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Autore: Ili91    28/08/2010    5 recensioni
La storia è ambientata nei primi anni dell'1800 in Inghilterra. Sana è una nobile sposata con Naozumi, ma suo marito una notte viene assassinato. E se di risolvere il caso si occupasse Akito, che sviluppo prenderebbe la storia? Sana riuscirebbe a trovare l'amore che non ha avuto in cinque anni di matrimonio con Nao?
Genere: Mistero, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Omicidio di un nobile - XXVII capitolo
Omicidio di un nobile

Il capitolo è dedicato a Deb! Grazie mille, cara, per l'aiuto. Grazie dei consigli che mi hanno permesso di rendere il capitolo migliore. 

XXXVII



Akito prese un sospiro e cominciò: - Sai, Sana, per quanto possa sembrare strano, i miei genitori si sono sposati per amore, non per convenienza. -
In effetti non era una cosa comune di quei tempi tra i nobili, e ancora di più trenta anni prima, quando si dovevano essere sposati il conte e la contessa Hayama però i matrimoni d’amore cominciavano ad accadere sempre più spesso. A Sana continuava a sfuggire il motivo per cui questo c’entrasse qualcosa con loro due.
- E quando mia madre è morta, in seguito alla mia nascita, mio padre è quasi impazzito di dolore - riprese Akito con tono di voce incolore, quasi come se tutto quello non lo riguardasse minimamente. - Non è mai riuscito a riprendersi. Passava il suo tempo chiuso nello studio, in silenzio o a bere, disinteressandosi completamente di mia sorella e di me. Ricordo che quando si è ammalato, quando avevo quindici anni, non ha fatto niente per contrastare la malattia. Si è lasciato morire. Il giorno che se n’è andato l’ha fatto sorridendo, felice di ricongiungersi a nostra madre. E’ stato veramente terribile per me e Natsumi vedere nostro padre in quello stato. -
Sana non riuscì a trattenere una lacrima che le rigò la guancia. Immaginò Akito bambino che osservava il padre rovinarsi sempre più la vita e il cuore le si riempì di tristezza. Gli prese una mano e la strinse forte, nel tentativo di rasserenarlo con l’amore che da poco si era resa conto di provare per lui. L’aveva capito poco tempo dopo l‘arresto di Takaishi, quando la tranquillità era tornata a far parte della sua vita, ma il sentimento che provava l’aveva tenuto chiuso nel suo cuore, senza rivelarlo ad anima viva.
- Dopo la sua morte, ho giurato a me stesso che non mi sarei mai innamorato, non avrei mai corso il rischio di ridurmi in quel modo per la perdita della persona amata. Magari mi sarei sposato per un erede, ma non volevo assolutamente provare nulla per la donna che avrei preso in moglie. Quando ho saputo - creduto - che non potessi avere figli, ho colto l’occasione al volo e ti ho chiesto di sposarmi, nonostante la forte attrazione che provavo nei tuoi confronti. - Sospirò stancamente e aggiunse: - Non avrei dovuto avvicinarmi a te al punto d’innamorarmi. -
Sana non poté fare a meno di provare gioia nel sapere che l’amava, ora non le restava altro che convincerlo del fatto che non era stato uno sbaglio e di avere più fiducia nel futuro. Annullò la distanza che ancora li divideva e gli strinse le braccia intorno alla vita mentre gli posava la testa sulla spalla. - Akito, so che vedere tuo padre soffrire tanto deve essere stato davvero difficile e doloroso, ma non puoi condizionare la tua vita per qualcosa che potrebbe non accadere mai. - Sollevò il viso in modo da poter incontrare il suo sguardo. - Non precluderti una possibile felice esistenza e di amare solo per paura che le persone a cui vuoi bene ti vengano tolte. Io non posso assicurarti che avremo un futuro roseo, ma ti giuro che farò quanto è in mio potere per non lasciarti. E tu farai lo stesso, perché… perché anch’io ti amo. -
Le braccia di lui, che fino a quel momento era abbandonate lungo i fianchi, le si strinsero intorno alla vita e la sollevarono quel tanto che bastava perché lui potesse far congiungere le loro labbra. Sana aprì immediatamente la bocca e Akito ne prese possesso con passione inarrestabile, mentre sensualmente usava la sua lingua per giocare con la sua. Lei perse nettamente la cognizione del tempo tanto era presa da lui. Quando si separarono, avevano il fiato corto e si fissarono intensamente negli occhi per un lungo momento. - Akito, ora capisco le tue… chiamiamole “perplessità” riguardo il nostro bambino, ma vorrei tanto che ti facesse piacere che lui venga al mondo. Vorrei che quando nascerà tu gli volessi bene e fossi felice di essere diventato papà. -
- Sana, io non sono in collera con lui… o lei. Assolutamente no. Sì, magari la notizia di diventare padre è giunta un po’ inaspettata e ammetto di essere… sì, insomma… sono… sono preoccupato per te, ma in fondo penso di essere contento. - Akito abbozzò un lieve sorriso. Non doveva essere facile per lui esprimere i propri sentimenti. 
- Oh, Akito… - sospirò Sana e gli schioccò un bacio a stampo. - Ti amo. - Si sciolse dal suo abbraccio e lo prese per un polso. - Ora, torniamo a casa. Devo dare la bella notizia a mia madre e a tutta la servitù. Poi voglio iniziare i preparativi per una festa… inviterò un sacco di gente. Anche tua sorella, ovviamente. Devo ricordarmi di mandarle un invito. -
Akito alle sue spalle rise della sua energia e della sua gioia. - Va bene, Sana. Tutto quello che vuoi. -
Rimontarono ognuno sul proprio cavallo - che nel frattempo si erano avvicinati ad un torrente per dissetarsi - e si diressero verso la loro casa.

Akito non era stato del tutto sincero nei confronti di Sana. Lui era davvero molto preoccupato per lei, per quella gravidanza, però non voleva deludere la persona che amava con tutto se stesso. Avrebbe tenuto per sé i suoi dubbi e le sue ansie, e pregato che tutto andasse nel migliore di modi e Sana rimanesse al suo fianco. Per tutta la sua vita. 

Arrivarono a destinazione in pochi minuti. Sana smontò e affidò Celeste al marito perché potesse riportare i cavalli nella stalla. Era così felice! Akito l’amava ed ora era anche contento, o quasi, che lei aspettasse un bambino. Con un sorriso entrò in casa, ma questo si affievolì quando notò la persona che l’attendeva all’ingresso. Asako. Era vestita con abiti da viaggio, doveva essere appena arrivata.
- Asako - mormorò sorpresa. - Che cosa ci fai qui? -
- Io… ecco… - cominciò incerta. - Ti avevo inviato una lettera in cui ti porgevo le mie scuse e ti spiegavo la mia situazione e le mie ragioni, ma poi ho pensato che fosse meglio dirti tutto di persona. Dimmi, l’hai ricevuta? -
Sana ci pensò su. Le tornò in mente Rei che le annunciava l’arrivo di una lettera, che lei aveva detto di portare nella sua stanza. - Me ne è arrivata una, ma non ho ancora avuto il tempo di leggerla. -
- Oh, bene. Possiamo parlare? -
La porta d’ingresso si aprì e Akito si unì a loro. Riconobbe Asako e le schioccò un’occhiata piuttosto fredda, ma sembrò capire la situazione perché disse: - Ho del lavoro da sbrigare. Mi trovi nello studio se hai bisogno, Sana. -
Lei annuì e Akito le lasciò di nuovo sole. Sana riportò l’attenzione su Asako. - Vieni, andiamo in salotto. -
Dopo che si furono accomodate, offrì alla sua ospite da bere, ma questa rifiutò. - Che cosa volevi dirmi? -
- Prima di tutto, Sana, vorrei scusarmi per come mi sono comportata tempo fa. Per le cose che ti ho detto, peraltro false, e per come me ne sono andata. -
Se prima era un po’ distante, ora Asako aveva la completa attenzione di Sana. Che cosa significava che le aveva mentito? - Che vuoi dire? -
- Non era vero che sono andata via perché temevo per la mia vita a causa dell’assassino. Non c’entrava assolutamente. Non volevo dirti la verità, perciò mi sono inventata la prima scusa che mi è passata per la mente. Non volevo ferirti, mi dispiace. - Asako abbassò il capo, costernata. Era sincera.
- Anche se non lo pensavi veramente, avevi ragione. Non ho protetto bene la mia casa e chi ci abitava. -
- No, Sana. Non devi assolutamente incolparti. Hai fatto quello che potevi. Ora che questa storia è finita, dovresti lasciartela completamente alle spalle. Promettimi che lo farai - le impose.
Sana sorrise. - Sì, lo farò. - Qualcosa però non era ancora chiaro. - Ma se il motivo non era quello, perché mi hai mentito? Non ti fidavi di me? -
- No, non è così. Non so nemmeno io perché non ti ho raccontato la verità, forse avevo un po’ paura della tua reazione. Beh, anche se forse è un po’ tardi, la verità è che… - Si fermò e distolse per un attimo lo sguardo, fissando un punto indefinito della stanza. Le sue guance si colorarono di rosso. Prese coraggio e riportò l’attenzione su Sana. - Rei… Rei è stato il mio amante. Io lo amo. - Mentre parlava, la sua voce era poco ferma.
Sana boccheggiò. - Rei è stato il tuo… - Dire che l’aveva sorpresa era un eufemismo. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incerta su cosa dire. Decisamente non era un amore semplice il loro. - Non l’avrei mai immaginato. Ma se lo ami, perché te ne sei andata? -
- Rei non voleva che vivessimo il nostro amore alla luce del sole, ma io ero stanca di nascondermi. Ho pensato che se mi fossi allontanata, magari l’avrei dimenticato. - Sospirò ed abbassò di nuovo lo sguardo. - Mi è mancato molto. In fin dei conti, forse non ho mai creduto che sarei riuscita a togliermelo dalla mente e dal cuore e volevo solo che lui accettasse le mie condizioni, che tornasse su i suoi passi. Sono stata un'illusa. - La sua espressione era disperata e aveva gli occhi lucidi, ma non scese nessuna lacrima.
- E ora che farai? - le chiese. Le dispiaceva molto che la sua amica soffrisse tanto. Come aveva fatto a non accorgersi di nulla?
- Tornerò alla casa dei miei genitori. Poi non so… deciderò in seguito. -
- Subito? Non ti trattieni nemmeno per qualche giorno? - domandò con delusione. Ora che avevano chiarito, le sarebbe piaciuto che partecipasse alla festa che voleva organizzare e si svagasse.
L'altra esitò. - No, non vorrei correre il rischio di incontrare Rei. Sono venuta solo per scusarmi con te e raccontarti la verità, tutto qui. - L’espressione malinconica che Asako aveva avuto fino a quel momento venne sostituito da un piccolo sorriso. - Ma che mi dici di te? Come va il tuo matrimonio con Akito? -
Manipolando la conversazione, Sana raccontò ad Asako tutte le novità che erano accadute a cominciare dal bambino che aspettava.

Era sera tardi. Sana si trovava seduta sul grande letto a baldacchino della sua stanza, il capo posato sopra la spalla di Akito, che era al suo fianco. Lui teneva il braccio attorno alla sua spalla e la stringeva a sé.
Asako se n’era andata da alcune ore e Sana non poteva fare a meno che essere dispiaciuta di questo. Sperava tanto che la sua amica sarebbe riuscita ad essere felice com’era lei in quel momento.
Non sapeva che cosa le avrebbe riservato il futuro, nessuno poteva saperlo, però sperava davvero che le sarebbe stato concesso di passare più tempo possibile insieme a quell’uomo a tratti freddo, impassibile o passionale. L’uomo che amava.
Sollevò la testa dalla comoda posizione in cui si trovava e si avvicinò ad Akito per porre un bacio sulle sue labbra.
- E questo per cos’era? -
Sana sollevò gli occhi al cielo. Beh, lo amava lo stesso anche se faceva domande stupide. Scrollò le spalle. - Così. Perché ti amo. -
Un lievissimo rossore, quasi impercettibile all’occhio umano, tinse le guance di Akito. - Sì, beh, anch’io ti amo. -
Sana sorrise. - Bene. E non dimenticarlo mai. - Riprese a baciarlo, questa volta più intensamente e lui ricambiò.
- Non accadrà - le disse, quando si separarono per riprendere fiato. Le fece poggiare la schiena sul materasso e posò le labbra sul suo collo. Fecero l’amore nella calda stanza, mentre fuori infuriava la neve di una fredda notte di fine Dicembre.


Spazio Autrice: Ed ecco qui il capitolo. Uno dei più problematici che abbia mai scritto. Spero che lo abbiate apprezzato e che non vi abbia deluso. Il prossimo sarà l'ultimo, cioè l'epilogo di questa storie. Ci saranno parecchie sorpresine. Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:

Lillixsana: Ciao, omonima! Grazie per i complimenti. Ahah, ecco soddisfatta la tua curiosità. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Il prossimo sarà l'epilogo. Kiss

Deb: Ciao, cara! Grazie, grazie e ancora grazie per l'aiuto. Questo capitolo mi ha mandato in crisi. Meno male che tu mi hai tirato su e mi hai dato dei suggermenti.
Sì, anch'io odio il fatto che nel passato la colpa della sterilità si dava alle donne. Che ignoranti. Beh, sì vede che Akito l'unico giorno in cui ha incontrato Nao da vivo, era troppo impegnato a guardare Sana, quindi non si è reso conto che il mollusco non avrebbe potuto avere figli. Nell'epilogo ci saranno tante sorpresine, ma non tutte riguardano Sana e Akito. Però... ah, no... non ti dico più nulla, altrimenti finisco per spifferare le idee che ho per l'epilogo. A presto! Kiss

Paperella96: Ciao! Spero che il capitolo ti (vi?) sia piaciuto e che scateni delusione da parte di nessuno. A presto con l'epilogo! Kiss

xXx_Lady_Dark_xXx: Ciao! Sono felice che ti siano piaciuti gli scorsi capitolo... spero davvero che la spiegazione di Akito non ti abbia delusa. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo. A presto! Kiss

Sailorm: Ciao! Oh, una nuova recensitrice! Non preoccuparti se non hai mai recensito, anche se ammetto che mi fa piacere che la storia fino a questo momento ti è piaciuto. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. Alla prossima! Kiss

Grazie per le visite, le seguite, le preferite, le ricordate, le recensioni e chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti.

Al prossimo capitolo!
Ilaria











   
 
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