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Autore: Jules_Black    01/09/2010    6 recensioni
La battaglia di Hogwarts è finalmente finita. Si contano le perdide. Si esulta per la vittoria. E si cerca la solitudine.
[Storia classificatasi terza allo "Scrivi la tua fanfiction- Contest" indetto sulla pagina di Facebook *• • Harry Potter• •*]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il ritratto della Signora Grassa si chiuse alle sue spalle. Era finita. Non c’era più nessuno contro cui combattere, più nessuno per cui ostentare la purezza del proprio sangue. Non c’erano più Mangiamorte. Non c’era più il Mago Oscuro che aveva seminato paura e terrore. Era l’inizio di una nuova era per tutto il mondo magico. Nella Sala Grande si festeggiava. Harry Potter era diventato leggenda. Il suo nome sarebbe stato ricordato per millenni. “Il Bambino che è sopravvissuto” ce l’aveva fatta. La storia di Lord Voldemort era giunta all’epilogo. Ginny si avviò verso una poltroncina della Sala comune, la più lontana dal fuoco che scoppiettava allegro. Nonostante la gioia che molti provavano, lei sentiva solo dolore. Dolore per tutte quelle persone che avevano perso la vita, nella speranza di costruire un mondo migliore. Nella Sala Grande c’erano i corpi di cinquanta persone. Cinquanta che avevano combattuto fieramente. Aveva perso Fred. Fred. Il suo nome sembrava risuonare nell’oscurità della torre deserta di Grifondoro. Il suo sguardo vitreo, sulla bocca impresso lo spettro dell’ultima risata. Fred giaceva lì, ignaro di quanto piangevano per lui. Dovunque fosse, forse adesso stava meglio. Forse, dopo la morte, non c’era nulla. O forse c’era qualcosa di immaginabile per la mente umana. Fred non era l’unico. C’era anche Tonks. Un sussultò scosse Ginny quando ricordò i bei momenti passati con lei nella vecchia cucina di Grimmauld Place, numero 12. Sembrava passato un secolo. Eppure era successo solo due anni prima. La ragazza sospirò. Quante cose erano cambiate in due anni? Sirius era morto, Silente era morto, Fred era morto, Tonks e Lupin erano morti. E lei aveva conquistato Harry. Aveva passato un anno intero a pensare a lui, in ogni singolo momento. Harry, Harry, Harry. La sua vita andava più lenta dei ricordi legati a lui. I ricordi erano sempre avanti. Non era mai riuscita a scappare. Adesso il ragazzo che amava aveva vinto tutto. Era un eroe. Ginny si asciugò le lacrime. Lei non piangeva mai. Adesso però tutte le lacrime che non aveva mai versato sembravano uscire spontanee. Era sola, lì su. Scossa dai tremori non si accorse che qualcuno era entrato attraverso il ritratto. Harry, dopo essersi liberato di tutti quelli che lo volevano con loro, era riuscito a raggiungere la pace della cara vecchia torre. Solo quando si avviò verso il dormitorio, si accorse che c’era qualcuno seduto sulla poltrona, scosso dai singhiozzi.
- Ginny?- chiese incerto, dopo aver riconosciuto la chioma rossa che brillava alla luce tenue del fuoco.
- Oh, ciao Harry- rispose lei, con voce flebile e stridente. Cercò di asciugare il fretta le lacrime con la manica, ma Harry fu più veloce. Con la punta delle dita le asciugò il viso. Ginny arrossì appena.
- Che ci fai qua su tutta sola?- le domandò, anche se il cuor suo conosceva già la risposta. La ragazza, senza averlo premeditato, si gettò tra le sue braccia ed iniziò a piangere. Tutte quelle lacrime erano cariche di parole non dette, di emozioni inespresse, di sentimenti scansati. Ginny era l’unica cosa reale per Harry in quel momento. Più della certezza della vittoria, più della durezza del dolore. Era così indifesa.
- Ginny… -iniziò a parlare Harry, ma in quel momento fu lei ad essere più veloce. Seguì semplicemente il suo cuore. E lo baciò come non lo aveva mai baciato prima. Harry rispose al bacio e la consapevolezza del futuro si spalancò davanti a lui. La sua vita era finalmente sgombra: non c’erano più pericoli, minacce, Horcrux da trovare.
- Harry… Io credo di doverti una spiegazione. Non interrompermi. Sono sette anni che penso a te. Hermione mi ha sempre detto di farmene una ragione, di vivere la mia vita. Mi ha sempre detto che tu avresti capito i tuoi sentimenti troppo tardi. Io ho aspettato. Aspettato fino a farmi male. Poi sei arrivato. E te ne sei andato troppo presto. Lo so, tu adesso sei un eroe. Migliaia di ragazze vorranno stare con te. Non ti impedirò di andare via. Non starò male. Ma sappi solo una cosa, che ti amo.
- Ginny… Credo che per una buona volta Hermione non abbia capito proprio niente. Puoi ripetere le ultime due parole?
Ginny esitò. Era diventata brava a nascondere i suoi sentimenti.
- Ti, ti… amo- gli disse, incerta.
- Anche io.
E la baciò. Harry non seppe mai spiegarsi perché si comportò così quella sera. Perché i gesti e le parole gli vennero del tutto spontanei. Ginny era tutto quello che voleva. E così sarebbe stato, anche diciannove anni dopo.

Per voi

Grazie a  Xversa che è stata la prima in assoluto a recensire una mia storia che tenevo nel cassetto da un po';
grazie a La gIuLy PaZzA che l'ha apprezzata;
grazie a Niki_Black che l'ha trovata un "bel lavoro".


   
 
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