Crossover
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Autore: Orfeo della Lira 2    02/09/2010    4 recensioni
Un colpo di stato. Un principe in fuga. Un'Organizzazione misteriosa. Una guerra all'orizzonte. L'oscurità più buia. Nel buio, la speranza. Saprà Eldolas rispondere alla minaccia dell'oscurità?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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@Anonimo9987465: Da Ganondorf cosa ti vuoi aspettare? E grazie, ci ho messo l'anima nelle descrizioni ç.ç
@cipotta91: Non preoccuparti, un recensore non è mai in ritardo (cit.). E ho voluto togliere quell'alone da 'scipuafemmine' d Balthier. In modo un po' drastico, ma vabbè. Pensavo fosse più facile azzeccare DiZ O.O
@Nyxenhaal89: Sì, shonen-ai!!!!!!!1111!111! E quoto anche la vongola u.u Grazie per la recensione, marranissimo!


Capitolo 4: Esecuzione all’alba.

“Andiamo Eirika, impegnati di più.”
“Ephraim, non vale così! Hai un allungo maggiore con la lancia!”
“E allora? Vuoi o no diventare più forte?”
Marth si fermò ad osservare i due fratelli che giocavano. Ephraim, il ragazzo, aveva all’incirca diciassette anni. Era alto e muscoloso, sebbene l’armatura non lo facesse apparire tale. Aveva gli occhi azzurri ed i capelli verde acqua. Indossava un armatura simile a quella di Seth, con un solo coprispalla, sulla sinistra. Sotto la corazza indossava una maglia a maniche lunghe azzurra, con due righe verticali gialle. Portava legata una cinta, da cui spuntava un ‘gonnellino’. Indossava dei lunghi stivali, dello stesso colore della corazza, dentro i quali erano infilati un paio di pantaloni bianchi. Portava inoltre un paio di lunghi guanti di cuoio-su quello destro aveva un grosso bracciale- ed un mantello blu dall’interno rosso. Eirika, invece, aveva un anno in meno del fratello. Anche lei come il fratello aveva gli occhi blu ed i capelli verde acqua. Indossava una corazza, che arrivava all’altezza del petto, di colore dorato, sotto alla quale aveva una corta maglietta a maniche corte rossa, da cui fuoriusciva una corta gonna bianca, con delle pieghe. Indossava dei lunghi stivali rossi, che arrivavano poco più sopra del ginocchio, e dei guanti leggermente più lunghi del normale dello stesso colore, ed un grande bracciale sul guanto sinistro. Indossava infine un mantello che arrivava ai glutei, spiegazzato.
Fu Eirika ad accorgersi per prima del nuovo arrivato.
“Marth!”esclamò, correndo verso di lui, imitata dal fratello.
“Eirika, Ephraim…”
“Pensavamo fossi morto!”
“E invece, eccomi qui.”
“Come hai passato il confine? Sei da solo?”
Ephraim poggiò la mano sulla spalla della sorella.“Calmati, una domanda alla volta.”
La ragazza annuì con la testa.”Hai ragione. Scusami.”
“Per quanto riguarda la seconda domanda, sì, sono da solo.”rispose Marth.
“Mi dispiace.”rispose Eirika.
Marth scosse la testa, come per dire di non preoccuparsi, poi continuò”Per rispondere alla prima, ho avuto un aiuto.”
“Da chi?”chiese l’altro ragazzo.
“Da un amico.”
“A proposito, anche Greil è-“
Eirika diede una gomitata ed un’occhiataccia al fratello, mentre Marth si incupiva.
 “Si sta facendo tardi, meglio rientrare.”commentò Ephraim, osservando il sole tramontare. I tre ragazzi rientrarono dunque a palazzo.

“Sta tramontando.”
Zelda osservò il sole che stava per terminare il suo percorso. Una volta liberati dal tempo, DiZ spiegò loro ciò che stava succedendo, non omettendo niente: l’Organizzazione, Ganondorf, l’occupazione di Altea, la conquista di Jehanna, la caduta di Hyrule. Nils e Ninian si erano addormentati, mentre Link stava esercitandosi con la spada. Notò che nonostante la lunga prigionia riusciva ancora a maneggiare la Spada Suprema con maestria. DiZ era seduto sul tronco di un albero.
“Dimmi, DiZ.”chiese Link”Dove siamo ora?”
DiZ si alzò.”Nel bosco di Darklin, a Magvel, vicino Raust.”
“Allora non faremo in tempo a salvare i Goron.”
“Non è vero.”rispose Nils, appena svegliatosi.”Ce la farete.”
“E come?”chiese Zelda.”Il Monte Morte è a più di una settimana di cammino da qui, e dal castello di Hyrule al Monte ne bastano tre.”
“Ma noi abbiamo un passaggio.”rispose DiZ.”Seguiteci.”
Si inoltrò nella foresta, poggiandosi Ninian, che ancora dormiva, sulle spalle, seguito da Nils.

“Che palle.”
Un’ombra si mosse nell’oscurità.
“Non mi farò più assegnare il turno di notte.”
Iniziò ad arrampicarsi sulle mura esterne del castello.
“Ho di meglio da fare, io, la notte.”
“Che cosa? Ubriacarsi ed andare in giro a far casino?”
Scavalcò le mura, attento a non farsi vedere, e saltò aggrappandosi ad una finestra.
“Hai sentito?”
“No, non ho sentito niente. Ubriaco anche al lavoro, eh?”
“Oh, piantala.”
Si arrampicò di un paio di piani, entrando in una stanza. Proprio nell’istante in cui Marth entrava.
“Ben rivisto, principe.”
Il giovane gli puntò Falchion alla gola. L’ombra si mosse, avvicinandosi al principe.
“Sei tu.”realizzò, rinfoderando la spada.
“Una brusca accoglienza.”
“Di solito la riservo a chi non si fa riconoscere prima di entrare.”
L’uomo vestito di bianco si sedette sul letto.
Il principe gli si avvicinò.”Sembri conoscere molte cose sul mio conto. Chi sei?”
Lui rimase un attimo in silenzio.”Il mio nome è Ezio Auditore. Sono un Assassino.”

“Caer Pelyn, finalmente.”
DiZ scostò l’ultimo ramo che ostruiva la visuale al gruppo. Nel bosco di Darklin si estendeva una radura, con al centro un vecchio maniero. Costruito in pietra, aveva due torri di guardia, ed una sorveglianza scarsa.
“Quindi è questo il leggendario Caer Pelyn?”chiese Link.
Ninian annuì. Durante il tragitto nel bosco si era svegliata.
“Caer Pelyn, dimora dei Manakete.”aggiunse Nils.
“Manakete?”chiese Zelda.
“Solo a pochi è concesso il privilegio di conoscerli. Andiamo, ci stanno aspettando.”
Si diressero di gran carriera verso il castello.

Vennero accompagnati all’interno del castello da una ragazza, un po’ più piccola di Nils. Aveva gli occhi rossi ed i capelli indaco, legati da alcuni nastri. Indossava un abito che arrivava al ginocchio, rosso, con bordi dorati. Indossava inoltre dei sandali rossi, che arrivavano fino al ginocchio incrociandosi. Ai polsi portava due braccialetti rossi. Salirono di un paio di piani, dirigendosi verso una delle due torri. La ragazza, Myrrh, bussò alla porta.
“Entrate, vi sta aspettando.”disse, arrossendo un po’.
Ninian, Nils e Myrrh rimasero fuori, mentre il resto di loro entrava nella piccola stanza all’interno della torre.
Ad accoglierli vi era un uomo sulla quarantina, con piccoli occhi dorati e la barba ed i capelli corvini. Indossava una lunga tunica rossiccia, e portava una collana attorno al collo.
“Saggio DiZ, è un onore incontrarla di nuovo, sebbene avrei preferito in circostanze diverse.”
DiZ sorrise.”Andiamo Morva, ti ho detto mille volte di non essere così formale con me.”
‘uomo scosse la testa divertito, rivolgendo poi il suo sguardo verso Link e Zelda.
“L’Eroe del  Tempo.”disse, accennando un inchino”E la Principessa della luce.”ripetè l’inchino”Il mio nome è Morva, capo dei Manakete di Caer Pelyn.”
“Posso fare una domanda?”
“Mi dica,Eroe.”
“Cosa è esattamente un Manakete?”
Morva si alzò” Per capire cosa siamo, sarà meglio iniziare dalle origini della nostra specie, oltre mille anni fa. A quel tempo, ogni razza che popola Eldolas era separata e a sé stante. Gli uomini, la razza più numerosa, abitava solo ciò che ora è il continente di Midgar. I Goron, come tutt’ora, vivevano sul Monte Morte, mentre gli Elfi abitavano il continente di Ivalice. Infine, vi era la quarta razza. I draghi. Non i draghi a cui siete abituati grazie alle favole: a quel tempo, i draghi erano persone che potevano trasformarsi in rettili. Gli umani lo scoprirono e, spinti da una illogica paura, iniziarono a farci guerra. Quella guerra fu chiamata ‘Lo Sterminio’. Moltissimi draghi morirono, perseguitati dagli uomini, così come molti umani. Un giorno, però, il figlio del re dei draghi e la figlia del re degli umani scapparono insieme, insieme ad altri membri delle due fazioni. Le ostilità cessarono, a causa del dolore dei due condottieri per la perdita dei loro figli. I fuggiaschi si stabilirono qui, nel bosco di Darklin, costruendo Caer Pelyn. In sostanza, un Manakete è il frutto dell’unione di un umano e di un drago.”disse, togliendosi il mantello e scoprendo così due robuste ali membranose.”Spero che questo abbia soddisfatto la tua sete di sapere, Eroe.”
Link annuì.
“Ora, se voleste ascoltarmi, vi spiegherò cosa dovrete fare.”

“Un’Assassino?”
“Sì, esatto. Sono un’Assassino.”
Marth indietreggiò.
“Dalla sua reazione intuisco che non si fida più di me. Tuttavia deve. Ciò che il mio maestro ha da dirle cambierà le sorti della guerra.”
“Cosa dovrei fare?”
“Mh? Non si fidava più di me o sbaglio?”
“Se mi avessi voluto uccidere mi avresti accoltellato già da un pezzo.”
Ezio sorrise”Come mi aspettavo dal principe Marth. Domani, all’alba, insieme al principe Ephraim e alla principessa Eirika fatevi trovare davanti la porta nord. Preparate dei buoni cavalli, perché sarà un lungo viaggio.”
Si alzò dal letto e iniziò a scendere dalla finestra.
“Saluti e pace, principe di Altea. E non si scomodi, avvertirò io gli eredi di Renais.”

“Non possiamo partire ora?”
“A differenza tua, Eroe, credo che la principessa abbia bisogno di più tempo per risvegliare i suoi poteri.”
Morva aveva finito di illustrare ai due il loro compito: arrivare al Monte Morte e salvare i Goron dallo sterminio. Un piano semplice e diretto.
“Mi dispiace Link, io-“
Link scosse la testa.”Non è colpa tua, e se dobbiamo affrontare tutti quei mostri, meglio affrontarli nella migliore condizione possibile.”
Morva osservò il panorama.
“Credo che sia ora di andare a riposare.”si alzò, imitato dagli altri.
“Nils, Ninian, mostrategli le loro stanze.”
I due annuirono, guidando i tre ospiti tra i corridoi del castello.

L’alba era giunta.
Nei pochi giorni passati dalla sua occupazione, ad Altea era nato un movimento per la liberazione della regione: la Brigata dell’Alba. Questo gruppo, nato dall’unione di un gruppo di mercenari fedeli al re, i Mercenari Greil, ed alcuni volontari, iniziò ad ostacolare i banditi che razziavano liberamente la regione, a causa del malgoverno di Gra, oltre naturalmente a cercare di liberare Altea dagli usurpatori. A causa di una leggerezza, tuttavia, un membro della Brigata venne catturato. L’esecuzione fu fissata per l’alba.
Davanti il castello di Altea fu montato un patibolo, e la folla accorreva ad assistere all’esecuzione, costretta dalle guardie.
Una cospicua folla si radunò nella piazza antistante al maniero, quando una guardia iniziò il suo discorso:
“Cittadini di Gra.”ci fu un mormorio di dissenso, ma il soldato lo ignorò, proseguendo”Tutti conosciamo il gruppo di ribelli nato in questa settimana, che sta dando filo da torcere ai nostri soldati, che si impegnano per garantire l’ordine, la pace e la sicurezza non solo in Altea, ma in tutta Akaneia!”
Un uomo nella folla fece per correre contro il soldato, ma il suo vicino lo fermò, indicando con un cenno della testa i quaranta soldati schierati dietro all’oratore.
“E gioite, cittadini di Gra! Ieri abbiamo catturato un membro della Brigata dell’Alba, ed oggi sarà impiccata! Sarà un monito, per tutti i briganti! Per tutti i ladri, gli assassini!”si fermò un attimo, guardando l’albero lì vicino, credendo di aver visto qualcosa, ma poi tornò alla sua arringa”A quei cani della Brigata, che hanno fallito miseramente contro noi paladini della giustizia!”si voltò verso due soldati, che avanzarono verso il patibolo, tenendo ferma una donna. Dimostrava venti anni. Aveva i capelli e gli occhi blu. Era vestita con un lungo abito bianco, lungo fino al ginocchio, aperto all’altezza della vita, dove portava una grossa cintura bianca. Indossava dei copri braccia, anch’essi bianchi, lunghi fino all’attaccatura della spalla. Sotto l’abito si intravedeva una maglia rossa. Indossava anche dei lunghi stivali bianchi. Fissava fissa davanti a sé, imperterrita. In pochi passi fu sul patibolo. L’oratore gli mise il cappio al collo.

Nell’albero, intanto, stavano due persone. Uno dei due sembrava un bambino, dai capelli e dagli occhi verdi. Indossava una maglia blu, sotto il colletto portava una sciarpa arancione. Sulle spalle aveva due coprispalla in metallo, legati alla cintura da delle bretelle di cuoio, incrociate. Legati dalla cintura, un paio di pantaloncini verdi. Portava delle mitene, piegate su se stesse un paio di volte, e dei lunghi stivali, che arrivavano poco sotto il ginocchio, con numerosi lacci. L’altro, invece, dimostrava venti anni. Aveva lunghi capelli rossi, legati con un nastro verde in una lunga coda, e gli occhi verdi. Indossava un lungo abito verde,  lungo fino al ginocchio, tenuto all’altezza della vita da una pancera verde scuro, attraversata da due piccole cinture azzurre. Indossava un pantalone bianco, infilato negli stivali blu, coperti da protezioni di metallo. Indossava un piccolo mantello, attaccato sul davanti in modo frettoloso. Al braccio sinistro indossava una mitena di stoffa giallina, mentre quello sinistro era coperto da una manica lunga bianca, all’altezza del polso coperta da un lungo polsino giallo. Il bambino era armato con un arco corto, mentre il ragazzo aveva un arco lungo. Il ragazzo teneva sotto mira il patibolo, ma tremava visibilmente.
“Cosa c’è, Rolf?”
“Ho paura Shinon, cosa succede se la colpisco per sbaglio?”
Intanto, la guardia aveva messo il cappio al collo alla ragazza.
Quest’ultima si avvicinò alla ragazza.
“Qualche ultima parola?”
La ragazza urlò:”Cittadini di Altea, siate fedeli al re Marth, il vostro vero re!”
I cittadini si guardarono tra loro, mentre la guardia stava per abbassare la leva.
“Guarda qui: un colpo secco, senza esitazioni.”
Shinon incoccò una freccia nell’arco, scoccandola nello stesso istante in cui il soldato azionava la leva, tagliando il cappio e facendo cadere la condannata verso la folla, da cui spuntò un ragazzo che afferrò al volo la donna. Sembrava un diciottenne, dai capelli blu, così come gli occhi, vestito con un lungo abito blu, bordato d’oro, davanti lungo fino alla vita e dietro lungo fino al ginocchio. Indossava anche dei pantaloni bianchi, infilati in stivali neri. Sopra l’abito, sulla spalla sinistra, portava un coprispalla di cuoio, ed un lungo mantello, strappato in vari punti alla fine, di colore ruggine. Sulla testa indossava una fascia nera, mentre alle mani aveva due mitene nere. Si guardò intorno, mentre le guardie iniziavano ad avanzare contro di lui. Posò la ragazza a terra, mentre con un fendente uccise sul colpo quattro guardie. Si ritrovò presto circondato.
“Chi vi credete di essere voi vermi, la Brigata dell’Alba?”
Il ragazzo non rispose. Una folata di vento travolse le guardie che gli sbarravano la strada. L’autore di quella magia era un ragazzo, più o meno dell’età dell’altro, che teneva in mano un libro aperto e bisbigliava parole incomprensibili. Aveva un puntino arancione in mezzo alla fronte, come i suoi occhi, ed aveva dei lunghi capelli corvini. Indossava una lunga tunica nera, aperta sul fianco destro, mentre ai bordi aveva delle decorazioni grigie e verdi. Come cintura aveva una lunga sciarpa blu. Da sotto la tunica si vedevano dei pantaloni bianchi aderenti, infilati in un paio di stivali marroni. Una guardia gli arrivò alle spalle, pronto a colpirlo, ma cadde a terra, morto. Dietro di lui c’era una ragazza, con un volto sorridente.
“Soren, sempre preso dai libri, eh? Quante volte ti ho detto di guardarti le spalle?” Aveva lunghi capelli blu e gli occhi verdi. Sulla fronte aveva una fascia bianca, ed indossava un corto abito arancione scuro, bordato dorato e smanicato. Portava un grosso cinturone di traverso. Aveva dei corti stivali marroni, un po’ larghi, da cui partivano lunghe calze viola chiaro, che arrivavano poco sotto il vestito. Portava dei lunghi copribraccia neri, dal bordo dorato, e delle mitene dello stesso colore. Infilzò la katana in un altro soldato, mentre dall’albero gli arcieri davano copertura. Un nitrito si sentì, mentre una donna andava al galoppo su un cavallo bianco contro un gruppo di guardie, falciandole con pochi colpi d’ascia. Aveva lunghi capelli rossi, come i suoi occhi, legati in una treccia rossa lunga fino ai glutei. Sotto una corazza color avorio, spuntava un abito color rosso, lungo fino ai piedi ed aperto all’altezza dei glutei, mentre sul davanti era bianco, finemente decorato.
“Ike!”urlò”dobbiamo andarcene al più presto!”
Il ragazzo dai capelli blu corse verso di lei, saltando in groppa al cavallo.”Mia, Soren, difendete Lucia!”
I due fecero un segno d’intesa, mentre attaccavano le guardie che si avvicinavano, aiutate dalle frecce degli arcieri.
Intanto, in mezzo alla folla, una ragazzina ed un uomo cercavano di svegliare Lucia.
“Lucia! Lucia! Svegliati!”urlò la ragazzina. Aveva gli occhi azzurri e i capelli lunghi di colore castano chiaro. Vestiva uno stretto abito rosso, da cui usciva una gonna piegata color panna. Al collo aveva una lunga sciarpa bianca, stretta a tre quarti, ad entrambi i lati, da due nastri rosa. Aveva dei corti stivali, simili a quelli di Mia, ma più chiari, dai quali si vedevano delle calze arancioni. L’uomo chiuse le mani intorno al suo bastone, insieme agli occhi, mormorando delle parole incomprensibili. La punta del bastone si illuminò, mentre Lucia veniva avvolta da una luce verdastra, ristabilendosi. L’uomo era vestito con un lungo abito bianco, sotto il quale si vedeva una veste celeste. Entrambe avevano un cappuccio. Alla vita aveva una sciarpa azzurra, ed indossava degli stivali alti. Aprì gli occhi, rossicci come i capelli. Fece un cenno alla ragazzina, mentre Lucia si alzava da terra. I tre iniziarono a correre verso i cavalli, imitati dagli arcieri, da Mia e Soren e da Ike e la ragazza dai capelli rossi.
“Titania”disse Ike“andiamo.”
La ragazza spronò il cavallo ancora di più, mentre le guardie si gettavano all’inseguimento. Soren, dietro a Mia, aprì nuovamente il suo libro, mentre mormorava la stessa formula di prima, gettandole di nuovo a terra. Ike e Titania passarono davanti all’oratore.
“Esatto.”dichiarò Ike”Noi siamo la Brigata dell’Alba.”
 “Addio, idioti!”urlò Shinon, facendo impennare il cavallo, mentre Rolf gli si aggrappava in vita per non cadere.
“Gli altri ci stanno aspettando.”sentenziò Mia.

Fuori le mura di Renais, Ezio, sul suo cavallo, aspettava che i tre principi uscissero. Dopo un po’ di tempo, li vide uscire, a cavallo. Gli si avvicinò.
“Saluti e pace, principe Marth, principe Ephraim, principessa Eirika.”
“Saluti e pace, Ezio.”rispose Eirika.
“Credo che dovremmo andare. Sarà una lunga cavalcata.”
I tre annuirono, spronando i cavalli verso nord.
  
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