Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Orfeo della Lira 2    29/08/2010    4 recensioni
Un colpo di stato. Un principe in fuga. Un'Organizzazione misteriosa. Una guerra all'orizzonte. L'oscurità più buia. Nel buio, la speranza. Saprà Eldolas rispondere alla minaccia dell'oscurità?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
@Anonimo9987465: Come in ogni gioco della serie, e no, non è lui. E Marth vivrà ancora :mke:
@Nyxenhaal89: Lo ammetto, ho scritto questo capitolo troppo di getto. Per le ambientazioni, le ho prese da Fire Emblem 8, dove c’è uni sfondo reimpostato per le conversazioni nei castelli ecc. Inoltre, i borghi sono disegnati tutti allo stesso modo, quindi lavoro molto di fantasia.
@sapphire313: Anche se hai recensito solo il prologo, spero che continui a seguire questa fic.

Note dell’Autore:
La Nintendo dovrebbe evitare di disegnare personaggi così complicati da disegnare…

Capitolo 3: Invasione
“Renais, finalmente!”
Vaan si sporse poco oltre il parapetto della Strahl. Dopo Nove giorni, in cui avevano vaiggiato per il deserto, per montagne e per boschi, finalmente erano arrivati nella piana antecedente a Renais, da cui la regione prendeva nome. Renais sorgeva all’esatto centro della piana, ma nonostante questo era stata espugnata nella sua esistenza appena tre volte. A nord-est della città, si estendeva una lunga catena montuosa, mentre ce n’era una più piccola a sud-ovest; a sud-est vi era un piccolo boschetto. Balthier nascose la Strahl all’interno di quest’ultimo, non senza fatica, a causa dei rami degli alberi che formavano un reticolato molto fitto. Il gruppo si mise dei mantelli da viaggio addosso, procedendo poi a piedi verso la città-fortezza.
Giunsero alle porte della città dopo tre ore.
Le guardie all’ingresso si misero in linea davanti all’ingresso, impedendo l’accesso ai sette.
“Cosa significa questo?”chiese Balthier sarcastico.
Uno degli uomini nella formazione si fece avanti, con la lancia ancora puntata contro di loro. Era un uomo sulla ventina. Alto nella media, possedeva un fisico temprato dalla vita militare. Indossava un’armatura leggera azzurro chiaro, da cui scendeva filo al torace un gilet nero con i bordi dorati. Sotto la cprazza aveva un lungo trench di cuio marrone, che si apriva all’altezza del cavallo, scendendo lungo le gambe. Indossava anche un pantalone marrone, infilato negli stivali, alti fino al ginocchio, che avevano gli stessi colori dell’armatura, così come i copri fianchi, legati tra loro da due piccole cinture arancione scuro.
“Difficilmente faremmo entrare una delle bande più ricercate in tutto il mondo in città.”
“Siamo famosi, a quanto vedo. Purtroppo non posso dire di conoscere voi come voi conoscete me.”
Con la mano libera, il cavaliere si tolse l’elmo, svelando gli occhi  e i capelli rossi.
“Il mio nome è Seth, capitano delle truppe di Renais.”Si rivolse agli altri soldati.”Catturateli.”
I dieci soldati accerchiarono il gruppo. Prima che potesse iniziare la battaglia, Marth si avvicinò a Seth.
“Va tutto bene, Seth.”
Il capitano si voltò verso il principe, tenendo puntata la lancia contro di lui.
“Sono io.”disse, abbassandosi il cappuccio”Marth.”
Seth lasciò cadere la lancia a terra per lo stupore.
“Principe Marth.”Balbettò.
“Proprio lui.”fece Balthier”Ora, se ci facesse strada verso il castello…”

Renais era una cittadina molto simile a Kadein. Ciò che però la differenziava dalla città dei maghi era la relativa modernità degli edifici e la pulizia delle strade. Superata la porta, un lungo viale, costellato di case da entrambi i lati, conduceva fino alla piazza principale della città. Come nell’accampamento  dei ladri, anche a Renais circolavano molte guardie armate.
“Come mai tutte queste guardie?”Chiese Reks.
“Non l’avete saputo? Le truppe di Gra hanno occupato Jehanna, e pare vogliano attaccarci a giorni.”rispose Seth.
“Jehanna? Abbiamo avuto fortuna, allora. Siamo passati da lì sei giorni fa.”
“L’hanno conquistata tre giorni fa, giustiziando re e regina.”
“E il principe?”
“È scomparso da tre anni.”
“Sapete chi ha guidato l’assalto?”Chiese Marth.
“Le nostre spie hanno scoperto che si tratta di Caellach di Gra.”
“Il famoso Caellach, detto ‘l’Occhio di Tigre?’”
“Proprio lui. Ma pare che a guidare l’assalto a Renais sarà il miglior generale di Gra, Zelgius il Coraggioso, detto anche il Cavaliere Nero.”

Ganondorf si alzò dal trono, posto al centro di un arena. Essa era un anfiteatro, sviluppato su quattro livelli. A differenza di molti anfiteatri, questo era coperto da un tetto, dove era situato il suo trono. Dietro di questo, era situata una gargantuesca statue, raffigurante una donna con le braccia alzate, circondata da sette ‘piedistalli’, alti poco più di questa. Il re del deserto guardò con odio la statua, ricordandosi cosa gli era stato fatto in quel luogo: ricordò di essere stato incatenato alla statua, ricordò sette figure evanescenti, che come volto avevano una maschera, che gli levitava ad un palmo dal loro volto, completamente piatto e liscio, i Saggi, ricordò che uno di loro prese una spada evanescente come loro e con essa gli trafisse il torace, ricordò che, come uno scherzo del destino, sul dorso della sua mano brillò la Triforza della Forza, che gli fece rompere le catene ed uccidere ad uno ad uno i Saggi, ricordò che si mise la loro spada sulla schiena.
Guardò verso il Deserto Gerudo, più precisamente verso il villaggio Gerudo, completamente distrutto, su suo stesso ordine. Nessuna supersite. Rivolse lo sguardo verso il suo enorme esercito, fornitogli dall’Organizzazione, che non attendeva altro che il suo segnale per invadere Hyrule. Sfoderò la spada dei Saggi, sollevandola in alto. Contemporaneamente, l’esercito di Ganondorf si mise in marcia verso il bordo dell’altissima montagna che teneva separati il Deserto Gerudo ed il lago Hilya. Quando anche l’ultimo degli uomini del suo sconfinato esercito si fu tuffato nel lago, scomparve in un varco oscuro.

“Come pensavo.”
L’uomo il cui volto era avvolto dalle bende smise di suonare. Sapeva già che solo il suono dell’Ocarina non sarebbe bastato ad evocare la divinità del Tempo, ma aveva voluto ugualmente provare. Si rivolse ai sue due compagni di viaggio, un ragazzo ed una ragazza. Il ragazzo poteva avere al massimo una decina di anni. Era mingherlino, ma abbastanza alto per la sua età. Portava in fronte una piccola coroncina, ed in volto si apriva un lungo sorriso. Indossava una tunica verde, smanicata, con due linee di stoffa dorata che l’attraversavano, ed era corta ai lati. Da sotto il gilet facevano capolino due maniche corte bianche, ed un gonnellino verde chiaro. In vita portava una cintura con una enorme fibbia d’acciaio centrale, con due bande blu ed una marrone centrale, alla quale era attaccato, tramite una corda con due nodi a metà, il fodero di un coltello, in noce e in oro, attaccato alla corda tramite un pezzo di stoffa. Il braccio sinistro era bendato dall’altezza del gomito fino al polso, mentre il sinistro era coperto da un grande polsino, che arrivava fino al gomito, sopra cui c’era un bracciale dorato, decorato con un motivo a triangoli, di colore marrone, disposti in modo alternato, uno con il vertice in alto, e quello successivo con il vertice in basso. Attorno al colletto, tenuto rigido, portava una grande sciarpa gialla, che scendeva fino all’altezza del ginocchio. Le gambe le aveva nude fino al ginocchio, dove portava dei lunghi stivali blu chiaro, attorno a cui aveva legati, poco dopo il ginocchio, due lunghe funicelle, infine le calze verdi spuntavano di poco dagli stivali. La ragazza, invece, dimostrava quattordici anni. Era una bella ragazza, vestita con un lungo vestito che arrivava a toccare il suolo, a due ‘strati’: il primo, di colore azzurro, partiva dal collo per terminare al ginocchio sinistro, e scalava sulla destra, creando delle pieghe; il secondo strato, di un colore più scuro, terminava toccando il suolo. Come l’abito del ragazzo, anche questo era smanicato. All’altezza del collo, stava un ‘collare’, decorato con lo stesso motivo del bracciale del ragazzo; all’altezza del seno, ne aveva un altro, decorato a rombi, che si stringeva mano mano che si avvicinava al centro del petto. Da questo, partivano due pezzi di stoffa trasparenti, leggermente piegati, che terminavano all’altezza del ginocchio con un cilindro dorato, a cui era attaccata una pietra rossa sferica. Dal ‘collare’ del collo, invece, scendeva lungo le spalle un mantello bianco, anch’esso a pieghe, che toccava il suolo. Al braccio sinistro aveva un copri-braccio di colore verde acqua, tendente al ghiaccio, con un bordo dorato, mentre al destro ne portava uno più scuro, tenuto all’altezza del polso da un elastico per capelli giallo, e all’altezza del gomito dallo stesso bracciale del ragazzo. Nei capelli aveva due fermagli, uno sul lato destro ed uno su quello sinistro, che reggevano un nastro bianco,di forma trapezoidale, che era unito tramite una pietra rossa ad un altro nastro, molto più lungo e di forma rettangolare, che finiva all’altezza del ventre. Alla vita portava due cinture, trasversalmente: una era molto sottile, di acciaio, ornata da una piccola pietra verde e da una ancora più piccola di colore rosso; l’altra era formata da piccole placche di metallo dorato, di forma rettangolare, collegate tra loro da perni di metallo nero, da cui scendevano dei cilindri dorati lunghi e sottili. I due si assomigliavano molto: entrambi avevano gli occhi rossi ed i capelli color ghiaccio, anche se il ragazzo li aveva corti, pettinati in modo da avere un ciuffetto di capelli davanti gli occhi, mentre la ragazza li aveva lunghi fino alla vita, con due ciocche che le scendevano lungo il petto.
“Ninian, Nils, mi dispiace dovervi far usare ancora i vostri poteri, ma come pensavamo l’Ocarina da sola non basta.”
“Non dovete scusarvi, saggio DiZ, ci ha evocato per questo.”rispose Ninian.
“Ma più usate i vostri poteri, meno tempo potrete rimanere in questo mondo.”
“Non cambiano molto uno, due giorni, quando hai un’eternità davanti.”scherzò Nils.
“Nils, non essere scortese.”
“Scusami, sorellona.”
“Siete pronti?”chiese DiZ, fissandoli con l’unico occhio libero dalle bende, di colore arancione.
I due fratelli fecero un segno d’intesa. Nils iniziò a suonare con il suo flauto. Non appena ebbe emesso la prima nota, un vento innaturale prese a scorrere nella foresta. Subito dopo, Ansem accompagnò il ragazzo con l’Ocarina. A quel punto, i sette alberi iniziarono a colorarsi di verdi sempre più luminosi, a tratti, mentre Ninian eseguiva i movimenti di una graziosa danza. Nel tempietto, dapprima vuoto, iniziò a formarsi una specie di vortice, mentre intorno a Ninian iniziarono a volteggiare delle lucine, emesse dagli alberi. Nel vortice, di colore argenteo, iniziava a formarsi una figura indefinita, simile ad una fata, ma con la testa più grande, simile ad una cipolla, delle ali estremamente piccole, le braccia esageratamente lunghe e sottili e i piedi tondi e corti. La figura rimase nel vortice solo un attimo, poiché scomparve subito, lasciando al suo posto due specie di lastre, di un materiale simile al ghiaccio. In una, si vedeva il volto di un ragazzo, dalle orecchie a punta, i capelli biondi ed un cappuccio verde, mentre nell’altra si vedeva il volto di una ragazza, che aveva anche lei le orecchie a punta, dai capelli castani, che le scendevano lungo la schiena, terminanti in una piccola coda, mentre ai lati del volto aveva due trecce, legate da molti sottili elastici per capelli bianchi. Entrambi avevano gli occhi chiusi. Le lastre iniziarono a brillare ad intermittenza, illuminandosi e spegnendosi dolcemente man mano che la canzone suonata da Nils andava concludendosi. Con l’ultima nota della canzone, le lastre si ruppero, mentre il tempietto si richiudeva da solo, tornando vuoto. Di fronte a due stremati Nils e Ninian, e ad DiZ, stavano i due giovani che poco prima erano rinchiusi nel Tempo. Il ragazzo portava attaccato alla schiena uno scudo, dallo sfondo blu, i bordi argentei, e al centro, in rosso, stava il simbolo della Triforza, sotto il quale era presente un altro simbolo che poteva essere scambiato per una fenice stilizzata. Dentro l’incavo dello scudo, vi era il fodero di una spada, che aveva l’elsa viola, con due alette ai lati. Vestiva una tunica verde, ed un paio di pantaloni portati dentro un paio di stivali. La ragazza vestiva un piccolo top viola molto scollato, che poco sotto il seno si apriva, arrivando all’altezza della vita. Aveva due coprispalla dorati, finemente decorati, sotto ai quali portava dei lunghi guanti bianchi, anch’essi finemente decorati. Sul petto portava una grossa collana, ai cui lati portava due zaffiri modellati a cilindro. Sotto il top, indossava un vestito che le copriva tutto il corpo, dalla vita ai piedi. All’altezza della vita, aveva un simbolo che poteva sembrare una bilancia, dorato, con tre zaffiri incastonati. Sotto questo, aveva ricamato lo stemma reale, lo stesso che figurava sullo scudo del ragazzo. Il vestito, alla fine, era piegato, ed era ricamata ciò che poteva sembrare un’arpa. I due aprirono gli occhi, di un profondo blu marino.
“Bentornati.”disse DiZ, affabile”Link, Eroe del Tempo, e Zelda, principessa della Luce.”

“Siamo arrivati al castello.”annunciò Seth.
Il castello di Renais era protetto da una cinta di mura, con un’unica porta, posizionata a sud, con due torri di vedetta per lato. Il castello era al centro di un fossato, ed era abbastanza piccolo. Due torri si affacciavano al lato sud, mentre solo una era rivolta a nord, dandogli una struttura triangolare.
“Vi annuncio io, seguitemi.”continuò il cavaliere, entrando dentro il castello.
Marth fece per entrare, ma Balthier gli mise una mano sulla spalla, facendolo fermare.
“Avevamo un accordo, o sbaglio?”
Il principe di Altea sospirò: avrebbe dovuto dirgli la verità.
“Ecco, temo di non potervi pagare. Il patrimonio di famiglia è ad Altea, e non mi sembrerebbe giusto chiedere soldi a re Fado, quindi-“
Balthier scoppiò a ridere, seguito da tutti gli altri.
“Perché ridete?”chiese Marth, alzando il sopracciglio.
“Secondo te, non l’abbiamo capito da quando ci siamo incontrati?”rispose Fran.
“Cosa? E allora perché-“
“Non ricordi nulla della nostra chiacchierata?”lo interruppe Balthier.
Marth annuì.
“Allora? Ho aiutato questi quattro imbranati, perché non avrei dovuto aiutare anche te?”
“Grazie, Balthier.”
“Tuttavia”disse, avvicinando pericolosamente il suo viso a quello del principe.”Penso che un qualcosina me lo debba.”
Prima che Marth potesse capire cosa stesse succedendo, Balthier gli diede un bacio sulle labbra, mentre Ashe e Reks coprivano gli occhi a Penelo e Vaan.
“Viva a lungo felicemente, principe.”disse Balthier, allontanandosi con i suoi.

Dopo essersi ripreso dall’imbarazzo, Marth arrivò alla porta che conduceva alla sala del trono. Davanti a questa si trovava Seth, che vedendo il principe bussò alla porta, entrando e trovandosi davanti il re di Renais, Fado. Era un uomo sulla quarantina, che portava una corazza verde con i bordi dorati. Aveva un fisico nella norma, i lineamenti del viso duri, come lo sguardo, e barba e capelli sul verde acqua.
“Seth, mio fidato cavaliere, che notizie mi porti?”
Seth fece un inchino.
“È presente un ospite.”
“Fallo passare.”
Seth si spostò, invitando Marth ad entrare. La sala del trono di Renais era poco sfarzosa: pochi stendardi, raffiguranti una pietra attraversata da una spada ed una lancia, addobbavano la sala, ed i due troni, di cui solo uno occupato, erano di legno.
“Saluti, re Fado.”disse Marth, con un inchino.
 “Marth! Ragazzo, che gioia vederti sano e salvo!”
Il re si alzò dal suo trono, avvicinandosi al ragazzo ed abbracciandolo.
“È un piacere anche per me.”
“E così alla fine Gra ha conquistato Altea, eh?”
“Già.”
“Io lo dissi a tuo padre, di non fidarsi di Jiol ed attaccarlo, ma quel testone non mi ha voluto ascoltare. Piuttosto, c’è qualcun altro con te? Lord Cornelius?  Elice?”
“Non c’è nessun altro.”rispose Marth rabbuiandosi”Sono l’unico superstite della famiglia.”
“Mi dispiace.”
Marth scosse la testa.
“Non c’è modo di tornare indietro, ormai. Dobbiamo pensare al futuro.”
“Hai ragione.”disse”Se puoi scusarmi, poco fa è arrivato un messaggio da Jehanna.”
“Jehanna?”
“A quanto pare, Jiol ha organizzato un incontro tra i regnanti. Vuole la resa incondizionata.”
“Ma voi non vi arrenderete, vero?”
“Ti basta sapere che anche Pherae, Ositia, Caelin e Etruria si sono alleate con noi per combattere Gra?”
“E allora, perché andare?”
“Se c’è un modo, anche il più impensabile, per risparmiarci una guerra, vale la pena tentare. Ora, scusami, ma devo prepararmi per il viaggio.” Avanzò verso la porta, dicendo”Perché non vai a salutare Ephraim e Eirika? Saranno felici di rivedere un vecchio amico. Dovrebbero essere in cortile.”

Hyrule era caduta. Nonostante l’eroica difesa dei circa cinquemila soldati, l’esercito di Ganondorf era entrato in città, seminando morte. La maggior parte dei soldati, stranamente, svaniva quando veniva toccata dai soldati di Ganondorf, divenendo uno strano essere dal corpo nero, tozzo e tarchiato, e dagli occhi gialli. Dopo appena tre ore di assedio, nonostante le spesse mura di cinta, Ganondorf aveva espugnato la città, decimando la popolazione, e cingendo d’assedio il castello. Re Daphne I era stato ucciso dallo stesso Ganondorf, che aveva ucciso da solo l’intera scorta del re. Ora, dalla torre più alta del castello distrutto, Ganondorf guardava con sadico piacere la distruzione intorno a lui.
“Un gruppetto di voi vada a distruggere i Goron, al Monte Morte!”gridò, indicando l’enorme montagna davanti la città”Gli altri, marcino verso Castel Graze!”
Il nero esercito si divise, muovendosi verso le loro destinazioni, mentre Ganondorf spariva, per andare a Jehanna.

Raust era una teocrazia. La famiglia reale, infatti, non aveva alcun potere, che era affidato al pontefice, di solito un familiare del re. La capitale, Raust, era circondata da mura ciclopiche, rendendola la città più sicura di Magvel. All’interno della città, circondata da boschi, il castello era ancora più piccolo di quello di Renais. Tuttavia, come commentavano sarcasticamente gli abitanti delle altre regioni, ‘Raust è sempre più grande e più bella’. Nella sala del trono, il pontefice stava discutendo con la nipote, la principessa di Raust.
“Quando dico no è no, L’Arachel.” Il pontefice di Raust aveva circa cinquanta anni. Aveva capelli verde chiaro, pettinati all’indietro, con evidenti segni di calvizie. Lo sguardo era duro e autoritario, e la barba ben curata ispirava saggezza. Era coperto da una semplice e lunga tunica rossa.
“Ma insomma, zio! Io ho il dovere di sconfiggere il male! Sono la principessa di Raust, teocrazia della giustizia!”L’Arachel aveva circa diciassette anni. Aveva gli occhi verde chiaro, così come i capelli lunghi e leggermente mossi, raccolti con numerosi elastici. Portava dei guanti bianchi, sormontati da dei copri-braccia dello stesso colore, con ricami dorati. Dalla spalla al gomito era coperto da un piccolo mantello di colore azzurro pallido. Indossava un body, aperto all’altezza dell’ombelico, da cui, con un gioco di stoffa, usciva una minigonna. Il body aveva uno spacco sui lati, da cui l’indumento si allungava fino all’altezza del ginocchio. Portava delle lunghe calze bianche fino al ginocchio, infilate in un paio di stivali bianchi e dorati.
“È troppo pericoloso, partecipare ad una guerra! Senza contare che rimarremmo sguarniti, in caso di attacco. Jehanna è ad appena due giorni da qui, potremmo subire un attacco da un momento all’altro!”
“Ma insomma, zio! Questa è Raust, Raust! Abbiamo gli arcieri migliori, i maghi migliori, i cavalli migliori, i guerrieri migliori, abbiamo le difese migliori di tutto il mondo! Nemmeno Midgar potrebbe espugnarci! Potremmo conquistare il mondo con un pugno di uomini, se lo volessimo!”
Il pontefice ci rifletté su.
“E va bene. Avrai una guarnigione di trecento uomini, non di più.”
“Grazie mille, zio!”
“Partirete dopodomani, alla volta di Renais. Torna intera.”
“Certamente!”
L’Arachel saltellò fuori dalla stanza, visibilmente soddisfatta. Ad aspettarla, c’erano due uomini: il primo, sulla quarantina, era leggermente basso e molto robusto, con una folta barba e dei lunghi baffi verdi, come il colore dei capelli, che iniziavano a mostrare i primi segni di calvizie, pettinati all’indietro, in modo da formare delle punte. Aveva il torace coperto da un’armatura rossa, che lasciava scoperte le braccia. Indossava un paio di guanti bianchi, un paio di pantaloni marroni, infilati in un paio di stivali rossi. Da sotto l’armatura, usciva un ‘gonnellino’ azzurro, dai bordi dorati, legato alla vita da una cintura con una fibbia semplice, color cuoio. Era visibilmente contento. Il secondo, invece, era un giovane intorno ai venti anni. Tra i capelli castani, pettinati in modo da avere due ciuffetti davanti a viso, un piccolo codino e due ciocche sul lato destro del viso, aveva una fascia giallo scuro. Vestiva una lunga tunica blu, aperta all’altezza del cavallo, con una tasca per lato. Sulla spalla sinistra aveva un coprispalla di cuoio, mentre alle mani portava due mitene di cuoio. Per cintura aveva una sciarpa viola. Sotto la tunica, si intravedeva una camiciola verde, tendente al giallo. Portava un paio di pantaloni marrone chiaro, infilato negli stivali.
“Dozla, Rennac, si parte!”squittì entusiasta.
“Gwahaha! Ce l’hai fatta a convincerlo! Ora potrai finalmente vedere Ephraim!”rispose Dozla.
L’Arachel si mise un dito davanti la bocca.
“Mio zio non deve sapere che il vero motivo è vederlo! Altrimenti non mi darà il consenso a partire!”
“Ops, hai ragione, scusa.”
“E quando saremo arrivati, nel mezzo della battaglia, io andrò a salvare il mio adorato Ephraim! Non posso lasciarlo morire in una stupida guerra, eh no! Sarete con me, vero?”
“Certo, L’Arachel! Mi getterei in mare, legato ad una pietra, pur di farti felice!”
Rennac sospirò sconsolato.
“Perché non mi avete lasciato affogare in santa pace, il giorno che ci incontrammo?”
L’Arachel fece una risatina.
“Hai sempre voglia di scherzare, Rennac! Andiamo a prepararci, domattina si parte!”
E mentre L’Arachel e Dozla partivano in quarta lungo i corridoi del castello, Rennac mormorò qualcosa simile ad ‘Io non sto scherzando’.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Orfeo della Lira 2