Film > High School Musical
Ricorda la storia  |      
Autore: armony_93    02/09/2010    5 recensioni
Gabriella allungò una mano e afferrò il polso gracile della bambina attirandola nuovamente a se prima di scioglierle una codina e pettinandola con le dita, con dolcezza preparandosi a rifargliela dato che per tutti quei frenetici movimenti la codina le era un po' calata. Mentre passava le dita fra quei fili bruni la donna fissava le proprie mani con un piccolo sorriso dipinto sul volto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

{palpitation






Una sagoma andò sfumando sempre di più sull'asfalto mentre il sole fiacco e invernale si oscurava lasciando posto alle nuvole nere e minacciose accompagnate da quel forte vento freddo che scuoteva i suoi capelli bruni boccolosi. Gabriella strappò dal freddo le sue mani infilandole nelle tasche del giubbotto che indossava mentre il vento la obbligava a chiudere gli occhi per sopportare quell'improvvisa raffica.


La ragazza riaperti i grandi occhi da cerbiatta spostò il suo sguardo sugli alberi tinti di colori caldi anche se in maggioranza spogli. L'autunno lasciava posto all'inverno e nella tristezza di quella stagione si trovava in perfetta armonia mentre lasciava che i ricordi le invadessero la mente esplodendo in essa con una chiarezza e una nitidezza quasi inverosimile. Il tempo tornò indietro e nei suoi ricordi le nuvole cedevano posto ad un sole caldo ed estivo, un sole che scottava la pelle piacevolmente provocandole un piacevole formicolio e una sensazione di pace. Tanti ragazzi che si aggiravano frettolosi per quei marciapiedi mentre il bus giallo lasciava gli studenti liberi di recarsi a scuola. Quell'enorme edificio ora grigio e buio, in attesa della fine delle vacanze invernali per riaprire i battenti e accogliere i suoi studenti, improvvisamente tornava rivestito dal rosso sgargiante dei Wildcats mentre un vociare alto e caotico investiva le orecchie della moretta trasmettendole una sensazione famigliare e piacevole che le spingeva sulle labbra la parola “casa” senza però permettersi di farla uscire.


Una nuova ventata gelida la strappò con violenza dalla freschezza dei suoi ricordi. Un peso al cuore mentre una profonda sensazione di nostalgia la impregnava fino alla punta delle dita. Dei passi rapidi e leggeri alle proprie spalle la fecero riprendere e voltandosi incrociò le braccia al petto stringendosi nel giubbotto. Una bambina dai capelli castani scuri lunghi, legati in due codine scodinzolanti, con gli occhi azzurri e un grande sorriso stampato sul viso, correva lei incontro. Aveva indosso una mantella pesante di un rosso vivace, sotto ad essa appena visibili dei jeans e delle scarpette da ginnastica rosse. La bambina sporse la boccuccia dalla sciarpa che le cingeva calda il collo e parlò con una vocina dolce e timida.


-Senti mamma, quando viene?-


Gabriella sorrise chinandosi sulla piccola e arrivata alla sua altezza le sistemò la mantella notando i roscetti sulle guance della bimba per la corsa mentre il suo evidente fiatone provocava delle nuvolette che si dissolvevano nell'aria.


-Accidenti ti stropicci sempre i vestiti, sei proprio un caso perso piccola mia...-


Mormorò ridacchiando la donna mentre senza guardare negli occhi la figlia le sistemava i vestiti lisciandoli con le mani. Risalì con una mano sul volto della sua bambina e le carezzò una guancia sempre mantenendo lo sguardo perso e distratto. La bambina allora si imbronciò e con uno scatto sfuggì dal tocco della madre cercando i suoi occhi prima di dire con voce un po' più acuta dovuta all'irritazione di non ricevere una risposta.


-Mamma! Ma mi ascolti?-


Gabriella allungò una mano e afferrò il polso gracile della bambina attirandola nuovamente a se prima di scioglierle una codina e pettinandola con le dita, con dolcezza preparandosi a rifargliela dato che per tutti quei frenetici movimenti la codina le era un po' calata. Mentre passava le dita fra quei fili bruni la donna fissava le proprie mani con un piccolo sorriso dipinto sul volto. Doveva sorridere, non poteva permettersi di mostrarsi angosciata e ansiosa come era in realtà, ma soprattutto non poteva dire alla sua piccola Aira che forse lui non sarebbe venuto. Sarebbero iniziate le domande e come piegare il perchè di quell'improvvisa sparizione. Non poteva certo dirle che era stata tutta colpa sua che lo aveva messo davanti ad una scelta.


-Tu devi capire che... non puoi fare così. Non puoi apparire nella sua vita e impossessarti di quel posto che per lei è stato sin da quando è nata vuoto. Non puoi, non puoi e non devi. Perchè se non vuoi prendere quel posto devi andartene, devi sparire. Non reggerebbe la perdita, e già tiene troppo a te... quindi ti prego, prendi una decisione.-


Il fiato corto e i continui singhiozzi a rendere quel discorso un completo disastro. Mentre nella sua mente si malediceva per quella debolezza che si era promessa di non mostrare, e mentre dentro di se pregava un qualsiasi dio di darle la forza per sostenere quello sguardo senza cedere o vacillare sentiva le lacrime rigarle il viso. Portò le mani su esso coprendolo alla sua vista, nascondendo la sua fragilità che sgorgava dagli occhi e le inondava il viso rendendola ancora più bella e dolce, sensibile... delicata.


Percepiva a pochi passi il respiro di lui lento e regolare mentre poteva percepire su di se il suo sguardo intenso, penetrante che la fissava, che le bruciava la pelle e le provocava una stretta al cuore. Lo sguardo che purtroppo amava ancora, che aveva sempre amato.


-Ho bisogno di stare solo...-


Si risvegliò dal quel vivido ricordo quando con una dolorosa stretta al cuore sentì una manina piccola e calda posarsi sul suo viso. I suoi occhi lentamente si riabituarono al grigiore, al tempo e al momento, trovando negli occhi della figlia di fronte a se la preoccupazione e il dolore più profondi che ricordasse di aver mai visto su quel delicato visino. Una profonda agitazione la scosse per quel dolore, ma quando si rese conto di esserne la causa imprecò poggiando una mano gelida su quella calda della bambina. La strinse e forzò un sorriso mentre le lacrime cessavano di rigarle le guance.


Si era lasciata andare. Aveva pianto di fronte a sua figlia senza nemmeno rendersene conto. Come aveva potuto? Che razza di madre era?


-Mamma...-


Mormorò la bimba con gli occhioni lucidi di lacrime mentre immancabilmente le sue soffici e rosee labbrucce tremavano nello sforzo di non piangere. Gabriella allora sgranò gli occhi con sorpresa e asciugatasi frettolosamente le lacrime cinse il corpicino fragile della bimba contro il proprio. Avvertì il calore di quel fagotto fra le sue braccia e un sorriso caldo e innamorato le disegnò le labbra . Le carezzò la nuca e chiusi gli occhi mormorò con voce tranquilla e serena.


-Piccola scusami, non piangere. Va tutto bene. Ma tu non piangere d'accordo?-


La sentì mugugnare un “Si” poco convinto ma sorrise con dolcezza. La sua bambina era forte.

Quando si separò da lei si accorse che l'espressione della piccola Aira era tornata serena e tranquilla. Le carezzò la nuca sorridendo raggiante, e quel sorriso era sincero. Tutto per la sua piccola, per la sua bambina.


Gabriella lanciò uno sguardo all'orologio e con una lenta consapevolezza si rese conto che di tempo ne era passato fin troppo. L'ennesima delusione, l'ennesimo dolore. Ma infondo lo sapeva già. Lui non sarebbe venuto... lui non era venuto.


-Dammi la mano piccola, andiamo a casa.-


La bambina allora annuì sorridendo e intrecciò la sua manina con quella della madre portandosi il ditino dell'altra mano alle labbra. Gabriella chiuse gli occhi inspirando a pieni polmoni l'aria gelida di quel pomeriggio di fine autunno.


Mentre camminavano Aira aveva preso a saltellare facendo ondeggiare le codine e cantando una canzoncina che aveva appreso all'asilo. Gabriella la guardava con un sorriso divertito anche se leggermente malinconico. L'ennesimo uomo usciva dalla sua vita, ma non era come le altre volte. Perchè questa volta faceva più male delle altre. Non sarebbe stata debole, non avrebbe pianto nuovamente di fronte a tutto ciò che amava, non avrebbe pianto di fronte ad Aira un altra volta. Avrebbe lottato per quel sorriso spensierato.


-Gabriella!-


Una voce improvvisa e prepotente risuonò alle loro spalle. La ragazza si irrigidì incapace di voltarsi mentre Aira riconoscendola si voltò con un sorriso enorme stampato sul viso. La mora rimase immobile a fissare stupita di fronte a se. Nemmeno quando Aira lasciò la presa sulla sua mano e corse indietro riuscì a riprendersi.


-Troy!-


Gridò la bimba correndo verso quell'uomo che le fissava da dove poco prima le due erano venute via. La bimba quando fu a pochi passi saltò letteralmente in braccio al ragazzo che la accolse con un sorriso grande e malinconico. La strinse con forza contro il proprio petto e annegò il viso nella piccola spalla della bimba. La sentì accaldata e fremente fra le proprie braccia e un pensiero squarciò la sua mente come un lampo a ciel sereno.


'Mia figlia...'


-Pensavo ti saresti ricordata che non vado molto d'accordo con la puntualità.-


Gabriella rimase a fissare di fronte a se mentre un sorriso raggiante e spensierato le dipingeva le labbra, un sorriso bagnato di lacrime. Diverse nuove, che pulivano il viso della castana da tutto il dolore. Così come aveva fatto Troy con la sua vita, l'aveva ripulita dalla sofferenza e vi aveva seminato la felicità. Ora doveva solo pazientare e raccogliere i frutti di quella gioia. Con lui al proprio fianco.


Non si voltò, non si mosse, ma solo quando sentì un braccio cingerle la vita trovò la forza di voltare un poco il viso trovandosi Troy al proprio fianco con quell'espressione innamorata e solo sua. Poggiò il capo sulla sua spalla, così perfetta che sembrava fatta apposta per accogliere lei, solo lei. Aira intanto parlava con Troy ancora tenuta saldamente in braccio al biondo.


-... dobbiamo andare allo zoo, me lo avevi promesso Troy!-


-Ci andremo presto piccola, abbiamo tutto il tempo che vuoi per andarci.-


La bambina sorrise e lo abbracciò di nuovo dopo aver osservato il sorriso sulle labbra della sua mamma. Non l'aveva mai vista sorridere così, era un sorriso stupendo. Gabriella non si stupì affatto di quella frase perchè solo con la sua presenza, solo ora sentendosi fra le sue braccia aveva capito che Troy non l'avrebbe mai più lasciata.


-Ti amo...-


Un sussurro che solo lei avvertì, seguito da un bacio debole e timido sul lato delle sue labbra. La donna cinse con un braccio la vita di Troy mentre lui le cingeva le spalle e con il sorriso stampato sul viso si diressero a casa mentre Aira si dilungava a parlare di quanto volesse vedere i panda, perchè i panda erano i suoi animali preferiti.

















Fine


Note dell'autore:

Gente, come mi sento in imbarazzo. Era una vita che non tornavo in questa sezione. Sono arrugginita e mi dispiace. Come avete potuto notare non torno con una Chaylor, mia coppia prediletta, ma con una Troyella un po' malinconica. Almeno c'è il lieto fine. ;D


  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: armony_93