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Autore: talpy    30/08/2010    5 recensioni
buonasera! storia uscita un pò per caso. testimonianza di un detenuto su Draco Malfoy, del quale, a 50 anni dalla fine della guerra magica, non si sono ancora stabilite le colpe. ah, sullo sfondo c'è un d/g. bacio talpy
Genere: Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[...]Ricordo io tempi della guerra con un forte disagio. Sono stati anni bui, durante i quali non serviva poi tanto per perdere la vita. Erano anni di estrema solitudine, di freddo, di paura. Anzi, no, non di paura, di vero e proprio senso di terrore. La paura, sapete, è un sentimento forte, fulmineo, quasi istantaneo. È la paura che spesso fornisce il coraggio agli impavidi che compiono gesta eroiche. Ma perchè? Semplice, è un sentimento talmente travolgente che spesso toglie il raziocinio. Il terrore, invece, sapete, ve lo dico per esperienza, è estremamente subdolo. Ti lascia tutta la tua lucidità. È semplicemente una cosa con cui convivi, una cosa pesante, certo, ma che ti permette perfettamente di vedere, nel futuro, le conseguenze delle tue azioni; non è cieco, il terrore, è limpido e anche un pò cinico, se mi è permesso. Fattostà che quelli erano gli anni del terrore, come sono anche poi stati definiti. Eravamo tutti disposti, come insegna la storia, su due fronti facilmente semplificabile ne i buoni e i cattivi, nei pro Potter e nei pro Signore Oscuro. Ovviamente, se ora mi trovo qui, significa che all'epoca scelsi la parte sbagliata. Ma, diciamolo, all'epoca non ero molto dispiaciuto della cosa. Non ho mai conosciuto personalmente Potter, ero troppo piccolo per frequentare Hogwarst quando anche lui si trovava lì e in seguito non fui mai abbastanza importante o potente per partecipare ai conflitti epici, quelli con la c maiuscola, ma sapevo da fonti attendibili che era un mago qualsiasi, un pò pieno di sè forse, ma del tutto anonimo, se non per il fatto che tutto il mondo magico lo conosceva e che il nostro Signore lo odiava. Dal mio punto di vista era decisamente una nullità con mente buonista, filobabbano per nascita e dunque non in linea con il mio pensiero. In più, c'è da ricordare, era in amicizia con persone quali i Weasley o Lupin che non sono mai state ben viste negli ambienti altolocati. Insomma, eravamo due schieramenti, ci davamo battaglia, ci ammazavamo. Ci ammazzavamo come mosche. Oggi dovrei forse essere grato alla giustizia londinese di avermi catturato e sbattuto quaggiù: probabilmente iun caso contrario a quest'ora mi troverei sottoterra. Devo ricordarvi che all'epoca non ero potente, ero un giovane maghetto che neanche aveva finito gli studi ed era stato arruolato nelle file dell'Oscuro Signore per nome. Qu3elli come me erano le cosiddette reclute: ci prendevano e ci mandavano all'assalto contro le pattuglie prima del Ministero e poi, caduto quello, dell'Ordine. Eravamo tutti sui quindi, sedici anni al massimo, completamente allo sbaraglio contro maghi esperti. Muorivamo come mosche. Però nel farlo ce ne portavamo dietro qualcuno anche dei loro. Ma sto forse divagando? Di cosa volevate che vi parlassi?scusate, ormai, l'età...-

-Del carcerato numero 98078, Draco Malfoy-

-Ah, sì, scusate! Bè, sì, torniamo a noi allora. Il discorso che avevo iiziato prima era per far capire un pò come era la situazione in quegli anni e per spiegare come mai io vidi il signor Malfoy solo due volte nella mia vita. La prima volta fu quando entrai a far parte delle reclute; all'epoca lui si occupava delle tattiche militari e quindi, una volta, si intrattenne con il nostro comandante per dargli degli ordini. A quie tempi nel nostro ambiente Malfoy era considerato un semidio. Era poco più vecchio di me, in effetti di soli sette anni, ma aveva già ottenuto una gloria inimmaginabile. Era astuto, intelligente, potente. Molto potente. Era uno dei fedelissimi del Signore Oscuro e, in più, non c'è da dimenticarlo in anni tristi come quelli si guerra, aveva un successo clamoroso con le appartenenti al gentil sesso. Letteralmente, gli cadevano ai piedi. Molti dicevano fosse per i soldi, per il potere, per non so che cavolo di motivi. Io ho sempre pensato che fosse carismatico. In ogni caso, la prima volta che lo vidi fu in quell'occasione, io avevo quattordici anni, lui ventuno, se non sbaglio. Era vestito con la divisa ma, essendo del più alto grado, aveva delle libertà a noi sdconosciute: all'interno dei palazzi da noi controllati poteva evitare la maschera, il mantello, gli stivali da combattimento e tutte le cose più fatidiose della divisa. Poteva arrotolarsi le maniche della camicia, girare in scarpe normali. Lo invidiavo, tantissimo. Al polso, notai quel giorno, portava un bracciale: un sottile cordoncino di platino. Pensai che era molto elegante in confronto alle pacchianate che indossavano alcuni suoi pari., per questo anni dopo, quando lo rividi per la seconda ed ultima volta, notai con stupore che una ragazza della Resistenza, come gli altri si autodefinivano, portava lo stesso bracciale. La notai, tra i tanti che mi circondavano quando ormai mi ero arreso, per i capelli. Erano rossi, di un rosso ramato e bruciante, caldo senza essere volgare. Ancora non so rispondermi quando mi chiedo se fosse o no una Weasley. Ma non penso, era troppo elegante e fiera per essere una di loro, tutti me ne hanno sempre parlato come di una famiglia di bassa lega e maniere. Lei sembrava una fiera amazzone e si guardava intorno, senza paura o timore, anche se la battaglia non si era ancora conclusa. Era ancora giovane, sui ventitrè anni, io ne avevo all'epoca quasi diciassette, ma combatteva con i veterani. Poco prima di essere colpito e trasferito dalla Resistenza vidi la rossa girarsi di scatto; alla sua estrema destra, lontano, quasi invisibile, Malfoy. Era pallido e non indossava la divisa, ne restai stupito; non ci trovavamo in una delle nostre sedi. Fui ancora più stupito di vederlo su un campo di battaglia qualsiasi. Ancor di più quando, avvicinandosi, nessuno lo attaccò. Nessuno. Nessuno dell'Ordine, della Resistenza. Lo trattavano come uno di loro. Con orrore capii che era uno di loro. Orrore, sì...capitemi...era il mio idolo. Era come se il vostro giocatore di Quidditch preferito, tutto a un tratto, decidesse di sparare le pluffe nella sua porta invece che in quella nemica. Era uno di loro. Mi chiesi, stupito, come facesse il Signore Oscuro a non sospettare niente ma, in effetti, i testimoni erano pochi: i veterani dell'opposizione, solo i più fidati potteriani, e i futuri condannati, come me. E poi Malfoy sembrava uno che riesce a tener testa a un interrogatorio. Il braccialetto si spiegò quando la rossa e Malfoy si baciarono. Basta, non posso dirvi altro. Il giorno dopo mi sono svegliato in questo carcere e dopo una decina di anni mi hanno comunicato che la guerra era finita. E che ovviamente avevamo perso. Di Malfoy non ho più saputo niente fino a quando non me ne avete parlato voi, due settimane fa, dicendomi che avevate bisogno della mia testimonianza per sapere, a quaranta erotti anni dalla fine della guerra, se lui stesse, nel conflitto, dalla vostra parte o dalla mia. Posso solo dirvi che se avessimo vinto noi la guerra cose di questo genere sarebbero saltate fuori molto prima, anche se tutti i grandi personaggi dell'epoca erano morti[...]





[Testimonianza del carcerato n.239 al processo per l'assoluzione di tutte le accuse che gravano sul detenuto numero 98078, Draco Malfoy. Testimonianza richiesta dai legali di Ginevra Weasley che difendono Draco Malfoy contro l'accusa rappresentata dallo Stato da 49 anni.]
  
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