Crea il tuo Blingee personale
Cap 5
“Edward è passato più
di un mese e non sei ancora riuscito a uccidere Bella. Mi devo preoccupare?”
Jasper mi guardava con quei suoi occhi azzurri che spiccavano al buio della
stanza. Seduto su di una poltrona, gambe incrociate e sigaretta perennemente in
bocca. Era uno dei più spietati serial killer di Rosalie, nonché suo fratello.
“Mi serve più tempo.”
Replicai seccato. Jasper si alzò, lasciando cadere la cicca per terra e si
avvicinò con passi lenti e cadenzati, fissandomi sarcastico.
“Deduco che non vuoi
uccidere nemmeno questa bella donzella. A quanto pare aveva ragione Rosalie.”
Si avvicinò all’orecchio afferrandomi per un braccio. “Sei nei guai Edward. Sei
in grave pericolo. Rosalie mi ha mandato qui per controllarti e in caso, di
finire il tuo lavoro. Ma devi stare molto attento, la sua pazienza ha un
limite. Conosci quanto è suscettibile mia sorella, detesta essere presa in
giro.”
“Non sto prendendo in
giro nessuno…” mi liberai rapidamente dalla sua presa e accesi la luce della
stanza. “Te l’ho detto, non è facile. Bella è la figlia del capo Swan e questa è una piccola cittadina, non è semplice come
credi.”
“No Edward, credo che
tu voglia perdere tempo e non riesco a…” all’improvviso un rumore assordante
proveniente dal retro della casa ci mise in allerta. “Ma che diavolo è stato?”
Corremmo verso la porta della cucina. Un gatto nero ci guardava terrorizzato
sul davanzale della cucina.
“E’ solo un gatto
Jasper.”
“Sì, sembra sia così.”
Ci avviammo dentro casa ma una sottile figura nera catturò il mio sguardo e
inevitabilmente capì che non si trattava di un semplice gatto ma qualcuno ci
stava spiando.
“Jasper c’è qualcuno!”
la figura iniziò a correre per il prato, agile e scattante come una pantera.
Presi la pistola tentando di rincorrerla. Riuscì a scavalcare il muro di cinta
come un gatto sinuoso e veloce. La raggiunsi ma non ero così abile nonostante i
miei trascorsi. Jasper fece il giro riuscendo ad arrivare in strada.
L’inseguimento continuò ma la figura ci distanziava di parecchio. Era troppo
veloce per entrambi. Correva per le strade buie di Forks
a una velocità spaventosa ma dovevamo prendere questo tizio o tizia. Aveva
ascoltato tutto quello che avevamo detto, doveva essere eliminato.
Assolutamente. All’improvviso Jasper tirò fuori la sua calibro 45 e iniziò a
sparare. Gli saltai addosso imbestialito. Avrebbe svegliato l’intera cittadina
a quell’ora della notte.
“Ma sei una gran testa
di cazzo! Sveglierai tutti!” riuscì a togliergli la pistola di mano e mi
accorsi di una scia di sangue per terra. La figura era sparita ma Jasper
l’aveva ferita.
“L’ho ferita, seguiamo
le tracce di sangue.” Le tracce ci
portarono verso un cunicolo buio e isolato. Mi stavo addentrando quando Jasper
mi fermò.
“Edward sembra una
trappola, non andar..r..…” ma non riuscì a finire la frase che cadde a terra
tramortito. Qualcuno lo aveva colpito e quel qualcuno stava davanti a me.
Maledizione! Era davvero una trappola. La figura sottile e nera mi scrutava
silenziosa e attenta. Osservava tutte le mie mosse.
“Cosa vuoi? Sei una spia?”
azzardai ma per tutta risposta si avventò verso di me. Cercai di parare
abilmente i colpi di karate che m’infliggeva da tutte le parti, ma era un
fulmine e più volte mi colpì allo stomaco. All’ennesimo colpo caddi a terra.
Dovevo fare qualcosa o sarei morto. Decisi di fingermi ferito e svenuto. Con
gli occhi socchiusi notai la figura venirmi incontro tirandomi un calcio sui
fianchi ma io non mi mossi. Rischiavo la vita, era il minimo provare un po’ di
dolore. Dopo un attimo di esitazione, si abbassò per scrutarmi ma io continuai
il mio gioco immobile e silenzioso come un morto. Vidi una pistola puntata sul
mio cranio e allora decisi di agire. Scattai velocemente in avanti catturando
la figura tra le mie braccia e riuscendo a stenderla a terra con un calcio.
Mosse di karate ben studiate. La figura, dolorante a terra, gemeva e si
contorceva.
“Chi diavolo sei?” le
scoprì il cappuccio e… Bella?! Bella Swan?! Rimasi
per un attimo stupito e stregato da quel viso sofferente. Quella ragazza era
una continua sorpresa! Ora che dovevo fare. Ucciderla o aiutarla? Un grave
dilemma. Mi alzai per cercare un rimedio a questa situazione. Se l’avessi
uccisa adesso, mi sarei tolto un peso e avrei svolto il mio lavoro
egregiamente, scomparendo da Forks. Era davvero
un’occasione grandiosa. Ma il mio cuore diceva di non farlo. Non ne capivo il
motivo. Mentre ero concentrato a trovare
una soluzione, non mi resi conto che Bella sia era rialzata ed io non riuscì a
capire più niente perché con un pugno mi aveva steso a terra. E poi il buio.
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“Jasper ti prego non
farlo!” Jasper stringeva tra le mani la testa di Bella, un semplice gesto e
l’avrebbe uccisa. Maledizione! Il mio cuore palpitava e le mie gambe tremavano.
Il vento pungente scompigliava i miei capelli e il rumore delle onde che
s’infrangevano sugli scogli, penetrava il mio udito tanto da sembrare un ronzio
di api inferocite.
“Allora la butterò
giù!” Stava per farlo! Stava per buttarla giù! Non potevo permetterlo.
“Jasper non farlo!”
una risata maligna trafisse le mie ultime speranze. I suoi occhi rossi, accesi
dalla vendetta, si scontrarono con quelli innocenti di Bella che mi guardava
conscia della morte imminente. Gli stessi occhi. Quelli delle mie vittime. Ma adesso
era tutto diverso. Adesso anch’io percepivo l’angoscia e il dolore di quegli
occhi. La morte che lentamente avanzava e inesorabilmente la paura che
s’impossessava di te, ti rendevano estremamente vulnerabile. Vittima delle
circostanze e del fato? O della malvagità dell’essere umano? Bella ne stava
pagando le conseguenze. Un crack. E la vita aveva lasciato lo spazio a
un’eternità paradisiaca.
“Noooooooooooooooo!”
Il suo fragile corpo cadde dalla scogliera di
“E’ finita Edward.
Andiamo adesso!” mi girai di scatto verso Jasper afferrandolo per il collo.
“No, ancora no!” lo
buttai giù mentre i suoi occhi spiritati e sorpresi mi guardavano dal buio del
loro inferno personale. Sì, perché Jasper sarebbe finito all’inferno.
“Edward! Edward!” una
voce ovattata rimbombava nelle mie orecchie. Aprì lentamente gli occhi e nella
penombra mi accorsi di avere accanto Jasper che mi guardava sorpreso.
“Come ti senti?”
“Penso bene. Ma…ma….”
Stavo sognando! Per fortuna stavo solo sognando! Iniziai a ricordare cosa fosse
successo. Avevo un fortissimo mal di
testa.
“Ti ho trovato svenuto
a terra, ma non sei ferito tranne qualche piccola escoriazione e lividi un po’
dappertutto.”
“E meno male che non
era niente!” mi dovevano malmenare per essere ferito?!
“Sicuramente te la sei
cavata meglio di me che ho un braccio rotto per la caduta e un ematoma alla
testa. Spero non ci sia niente al cervello.”
“E’ impossibile. Tu
non hai un cervello!” buttiamola sul ridere va!
“Carino! Intanto
abbiamo un grosso problema da risolvere. Chi era che ci ha spiato? E
soprattutto come fa a essere così preparata?” all’improvviso mi tornò in mente
un volto. Il viso di Bella sorridente, il viso di Bella che godeva sotto le
spinte del suo amante e il viso di Bella rabbioso mentre cercava di mettermi ko. Ma possibile che fosse lei? Ma per caso
soffriva di qualche disturbo della personalità? Sembrava diverse persone in
una.
“Edward? Che c’è? A
che pensi?” negare. Per ora dovevo semplicemente negare e risolvere questa
situazione. Se Jasper avesse saputo di Bella, l’avrebbe uccisa immediatamente.
“Niente. Mi fa male un
po’ la testa.”
“Riposati. Domani ci
faranno uscire dall’ospedale e avremo molte cose cui pensare.” Si stese sul
letto e chiuse gli occhi.
“Ma chi ci ha portati
in ospedale?” chiesi a bruciapelo. Jasper rispose senza nemmeno aprire gli
occhi.
“L’ispettore Swan.”
“Cosa??? E che cosa ha
detto?”
“Domani ci farà delle
domande. Io gli ho detto che siamo stati aggrediti.”
“E ci ha creduto?”
“Per forza! Pensi
possa sospettare che siamo dei serial killer?! Non mi sembra così intuitivo.”
“Non farlo così
stupido. Ha qualche sospetto.”
“Beh… domani ci
penseremo… notte!” girò le spalle e si addormentò. Io non riuscì a dormire
quella notte. Pensavo a Bella, all’ispettore Swan, a
quello che dovevamo inventare. Non sarebbe stato per niente facile. Per
fortuna, dalla nostra avevamo l’esperienza. Ma la cosa che mi preoccupava di
più era il mio comportamento. Perché stavo facendo così? Perché non la uccidevo
e basta? Forse ero stanco di questa vita? Forse mi piaceva? Forse! Forse era
meglio addormentarsi senza troppi giri di parole.
………………...
L’ispettore Swan arrivò alle nove in punto.
“Buongiorno ragazzi.
Come state? Avete dormito?” ci scrutava come se fossimo dei fuorilegge. Non si
fidava di noi. Soprattutto di me. Lo capivo dalla prossemica del suo corpo.
Labbro sporgente in avanti e sopracciglio arcuato, segno che aveva capito ci
fosse qualcosa che non andava in noi. E aveva ragione.
“Bene capo. Solo un
leggero mal di testa.”
“Capito. Quindi mi
potete spiegare cosa diavolo vi è successo?” andava subito al sodo.
“Come le ho già detto
ieri... qualcuno ci ha aggredito.”
“Per quale ragione?”
bella domanda!
“Se lo sapessimo, non
saremmo qui!” ottima risposta Jasper!
“Ho l’impressione che
mi stiate nascondendo qualcosa.” Ma no!! Semplicemente eravamo qui per
uccidergli sua figlia! Si rivolse a me con fare ironico.
“Da quando ci sei tu,
in questa città sono accaduti dei fatti strani. Sparisce Tanya,
voi venite aggrediti. Uhmmmmm…” si mise le mani sul
mento roteando gli occhi all’insù. Sembrava il tenente Colombo! “Ok ragazzi,
state attenti.” Si alzò per andarsene.
“Ispettore, mi scusi
ma chi vi ha avvertito in centrale della nostra sparizione?”
“Non lo so. Non la
conoscevo.”
“Una donna?”
“Sì, mi sembrava una
donna.” Jasper mi guardò perplesso. Ringraziammo Swan
e aspettammo la sua uscita. Dannazione! Speravo non avesse in mente Bella.
“Edward ci ha
aggredito una donna?! Chi può essere stata? Voglio dire, non mi sembra che
questa città possa vantare delle donne karate!”
“Beh… che ne sappiamo
noi! Mica le conosci tutte!”
“E’ davvero strano.
Cosa voleva da noi? E perché ci spiava?” per fortuna l’infermiera riuscì a
distrarlo e dopo poco uscimmo dall’ospedale.
“Oggi m’iscrivo a
scuola anch’io. Non è giusto che ti diverta solo tu!” Jasper sembrava un
bambino che stava andando a comprare il gelato ma in realtà nascondeva un cuore
di ghiaccio nel suo lavoro. Non si era mai innamorato di nessuna e faceva il
suo lavoro senza lamentarsi e senza mai fallire un colpo. Quando i miei
genitori erano morti, lui si era preso cura di me come un fratello insegnandomi
tante cose che mi servirono nella vita e nel mio lavoro. Era molto furbo e
avrebbe scoperto facilmente chi si nascondeva dietro quel cappuccio nero.
Nonché il mio rapporto di amicizia con Bella.
L’arrivo a scuola fu
accolto dalla popolazione femminile in modo sorpreso e piuttosto ammiccante.
Jasper era un bel ragazzo e le ragazzine se lo mangiavano con gli occhi. Il
primo giorno fu un successo per lui. Fece subito amicizia con tutte ed era già
il più popolare della scuola.
“Ehi tu!” un urlo
animalesco percorse il corridoio fino a me. Mi girai e vidi uno Jacob furente
venire rabbioso verso il sottoscritto. “Sei un bastardo!” proprio non aveva
capito con chi aveva a che fare. “Se ti azzardi ad avvicinarti a Bella, ti
spezzo le gambe in due!” Jasper mi guardava torvo.
“Lascialo decidere a
Bella.” E mi girai verso il mio armadietto ignorandolo. Per tutta risposta, il
bastardo mi girò con violenza appoggiandomi con la schiena al muro.
“Devi starle lontano!
Bella è mia!” ma davvero! Gli diedi una ginocchiata alle sue parti basse e lui
si piegò in due dal dolore.
“Questo è niente Jacob
se non stai lontano da me!”
“Jacob! Edward!” la
voce melodiosa di Bella fece il suo ingresso in quello schifo di scuola. “Ma
che sta succedendo? Jacob stai bene?”Un momento! Ma non era ferita?
“Mi ha fatto male.”
Ancora per terra dolorante.
“Uh poverino! Vuoi che
ti curi la bua?!” alzò lo sguardo verso Bella quasi implorante. “Ma vaffanculo! Vai dalle tue sciacquette! Andiamo Edward!” la
scena si svolse tutto sotto lo sguardo basito e interrogativo di Jasper. Io non
riuscivo a proferir parola.
“Edward ma che hai? Perché
mi guardi così? Sembra che tu abbia visto un morto! E lui chi è?” pazzescca! Sembravo intontito.
“Ehm… Bella ti
presento un mio amico arrivato da poco, Jasper.”
“Ciao Jasper. Io sono
Bella.” Possibile che fosse la stessa ragazza che ci stava quasi per uccidere
ieri sera?
“Piacere.”
“Sei arrivato adesso?
“
“Sì.”
“Bene allora stasera
verrete tutti e due al pigiama party organizzato da me e la mia amica Alice.”
Gli occhi di Jasper s’illuminarono. Ma non per la felicità di andare a un
pigiama party ma perché avrebbe avuto un’occasione per uccidere Bella.
“D’accordo.”
“Benissimo!” si
avvicinò a me e mi schioccò un bacio sulla guancia. E poi fece una cosa che mi
lasciò perplesso, mi palpò il sedere! “A stasera mio eroe!” e se ne andò tutta
felice e contenta.
“Mi devi un po’ di
spiegazioni amico.” Già le dovevo anche a me visto che il mio cuore stava
facendo le scintille solo a guardare Bella sorridermi.
Buon pomeriggio belle bimbe!
Spero vi sia piaciuto il cap. Non ho molto tempo per rispondere alle recensioni
ma vi ringrazio per le belle parole e vi mando un bacione enorme!