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Autore: Vikk711    01/09/2010    1 recensioni
Una città di mare, due giovani uomini e il loro personalissimo senso di giustizia, una "famiglia" in cerca di redenzione. Il tutto condito da azione, sentimento, violenza, e strane domande esistenziali. Benvenuti al ristorante Buonviaggio.
Genere: Azione, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dopo circa mezz'oretta di viaggio arrivai al ristorante.


Era situato proprio in cima alla zona collinare della città, un bellissimo edificio moderno strutturato su due piani, personalmente adoravo il design di quel posto.

Parcheggiai la macchina sul retro, per poi tornare all'entrata principale, e mi persi un attimo ad osservare la mia bella città, visibile in tutta la sua estensione grazie alla posizione sopraelevata, quel piccolo angolo di mondo che mi impegnavo a tenere pulito.


Entrato nel ristorante apprezzai il profumo dei pavimenti della sala appena lavati, mi spostai poi verso la cucina, salutando lo Chef Marco (Oltre ad essere un ottimo cuoco è un artista nell'arte del tagliare gole) , impegnato a controllare la fornitura di ingredienti appena arrivata, la caposala Maria Yang, preziosissima vedova nera, per poi dirigermi nel mio ufficio sul retro del locale, che avrei anche potuto raggiungere da dove avevo lasciato la macchina, ma perchè perdere il piacere di salutare i miei amici e colleghi?


L'ufficio è un'altra cosa che considero puramente accessoria, ha giusto la sua bella finestra che riempie la stanza di sole, come piace a me, e poi due scrivanie, una dove controllo i documenti e un altra dove li accatasto senza alcuna logica dopo averli letti.

Cominciai con le mansioni all'ordine del giorno:

Alcuni contratti per pubblicità, organizzazione di eventi e serate a tema.....

Valutai gli artisti che si erano proposti per suonare, i comici per le serate di cabaret, telefonai ad un paio di agenzie pubblicitarie per la pubblicazione del calendario degli eventi su alcuni manifesti...

Mi relazionavo, insomma.

E per quanto mi piacesse avere a che fare con artisti e gente piena di fantasia, ormai la mia mente odiava quella noiosa normalità. Da quattro anni, del resto, la nornalità non era di casa al ristorante Buonviaggio.

Nel primo pomeriggio arrivò nientepopòdimeno che Dog, una delle guardie personali del capo.


Una persona normale si spaventerebbe a vederselo piombare nell'ufficio, questo gigante di quasi due metri muscolosissimo, dalla carnagione scura, taglio militare, vestito di tutto punto in giacca nera e cravatta.


-Abbiamo un lavoretto extra oggi, il capo ti vuole vedere nel suo ufficio all'istante, Rob-

Mi si illuminarono gli occhi.


-ODDIO SI'!-


Mi precipitai nell'ufficio infondo al corridoio, dove il capo, Don Vito Caneri, mi aspettava sorridendo.

Entrando vidi che ad attendermi c'era anche Alex, il mio migliore amico da una vita, nonchè il miglior parter che si possa avere nel nostro lavoro.


-Buongiorno capo, ciao rottoinculo!-


Lo fissai sorridendo, in attesa dell'insulto di risposta, ma lui semplicemente mi mostrò il dito medio, rovinandomi il divertimento.


-Se hai finito con le stronzate, abbiamo un lavoro da fare.- Mi disse, freddo come il ghiaccio, anche se sapevo che appena usciti dal ristorante ci saremmo pestati come Brad Pitt ed Edward Norton in Fight Club.


Don Vito attaccò a parlare, come si parla dell'ultimo film che si ha visto.


-Ragazzi miei, abbiamo già parlato di quei minchioni arrivati da poco, che hanno mandato la loro gentaccia in giro a chiedere offerte per la protezione ai negozianti, e a quelli abbiamo già rotto il culo.-


Alex sorrise, quello fu davvero un pomeriggio divertente.


-Ma- continuò il Don -Quegli stronzi a quanto pare non capiscono il messaggio nemmeno quando gli lasci i loro uomini a pezzi sotto casa, e adesso si vogliono allargare.-


-Ooooh, ma che sorpresa.- dissi, con un espressione da oscar.


-Tua sorella, Rob, ha saputo dai nostri informatori che quelli aspettano una grossa partita di cocaina al porto, stanotte verso l'una. Noi nella nostra bella città non vogliamo quelle schifezze. Sapeta già cosa fare no?-


Io e Alex ci guardammo.

-RICERCA, PULIZIA E KA-BOOM.-


-Questi sono i miei ragazzi. Andate e divertitevi.-


Nel magazzino delle armi,uno dei posti che amo di più al mondo, io e Alex sostenemmo una conversazione che trascendeva il tempo e lo spazio.


-Ale.-

-Eh.-

-Chupa. Ma se una marmotta facesse legna, quanta legna farebbe in un giorno una marmotta?-

-Come mai questo improvviso non-sense?-

-Così, a random, non sapevo che dire.-

-Ma sei proprio una merda!-

-E tu una merda che caga merda, ecco.-


E così, riempiendoci di insulti e dando aria alla bocca, preparavamo tutto l'occorrente per la missione di quella sera. Io ovviamente non rinunciavo mai alla mia coppia di 9mm semiautomatiche, il giubotto antiproiettile che mi dava sicurezza, e un paio di granate da sganciare nelle situazioni troppo affollate.

Alex, dal canto suo, si affidava ai suoi tamarrissimi UZI, e proprio perchè amava farsi del male, come fuoco secondario teneva un fucile a pompa.

Del resto, eravamo un chirurgo e una bestia.


Indossati i nostri cosìddetti "Cappottoni Stile Matrix Fighi in Modo Assurdo" che non avevano nessuna utilità se non svolazzare in modo coreografico durante le sparatorie e coprire le fondine con le armi, ci dirigemmo verso la macchina.


-Guido io?- Alex mi guardava sapendo di aver detto una bestemmia.

-Guarda che ho ucciso per molto meno.-

-Lo so. Certo che sei stronzo ad ammazzare i barboni a random. Poi vai all'inferno.-

-Ma basta cazzate. A parte che mi ha minacciato con un coltello- Dissi in tono drammatico- E poi quando tiriamo le cuoia non diventiamo altro che concime per fiori.-

-Lo sai che se uno ti minaccia basta che gli tiri due mazzate e lo lasci nel primo cassonetto che trovi. E sento odore di cazzata con questa storia del concime.- Ossì, lo sapeva benissimo.

-Si, ma mi fa salire la scimmia essere minacciato di prima mattina. E comunque, se sei stato una brava persona, diventi una rosa, perchè se son rose roseranno, altrimenti di venti un caco e...-

-ZITTO. Non te la lascio neanche finire questa battuta di merda.-


Appoggiò l'attrezzatura sul sedile posteriore, e si sedette al posto del passeggero.

Affranto, telefonai all'unica persona che apprezzava le mie battute di merda, come le definiva Alex.

Il telefono squillò un paio di volte e mia sorelle mi rispose con la voce di chi aveva appena sostenuto una guerra batteriologica.


-Tu non puoi essere così carino fuori e lurido e lercio nel privato. Sei come un cioccolatino alla merda.-

-Così mi ferisci sorellina. Senti, volevo solo dirti che io e Alex siamo in missione, quindi non so per che ora mi sbrigherò stanotte.-

La sua voce si fece più dolce.

-Mi dispiace di non essere riuscita a trovare l'orario dello scambio.-

-Tranquilla, stiamo in appostamento fino a quando non siamo sicuri che siano arrivati, facciamo saltare qualche testa, e torniamo a casa.-

-Cerca di non farti male, sciocco. Ti voglio bene. E comunque ti aspetto.-

-Non ti preoccupare, so fare il mio lavoro. Ti voglio bene anch'io.-


Salii in macchina sospirando, determinato a non morire proprio quel giorno.

-Hai telefonato alla sorellina? Le hai detto che le vuoi tanto tanto bene?- Mi sfotteva Alex.

-Almeno io ho qualcuno.-

Smise di fare il simpatico e cambiò discorso.

-Allora, cosa ascoltiamo oggi?-

-Direi di andare di System of a Down. Toxicity per la precisione.-

-Oh, yes. Stanotte ci divertiamo.-


Così, con la musica a palla, e tentando di imitare malamente Serj Tankian io, e una chitarra elettrica lui, ci dirigemmo verso il porto, con addosso quel disgustoso ma eccitante dubbio di non sapere se saremmo tornati a casa.Ormai era il nostro terzo compagno.

   
 
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