Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    31/08/2010    7 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'essenza Weber e Michelle Waldorf

< Per quanto ancora ne abbiamo? > domandò Robert con il fiatone.
< Più o meno una quarantina di metri > ribattei continuando a salire la montagna.
< Ma è tantissimo! > sbuffò.
< Sono tutte calorie che bruci. E poi scusa, ti lamenti sempre che non hai mai tempo per fare un po' di movimento a causa dei tuoi super impegni. Ebbene, ora io ti aiuterò a muoverti senza farti spendere un dollaro. Cosa pretendi di più? Dovresti essermi grato, piuttosto >
< Non sono abituato a fare tutto questo movimento, okay? >
< Coraggio, pensa che lassù ci sarà la tua fidanzata ad aspettarti >
< Chi? >
< Kristen Stewart >
< Kris non è la mia ragazza >
< Beh, tu in ogni caso la ami, quindi non vedo dove sia la differenza >
< Io non amo Kristen >
Fermai il passo e lo guardai accigliata.
< Ti prego, non raccontarmi cazzate. Ci vai solo a letto al momento, questo è vero, ma la ami >
< Non è lei che amo >
< E allora chi è che ami? > domandai cinica.
< Te. Solo ed esclusivamente te > rispose guardandomi con non calanche.
< Oh, per favore >
Robert rise e continuammo a camminare per un'altra decina di minuti, fino a che non raggiungemmo la cima.
< Ma sei sicura che i paparazzi non mi beccheranno? >
< Sicurissima >
< Potresti giurarlo? >
< Sulla tua testa >
< Hey! > esclamò sgranando gli occhi.
Continuai a ridere e lo presi per mano, invitandolo ad appoggiarsi sulla ringhiera per guardare Los Angeles di notte: uno spettacolo a dir poco stupendo. Era piena di luci, di vita…e il rumore del mare in sottofondo dava un qualcosa di speciale al tutto. Erano momenti come quello in cui io mi sentivo viva, libera da ogni preoccupazione. L'essere consapevole che un qualunque stupendo panorama mi regalava sensazioni del genere mi faceva venire i brividi. Questa era la mia Los Angeles.
< Senti che pace… > sussurrò Robert estasiato.
< Ciao! > urlai a pieni polmoni.
< Ma sei matta? >
< Respira la vera essenza di Los Angeles, Rob. Fai un bel respiro e libera la mente. L'effetto che ti fa la droga è lo stesso, solo che l'aria qui è più salutare >
Robert chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
< Non mi sembra niente di che >
< Concentrati, libera la mente >. Mi misi dietro di lui e posai le mani sui suoi occhi. < Ci sei solo tu, nient'altro. Nessuna pressione, nessuna regola, niente. Il vuoto totale. Non pensare a niente e goditi il momento. E ricordati di respirare profondamente >
Spostai le mani dagli occhi alle spalle e sentii i suoi muscoli rilassarsi.
< Quale stupenda sensazione > sussurrò afferrando entrambe le mie mani < ciao! > urlò imitandomi, poi si voltò lentamente ed aprì gli occhi.
< E allora? > chiesi curiosa col sorriso stampato in faccia.
< Non è stato facile, ma ce l'ho fatta >
< Visto? Non era poi così difficile! > ribattei sedendomi a terra e gli afferrai la mano per invitarlo a fare lo stesso.
Si sedette accanto a me e si prese una sigaretta. Me ne offrì una, poi prese l'accendino e le accendemmo.
< Mi piaci, Michelle > mi disse dopo aver aspirato < adoro la tua voglia di vivere, il tuo cogliere al meglio le cose. Davvero, senza di te mi sarei perso in questa… >
< Piscina di squali? > chiesi, interrompendolo.
< Stavo per dire giungla, ma così suona meglio >
< Hey, gli amici servono a questo >
< Sì, amici… > asserì guardando l'orizzonte.
< Forza! > esclamai, alzandomi in piedi < domani mattina devo esporre una ricerca ed è meglio tornare a casa ora >
Robert spense la sigaretta e si alzò. Mi guardò negli occhi e mi abbracciò.
< Davvero, grazie. Grazie per essermi amica >
< Grazie a te perché ti fidi di me >
< Quale stolto non si fiderebbe di Michelle Waldorf? > chiese sorridendo.
Mi allontanai di poco e poi lo spinsi, cominciando a ridere come una matta.
< Facciamo a gara a chi arriva prima! > urlai cominciando a correre.
< Sei sleale! > ribatté venendomi dietro.
Più lo sentivo avvicinarsi più tentavo di accelerare, fino a che non lo sentii prendermi per i fianchi. Ma la sfortuna volle che dovessi inciampare contro qualcosa per terra, così cademmo e rotolammo entrambi per terra per diversi metri. Ridevo e sentivo che anche lui stava facendo altrettanto. La sua risata pura e cristallina mi scaldava il cuore. Allungai le braccia per rotolare ancora più forte, fino a che non finii dentro un cespuglio, stessa sorte che toccò a Robert, specie perché lì dentro finì sopra di me col corpo.
Attaccammo a ridere come dei bambini. La nostra scena era sicuramente stata comica, pari da vincere il premio della scena più comica dell'anno.
Mi ricordai di Robert sopra di me solo quando sentii la sua mano spostarmi dei ciuffi dietro l'orecchio. Così aprii gli occhi e lo osservai: aveva una luce strana negli occhi e anche il suo sorriso era diverso. Era un sorriso che non gli avevo mai visto fare prima d'ora, assai diverso da quello che usava durante i film e le interviste e quello che riservava agli amici. Perché sì, Robert Pattinson aveva diversi sorrisi. Ma questo…questo era come se fosse puro, come quello di un bambino di cinque anni davanti ad una immensa coppa di gelato, o magari come quella di un ragazzino alla sua prima cotta. Mi ricordava tanto il sorriso di Bianca in una foto con mio padre quando ancora all'epoca erano innamorati pazzi.
< Hey, Romeo, mi stai disintegrando la cassa toracica. Mi faresti alzare? >
Robert mi guardò rosso, come se lo avessi appena beccato a combinare qualcosa di illegale e si alzò, aiutandomi a fare lo stesso.
< Scusami, non volevo farti male >
< Figurati, non preoccuparti > risposi prendendolo a braccetto < andiamo a bere qualcosa da qualche parte? >
< Credevo che dovessi tornare a casa >
< Dovrei, ma ho cambiato idea. Non sono stanca >
< Michelle… >
< Avanti, un drink solo. Poi ce ne andiamo. Ti prego… > domandai sporgendo il labbro inferiore.
Sbuffò.
< Perché non riesco a dirti di no? >
< Perché sono testarda > ribattei trionfante.
Camminammo fino alla sua macchina e poi tornammo verso la città, parcheggiando verso il centro e ci dirigemmo verso il pub che aveva aperto la settimana scorsa, quando improvvisamente mi fermai davanti ad un piccolo ristorante.
< Rob, ho fame >
< Michelle, sono le undici e mezzo. Vuoi davvero mangiare? >
< Sì >
< Ma… >
< Preferisci che faccia circolare nel mio corpo dell'alcool a stomaco vuoto, invece che mangiare senza bere nient'altro? >
< Okay, okay, hai vinto! > esclamò aprendo la porta del ristorante < speriamo che non lo facciano entrare >
< Chi? > chiesi curiosa.
< Il paparazzo che ci insegue da quando siamo scesi dalla macchina > rispose voltandosi indietro.
< Salve, in due? > domandò il cameriere venendoci incontro.
< Sì > risposi sorridendo.
< Va bene, seguitemi da questa parte, dove sarete più appartati > continuò e ci incamminammo verso un'altra sala.
< Hey, amico! > urlò qualcuno dietro di noi da un tavolo < venite a sedervi con noi >
< Jared! > esclamò Robert e mi prese per il braccio, incoraggiandomi ad avvicinarmi.
Robert Pattinson mi stava trascinando nel tavolo dove erano seduti i Thirty Seconds To Mars. I Thirty Seconds To Mars! Jared, Shannon e Tomo! Avevo i pantaloni ricoperti da chiazze verdi, i capelli sicuramente sporchi per ovvie ragioni e Robert mi stava portando al loro tavolo! In quel momento non sapevo se adorarlo o odiarlo.
< Forza, sedetevi > disse Shannon stringendosi a Tomo per fare un po' più di posto nel divanetto, mentre Jared prese la sedia nel tavolo accanto. Inutile dire che mi misi subito a sedere accanto a Shannon, lasciando così la sedia a Robert.
< E questa incantevole ragazza chi sarebbe? > chiese Jared guardandomi, mentre io sentivo le guance andarmi a fuoco.
< Lei è la mia amica Michelle > rispose Robert al mio posto, molto probabilmente perché immaginava che non avessi la lucidità per parlare al momento.
< Oh, la famosa Michelle! >
< Famosa? > domandai tornando sulla terra.
< Sì, alla festa il tuo caro amico Robert non ha fatto altro che parlare di te > intervenne Tomo.
< Quale festa? >
< Quella alla quale non hai voluto accompagnarmi >
< Oh…beh, avresti potuto dirmelo che ci sarebbero stati anche loro > ribattei indicando i ragazzi e guardando malissimo Robert.
< Non ero sicuro che sarebbero venuti e poi tu dovevi venire per me >
< Ma scusa, io posso vederti tutti i giorni! Quando mi capita di incontrarli di nuovo? >
< Guarda che così mi offendi! >
< Beh, ti passerà > risposi brevemente. Robert sgranò la bocca e mi lanciò un pugno sulla spalla. < Ma sei scemo? > urlai.
< Mi sa che hai ferito i suoi sentimenti > intervenne Jared ridendo.
< No, lo sa che scherzo >
< Volete ordinare? > domandò il cameriere di prima.
< Un cheeseburger > rispose Robert.
< Io prendo quello che hanno preso loro > ribattei, indicando la loro insalata.
< Ma non stavi morendo di fame? >
< Sì, ma sono le undici e mezza, non voglio appesantirmi troppo >
< Vedi, la ragazza ci sa fare >
Robert mi lanciò un'occhiataccia e mi tenne il muso per tutta la serata, parlando con me solo quando gli chiedevo qualcosa. Ben presto smisi di farlo. Avevo un orgoglio e non permettevo a nessuno, nemmeno a Robert di passarci sopra. Così poco dopo cominciai a parlare solo con Jared, Shannon e Tomo.
E subito mi resi conto di quanto fossero adorabili tutti e tre. Ognuno era diverso a modo suo, chi era più casinista, chi più burlone, chi più razionale e via dicendo. Ma nell'insieme erano fenomenali. E mi avevano pure invitato al loro prossimo concerto!
Verso l'una di notte Robert ed io ce ne tornammo a casa.
< Mi dici perché mi ignori? >
< Io ti ho ignorato? Hai visto loro e sono diventato trasparente. Anzi, ti dirò di più. Ti sei comportata in maniera ridicola >
< Robert, io stavo scherzando! Tutto quello che ho detto era uno scherzo! Mi dispiace che tu ti sia offeso, non era mia intenzione > sussurrai in risposta e gli toccai il dorso della mano. Sussultò al mio gesto.
< Va bene, figurati >
< Pace fatta? >
< Certo > rispose sorridendo.
< E comunque questa tua gelosia è immotivata nei miei confronti > puntualizzai una volta arrivata davanti a casa.
< Prego? > chiese, guardandomi sbigottito.
< Hai capito. Robert, io ti voglio bene e sei mio amico…e saremo sempre l'uno accanto all'altro > mi voltai verso di lui e gli accarezzai la guancia < quindi non preoccuparti. Sarò sempre la tua Mitchie. Non importa quanta gente famosa mi farai conoscere o altro. Ti sarò sempre accanto. Dopotutto, sono o non sono l'unica persona qui a Los Angeles a tenerti legato alla vita comune? >
< Sì, lo sei > asserì sorridendo < e io apprezzo tutto questo, davvero > sussurrò avvicinandosi e mi stampò un dolce bacio sulla guancia.
E presa da chissà quale moto di pazzia, gli afferrai i capelli dietro, lo spinsi verso di me e gli diedi un bacio sulla fronte. E quando staccai le labbra, Robert risalì piano con il viso, sfiorò la punta del mio naso con il suo e appoggiò la sua fronte alla mia.
< Ti voglio bene, Rob >
< Anche io, Mitchie. Più di quanto tu possa immaginare >
Lo guardai ancora una volta negli occhi e poi scesi dalla macchina, pronta per rientrare in casa.
Robert fece lo stesso, ma nell'esatto momento in cui chiuse la macchina col telecomando, sentimmo il rumore di una macchina fotografica e intravidi un bagliore. Il paparazzo di prima ci aveva seguiti.
Sgranai gli occhi e guardai Robert, che mi guardò dispiaciuto e infine corsi verso casa.
Durante la notte mi svegliai varie volte. Davvero, avevo una paura matta di quello che il paparazzo aveva visto. Non volevo finire sulle riviste ancora una volta. La notorietà non era per me e soprattutto non volevo che Robert si cacciasse nei guai ancora più del dovuto.
Mi svegliai verso le sette e feci una colazione veloce.
Mi vestii, presi la macchina e mi diressi verso la scuola, passando a prendere prima Jenny come da abitudine.
< Ciao! > esclamò entrando in macchina.
< Hey, attenta a non bagnare tutto! > ribattei ridendo.
< Stupido temporale >
< Beh, un po' di fresco ci voleva. Sono ormai due settimane che c'è sto sole accecante >
< Come è andata ieri sera ? > chiese cambiando discorso.
< Bene, mi sono divertita. Ho addirittura conosciuto i Thirty Seconds To Mars >
< Tu cosa?!? >
< Ho conosciuto Jared, Tomo e Shannon. Non hai idea di quanto siano simpatici >
< Sei amica dell'attore più richiesto al momento e hai conosciuto la tua band preferita. Comincio ad invidiarti, lo sai? >
< Lo faccio già da sola > ribattei ridendo.
Arrivammo a scuola, parcheggiai la macchina e corremmo dentro l'edificio.
< Pronta per esporre la ricerca? > chiese Jenny quando entrammo in classe.
< Non ho dormito molto, ma sì >
< Come mai? >
< È una storia lunga > tagliai corto.
Rodriguez entrò in classe, si sedette sulla cattedra e ci guardò.
< Bene, oggi è il primo giorno di esposizione delle ricerche. Qualche volontario? > domandò scrutandoci, ma nessuno di noi sembrava voler buttarsi < Michelle Waldorf, perché non cominci tu dando il buon esempio agli altri? >
Sbadigliai, presi il mio fascicolo e mi incamminai accanto al professore. Lo adoravo ed ero una delle alunne più brillanti del suo corso; ma perché ogni volta che dovevamo prepararci qualcosa a casa dovevo sempre cominciare io?
< La mia ricerca tratta dell'origine del teatro in Spagna fino ai giorni d'oggi >
< Interessante > intervenne il professore < prego, comincia pure >
Feci un bel respiro profondo e cominciai a parlare a macchinetta della mia ricerca, giostrandomi come meglio potevo. E Rodriguez ne fu talmente tanto impressionato che mi fece i complimenti e mi diede il massimo.
Dopo di me cominciarono ad esporre Melanie, Gabriel e infine Olivia, la quale presentò una ricerca non proprio buona.
Non appena la campanella suonò mi preparai per uscire, ma venni braccata da Olivia e le sue amiche.
< Hey, Waldorf. Buona esposizione la tua >
< Grazie, Taylor > dissi senza battere ciglio < se non è troppo disturbo per te spostarti, io ora andrei a biologia >
< Sai, ci stavamo appunto chiedendo come avessi fatto a fare una ricerca così buona > continuò e vidi con la coda dell'occhio Rodriguez smettere di compilare il registro e fissarci.
< Si chiama studiare, Taylor. Sai, dovresti smettere di pensare alle cheerleader continuamente e di concentrarti sullo studio ogni tanto. Non sarebbe male > ribattei con tono di sfida e le diedi una spallata per andarmene.
< Hai studiato o ti sei fatta aiutare dal tuo nuovo fidanzato? >
< Io non ho un fidanzato >
< Davvero? No, perché qui in macchina con Robert Pattinson sembri in atteggiamenti molto intimi > disse ghignando e lanciò la rivista che teneva in mano nel banco vicino a me.
Nella copertina della rivista c'era in grande la foto mia e di Robert in macchina, mentre avevamo le nostre fronti appoggiate. E la cosa peggiore era che la foto si vedeva bene, quindi il paparazzo doveva essersi avvicinato.
< Credo che la mia amicizia con Robert non sia affar tuo, Taylor. E in ogni caso non mi sono fatta aiutare da nessuno. Non ne ho bisogno. Non sono io quella che si scopava il professore di diritto due anni fa per avere una misera C, Olivia > risposi guardandola male.
Presi la rivista in mano e mi incamminai verso l'uscita, gettandola nel bidone.
Durante la pausa pranzo presi il cellulare dall'armadietto e lo accesi, trovandovi un messaggio di Robert, dove mi aveva scritto venti volte la parola scusa. E diceva inoltre che si sentiva malissimo perché mi aveva messo in mezzo.
Sorrisi e gli risposi che non era lui a doversi scusare, ma io. Io, perché sicuramente gli avevo creato dei problemi con Kristen e perché lo avevo portato ad un altro scandalo.
Nel giro di quaranta minuti ormai tutta la scuola sapeva di quella foto. Persino mia madre ne era venuta al corrente e mi aveva mandato tanti di quei messaggi dicendomi che ora che stavo cominciando ad essere famosa dovevo farmi vedere in giro in maniera impeccabile. Tipico di lei.
E finalmente si fecero le tre, orario in cui mi catapultai a casa, indossai una tuta e uscii per fare un po' di jogging.
Cominciai a correre lungo la spiaggia e fin lì nessun problema. No, il problema nacque quando mi accorsi di essere seguita da un tizio con la macchina fotografica.
< Hey! > cominciò ad urlare il tipo < è inutile che scappi, io ti raggiungerò! >. Continuai a correre per altri tre chilometri, ma quando cominciai a sentire la forze venire a meno, mi fermai e lasciai che il paparazzo mi raggiungesse. < Sei la fidanzata di Robert Pattinson? >
< No > ribattei secca col fiatone.
< Ma le foto che sono uscite oggi sembrano dire il contrario >
< Non sono io dentro la macchina di Robert Pattinson, okay? > sbottai.
< Ah no? > domandò divertito < e chi allora? >
Lo guardai non sapendo cosa rispondere.
< Mia sorella > dissi dopo qualche attimo di esitazione < gemella. Angela Weber >
< Pensi che io sia stupido? So bene che questo è il nome di un personaggio della saga di Twilight >
< Hai mai sentito parlare di omonimia? >
< E tu come ti chiameresti? >
< Nikki Weber > mentii.
< Bene, Nikki, posso sapere dove posso trovare tua sorella? Dovrei farle alcune domande >
< Certamente > risposi sorridendo < a Vancouver >
< Vancouver? >
< Sì, esatto. Io vivo con nostra madre e Angela con nostro padre. È venuta qui per qualche giorno ed è ripartita per Vancouver questa mattina alle nove. Se davvero vuoi parlarle, prendi un biglietto aereo perché non so quando tornerà qui a Los Angeles >
< Ma potresti essere così gentile da darmi il suo numero… >
< Io direi proprio di no. Ho anche parlato più del necessario. Non conosco Robert Pattinson. Mia sorella sì. Si sono conosciuti a Vancouver. Se vuoi altre informazioni ti ho già detto cosa fare. Io non ti dirò più niente. E ora, se vuoi scusarmi, vorrei continuare a correre senza essere disturbata > dissi fredda e mi allontanai senza che lui dicesse niente.
Solo quando fui sicura di essere sola mi lasciai cadere sulla sabbia, distrutta. Forse avevo combinato un guaio ancora più grande, ma la mia bocca non voleva saperne di starsene zitta. L'impulsività era sempre stato uno dei miei peggiori difetti. Eppure c'era del comico in tutto questo e non vedevo l'ora di raccontarlo a Robert. Specie perché avevo scoperto di essere una grande attrice.


< E tu chi saresti delle due? > domandò Robert mentre mi porgeva una birra.
< Non lo so. In questo momento mi sento più Angela che Nikki > risposi poco prima di bere.
Guardai Robert rimanere spiazzato dalla mia risposta.
< Ci sono dei momenti in cui ti senti più Nikki che Angela? >
< Beh, sì, ogni tanto sì > risposi con naturalezza, ma la mia risposta sembrò ferirlo.
< Mi…mi dispiace >
< Perché? Non vedo dove sia il problema >
< Per il diverso significato che diamo all'essenza di Nikki. Sapere che ogni tanto ti senti Nikki mi ferisce. Io voglio che tu sia Angela. Sempre. Perché essere Nikki vuol dire non averti vicina. E io non voglio >
Gli sorrisi e poggiai la testa sulla sua spalla.
< Quindi secondo questa tua filosofia io non posso più essere Michelle >
< Perché? >
< Perché Michelle è costituita da entrambe le due essenza. Da Angela per l'amicizia che ci lega e da Nikki proprio perché non possiamo stare insieme ogni singolo minuto. E poi non ti conosco ancora così bene da poter abbandonare l'essenza di Nikki >
< Ma si può fare? >
< Non lo so, forse >
< Okay, allora aspetteremo > sussurrò mentre mi accarezzava i capelli < resti qui con me questa notte? >
Alzai lo sguardo e lo guardai divertita.
< Come? >
< Non pensare male! Ho una camera degli ospiti e anche un divano. Non ti toccherò, te lo prometto. Mi farebbe piacere però se tu restassi e mi facessi compagnia. Tanto è venerdì e domani non hai scuola >
Poggiai di nuovo la testa sulla sua spalla e mi concentrai di nuovo sul film.
< Volentieri > dissi dopo qualche minuto di silenzio.


Et voilà un nuovo capitolo! Avrei voluto postare prima, ma per cause maggiori (compiti arretrati) o perché non ero a casa non ho potuto postare.
Vado molto di fretta, perciò mi scuso se non vi ringrazio adeguatamente come tutte le altre volte. Spero che questo capitolo vi piaccia e che…chi lo sa, magari vi aprirà un po' gli occhi xD
Quindi, un grazie speciale a sister_forever94 (benvenuta e grazie ^^), alla santa valentina_black_cullen (mi dispiace di non aver rispettato la promessa, spero di essermi fatta perdonare), al mio bellissimo splendore Railen (che mi hai dedicato Airplanes e ormai la ritengo la nostra canzone ♥), e elesol96 (benvenuta e grazie ^^), alla magnifica angiiie (sei stupenda per ogni cosa che mi scrivi) e a quel tesoro meraviglioso che è Sognatrice85 (grazie per tutto quello che mi scrivi e per essere un'amica speciale).


A presto!
Un bacione, Giulls


P.S. Ci tenevo a precisare una cosa. Le emozioni che Michelle ha provato sono le stesse che ho provato io quando sono andata in Germania con la scuola ad Aprile. Non sono una patita dei Tedeschi e della lingua, ma la Germania è davvero un gran bel posto. Molto pulito. E quando siamo andati al Bier Garten, dopo cena siamo saliti su questa collina e mi sono trovata uno spettacolo a dir poco straordinario davanti agli occhi. E per di più al tramonto. ♥

   
 
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