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Autore: Primb    02/09/2010    5 recensioni
"Correvo. Semplicemente, correvo, il bianco vestito da sposa pieno di macchie e strappi, lo strascico ormai ridotto a brandelli. I rami e gli arbusti della macchia mediterranea mi graffiavano il viso e le porzioni di pelle lasciate scoperte dalla veste nuziale. Mentre inciampavo nell'ennesima radice, sentii uno schiocco e un improvviso bruciore alla guancia. Me la sfiorai con le dita ricoperte dai guanti candidi e questi si tinsero di rosso. Sangue."
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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‡ Beautiful novel ‡

 

 

Regina di menzogne.

 

 

 

Non avevo mai infranto nessuna regola, nemmeno da bambina. Non perché avessi una natura particolarmente remissiva e subordinata, anzi. La verità è che ho sempre avuto paura di perdere.

Ero governata, no, posseduta dal terrore che se fossi caduta non sarei mai più stata in grado di rialzarmi. Ero certa che se mi fossi lasciata andare un pochino di più mi sarei persa, senza alcuna possibilità di ritrovarmi. Mai più.

Per questo ero sempre stata molto attenta a non fare pazzie, a restare in carreggiata, sempre preoccupata per tutto, impegnandomi a fare ciò che gli altri si aspettavano da me e non ciò che desideravo, come invece sarebbe stato giusto.

Non volevo deludere le persone a me care.

Forse è anche per questo che non mi ero mai innamorata. Ma non si può scappare dall’amore, adesso l’ho imparato.

Ora sono cambiata profondamente, complici un falò, un mare calmo e scuro, una spiaggia odorosa. E un uomo incredibile, con braccia forti, occhi chiari e la pelle che sa di Mediterraneo.

Se mi chiedessero di dare un volto all’amore, descriverei quello di Milo. Perché lui è stato come un colpo di spugna sulla polvere della mia vita, una pennellata di colori densi e improbabili sul grigiore della mia esistenza.

Quella notte era stato amore, lo sapevo bene.

Per questo il mattino dopo ero così dispiaciuta: la prima e unica volta che avevo ceduto all’istinto e infranto le regole, c’erano state delle spiacevoli conseguenze. E non solo per me.

Quando aveva scoperto della “fuga” senza permesso di Milo, il Gran Sacerdote era andato su tutte le furie, e si era recato dalla Dea stessa per chiederle immediati provvedimenti.

Così, una volta tornati al Santuario Athena aveva convocato privatamente il Cavaliere di Scorpio, pretendendo spiegazioni sull’accaduto e, a quanto ne so, rimproverandolo severamente.

Io però non potevo tollerare che Milo venisse punito a causa mia. Del resto lui era l’unico, in quella gabbia di matti, a farmi sentire davvero felice e apprezzata.

Perciò raccolsi tutto il mio coraggio e pregai Hermes di manifestarsi. Quella volta non udii nessuna voce divina gracchiare nella mia testa, ma sentii che un alone caldo e rassicurante mi avvolgeva le membra, facendomi sentire più forte.

Entrai nella Tredicesima casa con passo fiero, le spalle dritte e il mento alto, sicura che tutti i presenti avrebbero riconosciuto in me un’autorità divina, e non una ragazzina spaventata a cui tremavano perfino le ginocchia.

Per fortuna, la regale presenza di Hermes fu più evidente della mia angoscia, e nessuno fece caso alla mia smorfia inquieta. Il Gran Sacerdote mi condusse a capo chino in un salone grande e ben arredato, lo stesso in cui avevo incontrato Saori Kido la prima volta, e mi fece educatamente attendere mentre lui mi annunciava alla Dea.

Entrai in silenzio, i pugni chiusi e la mascella rigida, e avanzai fino al cospetto di Athena, la quale cercava di mascherare dietro uno sguardo severo la sorpresa di vedermi lì.

Mi affiancai a Milo, che era inginocchiato proprio di fronte a Saori, e lo osservai un momento per analizzarne la reazione. Mi guardava senza sorpresa né rabbia, nei suoi occhi c’era solo un’immensa curiosità che non riusciva in nessun modo a celare.

- Scorpio, credo sia il caso di rimandare a più tardi la nostra conversazione. Per adesso puoi andare, ma non considerarti impunito.-

Milo fece cenno di aver capito, chinò leggermente il capo e si alzò con cautela, senza smettere di guardarmi. Mentre si avviava lentamente verso la porta, si girò varie volte verso di noi con un’espressione interessata e divertita, come se si aspettasse un colpo di scena da un momento all’altro.

Ma tu guarda! Aveva appena ricevuto una strigliata da Athena in persona e aveva ancora il coraggio di scherzare! Quel ragazzo era incredibile!

Mi scappò un sorriso che Saori intercettò subito.

- Quello che avete fatto ieri notte è… -

    - È tutta colpa mia. – la interruppi io.

Le sue divine iridi si spalancarono per lo stupore: era sicura

- Cosa vorresti dire? – il suo tono era molto sospettoso, avrei dovuto giocare le mie carte con estrema abilità.

- Quando mi sono svegliata, ero in panico. Sentivo fluire in me il Cosmo di Hermes, il mio corpo era un delirio, ardevo, e nella mia mente turbinavano tante immagini distorte, raccapriccianti, confuse…Temevo di impazzire. – feci una pausa per dare più effetto alle mie parole, mentre l’alone intorno a me acquistava nuovo vigore e si intensificava. Sembrava che il Cosmo di Hermes fosse euforico.

- Ma il Cavaliere di Scorpio era lì, pronto a sostenermi, a soddisfare ogni desiderio del vostro amato fratello come voi, Glaucopide, gli avete ordinato. –

Athena assottigliò lo sguardo aspettando il seguito, ed io proseguii:

- Gli chiesi di portarmi immediatamente fuori dal Tempio, in un posto tranquillo e sereno in cui il mio spirito tormentato avrebbe potuto ritrovare un po’ di serenità. Mi portò nell’isola di Milo. –

Tirai un sospiro, prima di raccontare la balla decisiva:

- Poco dopo, però, il Cavaliere di Scorpio mi propose di fare ritorno al Tempio, poiché era mortificato per aver disobbedito ad un Vostro ordine. Io allora mi vidi costretta ad imporre la mia divina autorità, obbligandolo a proteggermi con la sua presenza e a passare anche la notte sull’isola, perché come ben sapete, cara sorella, da sempre le tenebre nutrono e rigenerano il mio potere.-

Il volto di Saori adesso era più disteso, l’espressione serena e lo sguardo tranquillo. L’avevo quasi persuasa, eppure non avrei mai pensato di essere così convincente.

- Quello che voglio dirvi, o Athena, è che Milo di Scorpio non è venuto meno a quanto voi avevate ordinato, tutt’altro. Obbedendo ad un mio capriccio, ha pienamente soddisfatto quello che era un desiderio Vostro e del Padre Zeus, pertanto ritengo che non meriti alcuna punizione. –

Gran finale con botto. Meritavo un Oscar.

In più, tirare in ballo Zeus era stata la ciliegina sulla torta.

- Ma certo, Hermes. Mi siete da sempre caro, fratello mio, ed un piacere fatto a Voi è un piacere fatto alla mia stessa persona. Per questa volta, il Cavaliere di Scorpio non verrà punito. –

Riuscii miracolosamente a nascondere la mia espressione trionfante dietro un sorriso mite e pieno di benevolenza.

- Inoltre, sorella cara – continuai – temo sia giunto il momento di congedarmi da voi, non posso approfittare troppo a lungo della vostra cordialità.-

- Permettetemi di dissentire. Voi siete uno Xenòs, un ospite, e in quanto tale siete sacro. Anzi, Voi lo siete in maniera particolare. Considerate questo Santuario a vostra completa disposizione fino a data da definirsi.-

- Siete troppo buona.- sorrisi, inginocchiandomi e prendendole la mano per baciarla con grazia.

- Come ho già detto, è un piacere.-

Athena sorrise languida, gli occhi cerulei che le brillavano di gioia e sincero affetto.

Avevo vinto su tutta la linea.

Mentre mi chiudevo la pesante porta di legno alle spalle, sentii una voce graffiante rimbombarmi chiaramente nella testa:

Babbea…

 

 

 

 

Prima di recarmi da Milo per dirgli la buona notizia, decisi di approfittare del fatto di essere nella Tredicesima per farmi un bel bagno in una di quelle sale enormi arredate con vomitevole sfarzo.

Mentre mi crogiolavo nel tepore dell’acqua piena di sali, in una vasca grande quanto una piscina, Hermes si manifestò.

Complimenti, Pecora. Ingannare Athena con menzogne così ridicole non è certo cosa da tutti.

Ti ringrazio. Però è strano, come diavolo ha fatto una Dea così potente a bersi quella vagonata di bufale?

Merito mio.

E ti pareva!

Guarda che dico sul serio!

Ti hanno mai detto che sei un monumento alla vanagloria?

Irriverente di un’umana! Come ti permetti di parlare così a un dio? Meriteresti di essere fulminata! E se la tua ignoranza non fosse pari a quella di un primate sapresti che non sono solo il Messaggero degli Dei, ma anche Guardiano degli Inferi, protettore dei viaggiatori e signore dei ladri e dei bugiardi!

Ne sei sicuro?

Certo che sono sicuro! Lo saprò chi sono, non credi?

Se lo dici tu…

Devo insegnarti un sacco di cose, Pecora, sarà una faticaccia…

Potresti cominciare con alcune spiegazioni…come mai hai deciso di possedermi proprio adesso?

Possederti? Non sono un demonio! Io abito in te, non come lo spirito di Athena…tu continui a preservare la tua identità, io la mia. Ma il corpo è uno solo, e lo condividiamo.

Non capisco…

Due anime, un corpo. Non è difficile. Pecora. Anzi, no. Asina!

Se, se…ma perché proprio adesso?

Perché prima non ho mai avuto bisogno di manifestarmi.

Mah…la tua coscienza potrebbe mai prendere il sopravvento sulla mia?

Non mi tentare, cara.

Parlo seriamente!

Anch’io! Comunque ora non ne ho la forza, il mio Cosmo in gran parte è ancora sopito.

Questa conversazione è sfibrante…

Oh, non dirlo a me!

Senti, e quando avrai la forza di prevalere su di me cosa farai?

Prenderò il sopravvento solo quando sarà necessario. Negli scontri, per esempio, o nelle missioni. Ma non preoccuparti, tu resterai sempre cosciente, seppur immobile, come adesso lo sono io.

Vuoi dire che tu vedi quel che vedo io, tocchi quel che tocco io…?

Sì.

Quindi anche ieri sera…?

Sì, mentre facevate…

Non dirlo!

Sì, c’ero. E ho visto tutto.

Cos-?

E se posso permettermi…

No! Non puoi!

Mettiti a dieta.

Ho detto che non potevi!

È per il tuo bene.

Ti odio!

 

Non lo credevo possibile, eppure avvertii chiaramente Hermes sorridere, da qualche parte dentro di me.

Più irritata che mai, uscii dalla vasca di scatto e afferrai un asciugamano. Poi mi diressi a grandi passi verso lo specchio (quella stanza era enorme!) con l’intenzione di smentire le parole del dio: l’ultima cosa di cui avevo bisogno era una cura dimagrante!

Non sono nemmeno in grado di descrivere lo sgomento che mi prese quando, specchiandomi, non trovai il mio volto bagnato e indispettito a restituirmi il riflesso, bensì quello candido e paffuto di un neonato, con tanti boccoli dorati e grandissimi occhi nocciola.

Istintivamente cacciai un gridolino, ma il bambino si portò l’indice alla bocca intimandomi di tacere.

- Pecora fifona, parli con me ma non hai il coraggio di guardarmi in faccia! – disse, con una vocina squillante, che mi ricordava il tintinnare di una sonagliera.

- Parlare con te? Piccolo, io sono sicura di non averti mai visto prima!- mi tremava la voce per l’apprensione, ma ero riuscita a nasconderlo piuttosto bene.

- Per Zeus, Pecora! Che fatica che mi fai fare!-

- Her…mes? – chiesi, stavolta balbettando.

- Ma brava! Hai vinto una caramella! – cantilenò il bimbo, pizzicandosi le guanciotte per schernirmi.

- Che ci fai nello specchio? –

- Volevo farmi  conoscere e mostrarti il mio attuale aspetto, perché quando il mio Cosmo si risveglierà diventerò adulto. Oh, e poi volevo spaventarti. – aggiunse.

- Sei malefico. –

- Dispettoso, lo preferisco. –

Il bambino si esibì in un ghigno che non aveva niente di rassicurante, ma non potei replicare perché all’improvviso le mie ginocchia cedettero, e mi ritrovai a terra con la testa che vorticava.

- Forse è presto per manifestarsi così, il tuo fisico deve ancora abituarsi. Torno nei ricettacoli più bui della mia anima, Pecora, per un po’ potrai fare a meno della mia compagnia. –

Appena l’eco di queste parole si disperse nelle profondità della sala la fiacchezza mi abbandonò, la mente tornò lucida e le gambe furono di nuovo in grado di reggermi.

Più tardi ripensai all’accaduto, e non nego che mi sfuggì un sorriso: tra tutte le splendenti divinità che potevano reincarnarsi in me, mi era toccato proprio un neonato dispettoso con deliri di onnipotenza , balla facile e tendenza al poltergeist.

Peggio di così non poteva andare.

 

 

 

- Milo? Posso entrare? –

Senza aspettare risposta varcai la soglia dell’Ottava Casa, elettrizzata al pensiero di poter raccontare le ultime novità al suo Custode. Ma l’accoglienza fu un tantino diversa da quella che mi aspettavo.

- Sei arrivata anche tu. Perfetto, posso continuare. - sibilò una voce, molto più fredda e tagliente di quella di Milo.

- Ciao Camus… - esordii, in palese imbarazzo.

Ero giunta all’Ottava Casa passando dal sentiero segreto che mi era stato mostrato da Saga pochi giorni dopo il mio arrivo al Santuario, perciò non avevo avuto modo di vedere, passando, se la Casa dell’Acquario fosse vuota o no. Per questo, una volta entrata, mi aspettavo di vedere Milo sorridermi, e non Camus con le braccia conserte e il sopracciglio alzato in segno di rimprovero.

Con un solo gesto della mano mi fece cenno di sedermi sul divano accanto a Milo, che fece spallucce e alzò i palmi in segno di resa.

- Da Milo potevo aspettarmi qualsiasi gesto sconsiderato, ma da te, Lily! In tutta sincerità, ti ritenevo più intelligente! –

Cercai nello sguardo di Milo qualcosa che potesse rassicurarmi, ripararmi da quell’ingiusta sgridata, anche se sapevo di non avere del tutto torto. Come al solito, avevo bisogno di conferme.

Senza farsi vedere da Camus, mi prese la mano e intrecciò le dita con le mie, in un gesto che mi fece sussultare il cuore.

- Incoscienti!- continuava, intanto, Aquarius – adesso Milo pagherà per la vostra avventatezza! –

- Oh no, Camus. – dissi finalmente, trovando il coraggio di interromperlo – per concessione di Athena e di Hermes - mi girai per sorridere a Milo – il Cavaliere dell’Ottava Casa non verrà punito. –

I due sbarrarono gli occhi e mi chiesero di spiegarmi meglio, così raccontai loro della conversazione che avevo avuto con Athena e del  dialogo con Hermes. Riguardo quest’ultimo, però, decisi di omettere alcuni dettagli come quello dello specchio o i commentini imbarazzanti del dio sul mio aspetto fisico. Vergogna a parte, certe cose preferivo tenerle per me.

Dopo qualche commento Camus si congedò, con un’espressione piuttosto pensierosa stampata in volto. Non sembrava molto sereno, ma in quel momento le mie attenzioni non erano certo concentrate su di lui.

Tirai un sospiro di sollievo e mi stiracchiai, appoggiando la testa sulla spalla di Milo.

- Ciao – sussurrò, finalmente rilassato.

- Ciao – miagolai – come stai? –

- Bene. Molto più di quanto pensassi. E tu, come stai? –

- Stanca. Però sto bene.-

In effetti era quasi sera,e tutti gli avvenimenti della giornata mi avevano prosciugato le energie.

- Mmm… dormi qui stasera? –

- Sicuro che non sia contro le regole? – domandai, mentre giocavo con una ciocca dei suoi capelli.

- La regola è che non dobbiamo uscire dal Santuario senza permesso. E poi, anche se fosse proibito… -

- Vuoi dire che ormai siamo dei fuorilegge? – scherzai.

Milo sorrise.

- Voglio dire che abbiamo dalla nostra parte il Pinocchio più convincente che esista. – disse, scompigliandomi i capelli senza troppo garbo.

- Va bene, allora resto qui!- gli feci la linguaccia, felice nel profondo, e gli diedi un bacio lieve sulle labbra.

- Prima, però, la cena! –

 

 

 

 

 

Cercai di improvvisarmi cuoca,ma la cosa non mi era mai riuscita bene. In più, Milo aveva congedato tutti gli inservienti e gli aiutanti che di solito infestavano l’Ottava Casa: quella sera aveva bisogno di intimità, aveva detto.

Ero d’accordo con lui, ma alla fine mi ero ritrovata a dover usare il forno senza l’aiuto di nessuno, e nel tentativo di rosolare la carne l’avevo bruciata. Carbonizzata, per essere precisi.

La vista dei miei sforzi andati in fumo mi depresse un sacco, ma Milo cercò di consolarmi dicendo che quella sera avremmo mangiato verdure. Stizzita, gli lanciai uno straccio umido ringhiando qualcosa come “allora adesso pulisci tu!”, ma ciò non bastò a scalfire il suo improvviso e inspiegabile buonumore.

Mi prese una fitta allo stomaco: con che coraggio potevo rovinare quel sorriso? Come sarei riuscita a raccontargli tutta la verità su Hermes? Inoltre, il dio aveva chiaramente parlato di “missioni”: io non avevo osato chiedere nulla, ma era chiaro che per me e Milo questo significava dover essere diversi e lontani,anche contro la nostra volontà. Oh, perché proprio adesso? La mia esistenza aveva appena cominciato ad avere un senso e già…

- Lily, che cos’hai? Non mi sembri serena stasera. Qualcosa non va? –

Forse, se avessi espresso ad alta voce tutte le mie paure quelle sarebbero evaporate. Sì, sarebbero sfumate a contatto con l’aria, eclissate, eliminate. E forse, forse, a quel punto la mia vita sarebbe stata di nuovo serena e ordinata. Con Milo.

Dovevo dirglielo.

- Ecco, vedi…- deglutii, le parole mi si erano seccate in gola. Coraggio, non era certo il momento di vacillare!

- Hermes… - tentai, ma quando vidi lo sguardo di Milo affilarsi e l’espressione farsi subito più concentrata la forza di continuare mi abbandonò.

- Hai problemi con Hermes? Ti senti male a causa sua? –

- In un certo senso… - ero sicura che, dentro di me, il dio mi stesse insultando senza troppi riguardi.

- Parla Lily, avanti!-

Infatti, Lily! Parla, su! Mi feci mentalmente coraggio, presi un respiro e:

- Per te non è un problema il fatto che custodisca in me una divinità? Il fatto che io non sia completamente umana e non lo sarò mai più, e che soprattutto abbia accettato tutto questo senza batter ciglio non ti sembra gravissimo? –

Bugia. Anzi, mezza verità. Non ero stata capace di dirla tutta. Ero un’insulsa, schifosa, pavida vigliacca. Mi disgustavo.

Milo prese un bicchiere, si versò dell’acqua e ne bevve una lunga sorsata. Poi si asciugò le labbra con il dorso della mano, si spostò un ciuffo di capelli dagli occhi e sospirò.

- No. Non mi importa. Anzi, per quel che mi riguarda la più umana tra noi due sei tu. Sai cosa vuoi, non aspiri a fama, potenza, splendore; ami la normalità, anche se non sei una persona ordinaria; nonostante la situazione in cui ti trovi, non hai perso la tua identità, e che io sappia non hai mai fatto nulla che non volessi fare. Sei migliore di me. –

- Penso che nemmeno tu abbia mai fatto qualcosa contro la tua volontà.-

- Sì, invece.-

- Per esempio? –

- Ho ucciso. –

Sussultai, nel vano tentativo di immaginare Milo nell’atto di stroncare brutalmente una vita.

- E’ stato tanto tempo fa – continuò lui, il tono distaccato e gli occhi immobili – quando la trama dell’inganno era fitta, Athena lontana e i miei occhi ciechi. -

Adesso il suo tono era più basso, quasi un sussurro, come se stesse rivelando a sé stesso, e non a me, le sue più intime debolezze. Nel suo sguardo lontano potevo scorgere il filo sottile ed etereo che lega i ricordi al presente, e nel rievocare provoca dolore.

Decisi di tacere.

 

 

 

 

 

Dopo quella breve confidenza mi si era aperta una minuscola finestra sul cuore di Milo, un piccolo scorcio che mi permetteva di sfiorare la sinuosità delle sue emozioni. Me li immaginavo così, i suoi sentimenti, come tante piccole volute di fumo che serpeggiavano quietamente dentro di lui. Non so perché, ma quando stavo con Milo ogni cosa mi appariva più palpabile, più concreta.

Ci ritrovammo sul suo letto, nudi e impazienti, mentre in cucina la scarsa cena che ero riuscita a preparare si rassegnava a raffreddarsi nei piatti, insipida e ignorata.

Avevamo voglia di tutt’altro sapore.

Milo cominciò a baciarmi il collo, prima quasi con cautela, poi con crescente trasporto. Scese lentamente lungo il mio corpo mentre le sue labbra si facevano via via più umide. Quando arrivò ai seni si mise a giocare con un capezzolo, provocandomi brividi talmente intensi da inibire ogni mia resistenza, se mai davvero ne avessi avuta una.

Continuammo a stuzzicarci a vicenda, a scoprirci senza pudore, ad ansimare su ogni strusciamento rovente aspettando che il piacere giungesse all’apice.

Quando Milo entrò in me non sentii alcun dolore, anzi, stavolta in lui non c’era alcun segno della brutale urgenza con cui mi aveva penetrata la prima volta. Venne completamente dentro di me, ansimando flebili scuse, ed io provai a sorridere e gli baciai la punta del naso.

- Non sono mai andata all’università… – sussurrai dopo un gemito – ho abbandonato lo studio e cominciato a lavorare non appena finite le superiori. Facevo la cameriera. - la mia voce uscì roca e flebile tra gli spasmi del piacere ancora pulsanti.

Milo adesso era disteso accanto a me, prono, sudato e con il fiato corto. Con un braccio mi cingeva stancamente il petto, mentre la sua schiena si alzava e abbassava velocemente, al ritmo del respiro. Sollevò la testa dal cuscino e mi guardò con aria interrogativa.

- Anch’io ho fatto scelte contro la mia volontà – provai a spiegare, tra un respiro e l’altro – diventare archeologa era il mio sogno, e ho deciso di rinunciarvi… -

Milo si sporse in avanti e mi baciò le labbra con leggerezza. Poi, non senza qualche difficoltà, riuscì ad insinuare il proprio braccio sotto la mia schiena e mi tirò a sé, in un abbraccio umido e odoroso.

- Mmm…i sogni…- mugugnò, ormai prossimo ad addormentarsi – adesso…come ti sembra… di vivere? Sei in un sogno…o sei sveglia? –

Le sue palpebre si chiusero su quest’ultima, delirante frase, e a me fu preclusa la vista di quegli occhi spettacolari. Non risposi e gli baciai l’incavo fra l’occhio e il sopracciglio, sicura di non svegliarlo perché era chiaramente scivolato in un sonno profondo e senza sogni: quelli erano rimasti fuori, potevo scorgerli impigliati fra le sue ciglia.

Chiusi gli occhi a mia volta, arrendendomi alla stanchezza. Stavolta sapevo che l’indomani, al mio risveglio, non sarei stata sola.

Sogno o realtà, veglia o illusione: non mi importava.

Qualunque fosse il sentimento che mi percuoteva il petto in quel momento, avevo deciso di viverlo tutto.

Fino all’ultimo istante.

 

 

 

 

 

 

Che dolorosissimo travaglio!!!! Però…bye bye pigrizia! Sono riuscita a postarlo, finalmente! La mia vacanza è finita (sob!) ed ecco qui, come promesso, un nuovo capitolo! Però rega…11 pagine…mi sembra di non aver mai scritto così tanto! :D  Ho i crampi alle dita! xD

Dato che il troppo lavoro mi fa delirare ( lavoro? O_o), passo subito ai doverosi ringraziamenti:

Gea_Kristh: Ciao! :D Tanto per cominciare, sono veramente molto felice di conoscerti. Lily ti ringrazia di cuore, è molto raro che qualcuno la trovi divertente! (detto fra noi, è troppo frignona per stare simpatica alla gente, ma è meglio non dirglielo! ;-) ). Hermes invece è stato una scelta quasi obbligata…lo amo da sempre, soprattutto nei suoi lati meno conosciuti, che mostrerà più avanti! :D E poi devo scusarmi: è vero, il fatto che Lily e Milo uscissero dal Santuario senza permesso era inverosimile, ma necessario ai fini della storia. Nello scorso capitolo però ho preferito non specificarlo, in effetti sono stata più attenta a tacere molte cose che a rivelarle…Infine grazie, grazie grazie per tutti i complimenti! Troppo gentile! ^^ Waaa, ho scritto una risposta lungherrima!!! Mi dispiace, non leggerla tutta se non vuoi! >.<

Ribrib20: che piacere sentirti! :D davvero ti è piaciuto?? Sono molto contenta, lo sai che ho un’alta considerazione della tua opinione! Grazie mille! *rotola* Piuttosto, penso di avere qualche problema con le e-mail (te ne ho mandate 2, una lunga quanto un papiro e una in risposta alla tua), non penso ti arrivino. Non sapendo in quale altro modo comunicartelo te lo scrivo qui…

p.s. non ringraziarmi per averti messo nei preferiti: penso davvero che tu sia brava, e quando avrò un briciolino di tempo passerò a farti le recensioni che meriti! ;)

ashar: Hello!!! :D Penso che anche per te valga lo stesso discorso di rib: ti ho ringraziata per avermi inserita tra i preferiti, ma la mail *sospira* non dev’esserti arrivata! L  Perciò ti ringrazio qui, ufficialmente, dato che non so più come contattarvi! ç_ç * E sappi che per me è un onore sapere che la mia storia ti abbia presa tanto! Grazie ancora!!! :D (abuso di questa parola, eppure non mi sembra mai abbastanza!)

 

Infine grazie a tutti quelli che hanno inserito “Beautiful novel” tra le preferite, le seguite e le storie da ricordare!!! *inchino* e a tutti quelli che continuano a leggere nonostante i miei continui ritardi!!!!

 

Un bacio

*stan*

 

  
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