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Autore: Esther Sparks    28/08/2010    4 recensioni
Essere parte della coppia più chiaccherata, seguita e perseguita del momento non è facile e non è nemmeno tutto oro quello che luccica. Robert è stanco ma sembra che qualcuno che si confonde e nasconde nelle nebbie del passato abbia voglia di aiutarlo regalandogli un po' di... Speranza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOPE
Noi non ci facciamo compagnia
Bruci vita e fai volare il tempo
io ti vengo dietro ma in affanno
Stanco di doverti e di spiegarti
Che un amore vero sa’ tacere!!!
Noi non abbiam piu’ la stessa ora...
Tu dormi e io passeggio in un cortile
B. Antonacci – Non ci facciamo compagnia


[…] Sai Robert io in te c’ho creduto. Mi sono sforzata di mettere da parte tutte le mie remore e i miei pregiudizi. Mi dicevo che forse c’era la possibilità che mi sbagliassi. Come avrei voluto sbagliarmi... Come avrei voluto che quella tremenda vocetta che mi sibilava all’orecchio di non fidarmi di quello che sentivo fosse stata altro che una paura infondata. Paura di che cosa? Paura di essere delusa da qualcuno che era diventato un simbolo, un’allegoria preziosa di una purezza e di una trasparenza che credevo più estinta dei dinosauri… E scusami se ti riverso addosso il calice amaro della mia delusione. Perché, intendiamoci Robert, non è perché alla fine stai con lei il problema. Il problema è tutto quello che ci sta intorno e sotto e di lato anche. Ecco… Questo è il problema. Il problema è che tu mi hai deluso. Perché voi mi risultate più falsi di una brutta imitazione di voi stessi… E ancora mi rifiuto di credere che sia quello che vuoi… […]

Voi… Noi… Esiste ancora un noi?
Se mai e’ esistito.  
Mi sembra tutta una lunga, lunghissima commedia da teatro dei burattini. Non si sono mai visti fili tesi come i nostri e altrettanto intricati.
Ti amo. Ti ho amata. Mi ami. Mi hai amato.
Davvero?
E’ successo davvero che ci siamo innamorati o e’ stata tutta una conseguenza del gran can can che ci ha travolto e avvolto quasi soffocato? Che per non soccombere per forza di cose ci siamo attaccati l’uno all’altra. Ci ho creduto. Questo deve per forza significare che e’ stato reale non trovi?  
E’ che sono cosi’ stanco. Siedo qui contro la parete dell’ennesimo hotel. La testa tra le gambe. Tu non lo sei mai stanca? Stanca di combattere tutto questo? Hai perso il tuo sorriso e non te ne sei accorta. Non era certo cosi’ all’inizio. Mi piacevi cosi’ tanto. Mi piacevano le notti abbracciati a favoleggiare di un futuro che si e’ dissolto, spento come le luci della ribalta quando finisce una serata. Mi piaceva la tua incredibile faccia tosta, il tuo andare avanti come un carro armato. Mi piaceva di meno mentire in continuazione, nasconderci, fingere che poi tanto bene non ci riusciva nemmeno. Contratto o meno. Inevitabile poi che tutto venisse fuori. Siamo stati bravi ma non eravamo infallibili. E non riesco a capire come le cose invece di migliorare siano precipitate.
Mi e’ capitata tra le mani questa lettera scritta da una… Non credo di poterla definire fan perche’ non fa mai cenno alla saga e non si prodiga ne’ in insulti ne’ in elogi. Non era una fan della nostra coppia e questo posso dirlo con sicurezza. Dice che e’ delusa. Delusa perche’ a quanto pare faceva bene a non fidarsi di quello che sentiva. Che sentiva, capito?!?!?!? Non di quello che leggeva, non degli sporchi gossip che ci hanno tartassato, non delle foto che circolavano, non dei paparazzi che ci hanno stremato. Lei sentiva. Lei credeva in una versione di me tanto migliore che io stesso mi vergogno. Perche’ mi sono prestato a dei giochi che mi si sono ritorti contro e che non mi hanno piu’ dato un solo momento di pace. E ora non ho la piu’ pallida idea di chi sono diventato. Avevo ben chiare in mente le mie idee le mie convinzioni e le mie aspirazioni ma evidentemente volente o nolente sono cambiato. Mi sono piegato anche io per non venire escluso per non perdere quello che ho conquistato. Per non perdere te cosi’ piu’ avezza di me a questa dimensione privilegiata e dannata insieme. Tu che a volte cammini 10 metri sopra gli altri per andare avanti.
E ti vedevo rivestita di un aura di candore che non hai o che hai perso. O forse sono solo io che ho perso quegli occhiali magici che mi facevano vedere tutto immacolato e candido dove invece c’era il sordido e lo sporco. Ma se sei sporca te, sporco lo sono anche io. Sporco e’ questo mondo che ci priva dell’anima per ricoprirci d’oro. Non siamo molto diversi dagli antichi Dei dell’Olimpo che talvolta si mescolavano ai comuni mortali per poi tornare a rinchiudersi e guardare tutti dall’alto. Solo che noi non possiamo proteggere nessuno. Perche’ vedi io, per esempio, vorrei proteggerla questa ragazza che mi ha scritto. Proteggerla dalla sofferenza che le ho causato dalla delusione che le ho inflitto. Perche’ proprio come lei io sento. E io sento che davvero non si puo’ trattare cosi’ una ragazza che si chiama Hope.  Non si puo’ far morire le speranze di una ragazza che la incarna la Speranza stessa.  E ogni sua parola mi tortura come quei piccoli e micidiali taglietti che ti procuri coi fogli di carta. Che bruciano come acido sulla pelle corrodendola, lacerandola.
E io mi sento lacerato. Lacerato e stanco.
Lei mi ricorda ogni parola che ho pronunciato, ogni affermazione che e’ stata prontamente smentita dal comportamento che ho tenuto. Dal comportamento che abbiamo tenuto. Eppure non dovrei sentirmi cosi’ in dovere nei suoi confronti ma c’e’ qualcosa nelle sue parole  mai oltraggiose mai esagerate come se mi conoscesse da sempre e se ne fosse uscita solo ora giusto per dire “Ehi Robert, che diavolo stai facendo? Che stai combinando? “ E lei mi ha spiazzato e qualcosa mi si e’ incrinato nel cuore perche’ nemmeno uno specchio rifletterebbe un’immagine di me piu’ vera di quella che lei ha dipinto con le parole. E mi chiedo chi sia questa Hope che ha capito prima di me che avevo bisogno di un segnale , che sembra conoscermi meglio di te. Non ti offende, non ti giudica, nemmeno ti menziona se non indirettamente. Diplomatica non trovi? O e’ una che sa il fatto suo o e’ molto piu’ semplicemente una che ci tiene davvero a me, pur non conoscendomi. E allora perche’ diavolo a me sembra di conoscerla? Forse perche’ ha lo stesso nome. Forse e’ per questo. Hope, un nome che reca con se’ l’eco di una notte passata a bere birra e a scambiarsi l’anima. La compagna di una di quelle bevute in cui diventi estremamente sincero e dici ogni cosa che ti passa per la testa senza pensare che possano esserci delle conseguenze. Sapendo che tanto chi ti sta di fronte mai e poi mai ti giudicherebbe perche’ e’ talmente al di sopra e’ talmente migliore di te che nemmeno la sfiorerebbe il pensiero. Lei e’ quella con cui le cose sarebbero sempre facili sempre semplici sempre pulite perche’ non vorrebbe mai mescolarsi a questo Olimpo. Lei l’angelo custode che avrebbe saputo seguirmi con discrezione, tenendosi nell’ombra piuttosto che arrecarmi danno, lei che probabilmente mi aspetterebbe fiduciosa se non potesse accompagnarmi. Lei che non dipenderebbe da me ma il contrario in caso. Io dipenderei da lei. Dalla pace che saprebbe regalarmi, dalla serenita’ di cui mi contagerebbe… Ti ricordi ancora di me Hope?
Ma Dio che sto pensando… Sei impazzito Robert? Sei qui a fantasticare su un’altra, su altre, mentre di la’ lei dorme ignara delle tue riflessioni. O forse no? Forse anche lei si chiede come mai le cose non stanno andando bene. Forse anche lei si volta e rivolta chiedendosi come abbiamo fatto ad arrivare a sentirci estranei nello stesso letto. Forse anche lei e’ stanca di tutto questo. Mi sembra tanto piccina, tanto bambina anche quando la stringo. Ma poi quando fa la gatta selvatica e s’arrabbia e soffia e inizia a rovesciare la sua valanga di parolacce sul primo capitato mi chiedo da dove le esca tutta quella energia. Perche’ da’ l’impressione di essere pronta a distruggerlo quel poveretto. E quando il poveretto e’ il sottoscritto allora ho solo voglia di andarmene. Ma non lo faccio mai. Troppo debole per affrontare ancora tutto quello che deve venire. Altri due anni di casini. Altri due anni di Edward e Bella…
Sono stanco.
Hope, che mi diresti tu se fossi qui? Di che colore li hai gli occhi Hope, che suono ha la tua voce? Hai l’anima delicata e sincera Hope, di questo sono sicuro. Di questo sono piu’ che convinto. Perche’ non una delle tue parole era votata a ferirmi quanto piuttosto a farmi comprendere. Anche l’altra Hope era cosi’ ma di lei rammento bene gli occhi dorati e la voce sottile come un campanellino. Le vostre immagini si sovrappongono. Chissa’ dov’e’ lei? Chissa’ se mi pensa ancora? E se dovesse pensare male, se avessi deluso anche lei allora preferisco che m’abbia dimenticato. Strano Destino che se esisti hai un ben strano senso dell’umorismo. Due volte su due m’hai ingarbugliato la vita attraverso persone che portano lo stesso nome. Devo forse interpretarti Destino? Ero davvero destinato a ricevere questa lettera? Una lettera che ha attraversato un oceano e mi riporta il sapore di casa, dell’umidita’ di Londra e della discreta gentilezza della gente che ci vive. Non c’e’ un indirizzo sulla busta perche’, c’e’ scritto in nota, non gliene frega niente del mio autografo. C’e’ solo un indirizzo e-mail ma nessuna richiesta di risposta. Che stramba questa Hope. Nessuna dichiarazione d’amore nessuna pretesa niente. E allora com’e’ che questo niente mi ha completamente affascinato? Com’e’ che sono gia’ davanti ad un computer a scriverle mentre Kristen dorme in quel letto in cui e’ stata mia poche ore fa? Ma io non ce la faccio a dormirle a fianco. Non ce la faccio piu’. Io non so amarla come lei vuole. Lei non sa amarmi come io ho bisogno… Ma siamo bravi a leccarci le ferite a vicenda. Solo questo Hope.
Riapro il mio vecchissimo account di posta intasato dagli spam. Quello serio che usavo per mandare il mio c.v. via e-mail. Sembra di parlare di un’altra persona che non sono piu’ io.
La vecchia Hope e la nuova si fondono in un’unica entita’ mentre lancio un SOS elettronico che attraversera’ l’Atlantico.


Yakety-Yak
Ecco… Rientro anticipato di poco… Magari non gliene frega niente a nessuno però son tornata… Muahahhahhaa!!! Regolatevi. E’ uno sfogo, bello e buono. Se piace bene e se non piace beh, pazienza… Oh, inizierò ad aggiornare anche le altre storie. “Il silenzio è d’oro” diceva il titolo del libro dello Scoiattolo Peep in Come d’incanto. Di cose da raccontare ne ho se avrete pazienza di seguirmi e buon cuore. Mia Dolce, il primo pensiero corre a te. Un abbraccio. Lyo
  
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