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Autore: Syra44    29/08/2010    2 recensioni
Le biblioteche sono forse alcuni dei posti più magici del mondo. Custodiscono gelosamente pagine e pagine di sapere umano, sapientemente scritte anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio da uomini che, nonostante le tante differenze di costume, razza o posizione sociale, decidono di trasmettere al mondo le proprie scoperte e la propria arte nello stesso modo: tramite l’eterna magia dell’inchiostro su carta, l’asso vincente di molti studiosi e di altrettante stelle nascenti.
- Chapter One: Riza POV {RoyAi Day}
- Chapter Two: Roy POV
- Chapter Three: Riza POV
- Epilogue
[Roy/Riza]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La biblioteca

La biblioteca

 

Epilogo

 

 

I raggi solari, attraversando gli spiragli della tenda rovinata dai denti di qualche affamato roditore, disegnavano sul pavimento ligneo figure di forma indistinguibile, che sembravano essere sbucate da infantili sogni dimenticati da tempo; e rendevano visibile anche alle più deboli pupille il pulviscolo che danzava nell’etere, e che avrebbe potuto ipnotizzare gli occhi di un occasionale visitatore con quel celere movimento circolatorio. Gli scaffali e i tomi presenti nella camera non erano da meno: tutto era coperto da un pesante strato di polvere, che ingrigiva i dorsi vermigli, bluastri e verdognoli dell’enorme collezione di volumi che il maestro Hawkeye aveva ammassato col tempo, e che, dopo la sua triste dipartita, era rimasta là, in solitudine, unica custode di una stanza che aveva portato in grembo l’adolescenza delle due persone che ora vi sostavano sulla soglia, titubanti.

Se qualcuno avesse detto a Roy e a Riza, qualche settimana prima, che tornare in quella casa li avrebbe scombussolati fin nei più profondi recessi della loro anima, probabilmente il primo avrebbe cominciato a sciorinare insopportabili vanterie sulla sua presunta intangibilità emotiva: il fastidioso sentimento detto sensibilità, avrebbe terminato con un sorrisetto, è solo roba da femminucce. La seconda, assai più pragmatica, si sarebbe limitata ad alzare le spalle e a tirare un lieve buffetto sulla nuca dell’altro, a mo’ d’avvertimento; d’altronde, da qualche tempo le onnipresenti pistole sembravano essere state messe a riposo, tornando in azione solo in casi disperati.

Eppure, al solo avvistare la grande villa immersa nel verde, i cuori di entrambi avevano perso un battito. Era stato come risvegliarsi da un sonno prolungato e scoprire che i porti a cui avrebbero volentieri attraccato durante il loro peregrinare per gli effimeri mari della vita, costellati da tremende tempeste o interminabili periodi di bonaccia, erano stati devastati da chissà quale bieca anima nera, portatrice di esiziali e ferali presagi. Roy aveva esplorato i dintorni con la stessa perizia che, da ragazzo, aveva utilizzato nello scoprire e rinominare quei prati e quelle selve, che a quei tempi gli erano parse vaste, immense, infinite. Allo stesso modo Riza aveva aperto il pesante portone di quercia e si era introdotta nei bui corridoi della casa con uno strano tramestio nel cuore che non era né gaudio né malinconia, ma una sensazione a metà tra le due che non aveva mai provato prima d’allora. Si era soffermata davanti alla grande e luminosa sala da pranzo che aveva ascoltato l’eco della voce briosa del giovane Mustang, l’unica a ravvivare i loro pranzi silenziosi, e si era lentamente avvicinata alle scale, sfiorando cautamente il corrimano. Giunta in cima e attraversato il corridoio, si era fermata di scatto incontrando a metà strada ciò che aveva inconsciamente cercato. Aveva lanciato un’occhiata carica di amarezza alla porta chiusa del laboratorio di suo padre, per poi avvicinarsi alla porta, anch’essa chiusa, della biblioteca. Si era fermata solo sentendo sulla spalla una lieve pressione: Roy, che silenziosamente l’aveva raggiunta, l’aveva guardata, esitante, indicando la stanza con un cenno del capo. Sorridendo in risposta, Riza aveva annuito - ormai tra loro non c’era più bisogno di parole - e spalancò con un solo gesto la pesante porta di noce.

Ed ora erano lì. Fu la donna fu la prima ad avanzare, subito seguita dal compagno; entrambi erano stati colti da una titubanza che li aveva fatti tornare indietro nel tempo, a quando, spensierati e ingenui come solo due bambini potevano essere, si erano rifugiati fra le possenti mura di quel luogo fuori dal tempo.

« Siamo tornati... Non mi sembra vero. » ruppe il silenzio il cecchino, mantenendo basso il tono di voce. « Quaggiù il tempo sembra essersi fermato. È tutto uguale ad allora. »

Roy la superò di qualche passo, guardandosi intorno. Starnutì.

« A parte la polvere. » esclamò, tirando su col naso. « E sono sicuro che le tarme, i topi e i loro amici parassiti non si saranno fatti attendere. »

E con la stessa lentezza del pulviscolo volteggiante, scese di nuovo il silenzio. Nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare, quasi si trovassero in luogo la cui sacralità non andava infranta. Lentamente Riza si avvicinò alla finestra, e aprì la tenda che impediva al sole di illuminare completamente quella stanza.

Fu allora, mentre la luce tornava dopo anni a battere su quelle pareti, che ritrovarono un mondo che avevano sepolto tanti anni prima: i volumi che avevano piacevolmente letto ad alta voce, gli scaffali che erano parsi loro così imponenti, i colori discordanti dei dorsi dei vari tomi, le loro giornate spese in chiacchiere, letture, dibattiti. Tutto riesplose nelle loro menti come una violenta folata di vento gelido.

Inconsciamente sorrisero, mentre Roy raggiungeva Riza, che si guardava intorno deliziata, e apriva la finestra per lasciar uscire l’aria viziata. Si voltò verso di lei, che venne ad appoggiare la schiena al davanzale, e la imitò. Godettero del sospirare del vento e dei rumori dell’estate per qualche minuto, con gli occhi chiusi.

« Sai, mi viene in mente la prima volta che ti vidi affacciata a questa finestra. » mormorò lui.

« Me lo ricordo. » ridacchiò la donna. « Avevi un’espressione così strana, sembrava che mi avessi visto per la prima volta. »

« È così, in realtà. »

Lei si voltò interrogativamente verso Roy, osservando le sue labbra incurvate in un sorrisetto sornione.

« È stato allora che ti ho visto davvero per la prima volta. » Poi, assumendo un tono melodrammatico, cominciò a blaterare come suo solito. « È stato come accorgersi in un attimo di aver avuto gli occhi di un biondo angelo caduto dal cielo sempre puntati addoss-auch! » piagnucolò quando l’altra lo colpì con uno schiaffetto alla testa.

« Ma come siamo poetici… » ribatté sarcastica. « Mi spiace deluderti, ma il tuo biondo angelo non si spenzolava dalla finestra per ammirare il più borioso apprendista che suo padre avrebbe potuto accogliere sotto la sua ala, quanto piuttosto per capire dove diamine si andasse ad imboscare invece di studiare. »

Quando anche lui si voltò a guardarla, l’alchimista non resistette e scoppiò a ridere, contagiandola. L’atmosfera si distese, mentre Roy assunse uno sguardo deciso.

« Alla fine è qui che è cominciato tutto. » soffiò, abbassando lo sguardo. Le prese la mano sinistra tra le sue, iniziando a giocherellare con le dita. « Sarebbe… interessante… ricominciare da qui. Non credi? »

Il suo tono di voce era bassissimo, ma quelle parole si insinuarono nell’animo di Riza e si impressero a fuoco nella sua mente. Alzò di scatto lo sguardo e spalancò gli occhi, ma notò che gli occhi dell’altro guardavano ancora in basso, e nello stesso momento percepì qualcosa che le scivolava sull’anulare. Il cuore le saltò in petto, e quando Roy scostò le dita, poté vedere chiaramente un cerchietto dorato su cui era incastonata una pietra preziosa.

Ingoiò, respirò e sentì il fiato mancarle. Un mare di emozioni la sommerse, ma non riuscì a dire nulla, nonostante fossero più di mille le parole che premevano per uscire.

« Ti ho seguito nell’esercito, e in guerra. » sussurrò alla fine, più a sé stessa che all’altro. « Ti ho seguito lungo la tua scalata al potere, e quando hai deciso di combattere contro un’intera nazione. Sarei stata pronta a seguirti persino nella morte. Ha-hai… hai ancora bisogno di chiedermi una cosa simile senza intuire la mia risposta? »

Quando quegli occhi d’ambra incrociarono i suoi, Roy non resistette più: la attirò tra le sue braccia e la baciò con forza. Mai come in quel momento aveva sentito fiorire dentro di sé tante emozioni contemporaneamente, in un connubio che, era sicuro, avrebbe provato una sola volta nella vita.

E, mentre assistevano al suggello di quella promessa, i libri silenti continuarono a languire tra quei polverosi scaffali, testimoni dello straordinario incontro di due vite che quel giorno avevano deciso finalmente di intrecciarsi, in una vecchia e dimenticata biblioteca che li aveva visti crescere, in una villa decadente, una mattina d’estate come tante.

 

FINE

 


 

Lo so. È passato molto più del tempo del previsto, ma purtroppo dopo un periodo fertile la mia ispirazione mi ha abbandonato di nuovo. Maledetta ç__ç Per fortuna sono riuscita ad aggiornare, non senza la sensazione che avrei potuto dare di più. Ma conoscendomi so che avrei rimandato ancora una volta la pubblicazione, quindi sottopongo all’attenzione di voi lettori e lettrici il capitolo conclusivo di questa raccolta, pregandovi di darmi un vostro parere e esprimendo eventuali dubbi in merito. Mai mi sarebbero più d’aiuto, temo di aver combinato un disastro con il dialogo finale. Le scene romantiche non sono il mio forte, ecco. Però ci tenevo a raffigurare una cosa del genere. Una specie di sogno proibito, ecco xD

Ah, meglio specificare: Roy e Riza stanno già insieme da molto prima. È sottinteso, ma non so se si sia capito. In caso li abbiate trovati OOC, sappiate che in parte dipende da questo.

E ora, risposte alle recensioni!

 

Swwtcicia: Ti ringrazio, mia cara =D Sono felice di essere riuscita a dipingere un quadro che ti abbia soddisfatta. E no, niente inchini, pensiamo alla schiena, su xD A presto, e grazie.

Castiel: Non dire così, non scrivi per nulla male e non sei inferiore a nessuno ;D  E ti dirò, mi stavo sciogliendo io quando ho letto la tua recensione, mille grazie davvero, sei fin troppo gentile. Per quanto riguarda il discorso sulla biblioteca, condivido la tua riflessione: anzi, direi che è qualcosa che si potrebbe estendere a qualsiasi luogo in cui molte persone diverse si radunano, come una stazione; chissà quante belle storie verrebbero fuori! Un bacione e a presto anche a te.

Rinalamisteriosa: Lenta lenta arrivo sempre, alla fin fine, visto? xD Ringrazio anche te per gli splendidi complimenti al capitolo, fanno sempre bene a quel minuscolo esserino sfuggente che è l’autostima xD Spero che anche questo sia di tuo gradimento e che tu trovi il tempo per leggerlo ;D Ciao e alla prossima!

 

E abbiamo finito. È praticamente la prima fic a capitoli che concludo, sono davvero soddisfatta di avercela fatta, ma allo stesso tempo so che un po’ mi mancherà. Voglio ringraziare tutti voi che avete letto, seguito e recensito questa storia, dal profondo del cuore. In primis Agnese, Katia, Flavia e Gloria che sono state così gentili da lasciarmi i loro pareri, Ananke, anaid87, rikki_cla e patronus che lo fecero sul forum RoyAi, e poi anche giuly_chan95, laramao, VincyS, Anthy, Hikaru Kazeyuure e Kahei_chan che hanno inserito le storie tra le preferite o le seguite. Mille grazie anche a voi. Ultimi ma non per importanza, i tanti lettori anonimi che hanno aperto questa fiction. Grazie anche a voi.

Sempre vostra, Syra

  
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