13.
Il passaggio era basso e stretto e ricordava molto quello che Milo e Pansy avevano percorso qualche tempo prima per fuggire dalla casa dei Grifondoro.
Ginevra Weasley vi si infilò con prontezza, ma Milo non la seguì.
- Perchè mai dovrei andare con questa casinara – pensò – e chi dovremmo trovare li dentro? –
Il pannello cominciò lentamente a richiudersi, ma una mano lo bloccò e da dentro la testa della ragazza fece capolino:
- Allora? Cosa stai aspettando? –
- Ma che vuoi da me Weasley? Sei pazza se credi che ti seguirò lì dentro... –
- Non fare lo stupido, voglio solo aiutarti –
- Aiutarmi? Ma se mi odi? –
La ragazza sbuffò esasperata: - Bene allora, fa come vuoi, resta pure lì finché non ti imbatterai in Piton o in Gazza, cosa vuoi che me ne importi? –
Pronunciò quelle parole con foga, poi rientrò nel passaggio e scomparve.
Milo restò da solo nel corridoio e non riusciva a fare a meno di sentirsi un po' stupido: che alternative aveva? Nessuna. Per quanto idiota potesse essere qualunque cosa Ginevra Weasley avesse in mente di fare, era sempre meglio della situazione attuale. Forse.
Allungò il piede e bloccò il pannello che si stava nuovamente richiudendo, quindi entrò nel passaggio, ma non vide più la ragazza e quando la porta dietro alle sue spalle si richiuse, rimase nel buio più assoluto.
- Ehi rossa, te ne sei andata sul serio? – provò a domandare alle ombre, mentre una sensazione di disagio si faceva largo nel suo cuore.
Frugò nella giacca alla ricerca della sua bacchetta.
– Lumos! –
Una fioca luce illuminò lo stretto passaggio: i muri erano di pietra grezza e non c'era modo di capire dove portasse. Provò a girarsi verso il pannello da cui era entrato, ma non trovò serrature.
- Perchè in questa scuola deve essere tutto così dannatamente complicato? – pensò
Si rassegnò a percorrere la via che
si trovava davanti: in fondo
- Dannazione! – imprecò. Poi rimase immobile: poco più avanti gli sembrava di sentire qualcuno singhiozzare.
Si mise in ginocchio e cominciò ad avanzare carponi, allungando le mani in avanti alla ricerca della sua bacchetta; intanto il terreno cominciava a farsi in discesa. Avanzò in quel modo per qualche metro, ma quando raggiunse la bacchetta involontariamente la urtò con le dita, senza riuscire ad afferrarla, e questa rotolò ancora in avanti. Intanto i singhiozzi cessarono.
Milo si morsicò il labbro inferiore e riprese la sua goffa avanzata, pur avendo ormai intuito di non essere solo nel passaggio: davanti a sè – non avrebbe saputo dire esattamente dove – udiva distintamente un sommesso fruscio.
Riuscì finalmente a raggiungere di nuovo la bacchetta e questa volta la afferrò saldamente in mano... ma si rese conto che anche un'altra mano la stringeva!
Due voci gridarono all'unisono: - Lumos! –
E dopo pochi istanti Milo e Ginevra Weasley si stavano fissando nella semi-oscurità, con i nasi a pochi centimetri l'uno dall'altra. Lei aveva gli occhi umidi ed un segno rosso sul viso, conseguenza di un qualche colpo da poco subito.
Passò qualche interminabile istante, poi Milo disse:
- Sei caduta... di nuovo? –
La ragazza di fronte a lui arrossì, ma fu lesta a ribattere – Non mi sembra che tu te la sia cavata meglio... –
- Come mai tutte le volte che ci incontriamo tu finisci per terra? E perchè volevi prendere la mia bacchetta? – disse Milo.
- Credevo fosse la mia, mi è caduta... – gli rispose lei, imbarazzata.
Il ragazzo avrebbe voluto sbuffare
seccato, ma invece si scoprì a ridere.
Alla fine le risate cessarono, ma i due rimasero ancora seduti a terra.
- Perchè mi stavi cercando? – le chiese lui.
- Ah! –
- L'ho trovato per terra in Sala Comune, ed ho notato la porta di uno sgabuzzino aperta ed una finestra forzata. Puoi darmi qualche spiegazione? –
Lo guardava con aria interrogativa, ma non appariva più arrabbiata come prima, in corridoio.
Il ragazzo arrossì leggermente, poi le fece un sorriso furbetto e rispose – Siamo in un castello magico, tutto può succedere! –
Lei lo osservò maliziosa – Farò finta di crederti, anche perchè... –
E mentre parlava cominciò ad alzarsi, cercando di riassestare la divisa di scuola
- ...ho saputo quello che è successo con Ron! –
Lo sguardo di lei, visibilmente imbarazzato, ora sfuggiva Milo.
- So che la colpa di tutto è stato il mio atteggiamento – continuò – per questo sono contenta che tu lo abbia coperto... –
Lanciò un'occhiata sfuggente a Milo che continuava a non replicarle.
- Ehm, mi dispiace, Ronald non è un violento ed era davvero mortificato per quanto successo... –
Il tono adesso era supplichevole: evidentemente si aspettava una qualche risposta dal suo interlocutore.
- In pratica stai dicendo che ora siete in debito con me – le disse infine, sogghignando...
Milo si rialzò faticosamente, appoggiandosi al muro: si sentiva stanco, ma era deciso a trarre il massimo divertimento da quella situazione.
Si avvicinò alla ragazza con fare malizioso e le sussurrò:
- Dunque ora posso chiederti di fare qualcosa per me, in cambio... – e così dicendo avvicinò il viso a quello di Ginevra.
Non ebbe il tempo di reagire che subito uno schiaffone lo colpì in pieno.
Milo scoppiò a ridere, spiazzandola: - Ma a che cosa stavi pensando, rossa? Hai una mente davvero perversa! –
- Tu... tu mi stavi di nuovo prendendo in giro! – gridò lei.
- Può darsi... mentre tu a quanto pare stai cercando di aggravare le mie condizioni di salute, che già non sono molto buone di loro... –
La ragazza lo fissava a bocca aperta. Poi cominciò a guardarsi attorno, recuperò da terra la propria bacchetta e gli disse:
- Ora basta con i giochi, dobbiamo andare subito –
Afferrò il polso di Milo e prese a guidarlo giù per lo stretto passaggio...