C'è chi vince e c'è chi perde...
Draco
-C'è chi vince e c'è chi perde, punto e fine.- è questo
ciò che ho sempre affermato.
-Durante la vita c'è un alternarsi di vittorie e di perdite.- Mi hai detto
innumerevoli volte.
"Balle!" ho sempre pensato.
A mio parere, esistono due tipologie di persone: i vincenti, come me; I
perdenti, come la maggior parte degli altri.
E' per questo che hanno inventato stupidi proverbi: per consolare chi
nella vita è destinato a soccombere in eterno, o, in alternativa,
per illudere stolti, creduloni e buonisti.
E' così che funziona il mondo, ed è per questo che io,
essendo un vincente, posso pretendere tutto ed è mio diritto ottenere ciò che
ho preteso.
-E lo sai perché?- ti chiedetti una sera.
Tu mi guardasti curiosa.
-Perché ho fama, denaro e sangue puro.-
Girasti il capo scocciata e delusa, e te ne andasti dal mio letto.
Io non mi alzai, non mi preoccupai...saresti tornata
per il solo motivo che io lo volevo.
Avevo voluto entrare in squadra?
Ci ero entrato. A chi importano i mezzi?
Avevo voluto prendermi la cosa più preziosa per Potter?
Ti avevo comprata.
Come al solito c'è sempre chi è disposto ad incassare,
Ginny Weasley in questo
caso: L' avevo pagata affinché tu la sorprendessi a letto con Potter, e così era stato.
Povera piccola mezzosangue, pur col cuore in pezzi, avevi
trovato il modo di vendicarti o forse soltanto di sfogarti, grazie a me. E
questo, solo perché io l'avevo voluto.
Non ho mai capito perché tu ti sia innamorata di me...forse speravi di trovare il
Potter nascosto che ti era stato negato, ma non
trovandolo, il tuo orgoglio non ti aveva permesso di arrenderti.
Hai cercato in tutti i modi di dimostrarmi le bellezze della vita, ma la mia cinità ha spento lentamente il tuo entusiasmo.
Il tuo bisogno di affetto, l'ho saputo colmare solo
con la violenza.
Ho distrutto il tuo piccolo mondo, e ho distrutto anche te, ma non hai mai
voluto chiedere aiuto a nessuno.
E' stato Potter che ti ha dovuto raccattare a pezzi,dopo che io avevo rifiutato di farlo. E’ stato Potter che ha dovuto salvare almeno l'ombra di quello che eri. Forse ti saresti rimessa, ma avevi vissuto il mio modo
di vedere il mondo, e da questo una come te non può
uscire illesa.
Il tempo passava
mia dolce mezzosangue, e a mano a mano che tu guarivi, io soccombevo, privato
di ciò che eri stata, della tua dolcezza che mi era
parsa così inutile, della tua fiducia, della tua realtà, di te, Hermione Granger. Non era giusto, io non avevo mai perso nulla nella
vita, e non era giusto che tu, una sporca mezzosangue fossi
la prima cosa non controllabile con il denaro.
Arrivò infine la
notte decisiva: la notte che avrebbe segnato la svolta finale nella lotta tra
bene e male, Voldemort e Potter,
te e me.
Ti attendevo
sulla torre dove per la prima volta ci eravamo uniti,
per nulla preoccupato in realtà della tua scelta. Quale avrebbe potuto essere?
La morte o la vita?
Io ero la tua
vita, perché saremmo stati noi a vincere, perché c’è
chi vince e c’è chi perde, ed io non credo nelle vie di mezzo.
Arrivasti,
ovviamente, appena tremante ma fiera. Ti guardai dall’alto in basso, con
circospezione.
-Hai l’ultima
possibilità di chiedermi perdono.- chiarii.
-Chiederti
perdono?- balbettasti. Non avevi capito nulla.- Io…io pensavo che…che
tu volessi chiarire… passare dalla mia parte…-
Ghignai.- Stasera,
qualcuno passerà dalla parte nemica, ma non sarò io…-
I tuoi riccioli
si mossero nel vento mentre scuotevi il capo.- No Draco.- dicesti dopo un
attimo di smarrimento.
-Non passerò mai
dalla tua parte.-
Fu allora che mi
arrabbiai: la furia di cui non mi ero neppure reso conto, che mi aveva roso
dentro da quando te ne eri andata , scoppiò in tutta
la sua terribile potenza.- Tu non puoi dirmi di no! Tu non puoi lasciarmi!-gridai furibondo, sbattendoti contro il muro bagnato,
proprio mentre un fulmine squarciava l’aria illuminandoti gli occhi umidi
ed arrossati. Ma tu, non avevi paura di me , non più.
-Perché?- mi chiedesti con un’espressione
indecifrabile.
Io ti guardai
sprezzante: te l’avevo già detto,lo sapevi.
Tu scuotesti la
testa sospirando, sorridendo mesta.
-Questa volta.- scandisti
bene le parole.- Hai perso.-
Il rombo di un
tuono scoppio nel cielo, mentre il diluvio iniziava ad abbattersi sui nostri
corpi vicini.
-Io non perdo.- sputai furioso.
-Non hai vinto.- rigirasti il discorso.
Rimasi spiazzato
per un momento, un momento che tu utilizzasti per sottrarti alla mia stretta,
ma non riuscisti a fuggire. Ti strattonai il polso in una morsa ferrea, e tu
mugugnasti dolorante.- Io Vinco!- gridai.
Non so fin dove
mi sarei spinto, se non fosse arrivato Potter.
-Lasciala!-mi
intimò a denti
stretti, furioso, almeno quanto me.
Non so perché obbedii.
Non ricordo cosa
accadde, ma la mattina dopo Potter aveva vinto, il
mio padrone era morto, ero un ricercato, io avevo
perso.
Passarono mesi
tremendi, che impiegai per scappare assieme ai miei compagni di sventura. Mio
padre e mia madre, distrutti. Avevano avuto un grande
sogno, e questo gli si era sgretolato tra le dita. Lo stesso grande
sogno che io avevo coltivato, e che solo allora mi rendevo conto di quanto poco
valesse per me.
Questo era troppo
duro da accettare: significava che ero un perdente da sempre, sottomesso alla
volontà di qualcun altro.
Fuggii, da solo.
Ero un ricercato
da entrambe le parti: dal bene che non avevo mai accolto e dal male che avevo
abbandonato. Destinato all’eterno vagare fino a che
qualcuno mi avesse scovato e ucciso. Ero un perdente da sempre e per
sempre.
Quanto
era ingiusto questo: il mondo che prima avevo creduto girasse solo per me, continuava
a girare, anche ora che la morte tendeva la sua nera falce sulla mia testa. Girava impassibile delle mie sofferenze
e dell’ingiustizia a cui ero stato sottoposto.
Quella realtà che
ero stato convinto di poter vedere meglio di chiunque
altro, si mostrava soltanto ora per quello che era.
Il mondo magico girava
spensierato attorno ad un’ unica figura: Harry Potter.
I ruoli si erano
invertiti ora, o forse erano sempre stati diversi.
Io volevo vedermi
vincente almeno una volta, prima che la morte mi accogliesse senza che io
avessi fatto nulla di abbastanza importante per esser
ricordato.
Tu, piccola e
fragile ragazza, avevi sposato il più grande mago di
sempre, a parer del mondo, il tuo migliore amico, che era la mia peggior
condanna.
Tu, innocente in
un gioco proibito tra noi, saresti stata vittima della mia ultima mossa
disperata, prima dello scacco matto.
Entrai come un’ombra
nella vostra casa felice, le vostre voci dai toni vivaci, entrarono
nella mia mente come suoni confusi. Le immagini sfocate si susseguirono, fino a
quando ti conficcai un pugnale nel cuore, tra le urla di tuo marito.
E mi guardasti un’ultima volta,
confusa. Non mi temesti.- Perché?-pronunciasti, mentre la vita scivolava via da
te come una lenta carezza.
Domanda infantile, domanda ricorrente nei nostri discorsi, a cui mai ho dato
una vera risposta.
-Perché ho perso.- ammisi mentre calde lacrime rigarono il mio viso.
Ho perso, ancora,
perché ti ho perso per mano mia.
Un colpo, dato
con foga ed ardore, mi percosse. Svenni, per mano di Potter,
perché è stato lui a vincere, ha dato il suo scacco
matto, ma ha perso la sua regina. Sorrisi, per questa piccola vittoria, e poi
mi accasciai a terra, capendo che in realtà, l’avevamo
persa entrambi.
Mi risvegliai in
una cella buia. Sentivo male ovunque, tagli e botte,
dovuti probabilmente a Potter. Non so chi l’abbia
fermato dall’uccidermi, ma avrei preferito non
lo facesse.
Voglio morire,Hermione, ma so che mi puoi capire. Ho perso, ho perso, non
ho mai vinto una volta soltanto. Non è giusto, Granger,
lo sai che è così…perché l’unica mia vittoria è stata il tuo amore,
che io ho saputo perdere ugualmente.
Forse…forse mi ami ancora…ti voglio
raggiungere, per scoprirlo. Ti raggiungerò, mia unica vittoria.
C’è chi
vince e c’è chi perde, non so se nella vita si giocano ruoli alterni, ma
so che non si può dire di essere dei vincenti finché non si capisce di aver
perso.
Spazio Autrice:
Delirio.
Ho concluso col delirio di un Draco ormai impazzito che si
rivolge ad Hermione. Non si capisce se lo fa perché scopre di amarla o perché è
ossessionato dalla vittoria, e vuole raggiungerne una almeno una volta.
Delirio,
mio, che non so dove mi potrà portare. E’ la mia prima one-shot,
non so da dove sia venuta fuori, ma di sicuro il mio primo esperimento nell’unico
capitolo non lo immaginavo così, eppure mi è piaciuto.
Vorrei sapere
cosa ne pensate, se c’è qualcosa di buono in questo pazzo esperimento,
perciò i commenti saranno ben accetti, positivi o
negativi.
Il messaggio che
volevo trasmettere non è positivo forse, ma neanche
negativo. E’ una specie di avvertimento che
Draco, un personaggio che adoro, ci da, per vedere il male e mostrarci la
strada che ha percorso, ovvero quella da non seguire. Mi è sembrato il
personaggio più adatto a questo genere di cose, anche se di solito lo
preferisco con Hermione ed un lieto fine.
A proposito di
Hermione, personaggio positivo, che vuole mostrare il
bene al male, personaggio dunque ingenuo, ma che lascia un segno, a mio parere.
Una specie di grillo parlante che viene schiacciato,
ma che libera Draco da quel paraocchi che si è costruito per sopportare la sua
vita.
Non voglio
rattristarvi, non so cosa voglio ora…ma vi assicuro che sto sorridendo…anche
se non ho ancora capito perché…
Sarà che è tardi? Che sono oppressata dai compiti? O forse qualcosa ne
è venuto fuori?
Beh…ditemi voi…io so essere paziente.
Grazie a tutti
per l’attenzione.
FairyDream