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Autore: Daphne Chasseur    30/08/2010    3 recensioni
Ma intanto, in quel lontano 23 ottobre, eri semplicemente un ragazzo, come me, sotto la pioggia avida di bagnarti. E tu, incurante delle sue gocce senza pudore, con lo sguardo perso e insicuro dall’altra parte della strada.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Era inutile dire che il cibo era squisito.
Era inutile dire che l’atmosfera era perfetta.
Era inutile dire che mi sentivo davvero felice.
Ma non solo io.
Attorno a quella tavola, una bizzarra compagnia si era riunita per festeggiare quella notte.
Io, Fred, zia Mary, Jared e Shannon.
I miei zii adoravano Jared e ben presto non smisero di ridere alle battute di Shan: si divertiva a raccontare alcuni aneddoti a dir poco irriverenti sulla loro infanzia e a stuzzicare il fratello a controbattere.
“E quando hai fatto la pipì nella ciotola del cane perché volevi vedere se si poteva davvero bere come avevi letto il giorno prima nel libro di scienze?”
Rosso in volto, Jared metteva il broncio per alcuni secondi poi, venutogli in soccorso il ricordo imbarazzante di Shannon da regalarci, cominciava a parlare e nessuno lo fermava più.
Cinque persone di diverse età, piene di cose da scambiarsi, di cui ridere e da ricordare. Spesso i miei occhi cadevano inavvertitamente su di lui, ma poi se ne accorgeva e mi guardava a sua volta curioso.
Verso mezzanotte, zia Mary e Fred fecero per andarsene e lasciare a noi giovani il resto della nottata.
Li aiutai a portar via i piatti e mentre tornavo, colsi al volo alcune parole di ciò che si stavano dicendo i due fratelli.
“Tre settimane… Mamma… … dopodomani… ” e riconoscevo la voce di Shannon.
Timorosa, ma curiosa, mi avvicinai ancora di più, appoggiandomi cautamente al muro. Allora percepii chiaramente la risposta di Jared.
“Shannon, non lo so, ti giuro che mi piacerebbe moltissimo rivedere mamma anzi ti direi già di sì, ma…” e qui si fermò perché le parole c’erano, erano pronte, ma qualcosa all’inizio della gola impediva loro di uscire.
“C’è lei” completò tranquillamente il fratello maggiore, togliendogli un peso.
“Sì.”
C’è lei.
Lei.
Lei?

Ero io quella Lei?

Shannon ruppe il corso delle mie considerazioni.
“Chiedile di venire!” bisbigliò energicamente, dandomi l’impressione che si fosse avvicinato al fratello.
In quell’istante, comparve da dietro mia zia che mi squadrò curiosa mentre me ne stavo attaccata al muro.
Sorridi e diventai rossa.
“Non è quello che pensi!” sussurrai e per dimostrare che era vero, voltai l’angolo ed entrai nella stanza, interrompendo la loro conversazione.
“Ah! Jane eccoti qui… cos’hai in mano?” esclamò Shan fissando il pacco con me.
Me l’ero quasi scordato!
Il regalo.
L’avevo stretto così tanto mentre li ascoltavo da dimenticarmi di averlo tra le mani.
“Questo? Questo è per Jared. Buon Natale!” e finalmente gli porsi il pacco scintillante, ma senza guardarlo negli occhi. Avvertii che, dopo un attimo di esitazione, prendeva il mio regalo.
Lo scartò con una sorta di tranquilla ansia. Le mani tremavano impercettibilmente e il silenzio era disturbato unicamente dalla carta strappata.
La tavolozza e i colori pian piano vennero a galla.
Sentii arrestarsi quel frenetico lavoro e solo allora alzai gli occhi.
Immobile e incantato, Jared fissava il tutto come se il mondo si fosse ridotto a quei pennelli e a quei colori. Le sue mani morbide accarezzano le punte dei pennelli e ne solleticarono i crini.
La sua mente, lo potevo vedere, correva già alle immagini che avrebbe creato con quei colori.
Poi alzò gli occhi e un’espressione che non avevo mai visto sul suo volto mi colpì in pieno petto.
Non saprei descriverla tutt’oggi sebbene l’abbia rivisto una seconda volta, poco tempo fa.
Rimane comunque mia. Mia la strana luce degli occhi, del sorriso,mia quella curva leggera delle labbra, mia l’ombra elegante delle sopracciglia, mio il grazie in tutto questo e mio quel qualcosa che non posso descrivere.

Mia.

“Non ti illudere, è per Natale, ma anche per il tuo compleanno!!” scherzai.
Sembrò riprendersi.
“Come fai a sapere che…?” ma poi entrambi ci voltammo verso Shannon che ci guardò alzando le mani a mò di scusa.
Poggiò la tavolozza con una delicatezza fin troppo calcolata sul tavolo e si alzò. Tastò la tasca dei suoi pantaloni e ne tirò fuori una scatoletta in velluto blu.
“Buon Natale anche a te!” ripeté dandomi la delicata scatoletta.
Ricordo ancora che prima di aprirla mi fermai a domandarmi cosa potesse essere. Ma sentivo gli occhi di Jared premere sulle mie dita affinché l’aprissi così lo accontentai.
Un luccichio leggero m’accolse, una piccola “J” in argento mi salutò e dallo stupore che mi prese aprii leggermente la bocca.
“Jared è bellissima, non…” balbettai tirando fuori dalla confezione la fine catenina col ciondolo.
“E invece sì” mi disse all’orecchio, per la seconda volta quella sera, facendomi ancora rabbrividire.
Come un automa mi voltai e lui mi scostò con delicatezza i capelli, rivelando il mio collo bianco.
Portai la collana al collo e lui chiuse il minuscolo gancio.
Cercai con gli occhi la mia piccola J sul maglione blu scuro. Una piccola stella che aveva finalmente trovato casa.
“Grazie…” e non seppi aggiungere altro.
Salendo le scale per tornare a casa, ricordo che mi chiesi per cosa stesse quella J.
Jane o Jared?

   
 
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