If they had time
Tlock
Il quadro della Sala Comune si aprì con un rumore secco, e lei ridacchiò quando
inciamparono uno sull’altra uscendone, perché cercavano di sorpassarlo senza
lasciarsi la mano, e lo spazio era troppo piccolo. Come la Sala Comune; era
diventata troppo ‘piccola’ per loro. O forse, semplicemente troppo piena di
gente.
Tlock
Il quadro si richiuse con lo stesso rumore. Lei si sistemò i capelli dietro le orecchie, ancora ridacchiando un po’, e lui le prese tutte e due le mani tra le sue, le guardò come se non avesse mai visto una cosa così bella in vita sua; perfetta in ogni piega della pelle, nella lunghezza delle unghie…
-
Bè, eccoci qui.
Lui alzò lo sguardo sul volto di lei, raggiante.
-
Già. Ha uno scopo questo tuo rapimento, o che cosa?
Lo vide strabuzzare gli occhi, ma stava ridendo.
-
Questo mio rapimento?
Si avvicinarono l’uno all’altra, lentamente.
-
Bè, non pensavo che fosse mio, però possiamo
trovargli uno scopo comunque.
Erano così vicini, adesso, che vedevano fondersi in uno
solo gli occhi dell’altro; nessuno dei due voleva chiuderli, lasciar sfumare
l’immagine del volto che avevano di fronte…
-
Ehm, ehm!
-
Cos…?
-
Ma no, no, andate avanti, tanto io non sono qui a vedere
le vostre sconciaggini...
Con un gran desiderio di prendere a randellate il quadro
della Signora Grassa – e chiedendosi se la parola sconciaggini esisteva
realmente o erano loro ad avere qualche lacuna in campo di grammatica – si
allontanarono dal quadro.
Percorsero il corridoio in silenzio, per mano, e poi, giù
per le scale, fino all’Atrio, e nel cortile della scuola.
Lei si fermò, ma Harry si guardò intorno nervoso. Gli
sembrava che tutta la scuola fosse ancora fuori in giardino… non tornavano più
al castello?, pensò; quanto cavolo pensavano di starsene lì fuori?
Le riprese la mano e la portò verso un corridoio di pietra
che si apriva nelle mura esterne del castello, e conduceva in un piccolo
giardinetto deserto, circondato da un porticato.
Si diressero verso il centro del piccolo cortiletto, e si
sedettero.
-
Bè, - esordì lei, mentre si sedeva sull’erba. – che si fa,
ora?
Lui si era seduto subito dietro di lei, e aveva iniziato a
sfiorarle la pelle dietro l’orecchio con le labbra. Chiuse gli occhi.
-
Uhm - cercò di
continuare, - forse potremmo ripassare un po’ la lezione di lunedì. Quest’anno
ho gli esami, sai…
-
Ah-ah, - disse lui, con aria di chi non sta assolutamente
capendo quello che sta dicendo
-
Gli esami, già…
-
Oppure, potremmo discutere della partita. Sono sicura che
t’interessa com’è andata…
-
Ah … certo… m’interessa, sì sì…
Allungò la mano da dietro, circondandola con le braccia.
-
Ehi… - disse Ginny, ridendo, quando avvertì la sua mano
sulla pelle della pancia – facciamo con calma, eh…
Lui abbasso la testa sulla spalla della ragazza,
nascondendo la faccia nell’incavo del collo di lei.
-
Certo. – disse, facendo scorrere le mani sulla pelle della
ragazza - facciamo con calma. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo… cominciamo con
l’entrata in campo delle squadre, eh?
Piccola one-shot senza pretese su quello che successe dopo
che Harry e Ginny uscirono dalla Sala Grande dopo la partita per la finale…
spero che vi sia piaciuta!
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