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Autore: LittleEmma    31/08/2010    2 recensioni
Non ho mai creduto che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favola per bambine, fino all'anno scorso... Una sedicenne di nome Sara è stata ingaggiata per girare un film come protagonista al fianco di Taylor Lautner. Il loro primo incontro avviene nella piccola palestra dove Sara si allena costantemente tutti i giorni nel ballo, la cosa che ama di più. Appena i loro occhi si incontrano scatta una scintilla che farà fiorire un amore sincero e appassionato tra i due. Riuscirà il loro amore a resistere alle sorprese che la vita ha in serbo per loro?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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15 - Sbagli PoV: Taylor
La vidi uscire dalla porta, semplice, bellissima, tranquilla e serena. Cercai di imprimermi nella mente il suo volto perchè sapevo che quando avrebbe scoperto, perchè ne ero certo, avrebbe saputo, probabilmente non l'avrei più rivista. Conclusi la telefonata con fare sbrigativo e alquanto rabbioso e le andai incontro.
Le accarezzai una guancia con il dorso della mano e la baciai. Non la volevo lasciare ma sapevo che prima o poi avrebbe saputo e sarebbe andata fuori di testa, non avrebbe capito più niente e avrebbe considerato tutto ciò che avrei detto una menzogna.
Mi comunicò che sarebbe andata a fare una passeggiata prima di cominciare le riprese mentre io avrei fatto colazione.
Già mi sentivo distrutto per quello che era capitato e al solo pensiero... No, non volevo nemmeno immaginarlo.

PoV: Sara
Camminavo e non riuscivo a pensare a nulla. Nebbia. Nebbia totale.
Esatto camminavo come un'automa, come un robot. Forse per la rabbia ceca che mi stava crescendo dentro come una bestia malefica, forse perchè sapevo che tutto questo non poteva che essere un sogno o un miraggio lontano anni luce da me, forse perchè ero semplicemente distrutta e non riuscivo a capire.
Non sapevo nemmeno se la strada che avevo imboccato fosse giusta. Non sapevo nemmeno più chi fossi. Non pensavo ad altro che non fosse quell'immagine con quelle scritte cubitali che probabilmente mi stavano gridando in facca la realtà.
Senza nemmeno accorgermene entrai negli studios dove tutti mi aspettavano da un pezzo. 
- Finalmente, dove eri finita?! - Gridò Zoe con la sua solita energia. L'unica cosa era che quel giorno non avevo nessuna voglia di scherzare o rallegrarmi per l'ottimismo degli altri.
Mi lasciai vestire e truccare senza dire una parola. Mi pareva che tutto d'un tratto le parole fossero del tutto vuote, che non avessero più alcun significato.
- Ora cerca di calarti nella parte e concentrati perchè probabilmente per voi sarà la scena più difficile da girare! - Disse Zoe con allegria. Come se non fosse successo niente, come se lei non lo sapesse già. Erano tutti falsi e ipocriti.
Annuii sempre senza fiatare e mi voltai verso lo specchio.
- Chi sei Sara?-
- .... Chi sei ? - Sussurrai distrutta.
Due calde lacrime mi rigarono il viso. Lacrime di dolore e di rabbia, mi fecero colare tutta la matita, come voleva il copione e come purtroppo sentiva il mio cuore. Vedere il ragazzo, che aveva promesso di amarmi e stare con me, baciare una sua ex era stato per me come ricevere una pugnalata nel cuore. Sì avevo un dolore più che lancinante all'altezza del petto che non mi permetteva quasi di respirare. Ansimavo e piangevo in silenzio. In silenzio come lo era stata tutta la mia insignificante vita. In silenzio per non disturbare la vita degli altri. Volevo solo tornare a casa mia, nella mia camera a spargere lacrime sul cuscino, nella mia torre, nel mio mondo. Lo era sempre stato. Nascosta per non essere vista dagli altri.
Mi alzai dalla sedia che non mi reggevo nemmeno in piedi, mi tremavano le gambe e avevo un mal di testa incredibile. Tuttavia non ero mai stata così lucida. Dopo il primo impatto, dopo la trance iniziale, tutto mi era precipitato addosso.
Uscii dal mio camerino e chiusi la porta. Mi diressi con passo deciso e spalle rigide verso la stanza dove avremmo dovuto girare la scena.
Vidi il volto di Zoe e Rick accendersi d'eccitazione. Potevano considerarmi ora un'attrice provetta, probabilmente nessuno era mai riuscito a ottenere un'espressione del genere. Per forza, io no stavo affatto recitando.
Vidi la spia rossa delle telecamere accendersi proprio mentre cercavo di raggiungere Taylor. Appena gli fui davanti abbassò lo sguardo. Aveva capito subito che io non stavo fingendo.
- Pensavo tenessi a me realmente - Dissi cercando di assumere un tono deciso.
- Pensavo di potermi fidare - Ma la voce mi si incrinò. Stavo usando la stesse parole del copione. Non perchè volessi entrare nel ruolo, solo... erano le più adatte. Erano quelle che stava gridando il mio cuore se così si potevano chiamare i minuscoli frammenti che ne erano rimasti.
Non parlò, non disse niente.
- Io mi sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato. Ho sbagliato. - Terminai con un sussurro strozzato prima che nuove lacrime si riversarono sulle mie guance portandosi dietro una scia paurosa di matita e rimmel neri.
Non riusciva a sostenere il mio sguardo. Si limitava a guardare il pavimento, come un bambino che viene rimproverato. Così prevedeva il copione, ma non avrebbe fatto altro ugualmente e lo sapevo.
Mi voltai e corsi via dalla stanza. Tutti applaudirono e urlarono complimenti entusiasti. Tutto si smorzò quando si accorsero che invece di fermarmi per continuare con le scene successive, ero scappata verso i potrelloni e Taylor si era rifugiato nel suo camerino e aveva chiuso la porta a chiave. Avevo visto i suoi occhi riempirsi di lacrime e osservarmi imploranti prima di andarmene e mi erano rimasti impressi.
Scappai e continuai a scappare finchè non  raggiunsi l'uscita. Appena fui fuori telefonai ad Harry singhiozzante implorandolo di prepararmi la valigia e di prendermi un biglietto per Milano il prima possibile.
Acconsentì in modo triste, sapevo che anche lui aveva appreso la notizia.
Appena arrivai a casa sua il bagaglio era pronto e il volo prenotato per due ore dopo. Il tempo necessario per arrivare e fare il ceck-in. Ne fui sollevata. Volevo andarmene per sempre da un mondo che non era il mio e che non  lo sarebbe mai stato.
Ancora non ci potevo credere: mi aveva detto che andava ad una cena di lavoro e invece sulla porta del ristorante si baciava con una sua ex, che aveva lasciato ormai da un anno.
Salutai Harry con un abbraccio forte. In fondo era simpatico e eravamo reciprocamente affezionati.
Salii sull'aereo e sadendomi tirai fuori dalla borsa l'ipod e lo accesi al massimo del volume chiudendo gli occhi, mentre altre lacrime ricadevano lente sulle mie guance fino a raggiungere la bcocca o fino a scendere sul collo. Il primo album che capitò fu Fallen degli Evanescence, il che mi fece piangere ancora di più perchè mi vennero im mente tutti i momenti più belli passati insieme a lui a partire dal primo bacio.

Oscurando e mescolando la verità e le bugie

così non so cosa è vero e cosa no 
confondendo sempre i miei pensieri 
così non posso avere fiducia ancora in me stessa 
io sto morendo ancora 
sto andando giù 
annegando in te 
sto cadendo per sempre 
ho bisogno di fermare tutto 
allora vai avanti e urla 
urlami,  sono tanto distante 
non sarò distrutta un'altra volta 
ho bisogno di respirare, non posso andare giù
.  ( Traduzione ultima strofa di Going Under, Evanescence )

 Le parole di Going Under riuscivano ad esprimere nel migliore dei modi la situazione in cui mi trovavo. 
Sentivo gli sguardi della gente su di me, non capivo se era perchè i miei occchi continuavano a lacrimare nonostante fossero chiusi o se  conoscevano la mia identità e quindi sapevano anche il motivo del mio pianto. Non mi importava. Sarebbe stato lui a fornire spiegazioni di certo non io.
Ero distrutta perchè io l'amavo ancora ma anche arrabbiata perchè mi aveva mentito per tutto il tempo, e non potevo accettarlo.
Fu il viaggio più lungo della mia vita. Non riuscii a dormire per niente e le mie parole di addio mi ritornavano in testa come in un incubo. 
Lì a Milano era notte fonda, non avevo mangiato ma non ne avevo aluna voglia. Un taxi mi aspettava all'uscita dell'aereoporto.
Salutai mia mamma, che mi era venuta ad aprire la porta svegliandosi, con un sorriso amaro sulle labbra prima di chiudermi in camera mia. Non le dissi che avevo saltato anche il pasto precedente.altrimenti mi avrebbe obbligato. Mi infilai il pigiama e mi buttai sul cuscino che presto si inumidì di lacrime.
Tuttavia la vita doveva ricominciare e mancava solo una settimana all'inizio della scuola.
L'anno scolastico si aprì con qualche novità: In classe avremmo avuto un ragazzo nuovo, proveniente da Torino. Dovetti ammettere quando lo vidi che era un ragazzo molto attraente. Nicolò si chiamava, ma dagli amici si faceva chiamare Nick.
Normalmente era un po' indietro con il programma, specialmente di Latino.
- Sara, saresti così gentile da fare ripetizioni a Nicolò di Latino? Avrei bisogno che si mettesse in pari - Mi chiese il professore di greco e latino
- Certo, prof. Con piacere - Risposi. Non avevo per niente voglia di dare ripetizioni e tanto meno ad un ragazzo, fosse stato per  me i ragazzi li avrei cancellati dalla memoria. Guardai nella sua direzione e vidi che mi stava guardando. Non ero mai stata considerata tra le ragazze più belle tuttavia, per quel che ne sapevo c'erano due o tre ragazzi  interessati a me purtroppo tutti cessi.
Nessuno si stupì della richiesta del professore, tutte le volte che qualcuno doveva mettersi in pari con il programma io lo dovevo assistere in quanto secchiona della classe.
Il suono della campanella interruppe il flusso dei miei pensieri. Appena il professore ebbe finito di comunicarci i compiti raccolsi le mie cose e uscii dall'alula con l'Eastpack rosso in spalla. Mentre mi dirigevo alla biblioteca del liceo in attesa del pullman che sarebbe arrivato un'ora dopo, sentii dei passi venire nella mia direzione.
- Hei, e così tu sei Sara giusto? - Mi disse Nick rivolgendomi la parola.
- Sì, mi chiamo Sara - Tagliai corto, senza smettere di camminare a testa alta verso la biblioteca.
- E sei la secchiona della classe - Continuò
- Già - Risposi secca.
- Piacere io sono Nicolò ma tutti mi chiamano Nick e abito a Carnate ora. -
- Io sono di Bernareggio -
Sorrisi cercando di ammorbidirmi un po'. In fondo che colpa ne aveva lui se un altro mi aveva ferita?
- Senti, a te andrebbe bene se ci trovassimo domani nella biblioteca comunale di Bernareggio, c'è un posto con delle tavolate dedicate a chi studia o da ripetizioni - Gli chiesi, se dovevo svolgere il mio lavoro, tanto valeva svolgerlo con impegno.
- Per me va bene, alle tre e mezza? -
- E sia - Dissi e lo congedai entrando nella tanto amata biblioteca.

PoV: Taylor
- Pensavo tenessi a me realmente - Disse con voce rotta dal pianto.
- Pensavo di potermi fidare - Stava recitando il copione, ma sapevo che in realtà erano parole sue che sentiva nel suo cuore.
- Io mi sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato. Ha sbagliato. - Terminò con un sussurro strozzato. Non riusciva più a trattenere le lacrime che le si riversrono sulle guance.
Prima che si voltasse per andarsene alzai lo sgardo per vederla un ultima volta. Anche io avevo gli occhi pieni di lacrime. Non avevo mai pianto in vita mia ma vederla così distrutta mi abbattè definitivamente.
L'equipe scoppiò in un sonoro applauso di festeggiamento ma io non avevo alcuna voglia di festeggiare. Come facevano a non capire che non stavamo affatto recitando?!
I sorrisi morirono sui loro volti non appena videro che Sara si era diretta verso i portoni degli studios e io stavo andando verso il mio camerino.
Non appena mi fui chiuso la porta alle spalle le lacrime mi rigarono il viso paonazzo di rabbia. Sì, ero furioso. La mia ex mi si era buttata addosso appena mi aveva visto uscire dal ristorante ed era riuscita a raggiungere le mie labbra. Prima che me la potessi togliere di dosso e mandarla a quel paese i paparazzi, gli stessi che mi avevano trovato in Puglia, avevano provveduto a rovinarmi la vita. Per sempre. Era successo tutto in una frazione di secondo eppure aveva avuto il potere di infrangere il mio sogno e la mia vita. Era stato progettato tutto. I giornalisti avevano chiesto a quella che un anno prima era stata la mia ragazza di bacirmi per riuscire ad infangarmi. Addirittura me lo avevano confessato, tanto che cosa potevano le mia perole contro quelle di un giornale?
Non avevo nemmeno tentato di dirlo che si era trattato di un errore... che quella ragazza era stata pagata per rovinare tutto e che anche Kris e Rob potevano testimoniarlo. Non mi avrebbe mai creduto. Avevo telefonato a Rob quella mattina stessa per dirlgi di non fiatare riguardo alla verità, con Sara.
Una parte di me moriva dalla voglia di rincorrerla e spiegargli, ma sapevo che non sarebbe servito. Non sarebbe mai stato come nei film che basta una piccola spiegazione per sitemare tutto.
Al solo pensiero che quei bastardi lo avevano fatto apposta solo perchè alle fan non piaceva la mia ragazza...
Sentivo la rabbia crescermi dentro e il dolore corrodermi l'anima. Altre lacrime, ancora lacrime e di nuovo lacrime. Non potevo fare nient'altro. Rimasi ad ascoltare i miei stessi singhiozzi che riempivano la stanza, il sapore delle lacrime salate che mi entravano in bocca erano l'uica cose che mi ricordava che ero io a piangere. Piansi per ore e nessuno mi venne a disturbare.
Uscii dagli studios deserti che era quasi ora di cena. non avevo pranzato ma avevo lo stomaco serrato. Arrivato a casa Harry non parlò perchè se avesse fatto altrimenti mi avrebbe rimproverato. Anche lui sapeva cosa fosse successo realmente e io sapevo che in quel momento mi considerava uno stupido. E aveva ragione.
Andai dritto in camera mia. Mi infilai un paio di pantaloni comodi e una t-shirt e mi sdraiai sul letto a pancia in su. Non cenai nonostante Harry mi avesse portato un vassoio in camera e quella notte non dormii. Avevo finito le lacrime e avevo gli occhi rossi e gonfi. La mattina successiva mi lavai e tornai in camera, dalla quale non mi mossi più per tutta la giornata. Solo a cena mangiai una pastina e un po' di insalata e durante la notte il sonno fu leggero, più simile ad un dormiveglia. Passò così una settimana in cui non parlavo, mangiavo poco, dormivo a stanto e non mi degnavo di uscire. Ordinai a Zoe tramite un e-mail che le riprese erano sospese per vari motivi, per il resto passavo le giornate seduto o sdraiato sul letto a crogiolarmi nel mio dolore e nella mia rabbia. Mi isolai completamente.
Dopo due settimane Harry mi si avvicinò.
- Perchè non le hai detto nulla? - Mi chiese
- Non mi avrebbe mai creduto - Fù la mia risposta del tutto vuota.
- Non dire idiozie Taylor, ti avrebbe creduto anche se le avessi mentito -
- Non è vero -
- Allora che hai intenzione di fare? Startene qui seduto o sdraiato mangiando come una formica, dormendo poco o niente e isolandoti completamente da tutto e tutti? So che non la dimenticherai mai, ma la vita continua... la tua e la sua - Concluse.
- Hai ragione, ma non ce la faccio ... - Dissi con tono disperato trattenendo a stento le lacrime.
- Non so cosa dirti Taylor, resta pure qui se vuoi ma secondo me una lunga passeggiata non ti farebbe male - Concluse alzandosi e uscendo dalla stanza.
Da quel giorno cominciai a farmi lunghe camminate in giro per Los Angeles oppure me ne stavo rinchiuso in camera con l'Ipod al massimo.
Stavo male, inutile negarlo.
Passò un altro mese così, tra il non fare nulla e le lunghe passeggiate durante la quale ignoravo anche le grida e le richieste d'autografo delle fan. Dopotutto non erano mica loro che odiavano Sara? Non erano state loro a spingere quei giornalisti a dividerci?
Ancora non mi capacitavo del fatto che non avevo provato a difendermi come chiunque altro avrebbe fatto. Ora era troppo tardi, sarebbe suonato come: non so più che tradire ti prego torna.
Stupido, stupido e ancora stupido.
Seduto su una panchina osservavo la gente passare e quando vedevo un gruppo di ragazzine in procinto di venirmi incontro mi alzavo e con passo svelto mi dileguavo alla ricerca di un altro posto dove poter stare tranquillo.
Pssò un altro mese. Sara era tornata a scuola già da due mesi, quasi tre.
Un giorno di fine ottobre, osservavo il cielo albeggiare, tinto di colori stupendi, di sfumature tra il rosso e il viola,  mentre le foglie secche dai mille colori venivano staccate dai rami e fatte volare via dal vento per poi depositarsi sul selciato e sull'erba.  Sarebbe piaciuto a Sara assistere ad uno spettacolo del genere. Gia, Sara. Avrei voluto essere con lei a studiare e sentirla ripetere poesie e poemi latini e grechi. Io avevo finito il liceo ma non avevo continuato gli studi all'università come in vece mirava a fare Sara. Avrei voluto stringerla tra le braccia e tenerla stretta a me per sempre. Per sempre.
Mentre ammiravo quello spettacolo naturale mutare sotto i miei occhi non mi accorsi che Zoe si era seduta sulla panchina accanto a me e mi stava osservando.
- So cosa è successo - Disse facendomi saltare dallo spavento
- Mi hai spaventato - Dissi cercando di pilotare il discorso altrove, non mi andava di parlarne.
- E so anche cosa è realmente accaduto quella sera - Continuò. Decisi di essere franco
- Non ne voglio parlare -
- No Taylor, ne dobbiamo parlare - Disse senza rabbia o agitazione
- Perchè... per il bene del film? - Dissi con scherno e ironia nella voce
- No... per te ragazzo  - Disse. Decisi di non rispondee.
- Ma ti vedi? Non dormi, non mangi, non vai in palestra, non vivi più Taylor! Perchè non le hai detto niente?! Perchè l'hai lasciata andare?! So, perchè me lo hai detto tu stesso, che è la tua unica ragione di vita, e allora perchè non reagisci ?! -
Non risposi, ora era su tutte le furie.
- Taylor, almeno rispondimi cazzo ! -
- Ti ho già detto che non ne voglio parlare - Risposi gelido
- Va bene, come vuoi... - Disse allontanandosi furiosa.
Aveva ragione, ma non riuscio e non ne volevo uscire. Mi stava bene, me l'ero meritato.

PoV: Sara
La compagnia di Nick era piacevole. Dopo un mese di ripetizioni in biblioteca, aveva proposto di cambiare luogo perchè quell'aula era troppo affollata e caotica. Dovevo ammettere che aveva ragione, così decisi di farlo venire a casa mia visto che al pomeriggio presto tutti erano fuori casa.
Nick era un ragazzo simpaticissimo e divertente, trovava sempre un modo di farmi ridere quando non ce n'era bisogno, mi lasciava ai miei pensieri quando capiva che pensavo a qualcosa che non gli avrei mai riferito ( Lui ) e invece mi consolava senza intromettersi troppo quando vedeva che pensandoci troppo mi si riempivano gli occhi di lacrime.
Stupida mi dicevo.
Come avevo già constatato era un ragazzo molto carino: aveva gli occhi verdi e capelli biondi. Alto e muscoloso ( ovviamente non quanto Taylor). Ogni tanto lo beccavo mentre mi osservava. Non sapevo dire se mi piacessero o no quelle attenzioni.
Eravamo diventati molto amici in quei mesi e nonostante non servissero più le ripetizioni eravamo soliti fare i compiti insieme. Stare con lui e studiare mi aiutava  non pensare troppo spesso a Taylor, anche se quando mi mettevo a letto lacrime umide mi inondavano il viso costantemente.
- Per chi versi tutte quelle lacrime? - Mi chiese una mattina
- Io non verso lacrime - Risposi asciutta e con totno distaccato
- Oh sì invece, e tante anche - 
- Non è vero -
- Allora come spieghi che alla mattina hai sempre gli occhi arrossati e gonfi tipico di chipiange per ore? -
- Non piango, è che spesso mi metto la matita nell'occhio per sbaglio - Dissi arrampicandomi sugli specchi 
- Ok, ho capito non me lo vuoi dire... - E il discorso si chiuse lì, o almeno lo speravo.
Quel pomeriggio dopo aver studiato per ore entrai in chat dove Chiara mi aspettava per parlare. Sapeva che ero solita accendare il computer verso quell'ora.

Kia94
- Finalmente ti sei degnata di farti sentire! -
Saretta U.U
- Sì tutto bene grazie! -
Kia94
- Spiritosa! -
Saretta U.U
- Come va? -
Kia94
- Bene. Qui la vita procede... anche la scuola = (
E i piccioncini ke fanno???
Saretta U.U

Kia94
Ehi ??? Ti sei disconnessa???
Saretta U.U
No, purtroppo... Non esiste più un Noi Chiara, mi ha tradita... e sto malissimo per questo.
Kia94
Come sarebbe?! Brutto stronzo....
Saretta U.U
Non fare casini...

Kia94 si disconnette.

Saretta U.U si disconnette

Perchè glie lo avevo detto? Ora gli avrebbe subito telefonato per dirgli dietro peste e corna. Aveva il suo numero e il suo contatto... avrebbe combinato un casino.
Poco dopo squillò il telefono, che fosse già lui? No impossibile.
" Hei piccoletta... usciamo? " Era Nick. Tirai un sospiro di sollievo, ma anche un po' di delusione. Mi sarebbe piaciuto sentire di nuovo la sua voce...
- Da quando mi chiami piccoletta? -
" Da ora... allora vieni? "
- Va bene... ma perchè proprio 'piccoletta'? -
" Sei o no più piccola di me? "
- Sì ma solo di due anni... e poi ricordati che sei tu quello che è stato bocciato! -
" Sì, ma tu rimani sempre più piccola!"
- Dove si va? - Chiesi per cambiare discorso
" Mmh ... non lo so, decidi tu "
- A fare shopping! - Scherzai
" Se ti fa piacere..." Disse con fare deluso
- No, scherzavo, che ne dici se ci prendiamo ua pizza e poi andiamo al cinema? -
" Perfetto " Disse entusiasta
- Che film vediamo? - Chiesi
"Che ne dici di Harry Potter sette?"
- Già visto! -
" Ok, allooora ... sorpresa! "
- Ci sto! -
" Ti passo a prendere alle sette cioè tra un'ora... sbrigati piccoletta "
- A dopo - Dissi con finta esasperazione
Mi feci la doccia e mi vestii: scelsi un paio di jeans attilati come mio solito, una semplicissima t-shirt, una felpa bianca della Dimensione Danza e  un paio di  Air Max Light.
Più teenager di così non potevo essere. Infine mi misi la matita  rigorosamente nera sopra e sotto l'occhio per farlo risaltare meglio.
Alle sette meno cinque ero pronta e alle sette in punto Nick passò a prendermi.
Non uscivo da almeno tre mesi e mezzo, nè con una amica nè con i miei genitori. preferivo rimanere in casa a fare niente o a studiare cose che sapevo ormai a memoria a furia di studiare.
Non era un appuntamento da fidanzati, solo un uscita tra migliori amici. Ebbene sì, Nick era diventato il mio migliore amico assieme a Chiara.
Lui doveva essere in quinta superiore ed era di gennaio, perciò aveva la patente. Ha la stessa età di Taylor. Mi maledissi per quel pensiero.
Mi fidavo di lui, aveva una guida sicura e non veloce.
Dieci minuti dopo eravamo al centro commerciale. Ci fermammo al McDonalds a mangiare un toast e poi mentre io ero in bagno lui provvide a comprare i biglietti, in modo che non potessi vedere che film saremmo andati a vedere.
Mi guardai allo specchio. I capelli erano diventati lunghi e ormai mi arrivavano ai fianchi, i boccoli definiti erano stupendi, a Taylor sarebbe piaciuto vedermi così. Perchè non riuscivo a togliermelo dalla testa nonostante avesse baciato un'altra mentre stava con me?
Ero ancora irrimediabilmente e perutamente innamorata di lui e non sarebbe mai cambiato nente.
Quando uscii dal bagno Nick mi aspettava. Mi sorrise, un sorrisetto furbo.
Mi affiancai a lui e camminammo in silenzio verso l'entrata delle sale.
I posti erano i migliori in assoluto: ultima fila centrali. Voleva fare colpo?
Dopo venti minuti di pubblicità una voce recitò una frase, famosa, forse troppo per le mie orecchie. Breaking Dawn. Con tutto quello che era capitato mi ero totalmentedimenticata che l'11 novembre sarebbe uscita la prima parte.
Gli sorrisi, come per dire che aveva fatto la scelta giusta, in realtà non lo era per niente.
Ressi durante tutta la parte del matrimonio ma quando durante il ballo Jacob si presentò in tutta la sua bellezza con i muscoli in risalto e quel sorriso luminoso che tanto mi aveva fatto innamorare gli occhi mi si riempirono di lacrime.
- Scusami ... non ce la posso fare - la voce mi si incrinò.
Scappai fuori dala sala e non smisi di correre nemmeno passando tra i vari corridoi del centro commerciale e non avrei smesso nemmeno una volta fuori dall'edificio se una mano calda e forte che mi ricordò subito quella di Taylor, non mi avesse fermata trattenendomi per un braccio.
- Aspetta, almeno spiegami perchè... pensavo ti piacesse la saga -
Riconoscendo la voce mi voltai e appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla dando finalmente sfogo al mio pianto. Mi tenne stretta a sè accarezzandomi i capelli finchè non mi fui calmata.
- Nick, non posso più fare a meno di dirlo a qualcuno... Taylor Lautner era il mio ragazzo, simo stati insieme tre mesi e poi sono venuta a conoscenza, per colpa di un dannatissimo giornale di gossip, che Taylor era andato a cena con una sua ex... c'era la foto di loro due che si baciavano sulla porta del ristorate! - Dissi con voce rotta dal pianto mentre nuove lacrime colarono dagli occhi.
Era confuso e sorpreso.
- Tu eri... - Ebbe il buonsenso di non terminare l'esclamazione
- Sì Nick, lo ero -
- Mi dispiace tantisimo io sono stato uno stupido.. - Non o lasciai terminare
- Non è affatto colpa tua, non lo sapevi. Sono stata stupida io perchè non te ne ho mai parlato e ti ho rovinato la serata -
- No, assolutamente, in fondo mi conosci da tre mesi e mezzo. Avevi tutto il diritto di non dirmi nulla - Mi rassicurò
Passammo il resto della serata in un parco, in silenzio, ad osservare le stelle.

Angolo SweetDancer96
So che questo capitolo è piuttosto triste, ma spero non mi odierete per questo.
Mi dispiace di non aver ricevuto recensioni nel capitolo precedente, anche perchè vorrei sapere i vostri pareri riguardo alla storia.
Vi piace? Vi annoia? Troppo sdolcinata? Troppo poco appassionante?
Fatevi sentire.
Baci e al prossimo capitolo.
P.S. Questo è dedicato ad  Annette Bellamy nonche mia migliore amica ( vecchia MissFify) Perchè capisca che non è l'unica a non saper raccontare storie tristi e malincoiche.
Quando ti decidi a tornare???
Vostra Sweetie

  
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