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Autore: Gold Scorpio    19/10/2005    0 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13.

Il passaggio era basso e stretto e ricordava molto quello che Milo e Pansy avevano percorso qualche tempo prima per fuggire dalla casa dei Grifondoro.

Ginevra Weasley vi si infilò con prontezza, ma Milo non la seguì.

- Perchè mai dovrei andare con questa casinara – pensò – e chi dovremmo trovare li dentro? –

Il pannello cominciò lentamente a richiudersi, ma una mano lo bloccò e da dentro la testa della ragazza fece capolino:

- Allora? Cosa stai aspettando?

- Ma che vuoi da me Weasley? Sei pazza se credi che ti seguirò lì dentro... –

- Non fare lo stupido, voglio solo aiutarti –

- Aiutarmi? Ma se mi odi?

La ragazza sbuffò esasperata: - Bene allora, fa come vuoi, resta pure lì finché non ti imbatterai in Piton o in Gazza, cosa vuoi che me ne importi? –

Pronunciò quelle parole con foga, poi rientrò nel passaggio e scomparve.

Milo restò da solo nel corridoio e non riusciva a fare a meno di sentirsi un po' stupido: che alternative aveva? Nessuna. Per quanto idiota potesse essere qualunque cosa Ginevra Weasley avesse in mente di fare, era sempre meglio della situazione attuale. Forse.

Allungò il piede e bloccò il pannello che si stava nuovamente richiudendo, quindi entrò nel passaggio, ma non vide più la ragazza e quando la porta dietro alle sue spalle si richiuse, rimase nel buio più assoluto.

- Ehi rossa, te ne sei andata sul serio? – provò a domandare alle ombre, mentre una sensazione di disagio si faceva largo nel suo cuore.

Frugò nella giacca alla ricerca della sua bacchetta.

– Lumos! –

Una fioca luce illuminò lo stretto passaggio: i muri erano di pietra grezza e non c'era modo di capire dove portasse. Provò a girarsi verso il pannello da cui era entrato, ma non trovò serrature.

- Perchè in questa scuola deve essere tutto così dannatamente complicato? – pensò

Si rassegnò a percorrere la via che si trovava davanti: in fondo la Weasley non poteva che essere andata da quella parte. Ora che era di nuovo solo sentì tornare il malessere di poco prima: si sentiva stanco ed aveva la testa dolorante. Cominciò a camminare con estrema circospezione, tenendo la bacchetta innanzi a sé, per illuminare il percorso. Continuò così per diversi minuti, fino a quando non incespicò, cadendo goffamente in avanti e perdendo la bacchetta, che volò in qualche punto imprecisato davanti a lui e si spense.

- Dannazione! – imprecò. Poi rimase immobile: poco più avanti gli sembrava di sentire qualcuno singhiozzare.

Si mise in ginocchio e cominciò ad avanzare carponi, allungando le mani in avanti alla ricerca della sua bacchetta; intanto il terreno cominciava a farsi in discesa. Avanzò in quel modo per qualche metro, ma quando raggiunse la bacchetta involontariamente la urtò con le dita, senza riuscire ad afferrarla, e questa rotolò ancora in avanti. Intanto i singhiozzi cessarono.

Milo si morsicò il labbro inferiore e riprese la sua goffa avanzata, pur avendo ormai intuito di non essere solo nel passaggio: davanti a sè – non avrebbe saputo dire esattamente dove – udiva distintamente un sommesso fruscio.

Riuscì finalmente a raggiungere di nuovo la bacchetta e questa volta la afferrò saldamente in mano... ma si rese conto che anche un'altra mano la stringeva!

Due voci gridarono all'unisono: - Lumos! –

E dopo pochi istanti Milo e Ginevra Weasley si stavano fissando nella semi-oscurità, con i nasi a pochi centimetri l'uno dall'altra. Lei aveva gli occhi umidi ed un segno rosso sul viso, conseguenza di un qualche colpo da poco subito.

Passò qualche interminabile istante, poi Milo disse:

- Sei caduta... di nuovo? –

La ragazza di fronte a lui arrossì, ma fu lesta a ribattere – Non mi sembra che tu te la sia cavata meglio... –

- Come mai tutte le volte che ci incontriamo tu finisci per terra? E perchè volevi prendere la mia bacchetta? – disse Milo.

- Credevo fosse la mia, mi è caduta... – gli rispose lei, imbarazzata.

Il ragazzo avrebbe voluto sbuffare seccato, ma invece si scoprì a ridere. La Grifondoro non fu da meno, scoppiando anche lei in una risata irrefrenabile, ed andarono avanti così per diversi minuti e Milo sentì come se la rabbia che aveva provato fino a poco prima svanisse d'incanto.

Alla fine le risate cessarono, ma i due rimasero ancora seduti a terra.

- Perchè mi stavi cercando? – le chiese lui.

- Ah! – la Weasley ricordò la ragione che l'aveva spinta lì – Per questo – gli rispose, mostrandogli un foglietto nel quale Milo riconobbe la caricatura che la ragazza gli aveva consegnato alla lezione di Pozioni.

- L'ho trovato per terra in Sala Comune, ed ho notato la porta di uno sgabuzzino aperta ed una finestra forzata. Puoi darmi qualche spiegazione? –

Lo guardava con aria interrogativa, ma non appariva più arrabbiata come prima, in corridoio.

Il ragazzo arrossì leggermente, poi le fece un sorriso furbetto e rispose – Siamo in un castello magico, tutto può succedere! –

Lei lo osservò maliziosa – Farò finta di crederti, anche perchè... –

E mentre parlava cominciò ad alzarsi, cercando di riassestare la divisa di scuola

- ...ho saputo quello che è successo con Ron! –

Lo sguardo di lei, visibilmente imbarazzato, ora sfuggiva Milo.

- So che la colpa di tutto è stato il mio atteggiamento – continuò – per questo sono contenta che tu lo abbia coperto... –

Lanciò un'occhiata sfuggente a Milo che continuava a non replicarle.

- Ehm, mi dispiace, Ronald non è un violento ed era davvero mortificato per quanto successo... –

Il tono adesso era supplichevole: evidentemente si aspettava una qualche risposta dal suo interlocutore.

- In pratica stai dicendo che ora siete in debito con me – le disse infine, sogghignando...

La Grifondoro parve contrariata da quell'osservazione, ma comunque fece un cenno di assenso: - Sì, potremmo dire che è così... –

Milo si rialzò faticosamente, appoggiandosi al muro: si sentiva stanco, ma era deciso a trarre il massimo divertimento da quella situazione.

Si avvicinò alla ragazza con fare malizioso e le sussurrò:

- Dunque ora posso chiederti di fare qualcosa per me, in cambio... – e così dicendo avvicinò il viso a quello di Ginevra.

Non ebbe il tempo di reagire che subito uno schiaffone lo colpì in pieno.

La Weasley era paonazza: - Non pensarci nemmeno per un istante! –

Milo scoppiò a ridere, spiazzandola: - Ma a che cosa stavi pensando, rossa? Hai una mente davvero perversa! –

- Tu... tu mi stavi di nuovo prendendo in giro! – gridò lei.

- Può darsi... mentre tu a quanto pare stai cercando di aggravare le mie condizioni di salute, che già non sono molto buone di loro... –

La ragazza lo fissava a bocca aperta. Poi cominciò a guardarsi attorno, recuperò da terra la propria bacchetta e gli disse:

- Ora basta con i giochi, dobbiamo andare subito –

Afferrò il polso di Milo e prese a guidarlo giù per lo stretto passaggio...

   
 
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