Non voglio perderti
Capitolo 14
È proprio vero che certe cose accadono proprio quando meno te lo aspetti. Insomma, capita a tutti
così. Per giorni sogni che si avveri una determinata cosa.
Ci speri continuamente, aspettandola con ansia. Ma, la
maggior parte delle volte, questa non si verifica.
Passano i giorni, le settimane e proprio in quel momento,
quando non te lo saresti mai aspettato accade. E tu rimani così
interdetto, confuso, domandandoti spiazzato “Come
è possibile?”
Così era capitato anche a lei. Quante
volte, uscendo di casa, aveva sperato di incontrare Matteo? Quante aveva sognato di vederlo lì da lontano, con o senza
amici? Di vederlo anche solo per un attimo, giusto il tempo
per un timido “ciao”. Niente di che, quindi. Solo qualche secondo, quello che bastava perché il suo
battito cardiaco iniziasse ad accellerare. Solo qualche
attimo che desse alla sua giornata un qualcosa in più . Qualche minuto, per avere qualcosa da dire alle amiche il giorno
dopo.
-Sapete, ieri
pomeriggio ho incontrato Matteo..- Quella frase,
buttata lì magari, durante due chiacchiere tra una lezione e
l’altra.
-Wow! E che cosa è successo?- Avrebbero certamente chiesto
loro, curiose, aspettandosi chissà che cosa. -Niente.. Mi ha solo salutato- Sarebbe stata la sua risposta. Beh, non c'è dubbio che loro l'avrebbero giudicata pazza. “Questa qua sta male” Avrebbero pensato. Quando
una arriva tutta emozionata e agitata dicendo “Ieri ho
incontrato…” viene spontaneo chiedere “Che cosa è
successo? Racconta!!” e sentendola rispondere
“Mi ha solo salutato” come se fosse la cosa più eccitante
del mondo si inizia ad avere seri dubbi sulla sua sanità mentale. Beh,
era abbastanza chiaro che loro non sarebbero riuscite a capire. Non fino in
fondo almeno. Loro non avrebbero mai e poi mai compreso che per lei un semplice
“ciao” significava tanto. Anche troppo. Anche
Quel pomeriggio comunque, andando
in cartoleria per comprare i fogli protocollo, si sarebbe aspettata qualunque
cosa, tranne una. Incontrare Matteo. A dire il vero quel pomeriggio di maggio
l’argomento Matteo non la sfiorava neanche lontanamente.
Svoltò con passo sicuro a destra percorrendo gli
ultimi metri che la separavano dalla cartoleria.
-Ciao Marco! Ciao Antonio! – Disse scorgendo i due
ragazzi davanti al negozio. – Che fate qui?
Fogli protocollo anche voi? -
-Ciao Evie! Per la verità
stiamo aspettando Luca e Matteo.. dobbiamo fare delle
fotocopie dei compiti di inglese.. –
-Ciao ragazzi.. Ciao Evie! – Non ebbe neanche di ribattere che da dietro
le spalle la sua voce la raggiunse. Facendo sobbalzare
il suo cuore come al solito. Facendo sentire anche
solo per un attimo così felice.
-Ehm.. ah.. sì..-
Balbettò un attimo incerta. – Ciao Matteo..
Ciao Luca.. – Si sentì tremendamente in imbarazzo. Insomma lei
.. loro.. Matteo! Quella situazione era assurda!
“Lei” e i quattro dell’Ave Maria
insieme. Loro, che a volte erano proprio quelli che la
prendevano in giro; quelli che con Matteo si scambiavano sorrisini al suo
passaggio. – Ehm.. Scusate ma ora devo
proprio andare! Ciao a tutti! – Farfugliò prendendo poi a correre
più veloce possibile.
Voltato l’angolo si fermò un attimo,
ansimante, con il cuore che le pulsava nel petto. Era possibile che dovesse
sempre fare queste figure? Mettersi a balbettare per un semplice saluto?
Agitarsi in quel modo per averlo visto per qualche secondo?
Si girò un attimo e rimase lì interdetta. Dove era finita? Quella non era la strada che faceva di
solito per tornare a casa..
“Dannazione! Non può essere..”
Pensò, schiaffandosi una mano sulla fronte. “Allora.. Questa è via dei Gigli.. Quindi significa che..
Sono andata veramente dalla parte sbagliata! Ma dove diavolo ho
la testa?”
Perfetto. Veramente stupendo. Non aveva comprato i fogli
protocollo, aveva fatto una bellissima figuraccia con Matteo e come se non
bastasse era andata dalla parte opposta. E la
ciliegina sulla torta era che per prendere la via giusta doveva ripassare
davanti alla cartoleria.
“Complimenti! La nuova “Miss imbecille 2004 è.. Evie!” Pensò.
Era già le 17.45. Considerato che doveva
finire ancora dei compiti le possibilità non erano molte.. O rimaneva
lì tutta la notte o si faceva coraggio e andava. Con un po’ di
fortuna magari loro erano già entrati in cartoleria e non l’avrebbero vista passare. Già. Bastava un minimo di
buona sorte. D’altronde non potevano capitare tutte a lei.. Non tutte in un pomeriggio!
Tirò un respiro profondo e voltò
l’angolo. Lì però, davanti alla cartoleria, esattamente nel
punto in cui li aveva lasciati c’erano loro. Luca, Marco, Antonio e
Matteo. “I fantastici
- Evie..
ancora qui? – Le domandò Luca, sorridendole parecchio divertito.
- Oh.. sì! Vedi.. ero andata dalla parte sbagliata! – Rispose lei
cercando di nascondere in qualche modo il lieve rossore .
- Capito.. Tu comunque non dovevi
comprare i fogli protocollo? Fermati con noi se vuoi! Non farti nessun
problema! –
Quella proposta la fece sobbalzare. Avrebbe
potuto stare con Matteo ancora per parecchi minuti! Tra l’altro
loro non avevano neanche accennato a prenderla in giro per la sua sbadataggine.. Neanche una stupida battutina. Erano diversi quel giorno.
Strani, particolari. Quasi.. Veri amici. Sì.
Amici. Comprensivi, simpatici, gentili. Il mitico gruppetto sembrava aver messo
la testa a posto.
- Che dovete fare voi?
Domandò lei a un certo punto, dopo essere
entrata in cartoleria con gli altri, per interrompere quel silenzio
imbarazzante che si era creato fra di loro.
- Fotocopie dei compiti di inglese..!!
–
- Ah! Senti, senti.. Luca fa i
compiti e voi vi pigliate le fotocopie! Begli amici! – Esclamò
divertita. – Fa vedere qua comunque..
Aggiunse porgendo la mano per prendere il foglio a righe.
Marco have got a beautiful house.
You have got a little cat?
I haven’t got two dog.
- Non vorrei sembrare la classica “secchiona”,
ma ragazzi: questo compito è pieno di errori! Insomma il verbo to have” si fa in terza elementare.. Datemi una penna va.. – Afferrò sorridendo
la penna che Marco le porgeva.
Marco HAS got a beautiful house.
Have you got a little cat?
I haven’t got two dogS.
- Ecco.. Ora direi che va meglio..
Molto meglio! –
- Grazie Evie! Sei veramente una grande.. Senza di te, che figuraccia ci facevamo domani con la
prof? Compiti copiati e per di più tutti sbagliati..
Grazie mille! – La ringraziò Antonio.
- Ragazzi, insomma! Vi ho solo corretto due frasette.. Tutti questi
ringraziamenti mi sembrano un po’ esagerati, no? –
- No, ma grazie veramente.. Che
mondo sarebbe senza una ragazza come Evie?-
Aggiunse Matteo, tirandole una pacca affettuosa sulla spalla.
Dopo aver scherzato per almeno altri dieci minuti buoni, si
salutarono.
- Ciao ragazzi, a domani allora! -
Lei si incamminò verso casa
sua. Nella direzione giusta questa volta.
Quando quel tardo pomeriggio torn&o=
grave;
a casa si sentiva piena di gioia, di felicità. Si sentiva per una volta
accettata. Avevo scherzato, riso, si erano divertiti.
Per una volta il fatto che lei fosse “la ragazza che sbava dietro a
Matteo” non aveva avuto importanza. L’avevano trattata come un'
grande amica qualsiasi.
Si sentiva felice sebbene non ci
fosse un motivo preciso.
Durante la cena qualcosa le venne in mente. Fu come un
lampo, un flash improvviso. Ad un tratto le
sembrò di aver capito tutto.. Tutto quanto
.
Certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?
Come aveva potuto pretendere che Matteo si innamorasse
di lei, così all’improvviso? In prima media a lui lei piaceva.
Glielo aveva detto attraverso classifiche di bellezza, di simpatia, attraverso
dediche e sms. Mai direttamente, ma glielo aveva
lasciato intendere. In prima media loro erano amici,
amici veri. Avevano poco a poco costruito un forte legame. Erano
usciti insieme, scherzavano, ridevano, condividevano gli stessi
interessi.
E poi? Cosa
era accaduto? Quale era stata la causa del loro
progressivo allentamento? Cosa aveva portato alla
rottura di quel legame, di quell’amicizia
?
La sua eccessiva fretta di fare tutto. Se solo lei avesse fatto tutto con più calma forse in quel
momento potevano essere insieme. Ma lei, testarda,
determinata, aveva voluto fare tutto in fretta. Pensando che non valeva la pena
aspettare, “perdere tempo”. Gli aveva messo
fretta, era diventata quasi assillante. Quando si era accorta di essersi
innamorata era cambiata. Tanto. Troppo.
Da quel momento era iniziato tutto. Si erano allontanati.
Lei era diventata “la deficiente che gli sbava dietro”, lui il suo
sogno irraggiungibile. A sistemare il tutto si erano
messi i compagni, le loro risatine, le loro stupide prese in giro. E tutti quelli che invece volevano fare “gli
eroi”, quelli che volevano farli mettere insieme, quelli che ogni due per
tre andavano da Matteo chiedendogli “Perché non ti metti con Evie? Perché?” e che invece
alla fin fine avevano solo contribuito al loro allentamento. Poco alla
volta tanti fattori, tante persone avevano aiutato a
innalzare quel muro tra di loro.
Progressivamente ogni cosa era cambiata. Non erano
più usciti insieme. D’altronde una sognatrice e il suo sogno non possono combaciare. Non possono uscire insieme come semplici
amici. Tutti avrebbero riso, scherzato.. Già.
Tutti. Loro, la maggioranza.. Quelli che aveva
condizionato la loro storia,il loro futuro.
Quando loro parlavano non era pi&ug=
rave;
come prima. Prima dicevano “Matteo e Evie stanno parlando? Che male
c’è! Sono semplici amici..”ora invece “Matteo e Evie
stanno parlando? Magari si sono messi insieme.. Oppure
lei ci sta provando! Andiamo a vedere ragazzi!”
A poco a poco, mattone dopo mattone
,
battutina dopo battutina, quel muro era cresciuto. Si era innalzato, sempre
più imponente, più difficile da distruggere.
In quella serata di maggio, dopo quel
pomeriggio in cartoleria, qualcosa era scattato. Come una piccola scintilla. Tutto ora le sembrava più chiaro.. Tutto era da
sempre racchiuso in una semplice parola: “amicizia”.
Un amore non nasce così dal nulla. Non è che
ti svegli un mattina e dici: “Adesso esco e mi
innamoro del primo che incontro”. No. Non è così.
Un’amicizia è come una
grande albero. All’inizio non è altro che è un
piccolo germoglio. Ma poco alla volta innafiando
lo con
cura inizia a crescere. Inizia a fiorire. Prima nascono le foglie, poi i fiori.
Diventa sempre più forte, sempre più saldo. E
poi nascono i frutti. E finalmente si può
andare a raccoglierli.
Ma un albero se non viene curato
muore. Progressivamente perde tutta la sua vitalità,
perde le foglie. Rimane spoglio.
E lei quell’albero
l’aveva lasciato a morire. Aveva smesso di curarlo. E
allora come sperare di poter raccogliere quei frutti se smetti di curarlo?
Come
sperare di raccogliere quei frutti, se non li fai nascere?
Un’amicizia è un grande albero. L’amore
è come un frutto. Vi sono quegli amori che nascono così, dal
nulla. Vi sono i cosiddetti “colpi di fulmine”. Ecco questo tipo di amori sono come quegli alberi sempreverdi. Sono come
quegli alberi che rimangono sempre belli, sempre folti.
Ma vi sono invece, per la maggior
parte dei casi, gli alberi che devono germogliare.
E se tu non li annaffi non possono
farlo. Se tu non li curi perdono la loro bellezza. Se
tu non li assisti con costanza e impegno non daranno
mai i loro frutti.
Una volta su una pagina di diario aveva letto una dedica.
Faceva più o meno così:
“Un giorno l’amicizia e l’amore si incontrarono. L’amore le domandò: - Perchè
esisti anche tu? Non basto già io? -. L’amicizia allora si fece
avanti e rispose: - No.. Non basti. Io vengo a portare
un sorriso, lì dove tu lascia una lacrima. –”
Quella sera si sentiva felice, perché per una volta
aveva capito tutto. Non aveva confusione in testa. Si sentiva sicura.
Afferrò il cellulare tra le mani e digitò
rapidamente un messaggio.
“Sai.. oggi sono stata
veramente bene con te e gli altri! E finalmente ho capito che la cosa più
importante è l’amicizia.. Cosa che,negli
ultimi tempi, avevo trascurato. Ricomincia da capo, da amici come in prima
media, e se qualcosa deve accadere verrà da sé..
Tv1mdb”
“Già.. Anche io oggi
ho capito molte cose. Allora amici come in prima media..
E chissà.. Forse un giorno ci potremo anche fidanzare! Tvtttttttb Matti”
“Un giorno forse.. Un giorno
forse tutto sarà diverso. Ora però devo iniziare a prendermi cura
di quell’albero che ho lasciato appassire .. Poco alla volta, Matteo. Con calma. E
forse un giorno…. Ma questa ora non è
importante. Ora ciò che conta è recuperare la
nostra amicizia, il nostro legame. Quello che
c’è stato. Permettere a quell'albero
di rifiorire ancora..” Pensò sorridendo.
Non immaginandosi neanche minimamente di quanto, a volte, tornare indietro risulti difficile.
FINE CAPITOLO 14
Signori e signore, ragazzi e
ragazze.. Attenzione! Finalmente dopo giorni,
settimane e mesi ce l’ho fatta a pubblicare un
nuovo capitolo! Lo so.. Non so proprio come farmi
perdonare! Dovrei vergognarmi.. Ma sapete come
è! Tra una cosa e l’altra non trovo=
mai
il tempo per scrivere.. Perdonatemi ancora per una volta, vi prego!
Ringrazio come al solito tutti i recensitori..<= /span>
Grazie per il sostegno, per i
complimenti e anche per le piccole critiche! Grazie di tutto! Proprio grazie a
voi ogni capitolo cresco (almeno spero) sempre di più..
Ora vi saluto!!
Sperando che questa volta non ci metta ancora tre anni ad aggiornare vi mando un grande bacione a tutti!
Ciaooooooooooooooooooooooooo !!
Diddly