L'essenza Weber e Michelle Waldorf
< Per
quanto ancora ne abbiamo? > domandò Robert con il
fiatone.
< Più o
meno una quarantina di metri > ribattei continuando a salire la
montagna.
< Ma è
tantissimo! > sbuffò.
< Sono
tutte calorie che bruci. E poi scusa, ti lamenti sempre che non hai
mai tempo per fare un po' di movimento a causa dei tuoi super
impegni. Ebbene, ora io ti aiuterò a muoverti senza farti
spendere
un dollaro. Cosa pretendi di più? Dovresti essermi grato,
piuttosto
>
< Non
sono abituato a fare tutto questo movimento, okay? >
<
Coraggio, pensa che lassù ci sarà la tua
fidanzata ad aspettarti >
< Chi? >
<
Kristen Stewart >
< Kris
non è la mia ragazza >
< Beh,
tu in ogni caso la ami, quindi non vedo dove sia la differenza >
< Io non
amo Kristen >
Fermai il
passo e lo guardai accigliata.
< Ti
prego, non raccontarmi cazzate. Ci vai solo a letto al momento,
questo è vero, ma la ami >
< Non è
lei che amo >
< E
allora chi è che ami? > domandai cinica.
< Te.
Solo ed esclusivamente te > rispose guardandomi con non calanche.
< Oh,
per favore >
Robert rise
e continuammo a camminare per un'altra decina di minuti, fino a che
non raggiungemmo la cima.
< Ma sei
sicura che i paparazzi non mi beccheranno? >
<
Sicurissima >
<
Potresti giurarlo? >
< Sulla
tua testa >
< Hey! >
esclamò sgranando gli occhi.
Continuai a
ridere e lo presi per mano, invitandolo ad appoggiarsi sulla
ringhiera per guardare Los Angeles di notte: uno spettacolo a dir
poco stupendo. Era piena di luci, di vita…e il rumore del
mare in
sottofondo dava un qualcosa di speciale al tutto. Erano momenti come
quello in cui io mi sentivo viva, libera da ogni preoccupazione.
L'essere consapevole che un qualunque stupendo panorama mi regalava
sensazioni del genere mi faceva venire i brividi. Questa era la mia
Los Angeles.
< Senti
che pace… > sussurrò Robert estasiato.
< Ciao!
> urlai a pieni polmoni.
< Ma sei
matta? >
<
Respira la vera essenza di Los Angeles, Rob. Fai un bel respiro e
libera la mente. L'effetto che ti fa la droga è lo stesso,
solo che
l'aria qui è più salutare >
Robert
chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
< Non mi
sembra niente di che >
<
Concentrati, libera la mente >. Mi misi dietro di lui e posai le
mani sui suoi occhi. < Ci sei solo tu, nient'altro. Nessuna
pressione, nessuna regola, niente. Il vuoto totale. Non pensare a
niente e goditi il momento. E ricordati di respirare profondamente
>
Spostai le
mani dagli occhi alle spalle e sentii i suoi muscoli rilassarsi.
< Quale
stupenda sensazione > sussurrò afferrando entrambe le
mie mani <
ciao! > urlò imitandomi, poi si voltò
lentamente ed aprì gli
occhi.
< E
allora? > chiesi curiosa col sorriso stampato in faccia.
< Non è
stato facile, ma ce l'ho fatta >
< Visto?
Non era poi così difficile! > ribattei sedendomi a
terra e gli
afferrai la mano per invitarlo a fare lo stesso.
Si sedette
accanto a me e si prese una sigaretta. Me ne offrì una, poi
prese
l'accendino e le accendemmo.
< Mi
piaci, Michelle > mi disse dopo aver aspirato < adoro la
tua
voglia di vivere, il tuo cogliere al meglio le cose. Davvero, senza
di te mi sarei perso in questa… >
<
Piscina di squali? > chiesi, interrompendolo.
< Stavo
per dire giungla, ma così suona meglio >
< Hey,
gli amici servono a questo >
< Sì,
amici… > asserì guardando l'orizzonte.
< Forza!
> esclamai, alzandomi in piedi < domani mattina devo
esporre
una ricerca ed è meglio tornare a casa ora >
Robert
spense la sigaretta e si alzò. Mi guardò negli
occhi e mi
abbracciò.
<
Davvero, grazie. Grazie per essermi amica >
< Grazie
a te perché ti fidi di me >
< Quale
stolto non si fiderebbe di Michelle Waldorf? > chiese sorridendo.
Mi
allontanai di poco e poi lo spinsi, cominciando a ridere come una
matta.
<
Facciamo a gara a chi arriva prima! > urlai cominciando a
correre.
< Sei
sleale! > ribatté venendomi dietro.
Più lo
sentivo avvicinarsi più tentavo di accelerare, fino a che
non lo
sentii prendermi per i fianchi. Ma la sfortuna volle che dovessi
inciampare contro qualcosa per terra, così cademmo e
rotolammo
entrambi per terra per diversi metri. Ridevo e sentivo che anche lui
stava facendo altrettanto. La sua risata pura e cristallina mi
scaldava il cuore. Allungai le braccia per rotolare ancora
più
forte, fino a che non finii dentro un cespuglio, stessa sorte che
toccò a Robert, specie perché lì
dentro finì sopra di me col
corpo.
Attaccammo
a ridere come dei bambini. La nostra scena era sicuramente stata
comica, pari da vincere il premio della scena più comica
dell'anno.
Mi ricordai
di Robert sopra di me solo quando sentii la sua mano spostarmi dei
ciuffi dietro l'orecchio. Così aprii gli occhi e lo
osservai: aveva
una luce strana negli occhi e anche il suo sorriso era diverso. Era
un sorriso che non gli avevo mai visto fare prima d'ora, assai
diverso da quello che usava durante i film e le interviste e quello
che riservava agli amici. Perché sì, Robert
Pattinson aveva diversi
sorrisi. Ma questo…questo era come se fosse puro, come
quello di un
bambino di cinque anni davanti ad una immensa coppa di gelato, o
magari come quella di un ragazzino alla sua prima cotta. Mi ricordava
tanto il sorriso di Bianca in una foto con mio padre quando ancora
all'epoca erano innamorati pazzi.
< Hey,
Romeo, mi stai disintegrando la cassa toracica. Mi faresti alzare?
>
Robert mi
guardò rosso, come se lo avessi appena beccato a combinare
qualcosa
di illegale e si alzò, aiutandomi a fare lo stesso.
<
Scusami, non volevo farti male >
<
Figurati, non preoccuparti > risposi prendendolo a braccetto
<
andiamo a bere qualcosa da qualche parte? >
<
Credevo che dovessi tornare a casa >
<
Dovrei, ma ho cambiato idea. Non sono stanca >
<
Michelle… >
<
Avanti, un drink solo. Poi ce ne andiamo. Ti prego… >
domandai
sporgendo il labbro inferiore.
Sbuffò.
< Perché
non riesco a dirti di no? >
< Perché
sono testarda > ribattei trionfante.
Camminammo
fino alla sua macchina e poi tornammo verso la città,
parcheggiando
verso il centro e ci dirigemmo verso il pub che aveva aperto la
settimana scorsa, quando improvvisamente mi fermai davanti ad un
piccolo ristorante.
< Rob,
ho fame >
<
Michelle, sono le undici e mezzo. Vuoi davvero mangiare? >
< Sì >
< Ma…
>
<
Preferisci che faccia circolare nel mio corpo dell'alcool a stomaco
vuoto, invece che mangiare senza bere nient'altro? >
< Okay,
okay, hai vinto! > esclamò aprendo la porta del
ristorante <
speriamo che non lo facciano entrare >
< Chi? >
chiesi curiosa.
< Il
paparazzo che ci insegue da quando siamo scesi dalla macchina >
rispose voltandosi indietro.
< Salve,
in due? > domandò il cameriere venendoci incontro.
< Sì >
risposi sorridendo.
< Va
bene, seguitemi da questa parte, dove sarete più appartati
>
continuò e ci incamminammo verso un'altra sala.
< Hey,
amico! > urlò qualcuno dietro di noi da un tavolo
< venite a
sedervi con noi >
< Jared!
> esclamò Robert e mi prese per il braccio,
incoraggiandomi ad
avvicinarmi.
Robert
Pattinson mi stava trascinando nel tavolo dove erano seduti i Thirty
Seconds To Mars. I Thirty Seconds To Mars! Jared, Shannon e Tomo!
Avevo i pantaloni ricoperti da chiazze verdi, i capelli sicuramente
sporchi per ovvie ragioni e Robert mi stava portando al loro tavolo!
In quel momento non sapevo se adorarlo o odiarlo.
< Forza,
sedetevi > disse Shannon stringendosi a Tomo per fare un po'
più
di posto nel divanetto, mentre Jared prese la sedia nel tavolo
accanto. Inutile dire che mi misi subito a sedere accanto a Shannon,
lasciando così la sedia a Robert.
< E
questa incantevole ragazza chi sarebbe? > chiese Jared
guardandomi, mentre io sentivo le guance andarmi a fuoco.
< Lei è
la mia amica Michelle > rispose Robert al mio posto, molto
probabilmente perché immaginava che non avessi la
lucidità per
parlare al momento.
< Oh, la
famosa Michelle! >
<
Famosa? > domandai tornando sulla terra.
< Sì,
alla festa il tuo caro amico Robert non ha fatto altro che parlare di
te > intervenne Tomo.
< Quale
festa? >
< Quella
alla quale non hai voluto accompagnarmi >
<
Oh…beh, avresti potuto dirmelo che ci sarebbero stati anche
loro >
ribattei indicando i ragazzi e guardando malissimo Robert.
< Non
ero sicuro che sarebbero venuti e poi tu dovevi venire per me >
< Ma
scusa, io posso vederti tutti i giorni! Quando mi capita di
incontrarli di nuovo? >
< Guarda
che così mi offendi! >
< Beh,
ti passerà > risposi brevemente. Robert
sgranò la bocca e mi
lanciò un pugno sulla spalla. < Ma sei scemo?
> urlai.
< Mi sa
che hai ferito i suoi sentimenti > intervenne Jared ridendo.
< No, lo
sa che scherzo >
< Volete
ordinare? > domandò il cameriere di prima.
< Un
cheeseburger > rispose Robert.
< Io
prendo quello che hanno preso loro > ribattei, indicando la loro
insalata.
< Ma non
stavi morendo di fame? >
< Sì,
ma sono le undici e mezza, non voglio appesantirmi troppo >
< Vedi,
la ragazza ci sa fare >
Robert mi
lanciò un'occhiataccia e mi tenne il muso per tutta la
serata,
parlando con me solo quando gli chiedevo qualcosa. Ben presto smisi
di farlo. Avevo un orgoglio e non permettevo a nessuno, nemmeno a
Robert di passarci sopra. Così poco dopo cominciai a parlare
solo
con Jared, Shannon e Tomo.
E subito mi
resi conto di quanto fossero adorabili tutti e tre. Ognuno era
diverso a modo suo, chi era più casinista, chi
più burlone, chi più
razionale e via dicendo. Ma nell'insieme erano fenomenali. E mi
avevano pure invitato al loro prossimo concerto!
Verso l'una
di notte Robert ed io ce ne tornammo a casa.
< Mi
dici perché mi ignori? >
< Io ti
ho ignorato? Hai visto loro e sono diventato trasparente. Anzi, ti
dirò di più. Ti sei comportata in maniera
ridicola >
<
Robert, io stavo scherzando! Tutto quello che ho detto era uno
scherzo! Mi dispiace che tu ti sia offeso, non era mia intenzione
>
sussurrai in risposta e gli toccai il dorso della mano.
Sussultò al
mio gesto.
< Va
bene, figurati >
< Pace
fatta? >
< Certo
> rispose sorridendo.
< E
comunque questa tua gelosia è immotivata nei miei confronti
>
puntualizzai una volta arrivata davanti a casa.
< Prego?
> chiese, guardandomi sbigottito.
< Hai
capito. Robert, io ti voglio bene e sei mio amico…e saremo
sempre
l'uno accanto all'altro > mi voltai verso di lui e gli
accarezzai
la guancia < quindi non preoccuparti. Sarò sempre la
tua Mitchie.
Non importa quanta gente famosa mi farai conoscere o altro. Ti
sarò
sempre accanto. Dopotutto, sono o non sono l'unica persona qui a Los
Angeles a tenerti legato alla vita comune? >
< Sì,
lo sei > asserì sorridendo < e io apprezzo
tutto questo,
davvero > sussurrò avvicinandosi e mi
stampò un dolce bacio
sulla guancia.
E presa da
chissà quale moto di pazzia, gli afferrai i capelli dietro,
lo
spinsi verso di me e gli diedi un bacio sulla fronte. E quando
staccai le labbra, Robert risalì piano con il viso,
sfiorò la punta
del mio naso con il suo e appoggiò la sua fronte alla mia.
< Ti
voglio bene, Rob >
< Anche
io, Mitchie. Più di quanto tu possa immaginare >
Lo guardai
ancora una volta negli occhi e poi scesi dalla macchina, pronta per
rientrare in casa.
Robert fece
lo stesso, ma nell'esatto momento in cui chiuse la macchina col
telecomando, sentimmo il rumore di una macchina fotografica e
intravidi un bagliore. Il paparazzo di prima ci aveva seguiti.
Sgranai gli
occhi e guardai Robert, che mi guardò dispiaciuto e infine
corsi
verso casa.
Durante la
notte mi svegliai varie volte. Davvero, avevo una paura matta di
quello che il paparazzo aveva visto. Non volevo finire sulle riviste
ancora una volta. La notorietà non era per me e soprattutto
non
volevo che Robert si cacciasse nei guai ancora più del
dovuto.
Mi svegliai
verso le sette e feci una colazione veloce.
Mi vestii,
presi la macchina e mi diressi verso la scuola, passando a prendere
prima Jenny come da abitudine.
< Ciao!
> esclamò entrando in macchina.
< Hey,
attenta a non bagnare tutto! > ribattei ridendo.
<
Stupido temporale >
< Beh,
un po' di fresco ci voleva. Sono ormai due settimane che c'è
sto
sole accecante >
< Come è
andata ieri sera ? > chiese cambiando discorso.
< Bene,
mi sono divertita. Ho addirittura conosciuto i Thirty Seconds To Mars
>
< Tu
cosa?!? >
< Ho
conosciuto Jared, Tomo e Shannon. Non hai idea di quanto siano
simpatici >
< Sei
amica dell'attore più richiesto al momento e hai conosciuto
la tua
band preferita. Comincio ad invidiarti, lo sai? >
< Lo
faccio già da sola > ribattei ridendo.
Arrivammo a
scuola, parcheggiai la macchina e corremmo dentro l'edificio.
< Pronta
per esporre la ricerca? > chiese Jenny quando entrammo in classe.
< Non ho
dormito molto, ma sì >
< Come
mai? >
< È una
storia lunga > tagliai corto.
Rodriguez
entrò in classe, si sedette sulla cattedra e ci
guardò.
< Bene,
oggi è il primo giorno di esposizione delle ricerche.
Qualche
volontario? > domandò scrutandoci, ma nessuno di noi
sembrava
voler buttarsi < Michelle Waldorf, perché non cominci
tu dando il
buon esempio agli altri? >
Sbadigliai,
presi il mio fascicolo e mi incamminai accanto al professore. Lo
adoravo ed ero una delle alunne più brillanti del suo corso;
ma
perché ogni volta che dovevamo prepararci qualcosa a casa
dovevo
sempre cominciare io?
< La mia
ricerca tratta dell'origine del teatro in Spagna fino ai giorni
d'oggi >
<
Interessante > intervenne il professore < prego, comincia
pure
>
Feci un bel
respiro profondo e cominciai a parlare a macchinetta della mia
ricerca, giostrandomi come meglio potevo. E Rodriguez ne fu talmente
tanto impressionato che mi fece i complimenti e mi diede il massimo.
Dopo di me
cominciarono ad esporre Melanie, Gabriel e infine Olivia, la quale
presentò una ricerca non proprio buona.
Non appena
la campanella suonò mi preparai per uscire, ma venni
braccata da
Olivia e le sue amiche.
< Hey,
Waldorf. Buona esposizione la tua >
<
Grazie, Taylor > dissi senza battere ciglio < se non
è troppo
disturbo per te spostarti, io ora andrei a biologia >
< Sai,
ci stavamo appunto chiedendo come avessi fatto a fare una ricerca
così buona > continuò e vidi con la coda
dell'occhio Rodriguez
smettere di compilare il registro e fissarci.
< Si
chiama studiare, Taylor. Sai, dovresti smettere di pensare alle
cheerleader continuamente e di concentrarti sullo studio ogni tanto.
Non sarebbe male > ribattei con tono di sfida e le diedi una
spallata per andarmene.
< Hai
studiato o ti sei fatta aiutare dal tuo nuovo fidanzato? >
< Io non
ho un fidanzato >
<
Davvero? No, perché qui in macchina con Robert Pattinson
sembri in
atteggiamenti molto intimi > disse ghignando e lanciò
la rivista
che teneva in mano nel banco vicino a me.
Nella
copertina della rivista c'era in grande la foto mia e di Robert in
macchina, mentre avevamo le nostre fronti appoggiate. E la cosa
peggiore era che la foto si vedeva bene, quindi il paparazzo doveva
essersi avvicinato.
< Credo
che la mia amicizia con Robert non sia affar tuo, Taylor. E in ogni
caso non mi sono fatta aiutare da nessuno. Non ne ho bisogno. Non
sono io quella che si scopava il professore di diritto due anni fa
per avere una misera C, Olivia > risposi guardandola male.
Presi la
rivista in mano e mi incamminai verso l'uscita, gettandola nel
bidone.
Durante la
pausa pranzo presi il cellulare dall'armadietto e lo accesi,
trovandovi un messaggio di Robert, dove mi aveva scritto venti volte
la parola scusa. E diceva inoltre che si sentiva malissimo
perché mi
aveva messo in mezzo.
Sorrisi e
gli risposi che non era lui a doversi scusare, ma io. Io,
perché
sicuramente gli avevo creato dei problemi con Kristen e
perché lo
avevo portato ad un altro scandalo.
Nel giro di
quaranta minuti ormai tutta la scuola sapeva di quella foto. Persino
mia madre ne era venuta al corrente e mi aveva mandato tanti di quei
messaggi dicendomi che ora che stavo cominciando ad essere famosa
dovevo farmi vedere in giro in maniera impeccabile. Tipico di lei.
E
finalmente si fecero le tre, orario in cui mi catapultai a casa,
indossai una tuta e uscii per fare un po' di jogging.
Cominciai a
correre lungo la spiaggia e fin lì nessun problema. No, il
problema
nacque quando mi accorsi di essere seguita da un tizio con la
macchina fotografica.
< Hey! >
cominciò ad urlare il tipo < è inutile che
scappi, io ti
raggiungerò! >. Continuai a correre per altri tre
chilometri, ma
quando cominciai a sentire la forze venire a meno, mi fermai e
lasciai che il paparazzo mi raggiungesse. < Sei la fidanzata di
Robert Pattinson? >
< No >
ribattei secca col fiatone.
< Ma le
foto che sono uscite oggi sembrano dire il contrario >
< Non
sono io dentro la macchina di Robert Pattinson, okay? > sbottai.
< Ah no?
> domandò divertito < e chi allora? >
Lo guardai
non sapendo cosa rispondere.
< Mia
sorella > dissi dopo qualche attimo di esitazione <
gemella.
Angela Weber >
< Pensi
che io sia stupido? So bene che questo è il nome di un
personaggio
della saga di Twilight >
<
Hai mai sentito parlare di omonimia? >
< E tu
come ti chiameresti? >
< Nikki
Weber > mentii.
< Bene,
Nikki, posso sapere dove posso trovare tua sorella? Dovrei farle
alcune domande >
<
Certamente > risposi sorridendo < a Vancouver >
<
Vancouver? >
< Sì,
esatto. Io vivo con nostra madre e Angela con nostro padre.
È venuta
qui per qualche giorno ed è ripartita per Vancouver questa
mattina
alle nove. Se davvero vuoi parlarle, prendi un biglietto aereo
perché
non so quando tornerà qui a Los Angeles >
< Ma
potresti essere così gentile da darmi il suo
numero… >
< Io
direi proprio di no. Ho anche parlato più del necessario.
Non
conosco Robert Pattinson. Mia sorella sì. Si sono conosciuti
a
Vancouver. Se vuoi altre informazioni ti ho già detto cosa
fare. Io
non ti dirò più niente. E ora, se vuoi scusarmi,
vorrei continuare
a correre senza essere disturbata > dissi fredda e mi allontanai
senza che lui dicesse niente.
Solo quando
fui sicura di essere sola mi lasciai cadere sulla sabbia, distrutta.
Forse avevo combinato un guaio ancora più grande, ma la mia
bocca
non voleva saperne di starsene zitta. L'impulsività era
sempre stato
uno dei miei peggiori difetti. Eppure c'era del comico in tutto
questo e non vedevo l'ora di raccontarlo a Robert. Specie
perché
avevo scoperto di essere una grande attrice.
< E tu
chi saresti delle due? > domandò Robert mentre mi
porgeva una
birra.
< Non lo
so. In questo momento mi sento più Angela che Nikki >
risposi
poco prima di bere.
Guardai
Robert rimanere spiazzato dalla mia risposta.
< Ci
sono dei momenti in cui ti senti più Nikki che Angela?
>
< Beh,
sì, ogni tanto sì > risposi con
naturalezza, ma la mia risposta
sembrò ferirlo.
< Mi…mi
dispiace >
<
Perché? Non vedo dove sia il problema >
< Per il
diverso significato che diamo all'essenza di Nikki. Sapere che ogni
tanto ti senti Nikki mi ferisce. Io voglio che tu sia Angela. Sempre.
Perché essere Nikki vuol dire non averti vicina. E io non
voglio >
Gli sorrisi
e poggiai la testa sulla sua spalla.
< Quindi
secondo questa tua filosofia io non posso più essere
Michelle >
<
Perché? >
< Perché
Michelle è costituita da entrambe le due essenza. Da Angela
per
l'amicizia che ci lega e da Nikki proprio perché non
possiamo stare
insieme ogni singolo minuto. E poi non ti conosco ancora
così bene
da poter abbandonare l'essenza di Nikki >
< Ma si
può fare? >
< Non lo
so, forse >
< Okay,
allora aspetteremo > sussurrò mentre mi accarezzava i
capelli <
resti qui con me questa notte? >
Alzai lo
sguardo e lo guardai divertita.
< Come?
>
< Non
pensare male! Ho una camera degli ospiti e anche un divano. Non ti
toccherò, te lo prometto. Mi farebbe piacere però
se tu restassi e
mi facessi compagnia. Tanto è venerdì e domani
non hai scuola >
Poggiai di
nuovo la testa sulla sua spalla e mi concentrai di nuovo sul film.
<
Volentieri > dissi dopo qualche minuto di silenzio.
Et voilà
un nuovo capitolo! Avrei voluto postare prima, ma per cause maggiori
(compiti arretrati) o perché non ero a casa non ho potuto
postare.
Vado molto
di fretta, perciò mi scuso se non vi ringrazio adeguatamente
come
tutte le altre volte. Spero che questo capitolo vi piaccia e
che…chi
lo sa, magari vi aprirà un po' gli occhi xD
Quindi, un
grazie speciale a sister_forever94 (benvenuta e
grazie ^^),
alla santa valentina_black_cullen (mi dispiace di
non aver
rispettato la promessa, spero di essermi fatta perdonare), al mio
bellissimo splendore Railen (che mi hai dedicato
Airplanes e
ormai la ritengo la nostra canzone ♥), e elesol96
(benvenuta
e grazie ^^), alla magnifica angiiie (sei stupenda
per ogni
cosa che mi scrivi) e a quel tesoro meraviglioso che è Sognatrice85
(grazie per tutto quello che mi scrivi e per essere un'amica
speciale).
A presto!
Un bacione,
Giulls
P.S. Ci
tenevo a precisare una cosa. Le emozioni che Michelle ha provato sono
le stesse che ho provato io quando sono andata in Germania con la
scuola ad Aprile. Non sono una patita dei Tedeschi e della lingua, ma
la Germania è davvero un gran bel posto. Molto pulito. E
quando siamo andati al Bier Garten, dopo cena siamo saliti su questa
collina e mi sono trovata uno spettacolo a dir poco straordinario
davanti agli occhi. E per di più al tramonto. ♥