“Non è facile conquistare l'amicizia di un gatto.
Ve la concederà se mostrerete di meritarne l'onore.”
(Thèophile Gautier)
Guarda come piango, proprio io, Hermione Granger, sesto anno a Hogwarts, studentessa modello.
Sono ancora tutti giù a festeggiare, lui di sicuro. E chissà come si starà divertendo, con lei.
La stanza è calda e silenziosa. Il raggio di luna che filtra dalla finestra spalancata si posa sui letti di Calì e Lavanda.
Non sul mio.
Il mio letto è nell’angolo, accanto alla porta.
Mi appoggio ai cuscini e sfioro con le dita le tende di raso appese al baldacchino.
Vorrei arrotolarmele intorno al corpo, fino a somigliare a un bozzolo. Ma io sono un bruco, e non diventerei farfalla nemmeno così.
Ma che orribili paragoni! A me gli insetti fanno schifo. Mi sale spontanea una risatina al ricordo di Rita Skeeter intrappolata in un barattolo di vetro.
Guardo ai piedi del letto e vedo due occhi gialli che mi fissano.
-Vieni su?
Il mio grasso, grosso gattone rosso balza sulla trapunta e mi si acciambella in grembo.
-Dimmi, Grattastinchi, come ho fatto a innamorarmi di lui?- è un soffio, più che una domanda, ma lui capisce, capisce sempre.
Mi sbatte la coda pelosa sulle ginocchia e io comincio ad accarezzarlo.
Ha il pelo morbido, e il suo muso un po’ schiacciato si volta verso di me per fissarmi.
Con uno sforzo immane, -Da quando sei così pesante?!-, lo prendo in braccio, stringendolo al petto, poi appoggio la testa sul cuscino.
Il suo piccolo cuore di gatto batte accanto al mio, al mio cuore dolorosamente spezzato, e mi trasmette una dolce sensazione di conforto.
Forse è solo un sogno, forse sto già dormendo, ma all’improvviso mi pare che il raggio di luna abbracci anche me.