dei Cavalieri. Prese il suo pesante mantello che la sera precedente aveva buttato sbadatamente su una delle piccole poltrone poste di fronte alla grande finestra che dava sulla parte destra della città, vicino alla parete rocciosa della montagna. Raccolse altre poche cose ed uscì.
Si ritrovò nel lungo corridoio del secondo piano rimanendo immobile per qualche momento facendo mente locale su dove doveva andare. Poi si ricordò e si diresse verso destra ritrovandosi, poco dopo, vicino alle scale.
Arrivato all’ingresso cominciò a guardarsi intorno, sperando di vedere o il nobile Fersen o la signorina Sango. Purtroppo non ebbe fortuna così decise di andare da Varandir. Passando dal corridoio coperto imboccò una delle uscite per ritrovarsi quasi subito nelle stalle dove lì vicino aveva passato la notte il suo Drago. Infatti non avevano potuto sistemarla all’interno di una delle stalle perché, altrimenti, si sarebbero spaventati i cavalli. Perciò le aveva trovato una sistemazione sotto una piccola tettoia in modo tale da ripararla, almeno un poco, dal freddo notturno.
La vide mentre sorseggiava dell’acqua fresca che la sera precedente avevano provveduto a mettere in un abbeveratoio sistemato lì vicino. Il cibo, invece, l’aveva completamente divorato.
“Eccola, eccola la mia principessa!” disse allegro Miroku mentre le si avvicinava, facendola voltare.
“Ancora arrabbiata?” chiese, sempre con lo stesso tono lui, non avendo udito alcuna risposta
- Mh…no, non proprio… - disse, quasi gelida lei, guardandolo in modo altezzoso “Ho capito… pensi che resterai così ancora a lungo?” le disse, ora con voce un po’ più scocciata, il ragazzo
- Non lo so. Se mi andrà resterò così anche fino domani… capito? -
“Sì, ho capito…. – sospirò Miroku – Ora sarà meglio che vada cercare il nobile Fersen…” e si diresse dalla parte da cui era venuto, rientrando nella Residenza. Si chiuse la porta- finestra alle spalle e le si appoggiò sospirando, con un’aria decisamente affranta “Qualcosa non va nobile Miroku?” una voce gentile lo destò e si ritrovò davanti Sango. Sobbalzò leggermente, ricomponendosi e affrettandosi a rispondere con il suo solito sorriso sulle labbra
“N- no, non vi preoccupate nobile Sango. Anzi… le auguro buongiorno!”
“B- buongiorno anche a voi…” balbettò lei, confusa dallo strano atteggiamento del ragazzo “Vi stavate allenando?” le chiese, vedendola in tenuta, appunto, di allenamento “Eh, bè, sì… visto che avevo già preparato l’occorrente per il viaggio ieri sera ne ho approfittato per esercitarmi…”.
“Siete una ragazza molto diligente” commentò il ragazzo sorridendole
“Gra- grazie…” si ritrovò di nuovo a balbettare lei
“Io – cominciò poi, con estrema serietà Miroku attirando la sua attenzione – vi devo delle scuse, nobile Sango. Sono piombato qui, improvvisamente, con una proposta tutt’altro che semplice. Ho ammirato molto il vostro coraggio, ma, soprattutto, la vostra generosità. La Terra Centrale vi è debitrice” e le si inchinò davanti, stupendola. Non si aspettava quelle parole e ne rimase quasi lusingata. Il figlio del Governatore che le si inchinava davanti e la ringraziava?
“Vi- vi prego alzatevi nobile Miroku! Mio padre si adirerebbe se vi vedesse in questo momento!” gli disse mentre il ragazzo si alzava e la guardava stranito
“Io… io ho fatto solo quello che andava fatto. Non dovete scusarvi di nulla né ritenervi responsabile di alcunché. Sono contenta e fiera dell’opportunità che mi avete offerto. Ho la possibilità di rappresentare e difendere il mio Paese nonché di vendicare mia madre…. Al massimo sarei io che dovrei ringraziarvi…”.
“No, questo mai! – esclamò sorridente Miroku – Voi non avete niente di cui ringraziarmi. Il mio unico rammarico è quello di non avervi dato l’opportunità né di fare le cose con calma né di far abituare all’idea della vostra partenza i vostri famigliari…. Penso che vostro fratello ce l’avrà con me a lungo!”. Sango sorrise.
“Non vi preoccupate… gli ho spiegato esattamente come stanno le cose…. È ancora un bambino, ma, nel profondo, ha capito e compreso le mie ragioni…”.
“Bè, allora direi che siamo pari…”
“Sì…. Ma, ditemi, dovevate vedere mio padre?”
“Sì, in effetti stavo andando proprio a cercarlo…” disse Miroku mentre si guardava intorno.
“Vi faccio strada io anche perché tra poco dovremo andare a pranzare…”.
“Mh… vi ringrazio per la vostra disponibilità” e i due tornarono all’ingresso dirigendosi poi verso lo studio del nobile Fersen.
Qui infatti lo trovarono mentre firmava e leggeva alcuni documenti. Parlarono del più e del meno e poi, visto che erano già le dodici, decisero di andare nella sala da pranzo per mangiare.
Anche Kohaku li aveva raggiunti e lui e Miroku si presentarono… il ragazzo dal codino non poté non notare lo sguardo bieco che il ragazzino gli lanciò ma non vi fece caso, comprendendo l’astio che provava per lui.
“Sa, nobile Miroku, il mio ragazzo fra poco entrerà nei Syuryouka!” disse Fersen mentre già stavano mangiando, guardando con orgoglio il figlio
“Davvero?! – esclamò, sinceramente sorpreso Miroku, vista la giovane età di Kohaku – Accidenti! Non pensavo che un ragazzo di undici anni riuscisse ad entrare già tra i Cacciatori! Devi essere davvero in gamba Kohaku!” gli disse sorridendogli… non voleva entrare nelle sue grazie, al contrario, era davvero colpito dalle sue capacità.
Kohaku, anche se fin dall’inizio aveva deciso di ‘avercela con lui ’, non poté far a meno di arrossire a quel sincero complimento. Aveva capito che il signor Miroku non voleva ingraziarsi la sua simpatia e dovette ammettere che non era affatto un cattivo ragazzo… anche se gli ‘portava via ’ la sorella….
“Vi… vi ringrazio nobile Miroku…” rispose timido. Sango sorrise. Era la prima volta che gli rispondeva con un tono gentile…. Non sapeva per quale ragione, ma voleva che a suo fratello piacesse il nobile Miroku.
Finito di pranzare, Sango andò nelle sue stanze per prepararsi per il viaggio e controllare che avesse preparato tutto l’occorrente.
Indossò, sotto consiglio di Miroku, dei pesanti pantaloni di pelle accompagnati da dei stivaletti bassi; sopra indossava un maglioncino di lana, una giacca di pelle scamosciata ed, infine, il pesante mantello da viaggio.
Nel frattempo Fersen, Kohaku e Miroku si erano diretti verso le stalle per andare da Varandir. Il figlio del nobile Fersen restò completamente spiazzato alla vista del Drago. Trovarsi davanti ad una di quelle creature leggendarie, nominate e protagoniste in tutte le fiabe e le leggende che aveva letto gli aveva dato una strana sensazione, come di soggezione….
Poco dopo li raggiunse anche Sango e anche lei, come il fratello, rimase spiazzata alla vista del Drago… era semplicemente stupendo.
Miroku si avvicinò a Varandir e fece le presentazioni
“Signori, questa è Varandir la mia dragonessa!” disse felice il ragazzo dal codino. Sango rimase sorpresa nel vedere come il giovane guardasse il Drago… aveva gli occhi che gli brillavano.
“Avete un esemplare meraviglioso, Miroku!” esclamò Fersen avvicinandosi ai due “Piacere di fare la vostra conoscenza, Varandir” le disse con un lieve inchino. Anche Varandir inchinò leggermente la testa.
“Anche per lei è un piacere, nobile Fersen. Inoltre vi ringrazia per i complimenti che le avete fatto anche ieri”.
“Perché non vi avvicinate?” domandò Fersen facendo un cenno ai due figli….
Sango e Kohaku si avvicinarono titubanti, soprattutto il secondo che sembrava quasi impaurito
“Puoi anche accarezzarla Kohaku! Non morde, tranquillo!” lo invitò Miroku.
“Avanti figliolo! Non ti capiterà spesso di vedere un Drago così da vicino!” insistette anche Fersen. Kohaku deglutì e cominciò ad avvicinarsi a Varandir, tendendo la mano. Visto la sua titubanza, fu proprio lei ad avvicinarglisi, tendendo la testa fino ad incontrare la mano del ragazzino. Questo fu come attraversato da una scossa e si ritrovò a fissare gli occhi celestini della creatura rimanendo quasi incantato. Varandir cominciò a strofinare il muso contro la mano del ragazzo per farsi accarezzare. Lui l’accontentò e poté sentire gli sbuffi di contentezza del Drago. Sorrise, più felice che mai.
“Sai, credo proprio che tu gli piaccia!” gli disse sorridendo Miroku, avvicinandoglisi “Davvero?!” esclamò Kohaku guardandolo con un largo sorriso.
“Davvero, davvero!” gli rispose allegro il ragazzo dal codino scompigliandogli i capelli
“Senti cosa ti propongo…la prossima volta che tornerò a farvi visita ti farò anche fare un giro, ti va?”
“Certo! Sarebbe fantastico!!” esclamò eccitato Kohaku, abbracciandolo.
Sango sorrise a quella scena. In pochi minuti il nobile Miroku era riuscito ad acquistarsi la simpatia e l’affetto del fratello e lei sapeva che non l’aveva fatto perché si sentiva in colpa.
Nel frattempo aveva assistito a quella scena anche Seiishiro che vedeva Miroku per la prima volta. Venne notato da Fersen che lo chiamò
“Oh, Seiishiro! Avanti, avvicinati, devo presentarti una persona” e lui gli andò a fianco mentre faceva un cenno di saluto a Sango
“Nobile Miroku, vi presento Seiishiro Magami, il capitano degli Syuryouka. Seiishiro questo è Miroku di Eldoras, figlio del Governatore Takehiko di Eldoras”.
“È un piacere fare la vostra conoscenza” disse cordiale Miroku, sorridendogli
“Lo stesso vale per me nobile Miroku” rispose al saluto Seiishiro, sorridendogli a sua volta mentre si stringevano la mano.
“Comunque sono davvero sorpreso nobile Fersen – cominciò il Cavaliere – Tra i Cacciatori dovete avere degli elementi davvero abili! Primo fra tutti voi, signor Seiishiro che siete già capitano… e siete davvero giovane!” disse sorpreso Miroku, scatenando l’ilarità del capitano
“Ahah! Non sono poi così giovane! Piuttosto… anche da parte mia, vi porgo i miei ringraziamenti per essere venuto fin qui di persona a portarci notizie”. Infatti quella mattina, dopo essersene andato dalla palestra, Seiishiro era stato convocato dal padre di Sango che poi gli aveva riferito tutto quello che Miroku aveva detto loro.
“Non mi dovete ringraziare. Ho fatto solo il mio dovere… se non ci aiutiamo, di questi tempi, non si può andare avanti…. Invece sono io che mi scuso visto che vi porto via la signorina Sango…”.
“Vi ho già detto che non vi dovete scusare…” intervenne la ragazza in questione.
“Bè, direi che ormai è ora che vi avviate, vero?”.
“Sì, in effetti si sta facendo tardi. Prima di sera vorrei riuscire a superare le Montagne dei Re e approfittare della luce…” rifletté Miroku.
“Allora vi do una mano a sistemare le cose” si offrì Fersen “Vieni anche tu Kohaku!” e anche il ragazzino li seguì.
Sango e Seiishiro si avvicinarono, pronti per dirsi addio.
“E così ci siamo…” cominciò il capitano
“Già…”
“Sango, io non voglio dirti addio… anche se non so quando ci rivedremo…non voglio dirti addio…”
“Nemmeno io… non sopporto l’idea di non poter rivedere nessuno di voi…”
“Allora questo sarà un semplice arrivederci” le disse, sorridendole. L’avvicinò a sé e la abbracciò
“Cerca di tornare sana e salva. Non voglio perderti” la scostò un poco da sé e le diede un bacio sulla fronte
“Arrivederci… Seiishiro…” disse lei mentre una forte tristezza cominciava a pervaderla. Si girò bruscamente e si diresse verso il padre e il fratello pronta per salutare anche loro.
“Mi raccomando Kohaku, aiuta papà e per quando tornerò ti voglio vedere come un membro degli Syuryouka” gli disse affettuosamente
“Ci puoi contare! Mi raccomando, torna presto sorellina!” le disse il ragazzino, trattenendo a stento le lacrime.
Poi la ragazza si avvicinò al padre titubante.
“Cerca di non affaticarti troppo e di tornare sana e salva. Sappi che sono fiero di te Sango” si abbracciarono, poi Fersen si diresse, insieme a lei, da Miroku e Varandir che l’aspettavano.
“Grazie di tutto nobile Miroku. Spero verrà presto a trovarci!”.
“Lo farò senz’altro! Magari mi porterò dietro anche mio padre”
“Sarebbe un’ottima idea!”.
“Comunque, Signore, non dovete preoccuparvi… mi occuperò personalmente che a vostra figlia non accada nulla. La difenderò anche a costo della vita” disse Miroku, sicuro e consapevole di quelle parole, sorprendendo Sango.
“Mi fido di voi, Miroku. Arrivederci Varandir” e si inchinò leggermente, imitato dal Drago.
Sango si avvicinò a Varandir e le due si guardarono alcuni momenti negli occhi. Miroku lo notò e le si avvicinò
“C’è qualcosa che non va?”.
“È… è stupenda…!” esclamò, sinceramente meravigliata, Sango
- Mi piace questa ragazza...! – commentò lusingata Varandir.
“Ha detto che le piacete!” le riferì felice Miroku
“O- oh! I- io… grazie! Ah, che maleducata, non mi sono nemmeno presentata! – disse agitata la ragazza. Aveva sempre desiderato vedere un Drago ed ora stava facendo una figura pessima! – Mi chiamo Sango di Mend e sono onorata di fare la vostra conoscenza nobile Varandir!”.
- È adorabile… - disse il Drago, intenerita dalla reazione della ragazza.
- Posso dirglielo? – le chiese Miroku
- Certo che glielo devi dire! – si sbrigò a puntualizzare Varandir
“Ha detto che siete adorabile…!” riferì il ragazzo a Sango che arrossì ancora di più…. In effetti come non poteva non dire che non era adorabile quella ragazza? Aveva quell’aria da dura, ma, in realtà, era estremamente dolce e timida. Sorrise malizioso.
“Bene, direi che è ora di andare… siete pronta Sango?” le chiese Miroku
“Sì, andiamo pure”.
“Buon viaggio ragazzi – li salutò Fersen – Mi raccomando fate attenzione”.
“Grazie di tutto nobile Fersen! Appena arriveremo a Eldoras manderò un messaggero per farvi sapere che siamo arrivati sani e salvi” disse Miroku, salendo sul dorso di Varandir con estrema facilità. Poi allungò una mano verso Sango, invitandola a salire dietro di lui.
Nonappena si sistemarono, Varandir aprì le grandi ali azzurre cominciando a sbatterle con forza. Dopo poco erano già in aria.
Fersen, Kohaku e Seiishiro li videro allontanarsi velocemente, scomparendo all’orizzonte. Il capitano degli Syuryouka sorrise tristemente…gli sarebbe mancata tantissimo la sua piccola Sango, ma avrebbe sopportato al pensiero che un giorno si sarebbero rincontrati.

Ore dopo Miroku, Varandir e Sango erano ancora in viaggio. I tre erano estremamente silenziosi - soprattutto la ragazza - , ognuno immerso nei propri pensieri. Anche quando si fermarono per il pranzo si scambiarono poche parole.
“Posso solo immaginare come vi sentiate…” cominciò poi Miroku che per la prima volta aveva aperto bocca da quando erano partiti. Avevano appena sorpassato le Montagne dei Re e perciò potevano quasi dirsi fuori dal Regno del Nord.
Sango non era mai stata così lontana da casa.
“Sopporterò – rispose ferma la ragazza – non sono più una bambina…. Non posso farmi abbattere per la lontananza dai miei cari… tanto li rivedrò”. Con quelle parole cercò di convincere anche se stessa. Ma l’ansia del non sapere quando li avrebbe rivisti le bloccò quasi il respiro.
“Ne sono convinto…” rispose Miroku, avendo però capito perfettamente il reale stato d’animo della ragazza quando, mentre aveva pronunciato quelle parole, gli si era stretta contro, involontariamente, ancora di più.
Anche nelle ore successive i due non si rivolsero parola e il Cavaliere aveva preferito non forzare alcun tipo di conversazione… ora, ciò di cui aveva bisogno Sango era rimanere in pace, con i suoi pensieri.
Fortunatamente, prima che si facesse così buio per non riuscire più a proseguire, i tre si trovavano già nella Terra Centrale, poco dopo il confine col Regno del Nord. Gli ci volle un po’ di tempo per trovare il posto adatto per accamparsi, finché non avvistarono un piccolo boschetto di alte querce. Varandir planò piano verso il terreno, atterrando con eleganza. Il vento provocato dalle grandi ali agitò l’aria, facendo muovere le foglie, leggermente imbrunite, degli alberi.
Si sgranchirono le membra stanche, poi Miroku cominciò a raccogliere e cercare il necessario per accendere il fuoco. Aveva convenuto con Sango che non sarebbe stato estremamente pericoloso perciò non ci aveva pensato due volte all’idea di potersi riscaldare almeno un poco.
Varandir lo aiutò a trasportare dei grossi tronchi mentre Sango cominciava a preparare il cibo e il necessario per cuocerlo. Si erano portati da Mendeon un po’ di carne e qualche verdura…tutto quello che bastava per un buon e caldo stufato.
Nel frattempo il fuoco già ardeva.
Mentre la ragazza si occupava della cena, vide Miroku avvicinarsi al suo Drago, accucciato comodamente contro una grossa quercia, e disporle davanti una grande quantità di carne secca come cena. Le si sedette di fianco, sorridendo nel guardarla mangiare voracemente il suo lauto pasto. Le accarezzò il dorso squamato, provocando quelle che erano una specie di effusioni della creatura.
Sango rimase quasi incantata nel guardarli. Anche un’altra volta aveva notato come gli occhi di quel giovane si fossero illuminati al solo parlare del suo Drago. E adesso, vederlo assumere un atteggiamento così dolce, la intenerì quasi.
Distolse lo sguardo per non rischiare di essere sorpresa a guardarlo con quell’espressione imbambolata. Miroku, intanto, le si era avvicinato, sedendosi su un altro dei due tronchi che avevano disposto attorno al focolare a mo di sedie. Allungò le mani verso le fiamme che ardevano, sentendo almeno un poco del calore che emanavano scaldargli le mani infreddolite.
“Avete bisogno di qualcosa? Posso aiutarvi?” si offrì poi il ragazzo, sorridendole.
“Mmh… direi di no… ho quasi finito. Comunque… grazie” rispose incerta la ragazza.
“Oh, non dovete ringraziarmi! Io sono a vostra completa disposizione!” disse, quasi con foga lui, riappropriandosi, senza accorgersene, del suo solito tono lascivo che, durante il giorno precedente e fino a quel momento, aveva lasciato da parte perché inopportuno…. Ma, come si suol dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio….
Infatti Sango lo guardò stranita, confusa da quel cambiamento repentino. Lui notò il suo sguardo, accorgendosi di come aveva parlato e tossicchiò, schiarendosi la voce.
“Ehm… allora…. Ecco, sì, il signor Seiishiro mi è sembrato proprio una persona in gamba…” sbottò, dicendo la prima cosa che gli era passata per la mente. Gl’occhi di Sango si velarono leggermente di tristezza
“Sì… lo è…” assentì semplicemente.
“È il vostro fidanzato?” chiese poi in modo così schietto, ma anche così ingenuo Miroku che face sobbalzare la ragazza
“I-il mio… m-ma che dite! No, no, non è il mio fidanzato!” disse agitatissima e rossa in viso mentre scuoteva nervosamente le mani davanti al volto.
Miroku rimase qualche momento interdetto da quell’atteggiamento così inaspettato… non gli era sembrato di aver fatto una domanda poi così imbarazzante. Sorrise divertito nel vederla così imbarazzata… quella ragazza era davvero incantevole.
“Ehe… non pensavo di aver fatto una domanda così imbarazzante… comunque perdonate la mia mancanza di tatto…”
“N- non fa nulla” balbettò ancora imbarazzata lei, facendo sorridere ancora di più Miroku che ora la guardava con un’espressione indecifrabile – o, almeno, lo era per lei – appoggiando il viso su una mano.
“Perdonate ancora la mia sfacciataggine… ma siete davvero adorabile”. Sango rimase paralizzata al suono di quelle parole mentre avvampava. Lui, invece, fece finta di niente “Bè, intanto che si cuoce la cena vado a prendere un po’ d’acqua…. Varandir mi ha detto che c’è una sorgente qui vicino” e senza aspettare una qualche risposta o anche un solo accenno della ragazza, si incamminò.
Per fortuna, a illuminargli almeno un poco il cammino, c’era la luna che, nella sua pienezza, irradiava candidi raggi di luce argentati.
Sorrise malizioso al ricordo dell’espressione pietrificata di Sango al suo commento e le sue guance imporporate.
- Quella ragazza ti piace proprio – la voce, quasi ironica, di Varandir, gli si insinuò nella testa, allargandogli il sorriso
- Sei gelosa? – le chiese di rimando, aggirando la domanda del Drago
- Va bene, non rispondermi ma sta attento… -
- Quale sarebbe il pericolo a cui dovrei prestare attenzione? – chiese ironico
- Non vorrei che questa volta sia tu quello che prenderà una sbandata…. Da cacciatore a preda… -
- Mah, chi può dirlo…. Pensa piuttosto ad assicurarti che non ci sia nessuno qui in giro…- - Mph, sono proprio curiosa di vedere cosa combinerai questa volta
- Ci vediamo tra poco Varandir… - insistette il Cavaliere, chiudendo il discorso, sempre col sorriso sulle labbra.
Quella di avere la possibilità di poter comunicare telepaticamente con il proprio Drago aveva, sì, tantissimi aspetti positivi, ma a volte – per lui ‘spesso ’ – era una seccatura, visto che le menti di Drago e Cavaliere potevano raggiungersi fino a tre leghe di distanza se non di più. E per lui quella condivisione di pensieri, a volte quasi obbligata - con tutti i pensieri che faceva non proprio, per così dire, ‘candidi ’ - spesso era problematica.
Finalmente riuscì a trovare la sorgente e si accucciò vicino alla riva, stando attento a non scivolare sul terreno fangoso. Si trattava di una piccola sorgente, una cascatella che andava a formare un piccolo lago.
Prese le due borracce che si era portato dietro e le riempì, rinfrescandosi la gola con qualche sorso.
Dopo di ciò, si diresse subito verso l’accampamento.

Nel frattempo Sango era rimasta ancora scossa dalle parole, così inaspettate, del ragazzo e a testimonianza di questo c’erano le sue gote ancora colorate di un rosso acceso. Mescolò con cura lo stufato che bolliva all’interno della piccola pentola di rame lucido appoggiata su quello che era un precario fornello di pietre.
Gettò un’occhiata al Drago del Cavaliere, Varandir. Era davvero bellissima. Chissà se anche lei avrebbe avuto la possibilità di averne uno così bello. Inaspettatamente si trovò a incrociare lo sguardo del Drago. Immediatamente le venne l’impulso di distogliere i suoi occhi color cioccolata da quelli color ghiaccio della creatura ma non vi riuscì. Era come se l’avesse incatenata. Provò una strana sensazione ma non di paura, piuttosto di smarrimento. Era come se Varandir le stesse leggendo dentro. Poi, come quella strana sensazione era venuta, se n’era andata, lasciandole come un senso di calore.
Fissò ancora gli occhi azzurri del Drago e poi gli sorrise timidamente. Tra le due si era creata una strana atmosfera che suggerì a Sango di piacere, almeno un po’, alla creatura. Tutto ciò venne interrotto dal ritorno di Miroku che, notando qualcosa di strano, si bloccò, spostando lo sguardo da Varandir a Sango
- Mi sono perso qualcosa? – chiese, un po’ spaesato, il ragazzo al suo Drago, guardandola
- No, assolutamente niente. Ce ne hai messo di tempo – lo rimbrottò lei
“Uff, sei uno strazio!” sbottò il Cavaliere, dando voce, senza accorgersene, ai suoi pensieri
“Come?” gli chiese Sango, non capendo se stesse parlando con lei
“Oh, no… parlavo con Varandir…. Scusate” si giustificò il ragazzo dal codino, avvicinandoglisi, porgendole una delle due borracce per poi sedersi.
“Voi… stavate parlando?” chiese perplessa la ragazza
“Oh, sì…! È vero, perdonatemi, di sicuro non vi sarà chiaro…. Vedete, Drago e Cavaliere parlano telepaticamente” le spiegò sorridente
“Non lo sapevo… a dir la verità non so praticamente niente sui Draghi…”
“Le risposte arriveranno – la rassicurò – Anche noi Cavalieri, prima di diventarlo, abbiamo dovuto studiare! Potrei spiegarvi io tutto adesso, ma è meglio che le cose che le capiate voi stessa. Diciamo, fa parte del tirocinio per diventare Cavalieri...”
“Sempre se lo diventerò…” sospirò lei
“Non dovete fasciarvi la testa con simili pensieri… - cominciò tranquillo lui - È il Drago che vi sceglie, non voi. Questa è la cosa più importante da tenere a mente. Ma ancora più importante è porsi la domanda: ‘ Perché voglio diventare un Cavaliere?’ Prima di tutto bisogna far chiarezza con se stessi e con i propri sentimenti…”. Sango rimase quasi affascinata da quelle parole. Quel ragazzo era davvero strano. Sembrava possedere diversi tipi di personalità, variabili e imprevedibili come il tempo.
“Quanti anni avete?” gli chiese poi di botto.
“Venti… voi?” rispose lui tranquillo
“Diciotto”
“Ve ne avrei dati almeno diciannove vista la vostra maturità…!”.
“N- non sono poi così matura…” borbottò lei, non sapendo come prendere quell’affermazione, se come un complimento o un’ ‘offesa ’ .
“Suvvia, non vi sarete mica arrabbiata?” la schernì lui “Comunque… - riprese con tono più serio, attirando l’attenzione della ragazza, pensando che le dovesse dire qualcosa di importante – Potremmo evitare di darci del ‘voi ’? Mi fa sentire estremamente vecchio mentre invece io sono ancora un giovane bello e aitante, non trovate?!” le disse così ingenuamente tanto che Sango non capì se scherzasse o se dicesse sul serio
“Voi… cioè… tu… sei davvero strano…!”
“Lo so, me lo dicono in tanti!” disse ridendo “Aaaah, adesso mi sento molto meglio senza tutte queste formalità!”
Growl....
“Credo che il mio stomaco reclami cibo…” si giustificò, arrossendo lievemente, Miroku.
“Oh, già!” esclamò la ragazza che si stava dimenticando di mescolare lo stufato. Prese il cucchiaio di legno e lo assaggiò per vedere se era pronto.
“Mh, direi che ci siamo. Potresti prendere le scodelle che sono nello zaino?” gli chiese Sango, e il Cavaliere ubbidì rovistando un poco nella sacca, finché non fecero capolino due semplici scodelle di legno. Le porse a Sango, la quale le riempì e ne riporse una al ragazzo.
“Attento, scotta” lo avvertì
“Grazie dell’avvertimento” le disse – quasi lascivo.
Cominciarono a mangiare, con i dovuti complimenti da parte di Miroku alla cuoca.
Consumarono il pasto in silenzio preparandosi poi per dormire.
“Penseremo domani mattina a lavare pentola e piatti. Ora suggerirei di dormire, vorrei partire presto domani, che ne dici?” chiese Miroku alla ragazza
“Sì, prima partiamo prima arriviamo”
“Bene…” annuì, dirigendosi poi verso le diverse borse che si erano portati, estraendone diverse coperte. Mentre poi si dirigeva nuovamente verso il focolare, vide Sango stendersi sulla nuda terra e la bloccò immediatamente
“No, aspetta! – le disse raggiungendola – Tieni, stendine una, così non ti sporchi” e le porse due pesanti coperte
“Ma no, fa lo stesso! Tu come fai sennò?”
“A me ne basta una. Bisogna, invece, avere un occhio di riguardo verso le ragazze” e le fece l’occhiolino, sorridendole. Lei lo vide mettersi dalla parte opposta alla sua, con il viso rivolto verso di lei. Lo osservò lievemente perplessa quando lo vide immobile, concentrato su qualcosa. Poi capì che stava parlando con Varandir. Chissà cosa si stavano dicendo… ma la sua domanda trovò una risposta, visto che Miroku la informò che ci avrebbe pensato il suo Drago a fare la guardia.
Si dettero la buonanotte e si addormentarono. O, almeno, Sango ci provò visto che la nostalgia di casa si stava nuovamente impadronendo di lei…. Con fatica, poi, riuscì ad addormentarsi.

L’indomani mattina la ragazza venne svegliata da un timido raggio di sole da poco sorto. Si strinse maggiormente la coperta addosso sentendo l’aria pungente penetrarle nelle ossa. La sua attenzione si focalizzò sulla coperta che giaceva scomposta poco distante da lei; il punto in cui la sera precedente si era coricato Miroku. Drizzò la schiena, stiracchiandosi leggermente, guardandosi in giro notando l’assenza sia del Cavaliere che del suo Drago.
Si alzò, avvicinandosi davanti al focolare acceso, sedendosi su uno dei due tronchi con la coperta sulle spalle.
“Oh, buongiorno!” la voce allegra di Miroku la fece voltare e lo vide con in mano la pentola e i piatti che aveva usato per cenare la sera precedente, lavati e ancora gocciolanti.
“Potevo lavarli io…. Da quanto sei sveglio?”
“Non da molto. Mentre dormivi ne ho approfittato per lavare i piatti e per riempire le borracce” le disse allegro
“Potevi svegliarmi…” gli rispose di rimando lei, quasi stizzita dall’idea di aver fatto la figura della dormigliona
“No, no! – la interruppe lui – Non hai dormito un granché stanotte e ho pensato che qualche minuto in più di sonno non ti avrebbe fatto male. E comunque l’ho fatto volentieri perciò… - le disse avvicinandosi – non ti p-r-e-o-c-c-u-p-a-r-e!” rise e si diresse verso uno degli zaini che avevano accantonato nei pressi di alcuni alberi estraendo da uno di essi quella che era la loro colazione: una specie di ciambella, tipica di Mendeon.
Ogni volta Sango rimaneva basita dai gesti del ragazzo nonché dal suo sviluppato spirito di osservazione. Poco dopo la sua attenzione al ragazzo venne distolta dai pesanti passi di Varandir che fece capolino da dietro alcune grosse querce. Le due si guardarono e la ragazza chinò leggermente la testa come gesto di saluto. Il Drago fece altrettanto.
“Ecco la nostra cara Varandir! Vieni che do la colazione anche a te!” esclamò con tono quasi da ‘mogliettina ’ Miroku.
- Perché vai dicendo idiozie già di prima mattina?!? – lo ammonì la creatura. In effetti anche Sango era rimasta quasi, per così dire, ‘inorridita ’ dal tono del ragazzo….
“Accidenti, uno non può nemmeno essere gentile che gliene dicono peste e corna!” si lagnò il Cavaliere sedendosi stizzito sul tronco vicino al fuoco
“Ah, ecco la colazione” aggiunse poi, porgendo a Sango la ciambella per poi posarla sul terreno, involta nella stoffa
“Grazie” disse la ragazza
“Purtroppo non abbiamo niente di caldo da bere…. Ci rifaremo appena arrivati ad Eldoras”.
“Quanto ci metteremo per arrivarvi?”
“Mmh… - mugolò il ragazzo mentre masticava un pezzo di ciambella – Più o meno cinque orette… al massimo saremo là per pranzo…”. Sango annuì. Poi Miroku si alzò, togliendosi alcune briciole dagli angoli della bocca e si diresse verso Varandir, dandole da mangiare.
Anche Sango si alzò e si occupò si spegnere il fuoco e sistemare le ultime cose.
Mentre Varandir finiva di mangiare, lei si diresse verso la sorgente per andare a rinfrescarsi il viso… avrebbe voluto farsi un bagno, ma l’acqua era talmente gelida che decise di aspettare fino all’arrivo a Eldoras.
Quando tornò all’accampamento, trovò il Drago con già la sella sulla schiena e Miroku che finiva di sistemare alcune imbracature.
“Bene, direi che ci siamo…. Abbiamo preso tutto, no?” disse guardandosi intorno il Cavaliere
“Direi di sì…” rispose la ragazza, anche lei facendo attenzione se avevano lasciato qualcosa in giro.
Dopo i dovuti controlli i tre partirono.

A differenza del giorno prima, durante il viaggio Miroku e Sango scambiarono alcune parole, avendo modo di conoscersi meglio. Il tempo era sereno perciò procedettero veloci, mentre Varandir sbatteva con vigore e forza le grandi ali… si capiva che non vedeva l’ora di far ritorno a casa.
Con questa tenuta veloce, per l’ora di pranzo i tre erano in vista di Eldoras.
Come per Miroku e Varandir quando erano entrati nel Regno del Nord, anche per Sango, quel viaggio fu la scoperta di un mondo totalmente nuovo. Il paesaggio montuoso del suo paese aveva lasciato il posto al paesaggio collinare della Terra Centrale e anche l’aria si era fatta più umida. Ma anche quelle terre erano stupende, esaltate dal soffice manto bianco di neve che le ricopriva.
Tra quel bianco poi spiccava la grande capitale, Eldoras. Erano finalmente arrivati.
In quanto a grandezza, la città non aveva niente da invidiare a Mendeon, anzi, non si sarebbe stupita di sapere che era anche più grande.
Costruita di anno in anno secondo schemi ben precisi, ora la città, all’apice del suo sviluppo, aveva un forma perfettamente circolare nel cui centro si stagliava il grande Palazzo Reale, sede della Famiglia Reale.
Sprovvista, a differenza di Mendeon, di una protezione naturale, era circondata da altissime e perfettamente lisce mura che impedivano, così, un qualunque tipo di appiglio per chi avesse provato a scavalcarle. Una vera e splendida fortezza.
Varandir incrementò la velocità dirigendosi decisa verso il centro della città passando però da una delle torrette di guardia disposte lungo le mura per segnalare il loro arrivo.
La grande piazza all’interno del Palazzo Reale era ancora ricoperta da un lieve strato di neve sul quale il Drago lasciò le sue grandi impronte. Pochi altri Draghi erano nei dintorni poiché, essendo ora di pranzo, erano nei loro appartamenti per mangiare.
Miroku smontò velocemente dal dorso di Varandir, aiutando poi Sango a fare lo stesso. Alcuni momenti dopo fecero capolino nella piazza Takehiko di Eldoras, accompagnato dal Ministro Mendion e Kouga, affiancato dal fedele Slyfer, che, avvisati del loro ritorno, si erano precipitati ad accoglierli.
Sul volto del ragazzo dal codino si allargò un sincero sorriso nel rivederli mentre questi gli si avvicinavano con la stessa espressione dipinta sul viso.
Il padre del ragazzo gli si fiondò contro, abbracciandolo di getto
“Bentornato, bentornato figliolo!” disse raggiante
“Anch’io sono felice di vederti papà… ma così finirai per strangolarmi!” gli fece notare, divertito, Miroku mentre Takehiko si imbarazzava leggermente e si distaccava da lui
“Sono felice di vedere che stai bene Miroku!” si aggiunse ai saluti di benvenuto anche Mendion
“Grazie, anch’io sono contento di essere a casa!”
“Fhe! Come avevo previsto l’hai scampata anche sta volta!” la voce strafottente dell’amico youkai lo raggiunse, disegnandogli sul viso un sorriso decisamente sornione
“Che ti credevi, che ti avrei liberato della mia presenza solo con un viaggetto verso il Nord?” gli chiese, guardandolo con uno sguardo di sfida. I due si osservarono per alcuni istanti, sfidandosi con lo sguardo, per poi sbottare in una fragorosa risata, abbracciandosi fraterni.
“Finalmente sei tornato!” esultò Kouga “Sta sera bisogna assolutamente festeggiare!”.
“Certo, è ovvio! Scommetto che ve la sarete spassata anche se non c’ero!”. Continuarono a parlare del più e del meno allegramente, quando poi Miroku si ricordò che non era tornato da solo…. Interruppe i tre e si avvicinò a Sango che venne notata – finalmente – anche da loro.
“Signori, vi presento la signorina Sango di Mend, futuro membro del Consiglio delle Tre Terre”.

FINE 6° CAPITOLO.

Oyo! Alla fine, come sempre, mi sono ‘dilungata troppo ’ e non sono riuscita ad arrivare al punto in cui volevo…. Bè, a me, sinceramente, questo capitolo piace anche così ma spero che voi non cominciate a pensare che sto…’temporeggiando’, perché non è affatto così. Come ho già spiegato, le descrizioni di paesaggi e personaggi nuovi mi prendono tempo (anche se sarebbe più indicato dire spazio -_^) e, visto che mi piace sia scrivere che fare le cose per bene, non le posso evitare. Vi chiedo, quindi, di avere ancora un po’ di pazienza.
Comunque spero che siate soddisfatti di questo cap. dove protagonisti sono stati un’altra delle…come dire… ‘faticose ’ coppie del nostro magnifico manga…finalmente Miroku è potuto ‘venire alla luce ’ per quello che è o, almeno, ha cominciato…!
Il prossimo capitolo sarà importante dal punto di vista di spiegazioni visto che darò molte informazioni sui Draghi…se siete appassionati, credo – e spero – che non vi annoierete (questo non vuol dire che il capitolo sarà incentrato tutto su questo, si intende!).
Bene, direi che non c’è niente da aggiungere…ringrazio ancora tutti voi, cari lettori, che state seguendo con entusiasmo la mia storia, contagiandomi e spero che i complimenti che mi fate siano e vengano ripagati con i miei nuovi capitoli….
Vi saluto, ci vediamo il prossimo lunedì!
Baci baci ka_chan ^^ .

  
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