[Nightmare] [A Nightmare On Elm Street.] Freddy Krueger è tornato a colpire nei sogni, luogo di riposo e tranquillità per eccellenza. La protagonista della storia è una ragazza che scopre ben presto quanto un incubo possa essere reale.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Seppure ormai sapesse di trovarsi nuovamente
nell'incubo,
Emma non si lasciò sopraffare dal panico, tanto, anche
volendo non si
sarebbe svegliata. Eppure continuava, come in una preghiera, a ripetere
sottovoce, con voce sommessa:
-E' solo un sogno, solo un sogno, solo un sogno... Uno stupido sogno...-
Di
solito, quando da piccola percepiva di trovarsi in un incubo, le
bastava pensare a quella frase, convincersi della veridicità
delle sue
parole ed aprire gli occhi, ritrovandosi nella sua ospitale cameretta,
con un sorrisetto compiaciuto sul volto. Stavolta, però,
dopo aver
pronunciato più e più volte quella frase
continuava a trovarsi nel
corridoio della sua scuola, nella più completa desolazione.
Però, era
strano... Durante i sogni ''normali'' bastava accorgersi di un
particolare strano, distante dalla realtà per essere subito
teletrasportati di nuovo nella vita reale... Eppoi le sensazioni
normali erano di totale annebbiamento, mentre durante questi spaventosi
sogni Emma aveva piena coscienza di sè e di cosa le stesse
capitando.
Senza contare che tutto quello che le succedeva mentre sognava,
sembrava ripercuotersi inspiegabilmente al suo risveglio, come il suo
taglio sul collo!
Sapeva che svoltato l'angolo, dove finivano gli
armadietti e c'erano i bagni delle ragazze, avrebbe potuto incontrare
quel mostruoso individuo del sogno precedente, eppure non aveva paura,
o almeno non fino a quando se lo fosse trovato davanti. I suoi piedi
continuavano a camminare come a comando, mentre la mente le urlava di
fare dietrofront e cercare di svegliarsi. In qualsiasi modo.
Ma lei
sapeva, sapeva che Lui voleva che lei le andasse incontro, sapeva che
se non lo avesse sfidato avrebbe continuato a torturarla nel sonno e
magari chissà... Sarebbe arrivato a farle molto peggio.
Con strana
lucidità e distacco di fronte a questi pensieri macabri e
orrendi, si
diresse verso l'ultima fila di armadietti e aprendo lentamente con la
mano la porta del bagno si osservò intorno. Sembrava tutto
normale. Troppo normale... Pensò irrequieta, andando verso il centro della
stanza. Perchè
si stesse dirigendo così sicura verso quel posto? Non lo
sapeva neppure
lei. Sentiva una strana forza pervaderle il corpo, proprio come nei
sogni, durante i quali tutti ci sentiamo pressochè
invincibili. In quel
momento, però, Emma ripensò al volto sfregiato
del misterioso uomo con
il maglione a strisce e, per un attimo vacillò. Dovette
aggrapparsi
saldamente ad un lavandino, che inspiegabilmente si ruppe di netto,
liberando uno spruzzo d'acqua di una forza inaudita, tanto che Emma,
dovette chiudere gli occhi, venendo sbattuta sul piastrellato del
bagno. Boccheggiò nell'alzarsi, togliendosi dal getto che le
impediva
momentaneamente di respirare; tossì, sputando la poca acqua
che le era
entrata violentemente in gola e riaperti gli occhi, si accorse che era
completamente ricoperta di sangue. Un sangue corrotto, scuro e molto
denso, quasi marcio, di un fetore inaudito. Un'espressione di autentico
disgusto si fece strada sul suo viso completamente imbrattato e,
vedendosi allo specchio, così ricoperta di quella sostanza
viscosa, il
terrore e la nausea si presero possesso di lei.
Istintivamente si portò le mani davanti agli occhi, per
coprire quella rivoltante visione e un gridò disumano
lacerò l'aria.
-Ma come, Emma... Sei così carina! Il rosso ti dona
particolarmente!-
Non
c'era stato neppure bisogno di accertarsi di chi avesse pronunciato
quelle parole, in un sibilo malvagio, con quella risata roca e
sprezzante. Ormai conosceva quella voce sgradevole, come un bambino
impara subito a diffidare dagli sconosciuti. Non fece in tempo neppure
a scappare, vide un guizzo a strisce serrargli il collo,
immobilizzandoglielo e un movimento rapido del mostruoso artiglio che
ornava la mano destra dell'uomo.
-Nooo! Lasciami! Chi diavolo sei tu??!-
Gridò isterica Emma, scalciando a mezz'aria, cercando di
liberarsi da quella morsa mortale, senza riuscirci.
- Hai detto bene, tesoro. Il diavolo!-
Di
nuovo quella risata raccapricciante. Nello scroscio di
quell'ilarità ,
Emma aveva sentito la presa al collo allargarsi leggermente, quel tanto
che le avrebbe permesso di tentare la fuga. Veloce come una lepre,
sgusciò sotto al braccio dell'uomo, urlando e correndo a
perdifiato
lungo i corridoi, che al suo passaggio iniziarono a stringersi come in
un maledetto labirinto. Dietro di lei, non molto lontane, le
imprecazioni e le risate orrende dell'uomo. L'adrenalina in costante
aumento, fecero in tempo a salvare Emma dall'essere
schiacciata da due
muri opposti, che stavano pericolosamente chiudendosi.
Osservò le
estremità toccarsi e poi unirsi, come fossero state un unico
enorme
muro. Tirò un sospiro di sollievo, almeno adesso quel mostro
non
avrebbe potuto raggiungerla da lì. Adesso bisognava trovare
un modo per
svegliarsi! Sperò soltanto che Kellan o Rose la riportassero
indietro,
facendola sfuggire da quel maledetto guanto uncinato.
Ma lui era già
lì, dietro di lei. La sua sagoma scura che incombeva sul suo
viso,
increspato in un'espressione di terrore puro. Non fece in tempo
nè a
gridare, nè tantomento a scappare. Il maligno individuo dal
maglione a
striscie le era addosso e stava tentando di ucciderla.
-Emma! Emma!-
Sbarrò
gli occhi, pervasa ancora dal terrore e dall'ansia. Si
ritrovò persino
a scalciare, digrignando i denti con un urlo smorzato e strozzato in
gola.
Ansimò, come a corto d'aria e vide davanti a sè
le sagome ben distinte di Kellan e Rose, che la osservavano allibite.
-Emma, tu non stai bene... Meglio se torni a casa!-
Rose
pronunciò quelle parole con gli occhi fissi in quelli
dell'amica. Emma
dette una rapida occhiata allo specchio collocato davanti al lettino.
Era di un colorito cenereo-verdognolo, il labbro inferiore le tremava e
persino le guance, di solito di un vivace color pesca, si erano
ingrigite dallo spavento.
Durante il tragitto da scuola a casa,
Emma era ossessionata dal ripresentarsi di quell'uomo. In ogni siepe
vedeva il suo volto smangiato dalle fiamme, emergere dalle foglie con
gli artigli guizzanti, ogni uomo girato di spalle poteva essere lui,
dietro ad ogni angolo sentiva la sua macabra e inquietante presenza.
Rose
aveva deciso di accompagnarla. Ridotta così- aveva detto-
non sarebbe
arrivata da nessuna parte. La sorreggeva amorevolmente per un braccio,
attenta a non farla inciampare. Poi d'un tratto, a meno di qualche
passo dal cancello d'entrata di casa di Emma, si fermò,
poggiando sulle
sue spalle entrambe le mani.
-L'ho percepito da stamani.-
Disse, sicura, ancorando gli occhi dell'amica.
-L'ho sentito subito che c'era qualcosa che non andava. Emma stai
malissimo e si vede... Cosa diamine hai?!-
Il
tono era spaventato, ma anche irritato. Si erano sempre dette tutto, o
almeno sempre cose importanti e, quella lo sembrava e anche parecchio.
Emma sospirò, rassegnata, ma ancora sotto choc.
-Quando...Quando mi addormento... E' da ieri sera che... Insomma...-
Rose la osservava, cercando di captare le parole di Emma, anche se
stava parlando pianissimo, con le labbra ancora tremolanti.
-Coraggio, Ems! Qualunque cosa tu abbia... Io e te ne abbiamo passate
di peggiori!-
Ricordò con un sorriso, incoraggiandola a raccontare.
Per un momento il viso di Emma si distese.
-Ieri
ho sognato un uomo. Un uomo orribilmente sfregiato, forse dal fuoco.
Era spaventoso solo alla vista, ma... Voleva uccidermi, lo so, voleva
farlo!!-
Emma iniziò a dibattersi, proprio come a volersi liberare
dall'uomo con indosso il pesante maglione rigato. Rose
l'abbracciò,
carezzandole piano i capelli.
-E' solo un incubo, Ems, un orrendo incubo... Sai, anche a me capita di
avere la sensazione che sia reale, ma...-
Emma la interruppe.
-Tu non puoi capire, Rose... Lui è reale! So che lo
è!-
La ragazza si lasciò in preda agli isterismi, iniziando a
strappare il cerotto che nascondeva il graffio sul collo.
-Vedi questo? Me l'ha fatto Lui con quel suo guanto infernale! Vuole
ammazzarmi, Rose! Vuole uccidermi mentre dormo!-
Emma
aveva iniziato a tremare. Le lacrime si mescolavano ai ricordi
terribili rievocati dalla sua mente, ancora troppo vulnerabile per un
simile racconto, tanto che neppure Rose era disposta a crederle. La
prese sottobraccio e la trasportò fino alla porta, dove
insieme alla
madre la stesero sul divano. La lasciò che dormiva
placidamente sotto
una coperta, crollata di fronte allo stress.
-Non so cosa le sia
successo, forse è semplicemente sotto torchio per via della
scuola...
Stamattina si è svegliata in preda alla disperazione
più nera con quel
taglio sul collo! Credevo che fosse entrato qualcuno e le avesse fatto
del male, eppure era tutto sigillato... Dopo che l'anno scorso
entrò
quel ladro, tengo tutto ermeticamente chiuso!-
La donna parlò
qualche minuto con Rose sull'uscio, mettendola a conoscienza delle sue
paure. Rose la rassicurò che era sicuramente per via del
troppo stress
accumulato durante l'anno scolastico, d'altronde Emma non era una
ragazza con problemi di nessun tipo. Tranquilla, diligente, silenziosa
e timida. Aveva soltanto dato un pò di testa per la
stanchezza, tutto
sotto controllo!
Dopo un breve scambio di saluti rivolti alle famiglie, Rose si
incamminò verso casa sua, a pochi isolati di distanza.
Il
comportamento di Emma le sembrava così strano! Fino a due
giorni prima
era tranquillissima, come al solito e poi così,
all'improvviso era
crollata nella stanchezza? No, neppure lei che sosteneva questa tesi,
ci credeva poi molto. Eppoi, stanca di cosa? Nella loro placida
cittadina non c'era niente da fare se non andare a scuola e uscire nel
pomeriggio con gli amici, qualche festa ogni tanto e basta. E non che
queste cose fossero così stressanti da impazzire da un
giorno
all'altro. La scuola era sopportabile, sopratutto per una come Emma,
così intelligente e portata nello studio... Era veramente
inspiegabile.
Eppoi
il racconto di quell'incubo, l'autentico terrore che Rose aveva visto
riflesso negli occhi dell'amica, le aveva letteralmente raggelato il
sangue. Emma non era di certo una tipa facilmente impressionabile,
anche se a primo acchitto sembrava la classica ragazza timida e dagli
occhi dolci. No, lei non credeva in simili ''scemenze'' come le
classificava. Persino quando decidevano di guardare un film horror, lei
era l'unica a rimanere ancorata alla realtà.
E allora, perchè
quell'esagerata reazione per un incubo? Sì ok, l'aveva
sognato due
volte... Ma era pur sempre un sogno! Una cosa che non trova riscontri
nella realtà.
E allora quel taglio? Da dove veniva?
Rose rimase
al telefono per più di un'ora con Kellan per aggiornarlo dei
fatti
accaduti. Nemmeno lui credeva ad un improvviso crollo psicologico di
Emma. C'era sotto qualcosa, qualcosa di grosso.
Rimandarono il
discorso al giorno dopo, certi che l'amica non si sarebbe presentata,
per riposarsi un pò. Rose si preparò per la
notte, si infilò sotto le
coperte e spense la luce, chiudendo gli occhi, tempestati di domande
ancora senza risposte. Dopo nemmeno due minuti, stava già
dormendo
profondamente.