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Autore: candidalametta    31/08/2010    4 recensioni
-Guarda quel tatuaggio, lasciando cadere la presa morbida dalla sua carne solo per alzare lo sguardo su di lei, rischiando seriamente di farla tremare, quando nei suoi occhi legge una verità scomoda che da quel momento renderà memorabile la vacanza di quel cliente.------ I due modi di vivere l'estate, dietro e fuori il bancone di un piccolo chiosco sulla spiaggia, lo strano rapporto tra una barista e un turista. Complice il troppo caldo alla scoperta di strani simboli sulla pelle abbronzata.
Genere: Avventura, Commedia, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“vieni con me” le chiede.

E lei senza darsi la pena di riflettere, lasciare qualche secondo di risposta, gli porge la mano,  permettendo al suo palmo di unirsi a quello di lui, in una presa confortevole.

Con una strana docilità che non ha nulla a che vedere con l’arrendevolezza che tanto odia, piuttosto con la fiducia. Che sembra impossibile da ricordare, nata forse con quella prima carezza, o ancora prima, nel tempo precedente, quando il ragazzo ha finalmente capito che di lei nulla è scontato.

Non una goccia di sudore, non una lacrima.

Come se in fondo fosse una melodia composta da note dettagliate.

Scelte con cura nello spartito.

La conduce con mano delicata fino ad una insenatura non troppo distante dal lido, appena nascosta da una duna più grande, la curva dolce della spiaggia infinita sulla costiera.

A qualche metro dalla riva c’è una piccola lancia, che sembra essere nata da un’onda appena più lieve del mare calmo e lucido nella notte appena sorta.

Lei lo guarda dubbiosa, fermandosi titubante davanti le acque che conosce bene e che non nascondono insidie, come i suoi occhi scuri di notte ormai.

Respira un po’ più forte l’aria salmastra prima di bagnarsi le caviglie su un sentiero di luna e pietre appena emerse sul pelo dell’acqua.

 

La ragazza si chiede come si sia lasciata convincere, a mollare tutto e lasciarsi portare dal lieve ronzare del motore a largo. Abbastanza da perdere nella notte il profilo della terra. Senza sapere nulla del ragazzo che è con lei, che ogni tanto le lancia uno sguardo cauto, quasi che anche lui si aspettasse di rompere la strana magia che si è creata e vederla saltare giù dalla sua barca. Trasformarsi in neiade oceanina e sparire tra i flutti con leggerezza.

Perché in fondo ha le stesse proporzioni di una elegante polena, seduta a poppa delle piccola imbarcazione, scrutando il mare calmo con insolita gravità. Eppure resta, con in sospiro appena più udibile quando infine spegne il motore e lascia che la barca compia un giro su se stessa prima di gettare un’ancora corta su un fondale invisibile.

Lo sguardo che gli lancia è indeciso adesso, come il labbro che irrimediabilmente si morde, timorosa, mentre lui si strofina le mani, più per nervosismo che per  aspettativa.

“dunque”, una parola, e il ragazzo sparisce.

Lei ha un moto di panico precipitandosi nel breve metro che li separa, per trovarlo inginocchiato in un piccolo nascondiglio vicino al timone che non aveva notato all’inizio, mentre lui tira furbescamente fuori poche cose che a dispetto di tutto la fanno sorridere.

Nella semplicità disarmante di uno spuntino equo su una barca in mezzo al mare.

Qualche tramezzino, del formaggio spalmabile e due bottigliette di succo di frutta.

"fragola o melograno?" chiede lui nascondendole entrambe dietro la schiena, per il semplice gusto di farsela rubare con un braccio appena stretto intorno al suo torace. Un abbraccio senza nome.

"pomgranate" ride lei riuscendo ad ottenere ciò che vuole, generosamente concesso in fondo.

i tramezzini finiscono presto, passandosi l'unico coltello dalla punta tonda disponibile, come se la luce fioca che lui ha lasciato accesa su un misero appiglio che fa da tavolo smorzasse le asperità, rendendo tutto infinitamente dolce; le briciole appena spolverate dalla punta delle dita, e un ultimo sorso rosso che scende per la gola come il vino perfetto, dolce e fruttato.

Non si potrebbe chiedere di più dalla vita.

O forse si.

Perché lei lo sta guardando intensamente, con colore intenso nella strana notte che li circonda, "perché qui?" chiede, e lui sorride, con quella smorfia un po’ infantile che nasconde bene i pochi anni che mancano ad una piena maturità, “perché hai bisogno di meno sabbia … e più cielo”.

E spegne la piccola lampada che illuminava appena il poco spazio disponibile, regalando stranamente una visione più chiara delle cose.

Un immenso cielo stellato prende il sopravvento, rubando il respiro per renderlo troppo sottile dentro i polmoni,  in immancabile meraviglia.

Ci sono costellazioni che non sembrano avere nome, come appena inventate in una notte rubata al nulla, o alla tristezza magari, mentre si entra in possesso di qualcosa di impagabile, inimmaginabile, eppure li.

Per loro.

I ragazzi si stendono con naturalezza ad osservare la trapunta di stelle sopra un mare di nero liquido, mentre il cielo nasconde infinite sfumature di blu nel chiarore approssimativo della Luna, e pianeti lontani.

Quando con sforzo riesce a staccare gli occhi dallo spettacolo fuggente di una stella cometa per controllare la sua ospite, il ragazzo si stupisce di trovarla con gli occhi chiusi, come a nascondersi da migliaia di diamanti curiosi. Ha le guance improvvisamente pallide, nonostante il respiro calmo come l’ondeggiare lieve dell'imbarcazione, nel lasciarsi cullare adesso dalla braccia di lui, che la avvolgono senza stringere, con attenzione dovuta.

E forse è proprio grazie al calore del suo corpo che riapre gli occhi e si lascia scrutare, senza stupide barriere in mezzo, perché aveva solo bisogno del suo abbraccio, e nient’altro, per comprendere fino in fondo di essere in mani sicure.

“quando guardo il cielo mi sento sempre bene” comincia lui, e per un attimo la ragazza è quasi sorpresa che parli senza aspettarsi nulla, come se sapesse che in questo basta solo la sua voce, e il vibrare sicuro del timbro basso contro la sua guancia ora che poggia sul collo.

“è come se improvvisamente tutte le mie paure svanissero, perché non posso più preoccuparmi di essere sul pianeta sbagliato quando davanti a me ho un così infinito numero di possibilità di trovare quello adatto a me”.

Il capo di lei si muove piano sulla camicia che porta quasi aperta sul petto, e si accorge per la prima volta che non l’ha mai visto con il dorso scoperto, e che quel lembo di stoffa è stato sempre un segno in più contro centinaia di turisti seminudi in giro per il lido.

Come se lui non si potesse permette di scoprirsi troppo, o troppo velocemente.

Come se in fondo anche lui fosse delicato.

“alle volte però guardo le stelle ed ho paura ... Perchè c'è troppa distanza tra me e l'universo, e nei dubbi che mi assalgono la scelta sembra farsi immensa, e la possibilità di sbagliare infinita"

Tace, guardando il vorticare limpido delle costellazioni.

"si può sempre riprovare" sussurra lei.

Ed è solo un mormorio, lasciato li, sulla pelle del collo, che scende lento fino al cuore per dare sicurezza.

La ragazza si alza su un gomito per poterlo osservare davvero, scendendo su dettagli precisi, come la curva del mento mentre gira il viso verso di lei, e la piega delle dita che stringono le sue in una carezza dolce.

“ho solo paura di desiderare troppo, di volere qualcosa che non potrebbe mai spettarmi per quanto semplice. Trovare il mio posto, il mio angolo di cielo per essere felice … e sentirmi a casa”.

Lei lo guarda, con attenzione calma, perché improvvisamente è se stessa che vede negli occhi chiari di firmamento. Se stessa e le sue paure. Se stessa e i suoi dubbi.

Di essere perennemente sul pianeta sbagliato, di guardare la vita scorrerle accanto con ironia triste e lasciarla sconvolta per una brutalità inutile che sempre prendere tutti prima o poi. Di non condividere le regole spietate del forte contro il debole, dell’astuto contro l’ingenuo, il subdolo verso l’innocente.

E non capire mai perché tutto si riduca ad una bugia, a volte così bella da crederci per tutta la vita.

Incurante della verità che fa solo troppo male per essere vissuta.

Rendendosi conto che in fondo l’unica cosa che ha sempre voluto è stato un mondo diverso, un pianeta alternativo in cui vivere in modo nuovo.

Marte che prende spesso il nome di Eden.

Si accorge che è un desiderio che può miracolosamente condividere con molte altre persone, e forse, anche con lui.

 “sai cosa faceva mia madre quando da piccola chiedevo la Luna?” sorride lei all’improvviso, e lui ride, di rimando, ad una fantasia che in non è molto infantile nei suoi desideri, “prendeva una ciotola piena d’acqua e la portava in balcone di notte, così quando la luna si rifletteva sulla superficie lei mi assicurava che era mia … anche se solo per qualche ora”.

E lui nota che il suo sorriso è la cosa più luminosa dopo la cintura di Orione, mentre si alza in piedi e solleva anche lei quasi, solo per poter ammirare insieme il brillare confuso del cielo sullo specchio d’acqua.

“anche io voglio un pianeta” chiede sornione, in una smorfia che le ricorda il loro primo incontro, “e quale di grazia?” tenta cauta. E non sa perché trovi stranamente conturbante il modo con cui lui si libera dei bottoni ancora incastrati tra le asole.

“Marte ovviamente”, e lascia scivolare la camicia oltre le braccia lievemente abbronzate al pallore della luna che non nasconde nulla, ma rivela ogni cosa.

Come il tatuaggio che poggia sulla spalla di lui con la solita eleganza di ogni cosa, che raffigura un uccello mai esistito, con sfumature di fuoco tra le piume incandescenti e un destino di rinascita perpetua.

La fenice che vola irrimediabilmente in alto sulla sua pelle con monito conosciuto contro la finta ignoranza e la troppa ironia.

Il ragazzo si tuffa prima di sentire il ringhio basso della gola di lei mentre spogliandosi velocemente si da all’inseguimento buttandosi in acqua con poca grazia e molta fretta.

“tu!”

Gli urla esasperata, e vorrebbe insultarlo, ucciderlo di pugni, o magari affogarlo, in un moto di stizza per averla presa in giro per tre giorni di fila, senza aver mai lasciato trasparire qualcosa.

Vorrebbe farlo davvero se lui non le fosse già troppo vicino.

Se non la reggesse al limite dell’acqua con una mano dietro la schiena, facendola aggrappare a quelle spalle che sono macchiate della sua stessa insana passione.

“tu” si ritrova a mormorare, in fondo troppo vicina al suo profilo per usare qualcosa di più di un mezzo tono, un accenno lieve di voce.

“tu” pigola adesso che le loro bocche sono irrimediabilmente vicine, e stranamente lui riesce ancora a sorridere, nel poco spazio a disposizione, “chi credi che si occupi della formazione musicale della mia sorellina?”

Un bacio casto, tocco leggero di due onde che si sfiorano , mentre si allontanano di qualche bracciata per portarla esattamente sotto quel punto rosso che si rispecchia nell’acqua e nell’incavo della sua spalla, di Marte con le sue lune che si riflette nelle loro vite. Regalandogli una seconda possibilità di sentirsi a casa, di avere una famiglia.

Di sentirsi uniti

Forse ancora di più che da un simbolo sulla pelle.


N.d.a.

ok, forse ho preteso troppo da questa storia.

perchè le ho affidato il compito di contenere la mia estate, non solo quella esistita ma anche quella inventata, costruita in parole consumate tra una giornata di lavoro e l'altra.

in ogni caso ne vado orgogliosa, della mia estate intendo, perchè mi ha dato tante soddisfazioni, inclusa questta storia e ovviamente "la notte delle stelle" che, per chi volesse festeggiare con me. è entrata nelle scelte di efp grazie alla segnalazione di Connie.

non ti sarò mai abbastanza grata.

che dire, ripetere l'esperienza della notte a mare è stata un'impresa dopo la mia ultima shot ma ne vado abbastanza fiera, anche se il mio timore è di essere stata ripetitiva... io in ogni caso c'è l'ho messa tutta!

e adesso con gioia rispondo alle ultime recensioni (a quelle che commenteranno l'ultimo mando una mail più tardi)

Angel_lily : mi sembra quasi scontato dirti che anche io quando scrivo e quando leggo sento di entrare "davvero" in contatto con ogniuna di voi. che ormai siete amiche, e sorelle davvero, di emozioni e speranze. ma sopratutto di parole. forse Lei e Lui non avevano davvero bisogno di nomi, perchè a quanto pare sono tiusciti a trovarsi con insolità facilità nonostante il trambusto di questa estate. ;)

spero ardentemente che ti sia piaciuto anche l'ultimo capitolo.

un abbraccio

ps; se tu sapessi a che ora leggevo ff ieri non ti preoccuparesti di recensire così tardi ;P

Alibi: è andata a parare questa storia? ha fatto anche un solo misero goal? ti prego dimmi di si son sul punto del non ritorno per i dubbi! ;P

come vedi una fine è arrivata, forse insolita, ma sicuramente quella che per me calzava meglio... poi ovviamente ogniuno ha le sue preferenze, io, umilmente, spero di averci azzeccato ;)

a prestissimo

F: (come vedi tengo fede all'abitudine) lui è la ricompensa credo. il gisto dopo tanto torto. o meglio sono io che lo vedo così, e un pò l'ho anche spinto perchè come ogni ragazzo faticava un pò ad entrare nella parte.. aaaa le magie della scrittura ;)

questo capitolo è stato un parto difficile e la notte più che consiglio ha portato dubbi, ma io spero lo stesso di essere riuscita dell'intento, a avervi almeno fatto un pò sognare.

un bacio L.

PrincesMonica: Monica dolcissima, io sto vivendo quello che si prova a perdere il proprio amico più caro fatto d circuiti e sogni. a che serve dirti che non ci dormo la notte? questa storia è il mio antidolorifico per lo strazio di questo momento, e anche se è dura da sopportare mi aggrappo ai miei quaderni sgualciti in cerca di conforto.

so che tu mi capirai come sempre, e apprezzerai questa ennesimo travagliato parto.

serena fine estate.

un abbraccio.

Lory

dunque, non mi rimane che fare glio ultimi ringraziamenti a Blue_moon  jeja83 luxu2  momi87 che anche senza commentare so che hano seguito questa storia e ... che altro.... Torno a casa, dove la connessione è ridotta al minimo sindacale, quindi a presto (si spera)

e un inizio settembre sfolgorante per tutti voi ;)

candidalametta

 

 

  
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