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Autore: Gloom    27/08/2010    3 recensioni
"arrivò in curva ed incrociò elegantemente i pattini per stringerla e guadagnare tempo. Le avevano isegnato quella mossa a otto anni, e quante cadute ci aveva preso..."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le sue coetanee swisssh lo facevano fare ai capelli, dopo le demenziali pubblicità che osavano mandare in onda.

Lei, che i capelli se li era fatti tagliare corti da uno zelante parrucchiere, preferiva far fare la stessa onomatopea ai suoi fedeli amici: swisssh, swisssh. Swisssh, swisssh. Sempre in coppia.

Pattinava veloce, più di quanto credesse: da fuori sembrava una saetta, e non si era neanche accorta che un paio di ragazzi erano stati per un po' a contemplarla, scambiandosi opinioni e sguardi maliziosi.

Cafoni. Se solo li avesse visti, non avrebbe esitato a mostrar loro i medi alzati.

Ma ora i ragazzi erano lontani e lei, beandosi dell'aria che le sferzava il viso sudato, spronava i suoi muscoli a macinare il rettilineo. Più veloce, dai, più veloce!

Arrivò in curva e incrociò elegantemente i pattini per stringerla e guadagnare tempo. Le avevano insegnato quella mossa ad otto anni, e quante cadute che ci aveva preso...

Swissh, swissh. Oh sì, velocità. Al diavolo le cosce che protestavano.

Con la coda dell'occhio notò un tipo che stava entrando nella pista, levandole l'esclusiva della solitudine. Si morse il labbro, maledicendo quello scocciatore: era finita la pacchia.

Pattinare da sola era ok... diamine, era l'unico modo in cui pattinare. Se arrivava altra gente, in genere andava via. Ma quella volta era appena arrivata, non aveva pagato per starsene solo dieci minuti. No?

Si fermò accanto alla staccionata, un po' impacciata dall'imbarazzo, e bevve una sorsata d'acqua, giusto per ingannare il tempo. Oh sì, anche per riprendere fiato: aveva il respiro veloce e le gambe tremolanti, ma tutto ciò le piaceva.

Il tipo fece un paio di giri, e la ragazza lo osservò: non era affatto un novellino. Si muoveva elegantemente, piegandosi per essere più aerodinamico, e teneva le mani intrecciate dietro la schiena. Gli invidiò quell'equilibrio: lei non resisteva tutto quel tempo. 

Ma c'era anche da dire che il suo pattinare aveva parecchia ruggine. 

Il tipo si fermò dopo il secondo giro, un po' discosto da lei, per stringersi la chiusura dei pattini. Lei gli si avvicinò.

 -Ciao- disse. La ragazza doveva aver ereditato la faccia di culo da qualche parente, ma la cosa spesso si volgeva in suo favore.

Lui alzò lo sguardo, perplesso: -ciao.

-Ci stai a fare una gara?

Lui la fissò, incuriosito: -perché no? Ci sto. 

-Grazie. Scusami, è che non riesco a pattinare se c'è anche altra gente, allora ho pensato che sarebbe stato meglio pattinare insieme. Se non ti dà noia, ovviamente.

-Tranquilla. 

I due si piazzarono a metà rettilineo e si misero in posizione di partenza. Sotto il sole di una sera estiva, avrebbero affascinato chiunque.

-Via! 

Il tipo fece scattare un cronometro. La ragazza schizzò come un missile, ma non c'era paragone: lui le scivolò a fianco, e già in curva aveva un bel vantaggio. 

Fecero un giro, poi un altro; tutto sommato la ragazza si stava divertendo.

Il tipo si fermò al terzo giro e la aspettò al traguardo.

-Non c'è storia. Sei più bravo- disse lei. 

-Neanche tu sei male. Hai tecnica. Devi solo allenarti un po'. Da quanto pattini?

-Ho ripreso da poco, per conto mio. 

-Non ti ha mai seguita nessuno?

-Solo quando ho imparato, più o meno a otto anni. Ma poi ho smesso.

-Peccato. Perché non ricominci? 

-Perché presto lascerò questa città. Non ne vale la pena.

Il tipo annuì, comprensivo: -Capisco. E perché hai smesso di pattinare? Se non sono indiscreto....

-Se lo diventi ti avverto, tranquillo. Ho smesso perché non potevo continuare... ci sono stati un po' di casini.

-Oh, ok. Comunque, lascia che ti dica una cosa: questo puoi levarlo- diede un paio di colpetti al freno di cui il mio pattino destro era dotato. -è roba da principianti.    

Puntellai il pattino destro sulla prima ruota, alzando il freno.

-Non lo uso comunque. Sono mancina.

-Fai bene a non usarlo.

-Altri consigli?

-Non sono un insegnante...

-Ma sei bravo, e voglio saperne di più. Se non ti scoccia, ovviamente.

-Ok. Allora lascia che ti dica una cosa importante: il casco.

-Sì?

-Dove ce l'hai?

-Non ce l'ho.

-Dovresti metterlo, è una buona abitudine.

-Non lo uso mai. Non ne ho mai avuto bisogno...

-Vienimelo a raccontare quando la tua testa sarà fracassata e parti di materia grigia impiastricceranno la pista...

-Altri consigli?

-Mmm... bevi qualcosa di zuccherato. Sei a pezzi, bianca come un lenzuolo.

-Oh... sì, a quello ci sto lavorando.

-Allora penso che basti.

-Quindi devo solo levare il freno e proteggermi di più?

-Yeah.

 

Tutti la conoscevano come una ragazza estremamente pacata e conciliante. Era sempre così facile metterle i piedi in testa...

Ma nessuno sapeva che pattinava. Da quando cominciò a seguire i consigli di quel ragazzo, oltre a pattinare molto meglio, scoprì anche di saper cacciare i denti. E lo scoprirono anche tutti quelli che approfittavano della sua dolcezza.  

-I pattini mi hanno salvato la vita- avrebbe detto dopo diversi anni a un ragazzo che le si stava sciogliendo dietro. -Adesso so come si frena, come si accelera e anche come si cade senza farsi troppo male.

  
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