Videogiochi > Tekken
Ricorda la storia  |      
Autore: tillmorninghighway    02/09/2010    4 recensioni
In guerra o giochi sporco o fai da bersaglio del tiro a segno, credimi.
[Incompiuta. (Mioddio, sono una brutta persona, lo so)]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nina Williams, Sergei Dragunov
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La stanza d’albergo, illuminata solo dalla luce dei lampioni che entrava attraverso i pochi centimetri di finestra sui quali non era stata calata la serranda, era pregna dell’odore metallico del sangue.
Sergei Dragunov, in piedi accanto ad una delle finestre, guardava la strada senza una vera espressione in viso. Alle sue spalle tre uomini della Spetsnaz frugavano fra le cose del quinto uomo che era presente nella stanza. Un uomo con un buco in pancia ed uno in fronte che giaceva nel suo letto, fra lenzuola imbevute del suo stesso sangue. Dragunov lo aveva reso cadavere qualche minuto prima. Un proiettile nello stomaco non era bastato a renderlo più collaborativo, uno in fronte era stato il premio per la lealtà mostrata nei confronti dei suoi viscidi amici della Mishima Zaibatsu.
Lealtà che non sarebbe comunque servita a nulla.
- Signore, eccoli qui. –
Uno dei suoi uomini gli si avvicinò, porgendogli un plico contenente alcune decine di fogli ripiegati. Sergei ne sfilò uno a caso dalla busta e gli gettò un’occhiata vuota. Restituì plico e foglio al soldato, annuendo appena. Questi, chiusa nuovamente la busta, si volse verso i compagni e disse: - Missione compiuta, ragazzi. Ce ne andiamo. –
- Fate sparire tutto – ordinò Dragunov con voce piatta, guardando ancora una volta giù in strada prima di incamminarsi con imperturbabile calma verso la porta che dava sul corridoio dell’albergo.
Un sacco nero per il cadavere, un altro sacco per le lenzuola insanguinate, una bella mancia per convincere l’inserviente a ripulire e riordinare la stanza senza fare troppe domande e un bel sacco nero per l’inserviente stessa non appena tutto sarebbe apparso dovutamente lindo. Non occorreva poi molto, si disse Sergei, raggiungendo il furgoncino scuro che avevano parcheggiato sul retro dell’hotel. Attivò la radio e si mise in contatto col comando.
- Qui Seryĭ Volk. - si limitò a dire.
Mezzo secondo di silenzio, poi la risposta, leggermente disturbata.
- Seryĭ Volk, ti riceviamo. -
- Il soggetto non ci darà più problemi. –
- Ottimo. E le carte? –
- Recuperate. –
- Ben fatto Seryĭ Volk. Vi aspettiamo alla base per domani. –
Sergei chiuse la comunicazione e lasciò aderire la colonna vertebrale allo schienale del sedile, leggermente reclinato all’indietro.
Presto sarebbe stato nuovamente in Russia. La gazzella aveva corso con tutta la velocità consentitale dalle sue zampette ma lui era stato più veloce. Lui era sempre più veloce. Avrebbe voluto bagnarsi le labbra con un sorso di vodka, così, per festeggiare quell’ennesima caccia trionfale. Ma avrebbe aspettato, perché in Giappone la vodka non aveva sapore di vodka e lui non voleva inquinarsi le papille gustative.
I suoi uomini arrivarono un quarto d’ora dopo. Gettarono due sacchi neri nel bagagliaio, poi salirono a bordo, tutti tranne uno.
Davvero, era meglio evitare che l’inserviente si lasciasse sfuggire qualcosa.


Ivan Alekseevic Karataev era scomparso nel nulla. La sera prima aveva chiamato dicendo di essere atterrato a Sapporo, col primo volo che aveva trovato per lasciare la Russia. Aveva preso una stanza al Mercure per la notte, pronto a raggiungere la sede della Mishima Zaibatsu il mattino seguente.
Ma il mattino seguente era trascorso ed Ivan Alekseevic non si era fatto vivo. Quando avevano provato a mettersi in contatto con lui, una voce preregistrata li aveva informati che il cellulare doveva essere spento o irraggiungibile. Otto volte avevano ricevuto quell’informazione prima di decidersi a mandarla a dare un’occhiata all’albergo.
Nina Williams era atterrata sull’isola di Hokkaido due ore dopo aver ricevuto quell’insulso incarico. Ora sedeva sul sedile posteriore di un taxi, sistemandosi il trucco in uno specchietto e valutando quante chance di essere ancora vivo aveva Karataev.
Forse era solo stato sequestrato ed ora gli spetsnaz lo stavano torchiando per tirargli fuori la verità sul suo doppiogioco, ma anche in questo caso la vita di Karataev era inesorabilmente prossima al capolinea. Più probabilmente il suo corpo senza vita giaceva già in quel momento in qualche vicolo maleodorante, per la gioia degli animaletti locali.
Nina Williams chiuse con uno schiocco lo specchietto e lo fece scivolare nella sua borsetta, fra una fiala di veleno insapore ed una piccola pistola accuratamente caricata prima della partenza.
Quell’incarico era una perdita di tempo. Non avrebbe mai trovato Karataev, lei lo sapeva. Jin Kazama non avrebbe messo le mani sui piani dei russi, quelli che il loro uomo aveva arraffato con tanta sapienza a Mosca. Tutta quella brillante operazione di spionaggio era andata in malora. Lei lo sapeva già. Ma Jin Kazama no. E per questo Nina si trovava su quel taxi che si stava fermando davanti al Mercure Hotel.
La stanza di Ivan Alekseevic era la 128. Lei bussò una volta, poi infilò con noncuranza un paio di guanti e forzò la serratura. Le bastò un minuto per constatare che la stanza era perfettamente vuota, come se Karataev se ne fosse andato portandosi tutta la sua roba. Considerato che alla reception le avevano fatto sapere che non aveva ancora lasciato la sua stanza, Nina trovò che non persistesse più alcuna forma di dubbio sulla sorte del loro uomo.
Gli auguro solo di essere crepato in fretta pensò Nina, uscendo dalla stanza.
Mentre attraversava la hall colse di sfuggita una frase su una cameriera scomparsa nel nulla quella notte.
Una fuga amorosa? si chiese Nina Williams, assaporando il piacere di pensare un'assurdità. No, molto più probabilmente un altro cadavere che putrefaceva in un vicolo.
Un lavoro perfettamente pulito pensò, quasi ammirata.
Quando fu di nuovo sul taxi prese il cellulare e compose il numero di Jin Kazama. Chissà come l’avrebbe presa quando gli avrebbe detto che i russi li avevano fottuti.



E buondì a tutti quanti! ^^ Beh, che dire? E' vero, in questo primo capitolo non succede un tubo ma già dal prossimo vedrete che le cose cominceranno ad evolversi! Augurandomi di non produrre qualche orribile cavolata troppo OOC e con la speranza che questa storia non vi appalli troppo, vi saluto! ^^
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: tillmorninghighway