Anime & Manga > Ransie la strega
Segui la storia  |       
Autore: armony_93    30/08/2010    1 recensioni
-Ehi. Come mai qui?-
-Passavo di qua...-
La sua voce così distaccata ma con quella nota dolce, unica e insostituibile che usava da sempre solo con lei. Avvertì una mano sulla sua guancia e riaprendo gli occhi incontrò quelli scuri e profondi di lui, così accoglienti e suoi, maledettamente suoi. Avvampò sorridendo mentre un pensiero le martellava nella testa al ritmo del cuore.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









Ranze salutò con un bacio sulla guancia Fira e il giovane Leon. Quella giornata era stata all'insegna delle visite: prima era andata a trovare i suoi genitori, Rinze e Narumi e alla fine si era recata nel mondo Magico a trovare Aron e Fira. Con una risatina divertita si diresse nel giardino nei pressi del palazzo. Trovò Taku e Coco seduti a chiacchierare e assumendo un'espressione maliziosa notò la mano di Taku che cingeva la vita della ragazza a se.


-Vedi di non fare tardi a cena sta sera!-


I due giovani si separarono di scatto e il biondo avvampò d'imbarazzo una volta identificata la sagoma della madre e riconosciuta la voce che alle loro spalle li osservava ridacchiando. Il figlio si alzò dirigendosi verso la madre e si portò una mano fra i capelli grattandosi imbarazzato.


-Veramente Coco mi ha invitato a cena. Posso rimanere vero?-


Le chiese lui inarcando un sopracciglio in attesa della risposta della genitrice. Ranze assunse un espressione leggermente neutrale per poi sorridere e annuire con dolcezza.


-D'accordo. Allora a dopo, ciao Coco.-


Salutò Coco con la mano e ridendo nel vederla viola d'imbarazzo. Posò un bacio sulla guancia al proprio figlio e si incamminò per il viale che conduceva alla strada di nebbia. Osservò gli alberi bellissimi che costeggiavano quel boschetto pensando a quelli spogliati e infreddoliti dall'inverno che invece costeggiavano le strade e i boschi nel mondo umano. Con un sospiro si dondolò sui talloni rimanendo a fissare quello spettacolo splendido e riconobbe un piccolo spiazzo dove anni prima lei e Shun si recavano. Rimase immobile a fissare quel prato, quei fiori e l'acqua del lago. Immancabilmente una lacrima le scivolò su una guancia segnandole il viso con dolcezza.


'Ranze...'


Una voce le risuonò nella mente e la ragazza sussultò voltandosi mentre una brezza fresca e profumata la investiva improvvisamente smuovendole i capelli corti mentre il maglione panna pensante e lungo fino a metà coscia con il collo alto la riparava dal freddo di quell'aria. La gonna nera invece si sollevò appena ma la vampira era troppo presa per potersi accorgere di quel dettaglio.


Improvvisamente avvertì una presenza alle proprie spalle. Si voltò di scatto e incontrò una sagoma che subito non riuscì a riconoscere. Sussultò non appena quando notò la vicinanza tra il proprio corpo e quella figura. Improvvisamente una nuova raffica di vento ancora più forte fece tremare il corpo di Ranze e questa volta quella essenza, quella sagoma trasparente appena delineata divenne improvvisamente nitida.


'Ranze, finalmente sei arrivata...'


La mora rimase impietrita quando notò due occhi azzurri cielo osservarla con intensità da sembrare presenti, vicini... vivi. Risalì sui capelli biondi e su quell'espressione seria ma splendida che era così simile a quella di suo marito. Un tremolio nella gola le impedì di parlare, di dire qualsiasi cosa. Erano ormai passati anni dall'ultima volta che l'aveva visto.

Si riprese da quello stato di sorpresa e confusione quando lui allungò un braccio verso il suo viso carezzandole una guancia. Avvertì il calore di quel tocco e rimase irrigidita dallo stupore. Si trovò ad osservarlo con le labbra dischiuse dalla sorpresa, mentre si perdeva con gli occhi sul suo corpo fasciato in un gessato chiaro come era pienamente nel suo stile. Un piccolo sorriso nostalgico le dipinse le labbra.


-Dirk...-


Lo chiamò lei. Eppure c'era qualcosa di strano, il suo tocco era troppo... reale. Com'era possibile una cosa simile? Nemmeno hai tempi di Zone quando le appariva nei sogni o nella realtà sempre accompagnato da quella brezza dolce le era mai sembrato così vero.


Istintivamente allungò una mano per vedere se riusciva a passarvi attraverso con l'arto. Infatti la sua mano si immerse nel petto dell'uomo dai capelli biondi. Ranze sorrise appena e chiusi gli occhi sospirò rasserenata dall'essersi preoccupata inutilmente. Quando li riaprì e li puntò in quelli di Carlo, proprio in piedi davanti a lei, pronta ad ascoltare cosa era venuto a dirle, il sorriso si spense quasi subito. La sua mano ancora alzata fece per ritrarsi ma improvvisamente l'aria si fece pesante e viscida intorno al suo braccio e avverti una morsa stringerla. Con un grido terrorizzato osservò il volto di Carlo sfigurare mentre il suo corpo assumeva una forma irregolare e sconosciuta, caotica.

Il vento diventato prepotente e violento la spingeva con forza verso quello che aveva assunto l'aria di essere uno squarcio sospeso nel nulla. Con orrore avvertì le gambe cedere mentre veniva risucchiata in quella fessura.


Lontani risuonarono dei passi frettolosi e un lampo nella sua mente la illuminò strappandola dalla paura e dal terrore di quello che le stava accadendo. Notando le proprie gambe ormai immerse completamente in quel buco tese una mano verso l'esterno e voltandosi in direzione di quei passi provenienti dal vialetto, che lei stessa pochi minuti prima aveva percorso, gridò con tutta la forza.


-TAKU!-


Trovò la forza per aprire gli occhi avvertendo ormai la maggior parte del suo corpo essere immersa in quello squarcio e incontrò gli occhi del figlio, sconvolti dall'orrore. Si tese verso di lei provando a combattere la sorpresa, allungò una mano verso quella della madre ma Ranze con un grido avvertì le forze esaurirsi e fu risucchiata completamente.


-MAMMA!-


Gridò Taku sconvolto correndo verso la fessura che si richiuse prima che lui potesse fare qualcosa. Tutto il vento che aveva sconvolto quell'angolo di foresta creando un disastro improvviso era svanito e mentre le foglie ricadevano come una pioggia lenta e colorata il silenzio della radura era schiacciante per il ragazzo che ancora ad occhi sgranati e espressione sconvolta rimase immobile ad osservare dove poco prima sua madre era scomparsa. Coco all'imbocco della radura fissava il proprio ragazzo inorridita senza sapere come comportarsi.


-Ma... MAMMA!-


Gridò il biondino prima di accasciarsi in ginocchio senza più forze con la testa fra le mani. Coco sconvolta gli fu di fianco immediatamente stringendolo spaventata.


-*-


Shun rientrò in casa notando che le luci accese illuminavano dalle finestre il giardino avvolto nel buio della sera. Si sfilò le scarpe lasciandole all'entrata e poggiò la borsa all'inizio delle scale appendendo il pesante giubbotto sull'attaccapanni.


-Mamma sei tu?-


Avvertì la voce di Aira arrivare dal piano superiore. Eppure quella domanda scavò una profonda fossa nella tranquillità di Makabe che inarcando un sopracciglio ascoltò i passi della figlia risuonare sul pavimento del piano superiore e affacciarsi alle scale. Quando la vide comparire all'imbocco della scalinata rimase un momento immobile scrutandone la reazione.


-Papà!-


Esalò la ragazza con sorpresa. Scese frettolosamente le ultime scale rimaste e si trovò di fronte a Shun che le regalò un piccolo sorriso. Indossava un largo maglione e dei jeans scuri sotto mentre Aira portava un maglioncino grigio a mo di vestito lungo fino a metà coscia con disegnati dei coniglietti scuri sul petto mentre sotto delle calze nere pesanti. Osservò il viso del padre regalandogli un sorriso per poi lanciare uno sguardo all'entrata.


-La mamma ancora non è tornata?-


Chiese lui con voce pensierosa mentre rivolgeva uno sguardo al salotto e intraprendeva qualche passo sul parquet. Aira lo seguì accompagnandolo in soggiorno anche lei con espressione confusa.


-No, oggi quando sono tornata da scuola non l'ho trovata e ho pensato che fosse andata dai nonni. Ma ora in effetti si è fatto tardi e lei dovre...-


Sentirono il telefono trillare improvvisamente e Aira si apprestò a rispondere mentre Shun avvertiva la morsa di preoccupazione aumentare, ripensava alla sconcertante sensazione d'ansia che poco prima, per strada aveva provato. Era stata come una fitta, gli aveva troncato il respiro obbligandolo a fermarsi per riprendere fiato. Sentì Aira rispondere al telefono e poi restare in silenzio quando improvvisamente uno schianto contro la porta di casa li fece sobbalzare entrambi. Shun corse alla porta stupefatto aprendola.


-Ma che diavolo...?-


Prima che potesse dire altro sulla soglia apparve Taku con il fiatone e l'espressione sconvolta. Shun sgranò gli occhi osservando l'espressione addolorata del figlio mentre gli occhi lucidi di lacrime erano il segno più evidente sul viso teso di Taku. Il ragazzo si avventò sul padre schiaffandogli le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi esplose gridando.


-PAPÀ NON SONO RIUSCITO A SALVARLA!-


Shun rimase immobile a quelle parole che per lui non avevano nessun senso. Afferrò per le spalle il figlio cercando di calmarlo mentre Taku lo fissava con uno sguardo terrorizzato e colpevole. Non ricordava di averlo mai visto così.


-Taku ma di che stai parlando? Che cosa è succ...?-


-NON HO POTUTO FARE NIENTE! L'HA INGHIOTTITA DAVANTI AI MIEI OCCHI PRIMA CHE POTESSI FARE QUALSIASI COSA! SONO... sono un in...incapace...-


Si accasciò il biondino al suolo in preda ad una crisi nervosa mentre calde lacrime per il dolore, il senso di colpa e la frustrazione gli sgorgavano dagli occhi solcandogli il viso. Shun rimase impietrito e confuso sulla soglia. Non riusciva a capire... non voleva capire.


-Chi? Coco? Di chi stai parlando Taku?-


Avvertiva lo sguardo terrorizzato e lucido di Aira. Poteva comprendere i suoi sentimenti, nemmeno lei aveva mai visto Taku ridotto in uno stato simile, così fragile nonostante la sua età e il suo carattere serio e rigido, proprio come lui da giovane. Taku allora ormai accasciato al suolo con solo le mani del padre a sorreggergli le braccia mugugnò una risposta dolorosa e strappata fuori con frustrazione.


-... la mamma...-









Continua...

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ransie la strega / Vai alla pagina dell'autore: armony_93