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Autore: Himitsu87    03/09/2010    2 recensioni
"Non lo so perché lo faccio. Ho tante cose, una vita decente, una ragazza magnifica, potrei fare tutto se solo mi andasse di alzarmi. Forse è perché mi fermo a pensare troppo."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Dove è finita la mia scarpa?

Mi guardo il piede, le unghia bluastre per il freddo. Guardo un taglio ormai chiuso sul secondo dito, i contorni sono un po' più scuri, ormai però è quasi tornato normale. Affascinante, il lavoro delle piastrine, delle cellule.
Mi si appanna un attimo la vista per il fumo che esce dalla mia sigaretta. Non mi va nemmeno di alzare la mano per scuotere via la cenere. Anche se mi cade addosso che importa?
Non mi va di fare nulla, mi metterei sdraiato, ma non mi va di muovermi. Seduto contro il muro osservo ora le mie mani. I guanti neri che mi ha regalato la mia ragazza. Lei non vorrebbe che stessi qui, non così almeno. Con una sigaretta in bocca, un nuovo piercing all'orecchio e una siringa di fianco. Lei è il mio tesoro, la mia bambina allegra, sempre col sorriso, sempre così solare, vestita di chiaro come un piccolo peluche. Quando la stringo tra le braccia e bacio i suoi capelli biondi desidero solo proteggere quel tesoro, quel sorriso. Eppure se mi vedesse qui, il suo sorriso si spegnerebbe, i suoi occhi innocenti si riempirebbero di lacrime e vedrei il suo petto scosso da singhiozzi violenti. Non voglio, ma cosa posso fare? Potrei combattere? Onestamente non mi va... nemmeno per lei.

Non lo so perché lo faccio. "Perché" è una domanda insidiosa, ci si può perdere dentro. Ha un suono melodioso però, credo abbia un suono piacevole in ogni lingua. Forse è fatto apposta, così è più facile pronunciarla, così non diventa fastidioso entrare in quel labirinto, non si pensa che sarà impossibile trovare l'uscita. È pericoloso fermarsi a pensare prima di porre un perché. Quanti pensieri potrebbero uscire fuori? E questi quanti perché genereranno? È un circolo vizioso, senza fine, che va avanti, avanti, avanti, avanti e non si ferma mai...ma è insostenibile. È una guerra persa, non capisco perché tutti si ostinino a combatterla, illudendosi di poterla vincere, di intravedere la fine del cerchio. La si può vedere? C'è chi ci riesce? Si può raggiungere l'impossibile? Forse è il nostro sguardo che è limitato? Forse è il mio sguardo che è limitato?
Non lo so perché lo faccio. Ho tante cose, una vita decente, una ragazza magnifica, potrei fare tutto se solo mi andasse di alzarmi. Forse è perché mi fermo a pensare troppo.
Il vantaggio è che non fa pensare, non correttamente almeno. Il cervello se ne va in posti strani, dove si può toccare e possedere l'impossibile. Dove tutto assume un senso, anche se c'è chi pensa sia il contrario. Mi brucio il cervello, ogni secondo centinaia di contatti neuronali si spengono, lo so, ma non mi importa. Potrei avere seri problemi intellettivi un giorno ma...non mi importa. Potrei morire investito fra qualche ora. Cosa cambierebbe?


Mi fa male lo stomaco e ho dei crampi alle gambe. Ho aspettato troppo. Dove sarà lei ora? Domattina devo vederla, dovrò ritrovare la mia scarpa. Dovrò cambiarmi d'abito e lavarmi. Dovrò abituarmi a sorridere di nuovo.
Per ora, però, non mi va. Lei starà dormendo? Starà leggendo? Magari sorride.
Lei è buona, non ha sprecato la sua vita, forse riesce a vedere l'impossibile.
Io sono il suo lato oscuro, la sua anima bruciata, la sua strada sbagliata.
Lei è il mio sole, la mia speranza persa, la mia occasione perduta.
Non so perché lo faccio, ma prendo la siringa. Il laccio emostatico mi blocca la circolazione da così tanto che non sento più il braccio.
Le gocce di sudore mi scendono sul viso e sul collo. Ho freddo.
Spingo l'ago nella vena e premo sul pistone. Sento il liquido entrare in circolo immediatamente.


Domani ho molte cose da fare.

 

   
 
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