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Autore: JessL_    31/08/2010    10 recensioni
Per uno strano scherzo del destino – o forse di Sandra – Alex e Elise si incontrano in quello che per lui è una semplice uscita con gli amici.
Alex rimane affascinato dalla presenza di lei e non ne capisce il perché, d’altronde che cosa può mai fare un bel viso e un bel corpo a un dongiovanni? Di tutto e di più se si tratta di Elise – ragazza misteriosa e simpatica che riesce a far prendere, in tutti i sensi, il nostro protagonista sexy.
Ecco i pensieri del protagonista maschile di “Overwhelms me – Travolgimi”, il primo incontro tra i protagonisti, ma visto con gli occhi di lui... e non solo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Travolgimi'
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Introduzione:

Innanzitutto vi ringrazio di cuore per come avete preso bene l’idea dei pensieri di Alex.

C’è chi se lo immaginavo più... dolce, altre che lo hanno trovato perfetto e che sono troppo contente della “sorpresa” per dare un vero e proprio giudizio. Vi ringrazio una per una ma scusatemi se non risponderò singolarmente...

 

Vorrei precisare una cosa: questa non è tutta storia sotto il punto di vista di Alex, ho deciso di creare una raccolta dei punti più “salienti” - e in alcune parti inedite - sotto i pensieri del protagonista maschile. Spero che come idea vi piaccia e sono davvero contenta di come avete accettato la prima One Shot. [Saranno tutte one shot, non capitoli, spero sia chiaro e prima che me lo chiediate... andrò in ordine con la storia, solo che prenderò i punti che penso siano meglio da “chiarire”, o meglio dire dove i pensieri di Alex forse sembrano troppo... poco precisi.]

 

Ultima precisazione... questo capitolo, mette in chiaro quello che accade nel secondo e una parte del terzo capitolo di “Overwhelms me – Travolgimi”.

Ho detto tutto, perciò... buona lettura :) e se vi va – cosa che mi farebbe molto piacere, non lo nego – fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e che impressione vi ha dato. Un bacione.

 

 

 

        » Ci vuole coraggio a lasciarsi andare.

A lasciare cadere la maschera e dire, ecco questo sono io.

 

 

 

 

 

Titolo raccolta: Stravolgimi – Alex pov.

Sottotitolo: La paura è irrazionale.

Rating: arancione per i dialoghi.

 

 

Alex pov.

Osservo l’orologio e sospiro, ancora dieci minuti e inizia la mia pausa pranzo.

<< Alex, vai in pausa. Sono stufo di doverti ripetere le cose mille volte e soprattutto penso che leverò l’orologio se ti distrae così tanto. >> Il sorriso di zio Marco non scompare mentre parla, ma comunque mi ha “rimproverato.”

<< Grazie zio... è che... sai no? >> Aggrotta la fronte alle mie parole confuse e scuote il capo.

<< No, non so. >> Ridacchio e alzo la mano per passarmela tra i capelli ma sono piene di grasso e desisto.

<< Si tratta di una ragazza. >> Dico infine sviando il suo sguardo.

<< Tutto qui? Tutta sta fretta per una ragazza? E da dov’è sbucata? >> Rido e mi siedo sul sedile dell’auto che stiamo letteralmente smontando. Prima di rispondere ripenso a lei, a Elise.

<< L’ho conosciuta sabato sera. >>

<< E già guardi così assorto l’orologio? Nipote! Non ti ho insegnato niente? >> Sbuffo.

<< E’ diverso zio. Non ci capisco più niente, è da domenica che la penso e per di più non so nemmeno come contattarla. >> Zio Marco alza un sopracciglio.

<< Un modo ci deve pur essere, e comunque non c’è bisogno che ti alteri tanto... ho capito che ti piace ma per favore, dimmi che almeno te la sei già portata a letto. >> Lo guardo trucemente.

<< Sì zio ma non è questo il punto. >>

<< Davvero? E quale sarebbe? Non ti ho mai visto così frustrato perché non sai come rintracciare una ragazza, anzi, tu non provi nemmeno a cercarle! A te basta la prima che ti capita davanti!! >> Mi affosso maggiormente nel sedile e sospiro non guardandolo. Il tono della sua voce a tratti era normale, altre più alte e sinceramente pare piuttosto divertito.

<< Non esagerare. Non è che mi basti che respirino! Non sono così malato. >>

<< E’ vero, per fortuna hai preso soprattutto da tua madre. >> Alzo gli occhi al cielo evitando di ricordargli che nemmeno cinque giorni fa mi ha detto che sono un Berti al cento per cento.

<< Non è normale, vero? >> Pulendosi le mani con uno straccio, si siede accanto a me sul pavimento.

<< Sei giovano, ho sempre fatto di tutto per farti capire che devi fare tutto e soprattutto divertirti ma sei un ragazzo con la testa sulle spalle e soprattutto non prendi mai in giro nessuno quando si tratta di sentimenti e cose varie... ma se devo basarmi su quello che sta succedendo, posso dirti di trovare un modo per rivederla. Non sei mai stato così cocciuto, non hai mai pensato che valesse la pena rintracciare una ragazza dopo esserci andato a letto... perciò sì, è normale provare più di un’attrazione verso una ragazza. >>

<< Attrazione, eh? >>

<< Beh sì, nipote, non pensare che sia altro perché ti massacro di botte. Non la conosci e non ti sei fatto remore a farla tua... è attrazione, magari adesso sei incuriosito, quindi pensi di volerla ma non lo so... non penso tu sia pronto a mettere la testa a posto. >>

<< Poco fa hai detto che ho la testa sulle spalle. >> Dico sorridendo.

<< Beh non è la stessa cosa. Sei responsabile e sai a cosa vai incontro facendo determinate scelte ma non per questo significa che devi avere la testa a posto anche quando si parla di sesso. >> Scuoto il capo e mi alzo per andarmi a cambiare. Non capisco perché continuo a confidarmi con lui, con lui che per giunta è felicemente sposato, ma sembra una sottospecie di adolescente con qualche rotella fuori posto!

 

Sono un’idiota, no, forse peggio, beh oramai non posso fare nulla quindi continuo a osservare Fabio che sta parlando al telefono con Sandra.

<< Dai è una cosa seria! >> Fabio sbuffa e mi guarda scocciato. Sandra gli sta facendo duemila domande e sinceramente penso sia normale. Perché il proprio ragazzo dovrebbe chiederti il numero di una tua amica? << Ma non è per me! Cavolo è per Alex! Sì! Sì, per Alex. Che me ne dovrei fare del numero di Elise? >> Scendo dalla moto e gli afferro il telefono, ci manca solo che adesso litighino per colpa mia.

<< Sandra, sono Alex. >>

<< Sì, lo avevo capito. Dì al tuo amico che è un coglione. >>

<< Ti assicuro che lo sa già. Non mi serve il numero, voglio che sia lei a darmelo... dimmi almeno il nome della scuola. >>

<< Sei così determinato? >> Ci penso qualche attimo a risponderle.

<< Sì. >> Con un sospiro mormora il nome della scuola e io sorrido trionfante lanciando il telefono a Fabio e andarmene. Tanto non penso che per Fabio sarà un problema uscire da scuola un po’ prima, in pratica gli ho fatto un piacere.

 

L’edificio scolastico è di fronte a me, il colore delle mattonelle risalta più dell’insegna con su scritto il nome della scuola e le finestre sono quasi tutte aperte per far entrare aria nelle aule. Vorrei sapere qual è la sua, ma mi rendo conto che non serve, che non devo lasciarmi prendere troppo, alla fine, di lei che cosa so? Praticamente nulla a parte che ha la stessa età di mia sorella, che ascolta tanta musica e quali cartoni adorava da piccola. Certo, sono più cose di quanto abbia mai saputo delle altre con cui sono andato a letto, ma questo non significa niente. La curiosità che sento nei suoi confronti – a mio parere – non ha senso, forse è solo la novità. Il vedere, il conoscere, una ragazza differente dalle altre. Sì, è sicuramente solo per questo che mi sono fatto questo sbattone fino a questo posto.

Ho chiesto a un ragazzo tra quanto dovrebbero finire le lezioni, ha detto tra cinque minuti, quindi sono arrivato in tempo, quindi non mi sono fatto tutta sta strada per niente, bene... adesso, però, chi mi assicura che lei, oggi, sia venuta a lezione? Sbuffo e appoggio il casco dietro di me.

Mi guardo attorno pensando a niente di particolare e sobbalzo quando suona la campanella. I miei occhi si puntano sulle porte della scuola che si aprono e che danno il via libera a una marea di persone di uscire. Cerco di stare attento e di non perdermi nessuno, ma con la fortuna che mi ritrovo, è più che probabile che vedrò tutti tranne lei... invece no, eccola lì, che sorride a un paio di ragazze e che si guarda un attimo indietro, intravedo i capelli di Sandra e alzo un sopracciglio; cioè, queste due vengono a scuola insieme? Sbuffo facendo finta di niente e chiamo Elise sperando che mi veda e mi senta. Accade e per una volta mi tocca ringraziare il cielo, mi si avvicina con lentezza e noto immediatamente che c’è qualcosa che non va. Non è semplicemente stupita, sembra... arrabbiata, forse nervosa. Quando mi è di fronte non parla, mi osserva e si tortura le mani, sembra così indifesa... << Ehi, il gatto ti ha mangiato la lingua? >> Che uscita da grande genio, ma almeno grazie a questa mia stupida frase riusciamo a parlare e riesco anche a farla ridere.

<< Hai fame? >> Le chiedo. D’altronde era questa la mia idea, portarla a pranzo. Parlare un po’, stare semplicemente in sua compagnia; tituba, mi guarda stranita ma infine mi pone un’altra domanda, come se rispondermi fosse troppo complicato.

<< Come facevi a sapere che scuola frequentassi? >> Sospiro per poi sorridere sporgendomi verso di lei.

<< Non possiamo parlarne di fronte a un cheeseburger? >>

<< Non posso. >> Ma vorrebbe dire di sì. Lo capisco dai suoi occhi, il dispiacere è immenso.

Provo a convincerla ma infine niente... l’unica cosa che riesco a fare, è farla ridere e allontanarla. I suoi “non posso”, che sono diventati almeno tre, mi hanno fatto male... soprattutto perché... perché sembravano veri. Non mi sembrava una scusa, anche perché avrebbe potuto inventare qualcosa di meglio invece di mormorare quelle due stupide parole che mi hanno solo fatto venire il nervoso!

 

**

 

Sbuffando butto il joystick sul tavolino che ho di fronte. Sono a casa di Gigi, e ci sono anche Francesco, Fabio e Sandra. Abbiamo intenzione di mangiare qui ma io è da almeno tre giorni che non sono molto di compagnia. Il perché... beh non me lo hanno chiesto, ho sempre cercato di far evitare le domande.

<< Io non ti sopporto più. >> Mi dice Gigi afferrando il joystick che ho precedentemente buttato in malo modo. << Che ti prende? Sono tre giorni, almeno, che sei irritabile. >> Non lo guardo nemmeno, come ho già detto, cerco di evitare le domande. Non capisco perché dovrei dire che quella bellissima e dannata ragazza mi ha dato un due di picche. E per giunta mi sono offeso, ci sono rimasto male. No, non posso dirlo. E non è solo per un fattore di orgoglio, è che non voglio crederci... beh ok, anche l’orgoglio centra, ma poco.

<< È che non scopi, vero? >> Mi volto verso Francesco. Cazzo, anche lui ha ragione ma continuo a tacere.

<< Che discorsi maturi. Allora cosa volete mangiare? >> Ed ecco che Sandra entra in scena!

<< Per Alex direi qualcosa di dolce. >> Gigi mi strappa un lieve sorriso e la sua pacca sulla spalla mi fa capire che mi è vicino e che se voglio, lui c’è. Alla fine noi ragazzi siamo così, non abbiamo sempre bisogno delle parole. A noi basta poco per capirci. A volte basta un solo e semplice grugnito.

Sandra sbuffa e si fa spazio tra i ragazzi per affiancarmi. Mi guarda con le labbra strette e con in mano il suo cellulare.

<< Lo faccio perché sei il migliore amico di Fabio e per un altro motivo che non ti sto a dire. >> Alzo un sopracciglio convinto di essermi perso qualcosa ma le sue dita premono velocemente sui tasti del suo piccolo cellulare.

<< Non è per fami i cazzi miei... ma che stai facendo? Anzi, che stai dicendo? >>

<< Ho mandato un messaggio a Elise per sapere dove si trova. Oggi c’è sciopero a scuola e so solo che si sarebbe vista con una nostra amica. Magari potremmo raggiungerle. >> La guardo stupito con un “grazie” scritto a caratteri cubitali sulla fronte, lei capendolo mi sorride, anche se io non ho detto nulla.

<< Ehi, ehi fermi un attimo. Elise? Che cosa centra la tua amica con Alex? >> Mi passo una mano tra i capelli e appoggio la mia schiena al divano mentre Gigi aspetta una risposta.

<< L’altro giorno l’ho raggiunta davanti scuola. Non è rimasta con me. >> Dico un po’ abbattuto.

<< Oddio, ti ha dato buca e ancora che ci provi? >> Ecco l’incoraggiamento di Fra.

<< Ehi! State parlando della mia migliore amica e siete pregati di non sputtanarla quando non sapete le cose, ok? >> Sandra è inferocita e molto seria. Forse mi sbagliavo, d’altronde sono amiche, e l’amicizia non può esserci solo da una parte. Probabilmente anche lei ci tiene, soprattutto se la definisce la sua migliore amica.

 

**

 

<< No dai, ieri avete pranzato insieme? >> Mi chiede Gigi rimando seduto su un muretto, siamo tutti assieme e sinceramente è da ieri che il sorriso non abbandona le mie labbra. È da scemi? Sì.

<< Sì ma niente di che. >>

<< Non direi, ti è tornato il sorriso! >> Dice Francesco muovendo le sopracciglia su e giù ammiccando. Rido e sento il telefono di Sandra squillare. La osservo un attimo e poi torno a parlare con i miei amici, come ho sempre fatto, almeno prima che un semplice “ciao ciao” riuscisse a farmi dare di matto per tre giorni consecutivi.

<< Suvvia Eli, non scaldarti. Stavo scherzando! >> Dice Sandra riedendo. Eli. Elise. Ha detto il suo nome. Mi avvicino sotto le espressioni stranite di Fabio, di Francesco e di Gigi.

<< E’ Elise al telefono? >> Chiedo sapendo che è così ma ovviamente lei mi dice di no e che c’è Fabio che mi chiama facendomi sbuffare allontanandomi. I miei amici ridono sotto i baffi e cercano di fare finta di niente per non farmi imbarazzare – cosa strana poiché solitamente cercano di fare di tutto per far sì che accada.

Una mezzoretta dopo, Sandra mi guarda intensamente e io alzo il sopracciglio. Stavo ascoltando la cazzata detta da Gigi, ma mi sono distratto, quindi mentre gli altri ridono continuo a guardare la moretta aspettandomi una spiegazione.

<< Non ti è arrivato un messaggio? >> Aggrotto la fronte e noto benissimo Fabio che ci guarda in modo sospetto.

<< Non lo so, perché? >>

<< Puoi controllare? >>

<< Che succede? >> Chiede Fabio mentre afferro il telefono e osservando la bustina sullo schermo che indica un nuovo messaggio. Aggrotto la fronte e torno a osservare Sandra che continua a parlottare con Fabio un po’ alterato.

<< Sì c’è un messaggio. >> Ma non chiedo niente perché lo apro. Il numero non lo conosco ma sorrido subito non appena inizio a leggere capendo immediatamente chi me lo ha mandato.

Ciao, devo ammettere che la prima a essere sorpresa sono io... eppure ti ho mandato un messaggio. Vorrei non perdermi in parole ma sono un po’ agitata e quando lo sono, divento logorroica. Sì, anche tramite messaggio. Nel caso tu non lo abbia capito, sono Elise. Ora ti starai chiedendo perché ti ho scritto, beh non per darti una risposta ma per chiederti se stasera passi da me. A casa mia. Se mi dirai no, o se non mi risponderai affatto, non è un problema, non preoccuparti. Capirò. Ora vado a sotterrarmi dall’imbarazzo, Elise”.

 Sono più che sicuro che c’è un mega sorrisone che increspa le mie labbra ma non me ne preoccupo e osservo uno per uno i miei amici.

<< Io stasera non ci sono. >> Interrompono la conversazione che stavano facendo e praticamente mi chiedono tutti perché.

<< Stasera sono con Elise. >> Sandra sorride e stritola il braccio di Fabio che le chiede scusa per non so che cosa. Gigi e Francesco si scambiano una strana occhiata e infine quest’ultimo – sorridendo – chiede:

<< Ma come, ci abbandoni per una moretta dalle belle curve? >> Gigi ridacchia ma io sorrido semplicemente.

<< Guarda, sarei tentato a dire “no” ma... la scelta è ardua ehm... no, no scelgo lei. >> Loro ridono e scuotono il capo.

<< Cazzo, preferisci una scopata ai tuoi amici. Infame. >> Francesco mette il broncio mentre Gigi gli molla uno scappellotto.

Io osservo Fabio che alza gli occhi al cielo.

<< Che ci fai ancora lì, fermo come uno stoccafisso? Rispondile, no? >> Sorrido e mi allontano per chiamarla. Io e lei, da soli, a casa sua. È ovvio che non ho avuto un minimo dubbio sul come e il dove passare la serata!

 

Suono e busso imperterrito alla porta di Fabio, poco importa che manca qualche minuto alle quattro, so per certo che è a casa. Quando la porta si apre, tiro un respiro di sollievo ed entro sviando lui, il suo sguardo, le sue domande e... Gigi che è placidamente seduto sul divano con un joystick un mano.

<< Un giorno di questi, inizierò a pensare che siete diventati gay. >> Mormoro con serietà, peccato che volessi fare una battuta. Entrambi alzano un sopracciglio, e a rispondermi, ci pensa Gigi mentre Fabio torna seduto accanto a lui per guardarmi in faccia.

<< Sai, siamo sempre stati in tre su questo divano dopo le uscite in gruppo o dopo qualche scopata non memorabile... quindi... le opzioni sono due: o sei anche tu gay (ovviamente se lo siamo noi, lo sei anche tu) oppure la serata non è andata tanto bene. >> Sbuffo e mi sfilo il giubbotto sedendomi sulla poltrona lì accanto.

<< Ho avuto paura. >> Aggrottano la fronte e lasciano del tutto perdere la playstation.

<< Paura? Oddio, è pericolosa? >> Chiede Fabio senza umorismo. Sospiro e mi scompiglio i capelli.

<< C’è complicità. Armonia. Passione. Cazzo, sono letteralmente scappato alle tre e mezza di notte dal suo letto! >> Mi copro il viso con le mani appoggiando i gomiti sulle ginocchia. I miei amici non parlano ed io mi sento ancora più una merda. So di aver sbagliato, di aver esagerato e me ne sono pentito non appena ho messo piede fuori dal suo letto, ma quegli occhi, quello sguardo... cavolo, sono un coglione!

<< Alex? Potresti spiegarti? >> Chiede Gigi con un po’ di tensione. Torno a guardarli e inizio a parlare.

<< Abbiamo cenato, parlato, scherzato... poi non lo so, siamo andati in camera sua dopo aver lavato i piatti e la cucina e le cose si sono fatte calde. Mi sono trovato bene con lei, mi piace farla ridere e soprattutto, cazzo, riesce a farmi eccitare come non mai. Ho sbattuto la testa – no, non sto scherzando – e lei si è sentita in colpa e mi ha fatto da infermierina – no, non in senso erotico – ma... cavolo, vederla preoccupata per me, con gli occhi leggermente cupi e mezza nuda mi ha fatto andare di matto. Lo abbiamo fatto ma... ha detto una cosa che mi ha fatto letteralmente raggelare. >>

<< Cioè? >> Mormora Fabio.

<< “Mi piace questa complicità”.  E... e piace anche a me ma ne sono spaventato. >>

Stiamo per un po’ in silenzio e io continuo a rivedere il suo sguardo ferito quando gli ho detto che dovevo andarmene. Sono uno stronzo. Uno stronzo di prima categoria. Sarà incazzata e delusa – come minimo.

<< Ti stai facendo troppi problemi. >> Mi dice Gigi avvicinandosi. << Ti piace? Bene, non scappare, fai di tutto per tenerla con te. Non è da te scappare... >>

<< Non è da me nemmeno sentirmi in pace con una ragazza. Con Silvia non facevo altro che allontanarla, e adesso sto facendo la stessa cosa anche con Elise. >>

<< Per favore non nominare la Belva! >> Ridacchio nervosamente alle parole di Fabio. I miei amici non hanno mai sopportato la mia ex. E il motivo è semplice: era una belva.

<< Il punto non è quello. >> Riprende a parlare Gigi senza dare ascolto a Fabio. << Hai ammesso che ti piace lei e il senso di armonia che avete creato senza accorgervene... allora non scappare. Non è semplice trovare qualcuno che ti faccia stare bene. >> Annuisco sovrappensiero.

<< Hai ragione. Fabio mi devi di nuovo aiutare. >> Il mio amico sbuffa e infine un piccolo sorriso fa capolinea sulle sue labbra.

<< Ti va di fare shopping? >> Alzo un sopracciglio mentre Gigi scuote il capo.

<< Forse avevi ragione, forse lui è veramente gay. >> Rido al sussurro di Gigi mentre Fabio ci guarda senza capire.

<< Ou! Vuoi o no? >>

<< Fare shopping? No! >> Fabio sbuffa.

<< Nemmeno se c’è Elise? >> La mia attenzione si catalizza immediatamente sul mio amico, mi alzo e lo raggiungo sul divano.

<< In che senso? >>

<< Ah ora vedo che sei attento. >> Alzo gli occhi al cielo.

<< Alex? >> Mi volto verso Gigi. << Sai di essere fottuto, vero? >> Mi dice sorridendo.

<< Sì. Lo so. >> Ammetto senza problemi, d’altronde è da quando l’ho vista che continuo a dirlo.

   
 
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