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Autore: velvetmouth    31/08/2010    2 recensioni
[Nightmare]
[A Nightmare On Elm Street.] Freddy Krueger è tornato a colpire nei sogni, luogo di riposo e tranquillità per eccellenza. La protagonista della storia è una ragazza che scopre ben presto quanto un incubo possa essere reale.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Boo!

Seppure ormai sapesse di trovarsi nuovamente nell'incubo, Emma non si lasciò sopraffare dal panico, tanto, anche volendo non si sarebbe svegliata. Eppure continuava, come in una preghiera, a ripetere sottovoce, con voce sommessa:
-E' solo un sogno, solo un sogno, solo un sogno... Uno stupido sogno...-
Di solito, quando da piccola percepiva di trovarsi in un incubo, le bastava pensare a quella frase, convincersi della veridicità delle sue parole ed aprire gli occhi, ritrovandosi nella sua ospitale cameretta, con un sorrisetto compiaciuto sul volto. Stavolta, però, dopo aver pronunciato più e più volte quella frase continuava a trovarsi nel corridoio della sua scuola, nella più completa desolazione. Però, era strano... Durante i sogni ''normali'' bastava accorgersi di un particolare strano, distante dalla realtà per essere subito teletrasportati di nuovo nella vita reale... Eppoi le sensazioni normali erano di totale annebbiamento, mentre durante questi spaventosi sogni Emma aveva piena coscienza di sè e di cosa le stesse capitando. Senza contare che tutto quello che le succedeva mentre sognava, sembrava ripercuotersi inspiegabilmente al suo risveglio, come il suo taglio sul collo!
Sapeva che svoltato l'angolo, dove finivano gli armadietti e c'erano i bagni delle ragazze, avrebbe potuto incontrare quel mostruoso individuo del sogno precedente, eppure non aveva paura, o almeno non fino a quando se lo fosse trovato davanti. I suoi piedi continuavano a camminare come a comando, mentre la mente le urlava di fare dietrofront e cercare di svegliarsi. In qualsiasi modo.
Ma lei sapeva, sapeva che Lui voleva che lei le andasse incontro, sapeva che se non lo avesse sfidato avrebbe continuato a torturarla nel sonno e magari chissà... Sarebbe arrivato a farle molto peggio.
Con strana lucidità e distacco di fronte a questi pensieri macabri e orrendi, si diresse verso l'ultima fila di armadietti e aprendo lentamente con la mano la porta del bagno si osservò intorno. Sembrava tutto normale.
Troppo normale...
Pensò irrequieta, andando verso il centro della stanza.
Perchè si stesse dirigendo così sicura verso quel posto? Non lo sapeva neppure lei. Sentiva una strana forza pervaderle il corpo, proprio come nei sogni, durante i quali tutti ci sentiamo pressochè invincibili. In quel momento, però, Emma ripensò al volto sfregiato del misterioso uomo con il maglione a strisce e, per un attimo vacillò. Dovette aggrapparsi saldamente ad un lavandino, che inspiegabilmente si ruppe di netto, liberando uno spruzzo d'acqua di una forza inaudita, tanto che Emma, dovette chiudere gli occhi, venendo sbattuta sul piastrellato del bagno. Boccheggiò nell'alzarsi, togliendosi dal getto che le impediva momentaneamente di respirare; tossì, sputando la poca acqua che le era entrata violentemente in gola e riaperti gli occhi, si accorse che era completamente ricoperta di sangue. Un sangue corrotto, scuro e molto denso, quasi marcio, di un fetore inaudito. Un'espressione di autentico disgusto si fece strada sul suo viso completamente imbrattato e, vedendosi allo specchio, così ricoperta di quella sostanza viscosa, il terrore e la nausea si presero possesso di lei.
Istintivamente si portò le mani davanti agli occhi, per coprire quella rivoltante visione e un gridò disumano lacerò l'aria.
-Ma come, Emma... Sei così carina! Il rosso ti dona particolarmente!-
Non c'era stato neppure bisogno di accertarsi di chi avesse pronunciato quelle parole, in un sibilo malvagio, con quella risata roca e sprezzante. Ormai conosceva quella voce sgradevole, come un bambino impara subito a diffidare dagli sconosciuti. Non fece in tempo neppure a scappare, vide un guizzo a strisce serrargli il collo, immobilizzandoglielo e un movimento rapido del mostruoso artiglio che ornava la mano destra dell'uomo.
-Nooo! Lasciami! Chi diavolo sei tu??!-
Gridò isterica Emma, scalciando a mezz'aria, cercando di liberarsi da quella morsa mortale, senza riuscirci.
- Hai detto bene, tesoro. Il diavolo!-
Di nuovo quella risata raccapricciante. Nello scroscio di quell'ilarità , Emma aveva sentito la presa al collo allargarsi leggermente, quel tanto che le avrebbe permesso di tentare la fuga. Veloce come una lepre, sgusciò sotto al braccio dell'uomo, urlando e correndo a perdifiato lungo i corridoi, che al suo passaggio iniziarono a stringersi come in un maledetto labirinto. Dietro di lei, non molto lontane, le imprecazioni e le risate orrende dell'uomo. L'adrenalina in costante aumento,  fecero in tempo a salvare Emma dall'essere schiacciata da due muri opposti, che stavano pericolosamente chiudendosi.
Osservò le estremità toccarsi e poi unirsi, come fossero state un unico enorme muro. Tirò un sospiro di sollievo, almeno adesso quel mostro non avrebbe potuto raggiungerla da lì. Adesso bisognava trovare un modo per svegliarsi! Sperò soltanto che Kellan o Rose la riportassero indietro, facendola sfuggire da quel maledetto guanto uncinato.
Ma lui era già lì, dietro di lei. La sua sagoma scura che incombeva sul suo viso, increspato in un'espressione di terrore puro. Non fece in tempo nè a gridare, nè tantomento a scappare. Il maligno individuo dal maglione a striscie le era addosso e stava tentando di ucciderla.


-Emma! Emma!-
Sbarrò gli occhi, pervasa ancora dal terrore e dall'ansia. Si ritrovò persino a scalciare, digrignando i denti con un urlo smorzato e strozzato in gola.
Ansimò, come a corto d'aria e vide davanti a sè le sagome ben distinte di Kellan e Rose, che la osservavano allibite.
-Emma, tu non stai bene... Meglio se torni a casa!-
Rose pronunciò quelle parole con gli occhi fissi in quelli dell'amica. Emma dette una rapida occhiata allo specchio collocato davanti al lettino. Era di un colorito cenereo-verdognolo, il labbro inferiore le tremava e persino le guance, di solito di un vivace color pesca, si erano ingrigite dallo spavento.

Durante il tragitto da scuola a casa, Emma era ossessionata dal ripresentarsi di quell'uomo. In ogni siepe vedeva il suo volto smangiato dalle fiamme, emergere dalle foglie con gli artigli guizzanti, ogni uomo girato di spalle poteva essere lui, dietro ad ogni angolo sentiva la sua macabra e inquietante presenza.
Rose aveva deciso di accompagnarla. Ridotta così- aveva detto- non sarebbe arrivata da nessuna parte. La sorreggeva amorevolmente per un braccio, attenta a non farla inciampare. Poi d'un tratto, a meno di qualche passo dal cancello d'entrata di casa di Emma, si fermò, poggiando sulle sue spalle entrambe le mani.
-L'ho percepito da stamani.-
Disse, sicura, ancorando gli occhi dell'amica.
-L'ho sentito subito che c'era qualcosa che non andava. Emma stai malissimo e si vede... Cosa diamine hai?!-
Il tono era spaventato, ma anche irritato. Si erano sempre dette tutto, o almeno sempre cose importanti e, quella lo sembrava e anche parecchio.
Emma sospirò, rassegnata, ma ancora sotto choc.
-Quando...Quando mi addormento... E' da ieri sera che... Insomma...-
Rose la osservava, cercando di captare le parole di Emma, anche se stava parlando pianissimo, con le labbra ancora tremolanti.
-Coraggio, Ems! Qualunque cosa tu abbia... Io e te ne abbiamo passate di peggiori!-
Ricordò con un sorriso, incoraggiandola a raccontare.
Per un momento il viso di Emma si distese.
-Ieri ho sognato un uomo. Un uomo orribilmente sfregiato, forse dal fuoco. Era spaventoso solo alla vista, ma... Voleva uccidermi, lo so, voleva farlo!!-
Emma iniziò a dibattersi, proprio come a volersi liberare dall'uomo con indosso il pesante maglione rigato. Rose l'abbracciò, carezzandole piano i capelli.
-E' solo un incubo, Ems, un orrendo incubo... Sai, anche a me capita di avere la sensazione che sia reale, ma...-
Emma la interruppe.
-Tu non puoi capire, Rose... Lui è reale! So che lo è!-
La ragazza si lasciò in preda agli isterismi, iniziando a strappare il cerotto che nascondeva il graffio sul collo.
-Vedi questo? Me l'ha fatto Lui con quel suo guanto infernale! Vuole ammazzarmi, Rose! Vuole uccidermi mentre dormo!-
Emma aveva iniziato a tremare. Le lacrime si mescolavano ai ricordi terribili rievocati dalla sua mente, ancora troppo vulnerabile per un simile racconto, tanto che neppure Rose era disposta a crederle. La prese sottobraccio e la trasportò fino alla porta, dove insieme alla madre la stesero sul divano. La lasciò che dormiva placidamente sotto una coperta, crollata di fronte allo stress.
-Non so cosa le sia successo, forse è semplicemente sotto torchio per via della scuola... Stamattina si è svegliata in preda alla disperazione più nera con quel taglio sul collo! Credevo che fosse entrato qualcuno e le avesse fatto del male, eppure era tutto sigillato... Dopo che l'anno scorso entrò quel ladro, tengo tutto ermeticamente chiuso!-
La donna parlò qualche minuto con Rose sull'uscio, mettendola a conoscienza delle sue paure. Rose la rassicurò che era sicuramente per via del troppo stress accumulato durante l'anno scolastico, d'altronde Emma non era una ragazza con problemi di nessun tipo. Tranquilla, diligente, silenziosa e timida. Aveva soltanto dato un pò di testa per la stanchezza, tutto sotto controllo!
Dopo un breve scambio di saluti rivolti alle famiglie, Rose si incamminò verso casa sua, a pochi isolati di distanza.
Il comportamento di Emma le sembrava così strano! Fino a due giorni prima era tranquillissima, come al solito e poi così, all'improvviso era crollata nella stanchezza? No, neppure lei che sosteneva questa tesi, ci credeva poi molto. Eppoi, stanca di cosa? Nella loro placida cittadina non c'era niente da fare se non andare a scuola e uscire nel pomeriggio con gli amici, qualche festa ogni tanto e basta. E non che queste cose fossero così stressanti da impazzire da un giorno all'altro. La scuola era sopportabile, sopratutto per una come Emma, così intelligente e portata nello studio... Era veramente inspiegabile.
Eppoi il racconto di quell'incubo, l'autentico terrore che Rose aveva visto riflesso negli occhi dell'amica, le aveva letteralmente raggelato il sangue. Emma non era di certo una tipa facilmente impressionabile, anche se a primo acchitto sembrava la classica ragazza timida e dagli occhi dolci. No, lei non credeva in simili ''scemenze'' come le classificava. Persino quando decidevano di guardare un film horror, lei era l'unica a rimanere ancorata alla realtà.
E allora, perchè quell'esagerata reazione per un incubo? Sì ok, l'aveva sognato due volte... Ma era pur sempre un sogno! Una cosa che non trova riscontri nella realtà.
E allora quel taglio? Da dove veniva?
Rose rimase al telefono per più di un'ora con Kellan per aggiornarlo dei fatti accaduti. Nemmeno lui credeva ad un improvviso crollo psicologico di Emma. C'era sotto qualcosa, qualcosa di grosso.
Rimandarono il discorso al giorno dopo, certi che l'amica non si sarebbe presentata, per riposarsi un pò. Rose si preparò per la notte, si infilò sotto le coperte e spense la luce, chiudendo gli occhi, tempestati di domande ancora senza risposte. Dopo nemmeno due minuti, stava già dormendo profondamente.
  
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