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Autore: reggina    18/10/2005    3 recensioni
Un incidente trasforma Maki in una persona cinica e disincantata. Sapranno l'atmosfera natalizia e l'innocenza dell'infanzia farle dimenticare il passato e convincerla a perdonare Mark?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Controllò l'indirizzo sul foglio ormai sgualcito e si assicurò di essere innanzi all'appartamento giusto.

Esitò qualche secondo prima di bussare: se Maki lo avesse riconosciuto dallo spioncino della porta gli avrebbe aperto?

Sicuramente non si sarebbe dimostrata il massimo dell'ospitalità con lui, prevedeva già che avrebbero discusso nuovamente.

Possibile che Maki fosse un gran rompicapo perfino per lui?

Decise di comunque di tentare.

*****

Maki era da sola in casa a tormentarsi con i suoi pensieri e i suoi rimpianti.

Quando Sara doveva ricoprire il turno notturno in ospedale lei si sentiva ancora più sola e triste.

Tornata da lavoro si era concessa una doccia e aveva frugato nello scatolone dei vecchi abiti alla ricerca di qualcosa di comodo da indossare innanzi alla deprimente serata che avrebbe speso davanti al televisore.

Un'ombra le oscurò il viso ancora bagnato: ogni indumento custodito nello scatolone portava con sè un ricordo.

Estrasse un paio di pantaloni bianchi macchiati di chiazze verdi: gli stessi che indossava quando , quasi dodici anni prima, si era abbracciata sul campo con Mark dopo la finale dei tornei regionali di calcio.

Decise di indossarli per vedere se vestivano ancora bene.

"Stupida!"

Si disse dopo un pò.

Come aveva potuto credere di poter tornare quella di un tempo trasformando il suo look? Qualcosa dentro di lei si era rotto dieci anni prima e non sarebbe bastato qualche vestito alla moda ad aggiustarlo.

Il ticchettio insistente alla porta la strappò dalle sue recriminazioni.

L'insistenza dello sconosciuto non le avrebbe dato il tempo di cambiarsi, perciò indosso una maglia al volo e andò a vedere chi la reclamava con tanta insistenza.

"Arrivo!"

Urlò indispettita da tanta impazienza.

****

Lo sconcerto fu enorme.

La prima reazione fu quella di sbattere la porta in faccia a Mark Lenders.

Il ragazzo ,essendo più forte di lei, riusciva però a crearsi un varco nella porta semiaperta. .

"Che vuoi ?"

Si arrese spazientita Maki.

"Parlare!"

"Deve essere urgente: da quel che ricordo non eri molto loquace !"

Osservò lei ironica.

" Senti dobbiamo mettere le cose in chiaro io e te, dopo potrai decidere anche di non vedermi mai più!"

Maki parve cedere a quella proposta.

" Non mi perseguiterai più?"

"Io non ti perseguito!"

Maki tolse il chiavistello dalla porta, concedendogli quella possibilità.

"Entra!"

Lo invitò. ********

Si lasciò cadere sgraziatamente sul canapè, imitata dal suo ospite.

"Allora parla!"

Maki non fece alcuno sforzo per nascondere il desiderio che lui se ne andasse presto.

" Questi pantaloni li rocordo!"

La sorprese lui con la voce velata di malinconia.

"Si sono proprio quelli! Avevo deciso di buttarli!"

Lo disincantò prontamente lei.

"Non sarai venuto qui a parlare dei miei vecchi pantaloni?"

" La signorina Liliana vorrebbe che tu ci aiutassi a preparare la festa per i bambini!"

Maki era incredula: davvero contavano ancora su di lei?

" Hanno mandato un altro collega che saprà aiutarvi!"

Giustificò il suo rifiuto lei. Mark si alzò.

"Quello ama i bambini quasi al pari di quanto li adori tu!"

Si era tradito nuovamente e la stava mettendo innanzi ai suoi difetti.

"Appunto! Che vuoi che mi importi di quei marmocchi e della loro stupida festa dopo quello che mi hanno combinato l'altro giorno?"

Non erano passati nemmeno dieci minuti e stavano già litigando.

"Vattene Mark e non perdere più tempo con me!"

Cercò di liquidarlo.

Mark piantò i piedi testardo.

"No che non me ne vado!Di tempo ne ho perso abbastanza e ora devo recuperarlo!"

"Non di certo con me!"

Sentenziò Maki incrociando le braccia.

"Proprio con te invece! A causa tua ho vissuto nell'inferno questi ultimi dieci anni!"

L'ex fidanzata lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.

"Colpa mia?"

Chiese additandosi.

"No cara tigre è stata colpa tua! Ho atteso tanto quel giorno in aeroporto: mi dicevo che saresti venuto per fermarmi, per portarmi a casa, per ricominciare con me!"

"Tu non saresti dovuta partire!"

Si arrampicò sugli specchi il calciatore.

"Bastava che me lo impedissi Mark! Ma sai che ti dico? Dare ascolto a quell'ubriacone di Turner ha fatto le fortune di entrambi!"

Mark scosse la testa, poco convinto da quell'affermazione.

"Io ho la mia carriera e tu la tua fama! Diemnticami Mark! Organizza tutte le feste che vuoi, strusciati a tutte le show girls che ti danno corda ma lasciami in pace!"

Si accorse che stava piangendo mentre lo cacciava via.

Non insistette oltre diciso ad accontentarla e ad andare via.

"Maki scusami per come mi sono comportato con te dopo la bravata dei bambini! Il fatto è che ti avevo visto diversa quel giorno..."

Trovò però il coraggio di confessarle.

"L’abito non fa il monaco a quanto pare! Addio Mark!"

Lo salutò, richiudendo la porta dietro di sé.

No, non si trattava di un addio: non l' avrebbe abbandonato una seconda volta .

   
 
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