Capitolo
10
Alla
magione, Buffy si agitava nel sonno. Sognava ancora di lui e di nuovo quella
nebbia fittissima, che non le
permetteva di raggiungerlo. Angel era in pericolo. Esattamente come il sogno
della notte precedente. Lei era lì, a pochi passi da lui, ma non riusciva a
vederlo e lui non poteva sentirla. Allora Buffy urlava, con tutto il fiato che
aveva in gola. Poi riusciva finalmente a creare un varco, e la sua voce poteva
attraversare la nebbia …e solo allora, sapeva di aver raggiunto Angel. Lui
poteva sentirla. Lei gli parlava con dolcezza, dicendogli quanto lo amasse e che
non lo avrebbe mai abbandonato al suo destino. Ma lui non rispondeva
–
Tu non resterai qui! Non ti lascio
morire –
***
*** ***
Strizzò
gli occhi ripetutamente, aprendo e chiudendo le palpebre velocemente. La visione
era al quanto sfocata. I flashback erano la
parte meno gradita del bere. Seduto ad un tavolo di quell’ anonimo locale, la
testa appoggiata al pilastro proprio dietro a lui, era completamente immerso in
una nebbia di alcool ora. La metà dell’ennesima bottiglia era andata, e presto
ne avrebbe ordinato un altra. Un gruppo jazz suonava sul palco e non era niente
male. Aveva voltato le spalle già a tre donne che cercavano sesso a buon
mercato. Era sicuro che, prima che lui decidesse di andar via, avrebbero cercato
di abbordarlo ancora.
–
Ehi bello, vuoi un po’ di dolcezza? Non
costo molto sai? ma ti prometto la vera felicità –
Passando
una mano tra i capelli, si rese conto che, sebbene in modo sfocato, poteva
ancora vedere e sentire le persone intorno a sé, e probabilmente era ancora in
grado di camminare. Questo non era una cosa buona però. Voleva uccidere le
cellule del suo cervello, o almeno la maggior parte di esse. Sperava che le
prime ad andare, fossero proprio le cellule della memoria. Pensò che poteva
vivere lo stesso, anche senza la maggior parte di esse.
– Non si beve per dimenticare?
–
pensò con amarezza.
Buffy,
sempre Buffy nei suoi pensieri.
Immagini
di lei ballavano nella sua testa. La vide come era bella il giorno del ballo. La
vide mentre lo scimmiottava per farlo ridere. La vide al primo anno di liceo,
quando indossava quei suoi abiti corti. La vide con il vestito bianco, mentre
andavano ad una festa al Bronze. Era la loro prima festa insieme, e solo poche
ore prima, lei era morta per pochi attimi.
Si
assicurò che il bicchiere fosse pieno. Non era ancora così ubriaco da bere
direttamente dalla bottiglia, che comunque era già quasi vuota. Non era certo un
problema, ne avrebbe ordinato un'altra …e un'altra …e un'altra ancora. Aveva a
che fare con tutto questo, sino alla fine della notte. Questa era la sua
missione adesso, addormentare il demone
che urlava nella sua testa.
Il
bar chiudeva alle cinque del mattino. Angel pensò che fosse vicino alla
mezzanotte ora. Stava bevendo dalle nove. Aveva una lunga strada da percorrere
ancora.
***
*** ***
Buffy,
nel sonno, continuava a chiamarlo. Non voleva arrendersi, doveva raggiungerlo ad
ogni costo. Al di là della nebbia, qualcosa si mosse. Si sporse in avanti per
vedere meglio, come avesse percepito la presenza di qualcuno. Iniziò a camminare
lentamente e si accorse che ora poteva andare oltre la nebbia. Riuscì a vedere
un ombra e sentì una voce che la chiamava …e quella voce lei la conosceva. Si
svegliò di colpo e scattando subito in piedi, si mise in posizione di lotta,
pronta ad intervenire. C’era qualcuno alle sue spalle. Era la stessa persona che
l’aveva seguita tutto il tempo, fin dal giorno prima e ora sapeva a chi
apparteneva la voce che aveva appena sentito nel sogno. Si girò di scatto …e
sgranando gli occhi con stupore, lo vide.
–
Tu? –
–
Già, io! rilassati cacciatrice, sono qui per aiutarti –
–
Per aiutarmi? Non credi di essere un po’ in ritardo “per aiutarmi” ? cosa ci fai
qui? Perché mi stai seguendo? Cos’è, una sorta di nuovo strano gioco?
–
–
Non sono qui solo per te. Sono qui per te e per Angel, ci sono delle cose che
dovete sapere –
–
E’ stano sai? Quando penso che tutto stia andando a rotoli e che ormai ho
raggiunto il fondo, ecco che arrivi tu, e scopro che invece il peggio deve
ancora venire. Cosa devi dirmi questa volta? Come uccidere Angel di nuovo?
Spiacente, Angel non è qui. Sei in ritardo, Cantastorie –
–
Lo so che non è qui, Buffy. So tutto. So che l’hai spedito all’inferno per
fermare Acathla. Io stesso ti ho suggerito come fare, ricordi? So anche che è
tornato. So che l’hai aiutato a rimettersi in piedi e l’hai fatto più di una
volta. Lui è piuttosto testardo eh? credo di conoscerlo bene ormai. So che l’hai
salvato da morte certa donandogli il tuo sangue. Ah, giusto perché tu lo sappia,
il sangue di Faith non avrebbe funzionato. I tuoi amici non hanno letto il testo
giusto, quella era solo una copia tradotta male. L’antidoto al veleno, non era
il sangue di una slayer. L’unica cura possibile, era il tuo sangue, Buffy. Non
il sangue di una slayer, ma il sangue della slayer. Ma questo ha creato altri
problemi fra voi due, giusto? Si, so anche questo, Buffy. So che lui ha lasciato
Sunnydale pochi giorni fa, e ora vaga triste e solitario lungo desolate e
desertiche lande. Ho Dimenticato qualcosa, Buffy? Beh ovviamente tra
“l’haispeditoall’infernoperfermareAcathla” e
“luihalasciatoSunnydalepochigiornifa” ho omesso di menzionare dei significativi
particolari, ma non voglio annoiarti ancora, con cose che già sai. Hai fatto
qualche sogno particolare di recente, Buffy? –
–
Sogno? – abbandonando la posizione di lotta, Buffy continuò a guardarlo con
diffidenza. Non sapeva ancora se poteva fidarsi di lui – Si Whistler, ho fatto
più di un sogno se è per questo. Angel è in pericolo, non so cosa stia accadendo
di preciso, ma SO che ha bisogno di me e so che in qualche modo, tu sei
coinvolto in tutto questo. Perché mi stai seguendo? Visto che sai tante cose,
puoi dirmi cosa sta succedendo?. Cosa sai dei sogni? Ho sentito la tua voce
prima.
–
Rilassati Buffy! Come ho già detto, ci sono delle cose che tu e Angel dovete
sapere –
–
Senti, io non c’è l’ho con te, dico davvero. Tra
“l’hospeditoall’infernoperfermareAcathla” e
“luihalasciatoSunnydalepochigiornifa”, Angel mi ha raccontato parecchie cose,
come ad esempio il perché è arrivato qui a Sunnydale tre anni fa. So chi sei e
so quale è il tuo compito Cantastorie, ma adesso la cosa più importante è che
Angel è in pericolo. Whistler, credo che ci siano alcune cose, di cui io e te
dovremo parlare. Sei con me? Perché non ho nessuna intenzione di lasciarlo nei
guai, di qualunque tipo essi siano! –
–
Sono con te, sono sempre stato con te e con Angel, e come ho detto, sono qui per
aiutarvi –
Buffy
gli rivolse ancora uno sguardo indagatore e decise che per ora poteva fidarsi.
Aveva altra scelta? C’erano delle cose che lei doveva sapere? Bene, non
desiderava altro. Voleva sapere cosa stesse accadendo …e il cantastorie era
comunque un alleato prezioso.
–
Chi sono gli Oracoli? Cosa sai di loro? e come faccio a contattarli –
–
Gli Oracoli? Meglio lasciar perdere, Buffy. Sono dei canali pericolosi quelli, e
comunque è meglio parlarne dopo –
–
Non ho molto tempo, fra qualche ora parto, quindi dimmi tutto ciò che sai,
adesso. Perché sono pericolosi? stanno dalla nostra parte o no? perché mi sono
sembrati strani – Whistler rise
–
Vi somigliate tu e Angel, dico davvero. Stesse reazioni, di fronte alle stesse
situazioni. Sempre così acutamente inopportuni. Gli oracoli sono dalla nostra
parte, Buffy. Non stanno in questa dimensione e come me, sono degli emissari
delle PTB. Canali appunto, attraverso i quali le PTB comunicano con voi umani.
Sono pericolosi perché non amano interferenze di alcun tipo …e non hanno un alta
opinione dei mortali. Intervengono di rado, lo fanno solo quando non è possibile
fare altrimenti. Quindi è inutile cercare di parlare con loro. Solo loro
decidono quando entrare in gioco. Sono piuttosto imprevedibili e capricciosi …e
ora, scusami solo un attimo – Lo squillo del cellulare interruppe Whistler –
Solita storia eh? come tutte le notti. Senti, io sarò presto di ritorno, qui a
Sunnydale ho quasi finito. No, non devi farti vedere, devi solo tenerlo d’occhio
e devi chiamarmi subito se accade qualcosa di insolito. No, ho già detto di no.
Non puoi farti vedere ancora, per il semplice motivo che non sappiamo come
reagirà. Tutto dipenderà da come andranno le cose qui a Sunnydale. Se ti vedesse
adesso, la risposta sarebbe solo una. Un bel NO secco, questo se è di buon
umore, se no ti becchi anche qualcos’altro. No, non posso essere io a farlo, non
più. Per questo hanno chiamato te, con me non accetterebbe mai, almeno per ora.
Al momento ho paura che non ascolterebbe nessuno. Si sta avvicinando troppo al
lato oscuro …e credo che ora, ci sia una sola persona al mondo, in grado di
aiutarlo. L’unica capace di arrivare a lui, l’unica che ancora ascolterebbe. Ora
ti è più chiara la situazione? Bene! – Chiuse la comunicazione e Buffy notò che
era preoccupato, come se fosse in ansia. Sembrava cambiato dall’ultima volta che
lo aveva visto. Si certo, faceva sempre quei commenti stupidi e quelle battutine
ironiche, ma era meno pungente del solito. Sembrava quasi
malinconico.
–
Era per Angel vero? parlavi di lui al telefono. Tu sai cosa gli sta succedendo –
Whistler annuì
–
Stai partendo, Buffy? Perché avrei una storia da raccontare e ci vorrà un po’
prima che… –
–
Posso aspettare, sto andando solo a Los Angeles. Se è necessario posso
rimandare. Ok ti ascolto, ma prima dimmi cosa sta succedendo ad Angel. Non è in
pericolo per Angelus, vero? –
–
Tu lo sai cosa sta succedendo, Buffy. Hai percepito chiaramente cosa sta
uccidendo Angel –
–
E’ solo! ecco cosa lo sta uccidendo. Ci sono tanti modi per mettere fine alla
propria esistenza. Aspettare l’alba su una collina è uno di questi, ma quello
non è l’unico modo di morire. Ha perso la speranza, senza quella nessuno può
vivere a lungo. La disperazione lo sta uccidendo –
–
Ma si sbaglia, Buffy. C’è ancora speranza per lui e la sua morte non è ancora
stata scritta –
–
Lo so …e messa così come dici tu, sembrerebbe anche facile no? Devo solo
riuscire a fargli capire questo e il gioco è fatto. Si certo, Buffy fa il
discorsetto di incoraggiamento alla pecorella smarrita è tutto si risolse. Ma no
aspetta, ora che ci penso… NO! non è affatto facile. Sai perché? Perché non ho
idea di dove possa essere in questo momento …ahhh dimenticavo una cosa
importante, la ciliegina sulla torta. Per i tuoi amici Oracoli, sarei proprio io
la causa della sua dannazione. Pare
che sia il ricordo di me ad ucciderlo – Buffy stava quasi urlando
adesso.
–
Dilettanti! ti spiegherò meglio tutta la questione strada facendo. Sei pronta
per partire? –
–
Pronta per partire? Ma hai sentito quello che ho detto? devo prima trovare Angel
e… –
–
So dove è Angel! – Era quella la fine di un incubo? Lei non perse tempo a
cercare risposte
–
Andiamo! – Afferrò velocemente lo zaino, segui Whistler e salì con lui in
auto.
*** ***
***
A Los Angeles, era successo qualcosa
quella notte, qualcosa di straordinario.
Era
stato testimone di un miracolo.
Era
iniziato esattamente come la notte prima. Dopo aver lasciato quel locale troppo
affollato, si avviò senza una metà certa.
L’oblio era ancora lontano, ma Los Angeles, per sua fortuna, offriva molte
possibilità di scelta. Svoltando verso un vicolo, aveva sentito da prima una
forte pressione lungo tutta la spina dorsale, che si irradiava fin sino alla
nuca e infine un dolore acuto che partiva dal petto fin giù allo stomaco. Si
fermò perché sentii che le gambe non lo reggevano più e dovette poggiarsi al
muro per non cadere a terra. Un attimo dopo le ginocchia cedettero e si ritrovò col corpo piegato verso il
basso. In ginocchio, con la testa reclinata in avanti, una mano poggiava
sull’asfalto e con l’altra stringeva lo stomaco nel vano tentativo di far
cessare quel dolore. Non riuscendoci, decise di non opporre resistenza, cercando
di assecondare i movimenti del corpo per non crollare del tutto. – Cosa gli
stava accadendo? - Ad un tratto la sua attenzione fu catturata da qualcosa di
insolito. Qualcosa che non poteva essere lì. Percepì chiaramente un odore
fortissimo penetrare nelle sue narici e non riusciva a capire da dove potesse
provenire. Non era un unico profumo, piuttosto un insieme di odori ed era molto
familiare. Cercò di rilassare i muscoli del corpo il più possibile e si
concentrò unicamente su quell’odore. Non era possibile. Non poteva sentirlo lì,
in quel vicolo sporco e maleodorante. Tentò di rialzarsi ma non vi riuscì.
Sapeva che era già accaduto qualcosa di simile la notte precedente, ma
nonostante ciò, sentì lo stesso stupore, come se lo vivesse per la prima volta.
Pensieri carichi di domande si affollavano nella sua mente, ed erano identici
alla precedente esperienza, ma non riusciva a capire perché invece la percepisse
come se fosse nuova. Una parte di lui sapeva di aver già vissuto questo e un
altra parte per qualche inspiegabile motivo non ne era consapevole. E si ritrovò
di nuovo e allo stesso tempo per la prima volta a seguire
quell’odore. Era l’effetto dell’alcool che gli dava quella percezione distorta?
Non poteva escluderlo – Tutto questo è già accaduto proprio ieri. Sono i Poteri
a fare questo? ma perché? –
…e insieme a quel profumo, ora poteva
percepirne anche un altro. Si distaccava nettamente dagli altri e lo sentì
chiaramente. L’avrebbe riconosciuto fra mille.
–
Buffy –
Ecco,
questa invece era una cosa nuova. La notte prima, dopo aver seguito la scia del
profumo, aveva ricordato lei e il loro primo incontro, ma non aveva sentito il
suo odore.
–
Buffy è qui –
Si
guardò in giro per cercarla, ovunque fosse in quel momento, lei non era lontana
da lui. Aveva sempre potuto sentirla quando era vicina e non perché lei era la
cacciatrice e lui un vampiro. Lui sentiva Buffy, la donna che amava. In passato
aveva incontrato altre cacciatrici e con loro non gli era mai accaduto di
sentirne così chiaramente la presenza. Con Buffy era diverso. Con Buffy era
stato sempre tutto diverso.
Si
rilassò completamente, cercando di concentrasi ancora di più sull’ odore di lei.
Il dolore acuto di prima era scomparso, per lasciare spazio ad un profondo e
inaspettato senso di gioia, e per la prima volta, da quando era arrivato in
città, sentì che un po’ di pace stava finalmente entrando nella sua anima.
Angelus finalmente taceva.
-
Cosa mi sta succedendo? – ma i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente da
qualcos’altro
Una
luce bianca lo colpì in pieno viso e ferì i suoi occhi quasi accecandolo. Per un
attimo dovette coprirli con il dorso della mano per ripararsi dall’intensità di
quel bagliore. Sollevò di nuovo il capo, tentando di riaprire gli occhi. Doveva
capire da dove potesse provenire quella luce. Si sporse ancora più in avanti. Voleva capire cosa c’entrasse tutto questo con
Buffy.
…e
allora la vide. Lei era lì
–
Buffy – la chiamò quasi urlando.
Era
avvolta in una luce bianchissima, e sembrava assolutamente rilassata e serena.
Stava seduta in una panca del giardino della loro casa, con le gambe incrociate e gli
occhi chiusi. Percepiva distintamente il suo respiro e il battito del suo cuore.
Vibravano in sintonia.
Dio!
era bellissima.
Poco
dopo la vide alzarsi ed entrare in casa. Senti il cuore di lei che quasi si
fermava e per un momento ebbe paura, poi vide il suo sorriso che ebbe il potere
di sedare completamente la sua ansia. Senza sapere perché, si ritrovò anche lui
a seguire i movimenti di Buffy e mentre lei chiudeva gli occhi, nello stesso
istante anche lui abbassava lentamente le palpebre.
Un
sorriso sulle sue labbra e la pace nel cuore.
Il
suo odore era ovunque, la sua presenza era una cosa tangibile e reale.
Quasi
tattile. Lei era lì. Con lui.
Erano
insieme.
Ancora
una volta vicini.
Anime
che si cercavano.
E
si erano ritrovate
Non
era più solo.
Percepì
uno strano senso di euforia. Era gioia profonda e pensò che se fosse morto in
quel momento, quello sarebbe stato un bel modo di morire. Avrebbe voluto stare
lì per sempre, ma sentì il bisogno di riaprire gli occhi. Voleva vederla ancora
e ancora e ancora. Aveva bisogno di aggrapparsi disperatamente a quella visione,
o allucinazione o magia o qualunque altra cosa fosse. - Oh bene! fantastico, adesso anche le
allucinazioni visive oltre a quelle olfattive. – ridacchiò a quel pensiero,
ma aveva il cuore leggero, come se una mano pietosa lo avesse finalmente
liberato dal peso che lo aveva oppresso così tanto duramente in quegli ultimi
giorni.
-
Forse sto solo impazzendo – si disse,
ma in realtà non gli importava. Voleva solo rivedere lei. La gioia che sentiva
in quel momento, ne era certo, era un regalo di Buffy ed era per
lui.
Aprì
di nuovo gli occhi e lei era ancora lì. Sembrava tranquilla e perfettamente a
suo agio.
Vide
mentre sistemava dei libri nello scafale e mentre accarezzava i suoi maglioni.
La vedeva chiaramente. Allungò un braccio. Voleva toccarla, voleva raggiungerla
e abbracciarla con forza per non lasciarla andare via mai più. Ma subito dopo si
pentì di averlo fatto. La visione stava svanendo. Urlò. - NO – abbassò di nuovo
il braccio e rimase lì immobile, conscio di non poter fare altro se non
osservare la scena davanti a sé. Doveva essere solo uno spettatore passivo, non
aveva altra scelta. Ecco che la visione divenne nuovamente chiara e nitida. Vide
Buffy sparire oltre la porta che conduceva al bagno e la vide tornare pochi
attimi dopo.
–
Buffy – la chiamò più e più volte.
Cercò
di sentirla. Voleva sapere di lei. Aveva bisogno di
sapere!!.
Era
un ricordo? Stava rivivendo un ricordo come la notte precedente? Ma era assurdo,
quello che stava vedendo non era mai accaduto prima, non mentre lui era lì. Era
qualcosa che apparteneva al passato, ma quando era successo? Quando lui era
stato per tre mesi all’inferno? - oltre un secolo per lui - Buffy era stata lì
durante la sua assenza? Sorrise. Beh
questo poteva anche avere un senso. La vide parlare animatamente, lo capì dal
movimento delle sue labbra, ma non poteva sentire quel che diceva. Buffy si
rivolgeva a qualcuno e sembrava anche un po’ arrabbiata. A quel pensiero
ridacchiò. Lei era assolutamente adorabile quando si infervorare in quel modo.
Si, sicuramente stava parlando con qualcuno, ma con chi? oltre a lei, lì non
c’era nessuno altro. Sentì un po’
di frustrazione. Perché non poteva sentire le sue parole?. Si sollevò un
pochino, spostandosi all’indietro cambiò la sua posizione. Era sempre in
ginocchio, ma ora poggiava il peso del corpo completamente sui talloni e sulle
gambe, che erano leggermente divaricate, come fosse seduto su un morbido
cuscino. Le braccia poggiavano mollemente sulle cosce e il capo leggermente
reclinato in avanti. Era una delle tante cose che aveva imparato dai monaci e
lui poi le aveva insegnate a Buffy …e lei gli ricordava che adesso doveva usarle anche per sé stesso, proprio come lei aveva fatto
pochi minuti prima. Era totalmente
connesso a lei. La stava sentendo dentro sé. Di nuovo. Come sempre era
stato. Oscillando dolcemente il corpo, si sistemò meglio, godendo della
nuova e più comoda postura. Trovare il baricentro era indispensabile per
l’equilibrio interiore.
“Cerca
il centro dentro te stesso”.
Il
suo centro era proprio lì davanti a lui, non aveva bisogno di cercare lontano.
L’aveva già trovato quattro anni fa, proprio qui a Los Angeles, quando la vide
per la prima volta. Lei era diventata subito il centro totale della sua vita.
Tutti i suoi pensieri, i suoi desideri, tutto ciò che avrebbe voluto, iniziavano
e finivano con lei. Lei era il suo tutto.
Dio,
la amava così tanto! e le mancava più di qualsiasi altra cosa al
mondo.
…e
ora stava tornando il tormento che lo aveva torturato da quando aveva lasciato
Sunnydale. Lei era lì, proprio davanti a lui. Poteva vederla, poteva sentire il
suo odore, ma non poteva né toccarla né udire la sua voce. Era una cosa atroce.
La peggiore delle torture e faceva male da morire. Quasi come se qualcuno avesse
ascoltato le sue preghiere, nello stesso momento in cui stava per abbandonarsi
di nuovo alla disperazione, sentì una voce risuonare nella sua
mente.
Era
la voce di lei che lo chiamava.
-
Buffy, oh mio dio. Buffy -
La
sentiva chiaramente, ma era come se avesse una doppia percezione. Con gli occhi
vedeva lei che si aggirava fra le sue cose tutta indaffarata a riordinare,
mentre con l’udito o con la mente - non
era più sicuro di nulla - sentiva che lei gli diceva delle cose. Buffy stava
parlando con lui, ma le parole che sentiva erano completamente distaccate e
separate dalla scena che vedeva. Percepiva chiaramente tutto distintamente anche
se era una percezione distorta. Era come se fosse contemporaneamente in due
luoghi e in due tempi diversi. Non era sicuro a quale tempo appartenesse la
visione di Buffy alla magione, ma quello che udiva adesso, quello apparteneva
certamente al loro passato. Quello era un ricordo.
Il
ricordo di un miracolo.
-
Tu non resterai qui! Non ti lascio
morire –
Buffy
adesso indossava quel suo vecchio
maglione e si infilava fra le coperte nel suo letto. La vide mentre stringeva le
braccia intorno a sé stessa. Sentiva il ritmo del suo cuore che rallentava i
battiti e la respirazione diventare sempre più profonda e lenta. Si lasciò
cullare dal ritmo del suo respiro e capì che Buffy ormai dormiva. Rimase a
guardarla a lungo. Il viso era sereno ed era bella più che mai. Vederla dormire
era una cosa che lo commuoveva ogni volta e non sarebbe mai riuscito ad
abituarsi a questo. Ogni volta era come se fosse la prima. Sarebbe rimasto ore a
vederla dormire, non era mai abbastanza per lui.
…e di nuovo la sua voce, che arrivò fin
dentro la sua tormentata anima e finalmente capì.
–
la forza è nella lotta! Che è dura e
molto dolorosa e quotidiana... è questo il nostro compito e dobbiamo farlo
insieme... ma se sei troppo vigliacco per reagire, allora brucia, se non sei
ancora convinto di appartenere a questo mondo, non ho più argomenti... ma non
aspettarti che io stia a guardare e neppure che pianga la tua morte!
–
Lo
stava salvando. Ancora una volta lei lo salvava dalla disperazione. Esattamente
come aveva fatto su quella collina, la notte di Natale.
– Angel, hai la capacità di fare del bene, di
espiare. Ma se morissi adesso, allora saresti stato solo un mostro.
–
E la neve arrivò anche a Los Angeles, neve metafisica certo, ma non meno salvifica di quella reale. Con la voce rotta dall’emozione – Non lascerò che il mostro vinca. Non morirò, Buffy –
Capì
quello che stava accadendo. Buffy non era nel passato, ma nel presente. Lei era
realmente alla magione e dormiva nel suo letto, forse proprio in quel preciso
momento, e per una qualche strana ragione che non riusciva a capire, lui poteva
vederla, poteva sentire la connessione profonda che li univa. Lei era andata lì
non solo per sentirsi vicina a lui ma per salvarlo. Buffy, in qualche modo,
aveva sentito che la sua anima era in pericolo. Sentì di nuovo risplendere
dentro sé tutto l’amore che li univa così profondamente, e mentre la visione
lentamente spariva si alzò in piedi e si ritrovò a correre nella notte. Doveva
assolutamente trovare il modo di connettersi ancora con lei. Capì perché aveva scelto Los Angeles. Era lì che
tutto era cominciato, li doveva continuare la sua missione. Per questo era
tornato dall’ inferno. Aiutando gli altri, lui avrebbe potuto espiare le sue
colpe. La redenzione era possibile anche per lui …e Buffy gli sarebbe stata
sempre accanto. – Non sono mai stato solo. Mai! –
Voleva
sentirla ancora. Solo poche ore prima aveva vagato senza una metà sicura. Adesso
invece sapeva dove stava andando. Aveva di nuovo una direzione. Lei, lo aveva
aiutato a ritrovarsi. Corse dirigendosi verso la scuola di Buffy. In futuro
sarebbe andato in quel luogo tantissime altre volte. Nei lunghi anni d’esilio
forzato, gli anni in cui avrebbero vissuto lontani, quando la nostalgia di lei
sarebbe diventata insopportabile, allora sarebbe corso di nuovo lì. Per non
morire dentro, per sentirla ancora accanto a sè …e lei ogni volta, sarebbe stata
li ad attenderlo. Sempre. Una volta o due, avrebbe portato anche qualcuno altro
con sé. Suo figlio. Ma questo lui non poteva ancora
saperlo.
Improvvisamente
una luce, un'altra …e un'altra ancora. Stridore di pneumatici che frenavano
bruscamente, proprio a pochi passi da lui. Fari accecanti puntati a dosso gli
impedivano di vedere chiaramente. Arretrò un po’. Riuscì a distinguere la sagoma
di cinque auto di grossa cilindrata, da cui uscirono almeno cinque persone per
ogni vettura ...e non sembravano tanto amichevoli, visto che sventolavano
davanti a lui, numerose spranghe di ferro e pesanti catene. Chi erano? cosa
volevano da lui? Si guardò velocemente intorno per capire cosa fare, e si rese
conto che quel vicolo non aveva altre vie di fuga. Arretrò ancora un po’ per
prendere tempo ma fu tutto inutile. Era spalle al muro
ormai.
***
*** ***
Whistler, aveva spiegato a Buffy, dettagliatamente, quello che stava capitando ad Angel e il motivo per cui l’aveva seguita senza farsi vedere. – Poteva non essere necessario un tuo intervento. Almeno non nell’immediato. – Lei ascoltava in religioso silenzio. – Vi somigliate davvero tanto tu e Angel. Anche lui ascoltava con la stessa attenzione con cui adesso ascolti tu. E’ stato quando siamo arrivati per la prima volta qui. Già! sembra proprio lo stesso viaggio di allora. Da Los Angeles verso Sunnydale. Ovviamente questa volta stiamo facendo il viaggio inverso …e sai una cosa? anche il motivo del viaggio è lo stesso di allora. La vostra chiamata. Lui era presente quando hai saputo di essere la prescelta e tu assisterai all’inizio della sua nuova missione …e avrai lo stesso compito che Angel ebbe allora con te. Anche tu dovrai dirgli che non c’è nessun altra possibilità di scelta, anche se questo comporterà che non potrete più combattere insieme. Era questo che intendevano gli Oracoli, anche se sicuramente avranno usato un linguaggio più pomposo del mio – Buffy annuì silenziosamente. Non vedeva l’ora di arrivare. Per un po’ aveva provato una sorta di serenità e di pace. Aveva pensato che Angel fosse finalmente al sicuro e che alla fine sarebbe andato tutto bene. Ma adesso percepiva di nuovo quella terribile sensazione di pericolo ed era maledettamente forte. – Sta succedendo qualcosa di grave ad Angel, proprio adesso. Devi andare più in fretta. Lui è in pericolo. ORA! –Fu interrotta dallo squillo del cellulare. Lo strappò all’istante dalle mani di Whistler – Tu pensa a guidare il più velocemente possibile, rispondo io – Sapeva con assoluta certezza che si trattava di Angel – Ehi amico, qua si mette molto male. Dovresti arrivare prima di subito –