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Autore: Egle    30/08/2010    18 recensioni
Compì un’inversione a U con il carrello, tornando verso il punto in cui aveva lasciato il ragazzo poco prima, quando si sentì improvvisamente gelare nel profondo: Arthur era attorniato da una… due... tre ragazze. Merlin chiuse gli occhi, espirando a fondo. Ormai doveva esserci abituato… e invece no. Ogni volta avvertiva un fastidio intenso all’imboccatura dello stomaco, come se avesse appena ingoiato una vespa e lei avesse iniziato a pungergli gli organi interni indiscriminatamente...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Avevo buttato giù questa breve s

Avevo buttato giù questa breve storia un pò di tempo fa. Non mi entusiasmava più di tanto e avevo pensato di non pubblicarla. Ma visto che oggi sono particolarmente stanca e giù di morale ho pensato di rispolverarla, visto che è molto tranquilla, leggera... So che volevate il capitolo 12 di What about now ma non ce la faccio proprio a riguardarlo.

Scusate anche se non ho più letto/commentato nulla, ho la testa da un'altra parte. Prima o poi mi rimetterò in pari.

E ora vi lascio alla storia, so che è corta ma spero che vi faccia piacere leggerla!

 

Ah sì...dedicata alla mia beta reader Harry che altrimenti si offende!

 

Ancora una cosa, prima che mi dimentichi: ho fatto un video con Morgana e Mordred, se volete vederlo (su, guardatelo che odio movie maker e ho bisogno di tante coccoline) potete trovarlo qui: http://www.youtube.com/watch?v=htDg3ueLR0M

 

E ora vi lascio davvero alla storia!

 

 

Little princess

 

Si portò due dita alla bocca tormentandosi il labbro inferiore, mentre studiava con attenzione la lista della spesa.

Carote. Check.

Cioccolato fondente. Check.

Maccheroni. Check.

Detersivo per i piatti. Check.

Dentifricio.

Fece scorrere lo sguardo sul carrello, senza riuscire a individuarlo tra i sacchetti di patatine, arachidi, barattoli di olive farcite, confezioni di bibite, birra e caramelle di vario tipo, dimensione, gusto e grado di tossicità. Doveva seriamente iniziare ad andare a far la spesa senza portarsi dietro Arthur, era controproducente per le loro finanze e per la pancetta che gli veniva quando interrompeva l’attività fisica per una qualche ragione. Lui diceva che aveva semplicemente gli addominali morbidi, ma Merlin non riusciva a non gioire internamente. Gli piaceva da morire quando Arthur diventava meno scolpito e più morbido.

Fece una piccola smorfia. C’era qualcosa di profondamente sbagliato in lui.

Compì un’inversione a U con il carrello, tornando verso il punto in cui aveva lasciato il ragazzo poco prima, quando si sentì improvvisamente gelare nel profondo: Arthur era attorniato da una… due... tre ragazze.

Merlin chiuse gli occhi, espirando a fondo. Ormai doveva esserci abituato… e invece no.

Ogni volta avvertiva un fastidio intenso all’imboccatura dello stomaco, come se avesse appena ingoiato una vespa e lei avesse iniziato a pungergli gli organi interni indiscriminatamente.

“Che bel bambino” cinguettò una ragazza con i capelli rossi, curvandosi in avanti in modo da poter giocherellare con i capelli riccioluti della creaturina sistemata nel marsupio che indossava Arthur.

Merlin si fermò accanto a lui, sopportando a fatica gli sguardi vagamente curiosi delle ragazze e l’espressione tronfia di Arthur.

“E’ tuo?”

“Sì” rispose il ragazzo automaticamente, il petto gonfio di orgoglio mentre mostrava l’infante che si lasciava spupazzare amabilmente dalle ragazze.

“No” intervenne Merlin compassato. Ogni volta era sempre la stessa storia.

“Sì, invece... si chiama Juanito”

“No. E’ una bambina e si chiama Emily e non è tua.” ratificò nuovamente Merlin, era il ritratto della pazienza.  Strinse le labbra, allungando la mano per scostarle affettuosamente una ciocca di capelli dalla fronte. Sorrise non appena Emily cercò di afferrargli il dito, ridendo divertita.

Merlin roteò gli occhi quando il gesto della piccola fu accolto da un coro gallinaceo di oooh. Scoccò un’occhiata all’orologio, deciso a non cedere all’irritazione. Era quasi ora di cena e loro avevano promesso a Gwen e Lancelot di riportare la principessina in tempo per il bagnetto.

“Hai ragione… è nostra” disse Arthur, le labbra incurvate in un sorriso da padre fiero e amorevole nei confronti del proprio cucciolo.
“Oh… siete una coppia?” chiese una delle ragazze.

Arthur si affrettò ad annuire, circondando le spalle di Merlin con un braccio. Anche se non ne era minimamente cosciente, stava rischiando di farselo strappare a morsi.  “E lei è nostra figlia”

“Davvero?” intervenne un’altra, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Merlin.

Ma perché c’era gente che continuava a dare corda ad Arthur? Perché fomentavano la sua fantasia perversa?

“Sì sì”

“No” mugugnò Merlin, afferrando qualcosa segnato sulla lista della spesa da uno scaffale. “Non è nostra figlia. Stiamo solo…”

“Ssssht! Potrebbe sentirti” sbottò Arthur coprendo le orecchie della bambina con le mani.

Merlin fece una smorfia sofferente. Doveva cominciare a impedirgli di rapire Emily. Anzi doveva drasticamente impedirgli di uscire di casa.

Arthur era una grossa bestia molesta, che ragionava in modi del tutto sbagliati e che solo lui trovava divertenti. “Vero che gli somiglia? E’ tutto il suo papà… ma secondo me assomiglia anche un po’ a me. Ha i miei occhi.” blaterò, sfarfallando le ciglia per mettere in evidenza i suoi occhioni blu, del tutto diversi dagli occhi castani della bambina.

Merlin lo agguantò per un braccio, senza dargli risposta. Lo spinse in una corsia del supermercato dopo aver brontolato qualcosa di simile a un “Dobbiamo andare”” in direzione delle ragazze. Ne aveva avuto abbastanza per quel pomeriggio.

Diede un buffetto sulla guancia della bambina, quando emise uno strillo, muovendosi tutta all’interno del marsupio assicurato al petto di Arthur.

Emily aveva la pelle di un bel color ebano, occhi scuri e capelli riccioluti color cioccolata. Non poteva in nessun caso essere la figlia di uno di loro o di tutti e due. Soprattutto perché erano due maschi, non erano fisicamente programmati per procreare insieme.

Spinse il carrello lungo la corsia, tentando di capire che cosa doveva comprare ancora.

“Prima o poi Gwen ti negherà il diritto di portarla fuori” disse, facendo scorrere la lista della spesa con lo sguardo. Ignorò eroicamente la manaccia di Arthur che continuava ad afferrare cose a caso e a metterle dentro il carrello.

“Non è affatto vero.”

Merlin sollevò lo sguardo, lanciandogli un’occhiata scettica. “Cerchi di farla passare per un maschio di nome Juanito”

“Juanito è un bel nome”

“.. che dovrebbe essere nostro figlio”

“Sarei un’ottima mamma”

Merlin roteò gli occhi, la vena sulla fronte aveva iniziato a pulsargli, sintomo di un mal di testa in arrivo.

“Sei un maschio” gli fece presente, guardandolo agguantare un paio di presine per la cucina.

E pensare che quando si erano conosciuti Arthur pretendeva di essere etero e innamorato di Gwen. Merlin abbassò lo sguardo sulla bambina, tutta intenta a tirar giù delle confezioni di cereali da uno scaffale senza che Arthur se ne accorgesse minimamente.

A volte pensava che le cose sarebbero dovute andare in modo molto diverso. Arthur avrebbe dovuto sposarsi con Gwen e avere con lei tanti bambini, lei avrebbe dovuto chiudere definitivamente con Lancelot, lui avrebbe dovuto fidanzarsi con Freya…

“Ah ecco cosa ci stavamo dimenticando…” esclamò Arthur, voltandosi verso di lui con un sorrisone ebete sulla faccia e strappandolo dalle sue riflessioni. “Dobbiamo passare al sexy shop. Abbiamo finito i preservativi alla ciliegia e il lubrificante”

Merlin chiuse gli occhi, scuotendo la testa., mentre Emily emetteva gridolini entusiasti del tutto inconsapevole.

“No. Noi non porteremo una bambina in un sexy shop” disse paziente, rimettendo a posto un po’ delle cose che Arthur aveva infilato nel carrello a tradimento.

Oh come on! Non capisce ancora… e poi i commessi impazziscono tutti quando portiamo Emily con noi”.

“Appunto” mugugnò Merlin cupamente. Arthur con un bambina nel marsupio era una specie di richiamo per ogni essere accoppiabile.

“Magari troviamo un regalino anche per Gwen”

“Ne dubito”

“Perché sei sempre così scontroso?”
“Arthur, la bambina ha qualcosa in mano”

“Si chiama Juanito… vieni da papà, Juanito.”

Merlin scosse la testa sconfitto. A volte le cose dovevano andare in un certo modo, senza altre possibilità. Anche perché... chi altro sarebbe riuscito a sopportare Arthur?
“Non eri la mamma?”

“Vedo che cominci ad abituarti all’idea…Merlin

   
 
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